NASCAR | Kurt Busch ritorna re di Bristol

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Tempo di lettura: 13 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
19 Agosto 2018 - 16:00
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Doveva essere un altro “Kyle & Kyle show” ma alla fine è stato uno spettacolo e basta. Doveva essere una sfida tra Busch e Larson e alla fine sono arrivati primo e secondo, ma non sono stati né il Busch che ci aspettava e neanche il Larson all’altezza delle previsioni. Ha vinto Busch, ma è Kurt (alla prima vittoria dopo la Daytona500 del 2017), mentre Kyle conclude un weekend deludente con un’altra vettura incidentata. La 40esima “Night Race” di Bristol sarà una di quelle che si ricorderanno per molto tempo.

La gara

Partenza anticipata di un’ora per il rischio pioggia e alla fine sarà la scelta vincente dato che si riusciranno a disputare tutti e 500 i giri in programma. Dalla pole parte Kyle Larson, il co-favorito della gara insieme a Kyle Busch. Il grande protagonista del primo miglio di gara (ovvero due giri) però è Paul Menard il quale, partito dalla quarta posizione, quella ideale insieme alla prima in tutte le ripartenze, si porta in seconda posizione e insidia pure Larson. Kyle Busch è partito invece dalla terza posizione – quella peggiore – e perde qualche posto; al secondo giro in curva 4 si trova all’interno di Ryan Blaney e perde il controllo su una pista dalla bassissima aderenza data la pioggia caduta (problema che in molti riscontrano nella prima parte di gara). Le conseguenze sono enormi, visto che finisce di traverso in mezzo alla pista con circa ancora mezzo gruppo compatto che deve transitare. Il bollettino ufficiale recita 15 auto coinvolte (la gara di Gaulding, Allmendinger, Wallace e McDowell finisce qui), mentre la #18 è pesantemente danneggiata con Little che lo colpisce sulla fiancata e McDowell che gli porta via il paraurti posteriore. 

Dopo numerose soste ai box Kyle Busch riesce a riprendere la gara staccato di 2 giri. E gira su ottimi tempi, dato che nessuna componente vitale è stata danneggiata e – paradossalmente – viaggiare senza paraurti diminuisce la resistenza all’avanzamento. Davanti intanto la classifica cambia volto: Menard finisce ko per un cedimento del mozzo di una ruota e Larson cede subito prima ad Harvick e poi a Blaney che guida la corsa fino alla competition caution del giro 60. In questa occasione Stenhouse perde l’occasione di passare in testa alla gara a causa di una penalità e da questo momento in poi uscirà dalla lotta per le prime posizioni; costretto a due soste fuori sequenza dopo altrettanti contatti con le barriere chiuderà solo 24° l’ultima vera chance di potersi qualificare ai playoff.

Dopo che McMurray è costretto ad una lunga sosta (problema identico a quello di Menard), la gara può ripartire con una scena particolare: mentre Blaney si lancia alla bandiera verde, Kyle Busch esce dai box dopo l’ennesima sosta per le riparazioni. L’occasione per Ryan è ghiotta: due giri si possono recuperare, tre è decisamente più impossibile ed escludere una volta per tutte la #18 dalla lotta per la vittoria non si può lasciar scappare. Ma la vettura di Kyle Busch è decisamente più veloce e sfugge all’ulteriore doppiaggio. Anche Truex, anche lui con qualche danno dall’incidente del secondo giro, non rende al meglio e viene doppiato. Due dei big3 sono in difficoltà e dunque rimane solo Harvick, che rimane attaccato a Blaney in mezzo a un mare di doppiati; il loro duello è mozzafiato e Blaney vince la prima stage per soli 3 millesimi sullo stesso Harvick e a seguire Bowyer, Elliott e Almirola.

Harvick passa in testa alla gara durante il giro di soste, ma per poco dato che Elliott dalla prediletta quarta posizione passa al comando. Tuttavia Kevin sembra un gradino sopra gli altri, dato che riesce a modificare le proprie traiettorie a seconda delle necessità e senza perdere tempo da chi lo precede. Ma Bristol non regala nulla neppure ai migliori e, proprio mentre sta per attaccare Elliott, Harvick ha un problema ad una ruota ed è costretto ad una sosta imprevista. L’onere di lottare con Chase passa così a Blaney, il quale ritorna in testa alla gara giusto poco prima dell’incidente di David Ragan che ricompatta il gruppo al giro 200. E da questo giro di soste esce in testa alla gara a sorpresa Joey Logano, per tutta la gara nella top10 nonostante sia finito nel tamponamento a catena (ovviamente) del secondo giro. Mancano 50 giri alla fine della stage e Logano può condurre abbastanza indisturbato, dato che dietro di lui lottano strenuamente un Larson ritrovato dopo un inizio di gara fuori dal radar, Blaney ed Elliott. Alla fine tra questi a prevalere è Chase, ma il suo inseguimento a Logano non si conclude con un sorpasso; Joey vince così la seconda stage davanti a Elliott, Larson, Almirola e Blaney.

La gara è ufficiale e la pioggia non sembra preoccupare più gli addetti ai lavori. Il problema (se lo si può definire tale) è trovare un favorito per la gara, dato che c’è ampia varietà: Logano, Elliott, Blaney, Larson, la coppia dello SHR Almirola-Blowyer, poi nell’ombra ci sono Jones, Kurt Busch e Truex, ma tutti iniziano ad avere paura dato che Kyle Busch in questa occasione è riuscito a stare davanti ad Harvick ed è tornato a pieni giri con l’auto più veloce del gruppo.

Logano resta in testa alla gara, ma è solo un’illusione dato che la sua vettura sui long-run non è all’altezza (a fine gara Joey dirà che “sugli short-run ero da top5, sui long-run da top20″). E purtroppo per la #22 seguono 100 giri di bandiera verde in cui Logano da primo scivola ai margini della top10 e così a 200 giri dalla fine torna in testa alla gara Chase Elliott. E’ in questa occasione – dopo oltre 300 giri – che per la prima volta nella serata il margine fra primo e secondo classificato è maggiore di 2”. Dietro di loro prosegue la selezione: Suarez ha problemi ad una ruota ed è costretto ad una sosta fuori sequenza, mentre la vettura di Almirola inizia a fumare vistosamente ed è costretto dai commissari a rientrare ai box. A 150 giri dalla fine Reed Sorenson finisce a muro e Chase Elliott cede in occasione delle soste la prima posizione a Clint Bowyer, seguito dal rimontante Truex mentre Kyle Busch rientra nella top10. 

Bowyer e Truex allungano sul gruppo, ma Busch è una furia che sorpassa tutti. Tutti tranne Truex. E’ il giro 432 quando in uscita da curva 4 (proprio dove 430 giri prima si erano già toccati nel parapiglia) la #18 tocca la #78 mandandola prima in testacoda e poi a muro; la reazione di Truex e della compagna Sherry sono rabbiose e a poco serviranno le scuse di Kyle Busch a fine gara, dato che l’occasione persa è di quelle grandi. 

Kyle Busch è dunque secondo e davanti a sé ha solo Bowyer. Una rimonta epica è quasi completata, giusto? No, decisamente no. Come detto, nell’incidente al secondo giro Busch ha perso gran parte della carrozzeria della zona posteriore, compresa quella attorno al “tappo del serbatoio”. In pratica, se l’addetto al rifornimento effettuasse l’operazione normalmente, la struttura rimanente collasserebbe e dunque è necessario che un altro meccanico sostenga la carrozzeria rimanente, ma dati i limiti stretti sul numero di addetti che si possono utilizzare, la sosta si allunga notevolmente. Il problema c’è stato anche nei 450 giri precedenti, ma era stato mascherato dal fatto che Kyle Busch era sempre l’ultimo del gruppo e quindi non perdeva posizioni. E dunque la #18 è costretta ad una ulteriore rimonta dall’undicesima posizione a 50 giri dalla fine.

In testa ci sono Bowyer e Kurt Busch con leggermente più staccati Jones e Elliott, ma la loro fuga viene interrotta ai -30 dall’incidente di Keselowski, mai in palla per tutta la gara. Dopo 470 giri di strategie identiche per tutti, arriva la prima variazione: Bowyer e Kurt Busch non si fermano ai box così come Johnson e l’ottimo Buescher, dietro di loro ci sono Austin Dillon e Hamlin (2 gomme cambiate) e poi Elliott, Bowman, Kyle Busch e Logano reduci da una sosta completa. Alla ripartenza Bowyer sbaglia completamente accelerando una frazione di secondo troppo presto quando è ancora col volante girato: il risultato è che le ruote slittano e finisce pericolosamente alla sua sinistra verso il compagno di squadra Kurt Busch, che però ne esce indenne, ma soprattutto in testa alla gara. Dietro di loro le diverse strategie portano a molte lotte ravvicinate e dal 3-wide fra Johnson, Buescher e Kyle Busch solo il primo riesce a proseguire senza danni, mentre gli altri due forano con la #18 che finisce in testacoda provocando una ulteriore caution (e la gioia del pubblico sulle tribune, ma questo è un altro discorso). 

14 giri alla fine e un’altra – sarà l’ultima – ripartenza e nelle posizione chiave ci sono Kurt Busch (primo) e Kyle Larson (quarto e con gomme più fresche di una 30ina di giri). E infatti alla bandiera verde la #42 si mette dietro alla #41, ma non riuscirà mai ad avvicinarla a sufficienza per un tentativo di sorpasso. Kurt Busch ritorna così re di Bristol come lo era in gioventù (5 vittorie in 4 anni tra cui la prima in carriera nel 2002, ma dal 2006 fino a ieri 24 gare a secco); per Kurt è la 30esima vittoria in Cup Series e così lui e Kyle diventano la prima coppia di fratelli nella storia con – appunto – più di 30 successi in carriera.

Dietro alla #41 concludono un Larson deluso dal fatto di non aver mai trovato l’assetto ideale in tutta la serata, Elliott in ombra nel finale, Logano e Jones; completano la top10 Bowyer, Blaney, Bowman, Johnson e Harvick. Per quanto riguarda il campionato si sono qualificati per i playoff – ovviamente – Kurt Busch con la vittoria, ma in base ai punti conquistati anche Blaney, Keselowski e Larson portando il numero di biglietti assegnati a 12 sui 16 in palio.

Per chiudere una breve considerazione: nonostante la retorica dei big3 che dominano il campionato, la seconda metà di stagione sta regalando agli appassionati delle ottime gare, comprese le ultime tre. Da Bristol era più che lecito aspettarsi una corsa combattuta, ma qui si è andati oltre l’immaginabile e quanto scritto non rende l’idea delle battaglie che si sono verificate per tutti e 500 i giri. 

Le altre categorie

Nella Xfinity Series prima vittoria a Bristol per Kyle Larson, la quarta in stagione in appena sei gare. E pensare che nei primi giri Kyle Busch aveva imposto un dominio imbarazzante: dopo appena 50 giri aveva 5″ di vantaggio (circa un terzo di giro) sulla coppia Larson-Bell e aveva doppiato tutti fino al 12° posto. Poi al 70° giro, quando stava ancora spingendo notevolmente, Busch commette un’errore e finisce largo sui marbles e bacia il muro; trascorre qualche giro e il passaruota ammaccato gli fora una gomma e lo manda violentemente contro le barriere ponendo fine alla sua gara dopo 74 giri. La gara prosegue così con Larson in testa alla gara, tranne in occasione di qualche sosta in cui qualcuno tenta una strategia alternativa. Gli incidenti e i contatti non mancano: due le caution provocate dal solito Vinnie Miller, una dalla consueta- e a questo punto penso pure maledetta – #60 del Roush Fenway guidata in questa occasione da Chase Briscoe. Qualche problema lo creano invece anche Brandon Jones, che stringe a muro sia Hemric che Custer prima di doversi ritirare per una sospensione danneggiata, e Ty Dillon, il quale non fa un favore al team di famiglia quando (oltre a Custer un paio di giri prima) manda il compagno di squadra – e in lotta per i playoff – Matt Tifft verso il muro e per poco non coinvolge anche l’altro teammate Daniel Hemric.

Davanti intanto riprende la lotta fra Larson e Bell che fanno l’elastico in mezzo ai doppiati, e quando Kyle sembra avviarsi verso la vittoria, Hemric fora e finisce a muro mandando tutti all’overtime. La ripartenza di Larson non è eccezionale, ma sufficiente per garantirgli la vittoria davanti a Bell, Allgaier, Custer – quarto nonostante almeno tre lievi contatti col muro – e Logano. In campionato Allgaier recupera qualche punto su Bell ed è a -13, mentre Sadler e Custer sono rispettivamente a -17 e -19; per il 12° e ultimo posto disponibile la prima top10 stagionale di Annett gli permette però di recuperare appena 7 punti su Chastain e il gap fra i due a quattro gare dai playoff è di 42 punti. 

Nella gara della Truck Series che concludeva la regular season c’è stata la quinta vittoria stagionale di Johnny Sauter, il quale così aumenta il vantaggio sugli avversari dopo il reset del punteggio. Dalla pole parte Christopher Bell, chiamato in extremis come sostituto dell’ammalato Harrison Burton, ma i protagonisti della gara saranno John Hunter Nemechek e lo stesso Sauter. Alla bandiera verde ci sono già i primi due verdetti: Sauter vince automaticamente la regular season (e gli annessi 15 playoff points) e Grant Enfinger diventa il sesto pilota qualificato per i playoff. Con i punti ottenuti alla fine della prima stage Stewart Friesen diventa il settimo qualificato e così l’attenzione si sposta sulla questione riguardante l’ultimo posto da assegnare per i playoff. Matt Crafton deve semplicemente impedire che non vinca un nuovo pilota e non deve neanche sforzarsi troppo: a Gilliland viene comminata una penalità per sosta irregolare, Coughlin non è mai in gara, Snider finisce a muro alla fine della seconda stage nel tentativo disperato di non finire doppiato. Per un po’ Sargeant è il migliore in questa categoria, ma è solo perché è su una strategia alternativa. Nel finale di gara Gilliland – nonostante le gomme più usurate – rimonta fino ad un buon quinto posto, ma non è sufficiente per raggiungere la lotta per la vittoria. 

Nel finale di gara a contendersi la vittoria di gara sono Sauter (passato in testa grazie ad un ottima ultima sosta), Nemechek e Friesen. Il figlio e nipote d’arte, dominatore della gara, torna in testa a 24 giri dalla fine, ma poco più tardi il suo Truck comincia ad avere dei problemi meccanici e rallenta vistosamente fino a venire sorpassato da Sauter e Friesen a soli 5 giri dalla fine; per il giovane pilota è la seconda beffa stagionale dopo quella di Chicago. Sauter si aggiudica la gara davanti a Friesen, Nemechek, Kligerman e Gilliland; la regular season termina con Sauter davanti a Gragson (e non sapremo mai come sarebbe finita se Noah avesse corso a Pocono), mentre nei playoff Johnny inizia la rincorsa al secondo titolo in carriera con ben 15 punti di vantaggio su Moffitt.

I risultati odierni

La classifica della “Bass Pro Shops NRA Night Race”

La classifica generale

Così il campionato a 2 gare dai playoff 

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Cup Series osserverà il suo ultimo turno di riposo. Spazio dunque alle due categorie inferiori che saranno di scena entrambe su circuiti stradali. Sabato la Xfinity Series correrà a Road America (e in pista ci saranno Bill Elliott e Conor Daly), mentre domenica la Truck Series inizierà i playoff a Mosport, unico stradale per i pick-up e unica trasferta al di fuori degli USA per tutta la Nascar.

Immagine: GettyImages per nascar.com

Un sentito ringraziamento a @vero16_4 per l’aiuto fornitomi durante la gara per gli aggiornamenti in diretta da Twitter.

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