NASCAR | Kevin Harvick raddoppia in Michigan

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Tempo di lettura: 17 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
12 Agosto 2019 - 14:30
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Stavolta non c’è stata nessuna caution nel finale a rovinare un finale fuel mileage come a Pocono, quando Hamlin si salvò dalla rimonta di Harvick che sbagliò le ultime due ripartenze. Qui ha contato solo il pilota e la vettura, però ancora nessuno è riuscito a capire perché mentre tutti faticano a risparmiare carburante invece Kevin Harvick sembra sia in grado di andare a tutta consumando meno degli altri. E così, mentre gli avversari erano in affanno oppure rimanevano a secco a poche miglia dal traguardo, il pilota dello Stewart-Haas Racing ha bissato sia il successo del New Hampshire, sia il successo in Michigan dello scorso agosto, ripetendo anche i festeggiamenti portando con sé sul virtuale sedile del passeggero il figlio Keelan.

La gara

Il weekend non è per cuori deboli, soprattutto perché alterna momenti di assoluta calma a picchi di emozioni improvvisi che potranno anche avere conseguenze nel prossimo futuro. Le FP1 e le qualifiche scorrono via tranquille (Keselowski in pole su una pista in cui né lui né nessun pilota nato in Michigan hanno mai vinto), poi nei consueti controlli tecnici – qualcuno dice in base ad una soffiata oppure in base alle voci che girano nel garage – i commissari analizzano attentamente le due vetture del RCR e scoprono che l’alternatore è stato manomesso per regalare qualche cavallo in più ad un motore che per regolamento qui ne ha soli 550. Ad A.Dillon (7°) ed Hemric (11°) vengono dunque tolti i tempi ottenuti, comminata una multa da 25000$ e una penalizzazione da 10 punti (per la #3 è la seconda stagionale) che tuttavia cambia poco per la loro stagione dato che per qualificarsi ai playoff sono comunque obbligati a vincere.

Il sabato scorre via tranquillo tra prove in scia (che fanno prevedere una gara in stile superspeedway e simile a quella di giugno, ma sarà solo un’illusione) e side-draft fino a quando Suarez fora in curva 2 e si appoggia al muro con la posteriore destra. Per un pilota che è fuori dalla griglia playoff e obbligato a non commettere più errori è un duro colpo ma il salvataggio di Daniel è degno di nota, al punto che la vettura “titolare” è salva e non deve ricorrere al muletto. Domenica mattina c’è il sole con qualche nuvola a coprirlo ogni tanto e 26 °C, la giornata ideale per correre, ma poi arriva il fulmine a ciel sereno: la vettura di Truex risulta irregolare ai controlli pre-gara e Martin (alla 500esima corsa in Cup Series) è costretto a partire dal fondo.

Le qualifiche sono state dominate da Ford e Chevy (la prima Toyota è solo 14esima), ma in gara il vento cambia. Keselowski mantiene la prima posizione al via davanti ad Harvick e Bowman mentre sul momento si nota solo la rimonta di Logano e Blaney, nella top5 davanti a Byron, ma ben presto tutti gli occhi sono su Hamlin, che guadagna posizioni e decimi (anche al ritmo di 0.4″/giro su Brad), e Truex il quale in appena sei giri è di nuovo là dove sarebbe dovuto partire – 15° – e poi prosegue nel recupero.

Dopo 10 giri Keselowski comincia ad allungare su Harvick fino ad avere un vantaggio di poco più di un secondo mentre Logano – ora terzo davanti a Bowman che si tiene dietro Blaney – ha perso il treno buono e soprattutto la loro scia. Al 15° giro il primo colpo di scena: Jimmie Johnson, ancora evidentemente sotto pressione per la situazione di classifica e per quanto successo al Watkins Glen (anche se la discussione con Blaney era stata chiusa venerdì sera davanti ad una birra), commette un errore incredibile e finisce a muro in curva 2. Anziché andare subito ai box completa un giro completo (2 miglia sono lunghe) al rallentatore e solo al secondo passaggio va ai box per delle riparazioni più che necessarie. Il calvario per la #48 però non è finito dato che poco dopo fora a causa di un tire rub e i giri persi in totale saranno – almeno all’inizio – ben sette. Questo 34° posto di Jimmie potremmo ricordarcelo a lungo nella storia perché le conseguenze in classifica si vedono fin da subito e potrebbero essere ancora presenti dopo Indy.

Quando l’attenzione torna sulla gara si è ormai a metà della prima stage ed Hamlin è già sesto dietro a Bowman e Blaney e poco distante da loro Truex è nono, poi la #88 (come in tutta la gara) cede sul long run e Denny è libero di proseguire la sua rimonta sorpassando Alex e la coppia del Team Penske portandosi in terza posizione a circa 3″ da Keselowski. Il primo round di soste si apre al giro 32 in maniera imprevista, infatti Harvick fora sul rettilineo opposto ma riesce a controllare la vettura e tornare in pit lane senza ulteriori danni. Senza più avversari fra sé e la prima posizione Hamlin è così libero di recuperare ancora più in fretta su Keselowski e il sorpasso per la prima posizione arriva al giro 40.

Poco più tardi comincia il vero giro di soste e le scelte sono le più varie dato che ormai mancano meno di 20 giri alla fine della stage: c’è chi cambia due gomme (la maggioranza), chi quattro (Hamlin) e chi invece fa solo uno splash&go come Truex che gli permette di uscire in testa dalla pit lane con circa 2″ su Logano e 3″ su Hamlin. Ma Denny è scatenato e – con gomme più fresche – prima sorpassa la #22 e poi raggiunge il compagno di squadra ai -5. Il duello che comincia è incredibile e i doppiati (fra cui Larson che lotta per restare a pieni giri dopo una penalità ricevuta alla sosta) non aiutano i due ma regalano ulteriori emozioni. La #11 sorpassa ai -4, ma Truex riattacca mezzo giro dopo e dopo quasi un miglio affiancati ritorna in testa andando a vincere la prima stage davanti ad Hamlin, Keselowski, Logano e Byron con Harvick che dopo la foratura è sesto.

La pit lane si affolla al break e le strategie si moltiplicano ancora con Keselowski, Hamlin, Bowman e molti altri che cambiano ancora due gomme mentre Truex (ora nono) è obbligato ad effettuare una sosta completa. Alla ripartenza ci si aspetta che Hamlin passi subito Keselowski e invece Brad resiste per ben 15 giri e questo permette a Truex di rimontare ancora una volta e accodarsi alla coppia di testa. E il duello in casa JGR ricomincia: Martin passa Denny ma poi – quando attacca Keselowski – Brad usa la vettura di Boyd da doppiare per far alzare il piede a Truex il quale così finisce di nuovo dietro ad Hamlin. La #19 però è incontenibile e in una decina di giri completa quanto mancato in precedenza e a metà della seconda stage Truex è di nuovo in testa.

Keselowski a questo punto crolla e in un paio di giri perde anche la posizione da Hamlin e da Kurt Busch il quale, approfittando del triello davanti a lui, aveva quasi raggiunto il gruppo di testa. Dietro di loro Bowman tiene alle sue spalle Logano, Harvick, Jones e Kyle Busch (e in un altro duello in casa JGR ci scappa anche un piccolo contatto anche a causa della vettura #18 che è parecchio instabile), ma poi Kevin cambia passo e ritorna nella top5 mentre Joey perde posizioni.

Il terzo giro di soste viene aperto da Bowman ai -14 e in poco tempo viene seguito da tutti gli altri, sempre con l’ampia scelta di zero (sempre Truex, ma anche Kyle Busch), due (Jones) o quattro gomme (Hamlin, Ku.Busch e Logano). Tutto sembra tranquillo, tuttavia ai -5 Keselowski – appena uscito dalla pit lane – fora in entrata di curva 3 e finisce in testacoda pur salvando la vettura. La caution dura poco e quindi ci sarebbe tempo per uno sprint di un solo giro con Truex davanti a Kyle Busch, Hamlin e Jones (le quattro Toyota del JGR), ma Hamlin ne approfitta invece per rabboccare con Larson e Bowman mentre Harvick cambia anche due gomme perché dalla sosta precedente ne aveva una mal fissata. Alla bandiera verde Jones spinge il compagno di squadra Busch al punto che Rowdy sorpassa a sorpresa Truex andando a vincere la seconda stage dopo che nella prima praticamente non si era fatto vedere. Intanto dietro di loro all’ultimo giro in curva 4 Almirola si allarga troppo (errore decisamente evitabile) e fa strike di piloti del RCR dato che con la posteriore stringe Hemric a muro e con la anteriore manda A.Dillon in testacoda nell’erba anche se alla fine la vettura con più danni è proprio la Ford #10.

Con un Truex così in forma, un Hamlin scatenato, un Ky.Busch ritrovato ed un Jones sempre lì pare che la Toyota sia destinata alla vittoria. E invece l’ultima stage sarà completamente diversa. Prima di tutto si apre la pit lane e in pochi ci vanno, ma fra questi ci sono Ky.Busch e Truex obbligati a farlo dopo lo splash&go precedente, poi inizia una fase di ripartenze e caution a ripetizione che impedisce ai due piloti del JGR di esprimere il loro potenziale e infine quando finalmente c’è una lunga fase di green le tattiche sono completamente cambiate.

Ad iniziare la stage finale in testa ci sono Kurt Busch e Logano seguiti da Blaney e Byron. Kurt sceglie la corsia esterna (la migliore) ma così facendo mette Joey proprio davanti al compagno di squadra – e dietro di loro c’è pure Menard sulla vettura satellite del Wood Brothers – e così il trenino Ford vola in testa alla gara. Poi iniziano le caution. Il primo a finire a muro è Boyd, poi alla ripartenza un altro colpo di scena con un 4-wide in curva 3 che non può non finire male e a farne le spese è Clint Bowyer che perde così punti preziosissimi nella lotta per i playoff e infine ai -51 Stenhouse finisce in testacoda. Le Toyota in tutto questo non hanno rimontato: Hamlin è solo quinto (da 7°), Ky.Busch nono (16°) e Truex 11° (era 19° 30 giri prima all’inizio della stage), con una vettura decisamente sottosterzante e che soprattutto non è stata raggiunta nelle prestazioni dagli altri che hanno saputo intervenire durante le soste.

L’incidente di Stenhouse arriva in un momento critico dato che il pieno dura circa 45 giri e la ripartenza arriverà ai -48, dunque è possibile arrivare fino in fondo alla gara senza più soste. Quindi tutti vanno in pit lane a fare il pieno, ma anche qui la questione gomme è varia: Blaney, Keselowski e Bowman fanno solo uno splash&go mentre Logano (ora quarto) cambia due gomme ed è davanti a Truex, Menard, Harvick ed Hamlin.

Alla ripartenza inizia un bel duello fra Blaney e Logano e l’ago della bilancia è incredibilmente Paul Menard il quale in ben due occasioni spinge (aerodinamicamente e non) Joey davanti a Ryan. Sembra tutto perfetto per il Team Penske con Logano in testa ora davanti a Blaney, Keselowski e Menard, ma in fretta i sogni svaniscono. Ci sono stati infatti problemi al rifornimento sia per la #2 che per la #12 con Ryan che è tre giri a corto col carburante e Brad addirittura dieci. E così, mentre Menard cede alla distanza, Logano si prepara si prepara al destino inevitabile dato che è in testa e non può alzare il piede per risparmiare carburante ma è costretto a mantenere la posizione in pista nel caso arrivi una caution a salvare la sua gara.

La caution non arriva e così la #22 tira il gruppo mentre comincia la rimonta di Harvick, al quale dicono già ai -25 che non solo che può andare fino in fondo, ma che è addirittura due giri in positivo! Il recupero di Kevin dunque è travolgente e passa uno alla volta i piloti di Penske fino a portarsi in testa a 18 giri dalla fine. Una volta che ha accumulato un vantaggio di 1.5″ giustamente però alza il piede pure lui perché l’eventualità di un overtime non è da escludere. Dietro Harvick e Logano intanto gli altri sono entrati in fuel saving estremo: Keselowski si ferma a -11, Blaney perde in poco tempo 10″ e viene superato da Hamlin che non sarà così al sicuro come Harvick ma segue un ritmo paragonabile a quello di Kevin. Nella top10 ad alzare il piede ci sono anche Elliott e Bowman mentre Truex dopo una fase prudente decide di attaccare.

Anche Hamlin passa all’attacco, ma questo arriva troppo tardi, quando ormai Harvick in pieno controllo della gara. A facilitare il compito di Denny ci pensa Logano che va ai box, prima che sia troppo tardi, addirittura ai -3 mentre gli altri proseguono indisturbati. La #11 recupera 1″ alla #4 e il distacco scende da 2.5″ a 1.5″ di ritardo ma la bandiera a scacchi arriva prima della scia. Harvick vince dunque la 47esima gara in carriera davanti a Hamlin, Larson (staccato addirittura di 16.8″), Truex e Suarez, ottimo nel fuel saving dopo una buona prima stage ed una seconda in cui senza apparente motivo era a un passo dall’essere doppiato. Completano la top10 Ky.Busch, Preece, Byron, Elliott e Bowman; all’ultimo giro rimangono a secco lo stesso Chase (malgrado il risparmio precedente), A.Dillon, Buescher, Menard, Ku.Busch, Blaney e Wallace, ma riescono tutti a tagliare il traguardo seppur al rallentatore.

In campionato Harvick accumula playoff point preziosissimi ma soprattutto è tornato nel lotto dei favoriti per il titolo; in vetta alla generale Logano era a tre giri dal sorpassare di nuovo Kyle Busch tuttavia col 17° posto finale perde ancora punti ed ora è a -20 e Rowdy sembra ora ben avviato verso questo importante successo parziale dato che – pur andando forte entrambi su tutti gli ovali mancanti – Kyle pare decisamente il favorito sia a Bristol che a Indy mentre a Darlington Joey potrebbe prevalere. In coda alla top16 gioiscono sia Newman (12° al traguardo in una gara senza problemi) il quale risale addirittura in 15esima posizione a +16 sul taglio che Suarez, ora 17° a solo -6 da un Bowyer che paga il ritiro mentre Johnson scivola a -12. E’ ancora tutto apertissimo e Bristol potrebbe regalare altri ribaltoni.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series a Mid-Ohio secondo successo consecutivo per Austin Cindric il quale ha praticamente controllato tutto il weekend senza strafare. Dopo la pole conquistata con tre decimi di vantaggio sul debuttante Jack Hawksworth (chiamato in extremis dal JGR per sostituire Jeffrey Earnhardt), Austin ha controllato tutta la prima stage, ripartenza dopo la caution per Black Jr. fermo in pista compresa, mentre il rookie pian piano perdeva posizioni fino a quando Custer lo ha spostato di peso mandandolo in testacoda, ma Cole ha rimediato una piccola figuraccia dato che per evitare la Toyota #18 è finito sull’erba ed è finito in testacoda pure lui. Nel finale la strategia permette di fermarsi senza pagare un giro e quindi i leader si fermano (con Cindric che lascia spegnere il motore, ma il vantaggio che aveva sugli altri era talmente ampio che perde la posizione solo da Bell) e così Briscoe vince la prima stage.

Alla ripartenza Bell, passato in testa dopo il completamento del giro di soste, rimane in prima posizione davanti a Cindric mentre Hawksworth rimonta le posizioni perse fino a portarsi dietro ai due big e la caution per Brandon Brown insabbiato gli permette di raggiungerli. Alla ripartenza Jack è sulla corsia migliore e passa subito Cindric prima di un’altra caution (tamponamento a catena che vede come vittima Dyson) e poco dopo si ripete su Bell (dietro si scatena un piccolo big one) passando in testa e conquistando la seconda stage sotto caution.

Alla ripartenza ai -33 in testa ci sono coloro che si erano fermati alla caution precedente (Williams, Timmy Hill ma soprattutto un Gragson ammaccato dall’incidente e Annett) mentre in pit lane Cindric aveva già scavalcato il duo JGR, Alla bandiera verde Gragson passa in testa ma con una irregolarità e quindi deve scontare un drive through che mette in prima posizione Annett davanti a Cindric e Bell che passa in un colpo solo Jones e Reddick, ma contro Austin c’è poco da fare e un paio di giri più tardi è di nuovo davanti a tutti.

La caution che potrebbe riaprire la gara arriva a 19 giri dalla fine per Heckert nelle gomme; tutti i leader si fermano ai box lasciando in testa Regan Smith (al ritorno alle gare), Rodgers e Briscoe (sosta precedente per ruota mal fissata). La ripartenza premia Briscoe ma soprattutto Bell che si mette davanti a Cindric in seconda posizione. I tre allungano e Christopher sente la pressione e così per attaccare Chase finisce così lungo permettendo ad Austin prima di passarlo e poi di attaccare Briscoe all’esterno del tornantino per tornare primo. Cindric mette subito 2″ fra sé e Bell – che alla fine completa il sorpasso – e da qui in poi può gestire.

Cindric porta a casa dunque la seconda vittoria di fila (e a Road America può puntare al tris degli stradali) davanti a Bell, Allmendinger, Reddick e l’ottimo Gragson. In campionato non cambia nulla se non il fatto che Brandon Jones – 12° nella griglia playoff – evita il secondo scoglio di un potenziale vincitore a sorpresa.

Nella gara della Truck Series in Michigan secondo successo anche per Austin Hill, il quale apre e chiude così la regular season in cui in mezzo c’è stato invece ben poco. L’attenzione è tutta però su piloti come Rhodes, Burton, Gilliland e Creed che sono obbligati a vincere per qualificarsi ai playoff e scalzare così dall’ottavo posto e ultimo posto Matt Crafton. E per Matt la giornata inizia male dato che la frizione finisce ko in qualifica (ennesimo guaio di affidabilità per il ThorSport) e parte dal fondo per un cambio motore precauzionale. A partire dalla pole però è il solito Chastain che comanda per tutta la prima stage per poi doversi ritirare dopo un incidente in pit lane nel break.

La gara così si riapre e salgono in cattedra Rhodes, Enfinger e soprattutto Moffitt che si scambiano a ripetizione la vetta prima e dopo il testacoda di Eckes. La stage finale vede all’inizio Creed passare in testa grazie alla strategia ma dietro di lui ci sono anche piloti come Dippel e Rhodes che possono tutti qualificarsi ai playoff con un successo. Prosegue la girandola delle scie e delle caution: prima Roper (che apre la finestra dell’ultima sosta) e poi altre due volte Eckes raggruppano il plotone più volte. E Crafton deve sempre soffrire perché Creed, Rhodes, Gilliland e Burton passano almeno un giro in testa e pure la sorpresa Dippel è nella top5 mentre lui deve sempre guardarli da dietro e sperare che nessuno di loro vinca.

Alla fine gli ultimi giri fanno la selezione: il primo a finire ko è Rhodes (doppia foratura), poi tocca a Gilliland che ha la peggio in un big one innescato proprio da Crafton che alla penultima ripartenza spinge troppo un Ankrum che non era scattato al meglio. Si va dunque all’overtime con Austin Hill che ha preso il comando negli ultimi 20 giri. Il pilota dell’Hattori Racing si difende al meglio da un Creed che si gioca il tutto e per tutto ma dalla sesta posizione rimonta solo fino ad una beffarda piazza d’onore. Hill vince dunque davanti a Creed, Dippel, Moffitt (non al meglio nel finale malgrado gomme e situazione benzina migliori degli avversari) e Self. Crafton osserva da lontano (10°) gli ultimi metri ma alla fine può festeggiare il fatto di essere l’ottavo e ultimo qualificato ai playoff mentre il compagno di squadra Enfinger conquista matematicamente già dopo la prima stage il titolo della regular season.

I risultati odierni

La classifica della “Consumers Energy 400”

La classifica generale

Così il campionato a 3 gare dai playoff

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend fa tappa a Bristol per la prestigiosa e famosissima tripla gara in notturna. La notte di Ferragosto saranno in pista i Truck seguiti il giorno dopo dalla Xfinity e nella notte fra sabato e domenica dalla Cup Series.

Immagine: twitter.com/nascar

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