NASCAR | Keselowski scrive a Las Vegas la storia del Team Penske!

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
17 Settembre 2018 - 11:30
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8 marzo 2017: la Nascar annuncia che l’ovale di Las Vegas avrà una seconda gara a discapito del New Hampshire. E in un periodo storico in cui i tifosi vorrebbero più short-track nel calendario e meno ovali da 1.5 miglia, gli appassionati insorgono. 16 settembre 2018: si chiude uno dei weekend più emozionanti della stagione, proprio a Las Vegas. Le polemiche ormai sono dimenticate e la lezione che prima di sparare a zero bisogna vedere cosa accade veramente non sarà mai imparata fino in fondo. Tornando alla corsa, Brad Keselowski ha vinto la terza gara consecutiva e dopo la 400esima ha regalato al Team Penske anche la 500esima vittoria nella sua storia lunga poco più di 50 anni.

La gara

Dalla pole parte Erik Jones, il quale conferma così l’ottimo momento di forma, ma al primo giro in curva 3 lo sorpassa subito Logano, partito in prima fila con lui, e al giro successivo lo fa anche Kyle Busch. Logano mantiene 1″ di vantaggio ma poi inizia inesorabilmente a cedere e al giro 30 deve tenere a bada lo stesso Busch ed un rimontante Harvick che in due giri passa da terzo a primo. Subito dopo il cambio di leader inizia da Keselowski il primo giro di soste che modifica di poco la classifica. Sembra dunque che la coppia Harvick-Ky.Busch abbia ripreso in mano il dominio del campionato, ma non sarà così.

Chi emerge alla distanza è Truex, con Larson che lo segue a poca distanza, mentre Kyle Busch comincia a scivolare indietro in classifica con una vettura che peggiora sempre di più. Intanto in testa Truex in una 20ina di giri raggiunge e poi sorpassa Harvick. Larson sembra destinato a sorpassare anche lui Harvick, ma a meno di 10 giri dalla pausa fora ed è costretto ad effettuare una sosta imprevista. Truex vince così una prima stage tranquilla davanti a Harvick, Bowman, Kurt Busch ed Elliott mentre Logano è scivolato in settima posizione, vittima – come sempre – di problemi di assetto sui long run.

Las Vegas è bollente, ci sono almeno 35°, l’asfalto sfiora i 60° e nell’abitacolo ci sono quasi 70°. La conseguenza principale di tutto questo calore è che l’aderenza è molto bassa; dopo i primi due giri di soste (con Truex in testa davanti a Bowman e Logano) i piloti iniziano a spingere sul serio e le conseguenze si vedranno bene. Le ripartenze sono combattute e il primo a finire a muro (escludendo una toccata di Blaney nella prima stage) al giro è 90 è Stenhouse. Altro restart e Bowman addirittura attacca Truex per la prima posizione, ma poi deve desistere e viene sorpassato da Harvick, Keselowski – in rimonta dopo una anonima prima stage – e Logano; al giro 100 di 267 si affaccia nella top10 anche Jimmie Johnson.

Al giro 112 ad andare a muro per una foratura è Ty Dillon e tutti rientrano ai box; come al solito la pit crew di Truex non è eccezionale e così a passare in testa è Keselowski. Non sarà l’ultima volta. Tuttavia l’illusione per Brad dura appena 10 giri, poi Truex fa valere la sua vettura più veloce e torna al comando. A metà gara Truex è davanti a Keselowski, Kurt Busch, Logano, mentre Harvick è solo sesto dopo una ripartenza non buona e Kyle Busch solo 19° dopo una doppia sosta sotto caution per una ruota malfissata. 

Il primo colpo di scena arriva al giro 149: Harvick fora in curva 1 andando a muro ed Erik Jones, che ha già scelto la traiettoria esterna, non può evitarlo. Per entrambi la gara finisce qua e Harvick non lesina commenti negativi – ingiusti, viste le condizioni meteo e il long run in cui erano impegnati i piloti – nei confronti della Goodyear. Nuovo giro di soste e Keselowski ritorna in testa seguito da Truex. Mancano solo 4 giri alla fine della seconda stage e così Truex non riesce a far valere la sua Toyota; Brad vince così il traguardo intermedio davanti a Kurt Busch, Truex, uno dei migliori Jimmie Johnson della stagione e un Jamie McMurray che si è svegliato solo ora che è non è stato confermato dal team Ganassi per il 2019.

Il fatto che la caution precedente è avvenuta pochi giri prima induce molti a provare qualcosa di diverso: McMurray, Larson, Kyle Busch non si fermano, Blaney cambia solo due gomme mentre tutti gli altri procedono sulla strategia prudente. Mancano 100 giri alla fine e la competizione diventa ancora più frenetica. Le gomme non sembrano fare tanto la differenza tant’è che Larson e McMurray tengono a bada per molti giri il trio del team Penske, ma poi Keselowski torna al comando della gara, appena in tempo prima dell’incidente di Byron.

Altra caution e altro giro di soste dopo il quale la classifica vede Keselowski davanti a Larson, Truex e Logano. Mancano 80 giri alla fine ed è evidente che saranno questi quattro a contendersi la vittoria con Keselowski e Logano più forti sugli short run, mentre Truex e Larson sui long run. Per la coppia del team Penske servirebbero delle caution per poter sperare di vincere. E di caution ne arrivano, e pure tante. 

Ad ogni ripartenza e ad ogni giro di soste c’è il gioco delle quattro carte e i piloti citati poco fa si scambiano le posizioni. Descrivere ogni variazione è impossibile (spesso sono 3-wide dopo la bandiera verde), quindi è utile solo elencare solo gli incidenti: ai -54 vanno ko McMurray ed Elliott in una dinamica simile a quella vista in precedenza fra Harvick e Jones, ai -33 va in testacoda Kyle Busch in curva 4, ai -19 va a muro Hamlin per l’ennesimo problema ad uno dei 16 piloti dei playoff.

Le caution sono state talmente tante che i big hanno finito i set di gomme fresche ai box e sono costretti a proseguire, mentre qualche pilota ne ha ancora uno, ma non ci sarà spazio per sfruttarlo a dovere: ai -14 Stenhouse va di nuovo a muro. Dopo questa caution c’è un 3-wide fra Bowyer, Johnson e Bowman e tutti e tre rimediano una foratura; uno di questi lascia in pista qualche detrito e arriva una nuova caution a 6 giri dalla fine.

Anche Logano ha baciato il muro e ha lasciato il secondo posto all’unico pilota che si è intromesso nella lotta fra i soliti quattro. Ryan Blaney dopo la toccata era 18° e in crisi di assetto, ora si gioca la vittoria, ma non solo. Alla ripartenza a due giri dalla fine davanti a tutti ci sono le tre Ford di Keselowski, Blaney e Logano e tutti e tre vogliono vincere e regalare la 500esima vittoria a Roger. Ryan parte male e così la battaglia si riduce ad un duello fra Brad e Joey, ma quando Keselowski sta per iniziare l’ultimo giro in curva 4 le due vetture del Front Row (Ragan e McDowell) innescano il big one in cui vengono coinvolti anche Kurt Busch e Bowyer. E’ la 12esima – e ultima – caution della gara.

Dopo 10′ di bandiera rossa si può ripartire per l’overtime e stavolta a partire male è Logano, il quale tuttavia involontariamente fa un side-draft su Truex che permette al compagno di squadra di allungare e andare a vincere la 500esima gara del Team Penske, ma non solo dato che con questo successo Keselowski diventa il pilota più vincente della storia della scuderia appaiando Mark Donohue a quota 59. Dopo Harvick e Kyle Busch anche Brad vince tre gare consecutive in stagione, ma soprattutto accede direttamente al secondo round dei playoff.

Dietro a Keselowski terminano la gara Larson, Truex (entrambi sfavoriti dalle numerose caution), Logano e Blaney. Nella top10 anche Almirola, Kyle Busch, Suarez, Newman e Menard. Per i plioti dei playoff è stata una gara di passione in cui ne hanno fatto le spese soprattutto Jones e Hamlin, ma hanno perso punti preziosi dopo un’ottima gara anche Johnson e Bowman; coinvolti in incidenti anche Kyle e Kurt Busch, Elliott e Bowyer e pure Larson e Blaney hanno avuto dei problemi a inizio gara. Lo spettro dell’essere obbligati a vincere sul roval di Charlotte aleggia già su molti.

Le altre categorie

Nella Xfinity Series il sogno di Ross Chastain è diventato realtà. Dopo gli ultimi anni al JD Motorsports in cui ha ottenuto ottimi risultati nonostante il budget ristretto, Ross ha sfruttato al meglio la seconda delle tre chance concesse dal team Ganassi dominando la gara, questa volta fino in fondo dato che non c’era Kevin Harvick di mezzo come a Darlington. Dalla pole è partito Cole Custer, ma al terzo giro Chastain è già in testa e lo sarà per 180 dei 200 giri. Al quinto giro finisce la gara di Annett e come ampiamente previsto non si qualifica ai playoff nonostante corra in uno dei migliori team: con l’incidente di Annett in pratica gli ultimi tre posti ai playoff vanno a Reed, Cindric e lo stesso Chastain.

Il grande caldo di Las Vegas (35° nell’ambiente, 57° l’asfalto, oltre i 60° nell’abitacolo) riduce notevolmente l’aderenza: Reddick e Lee si appoggiano al muro mentre Tifft finisce in testacoda e Reed non può evitarlo; l’impatto di entrambi è molto violento, ma alla fine ne escono indenni. Intanto Chastain domina le prime stage e al termine della seconda Allgaier vince matematicamente la regular season e gli annessi 15 playoff point. L’unico problema per Chastain sono le ripartenze, tant’è che Custer, Hemric e Allgaier riescono a mettere il muso avanti per un paio di giri a testa.

Il finale di gara si anima: Chastain, Allgaier e Custer battagliano in pista, ma la lotta viene interrotta da numerose caution: a 20 giri dalla fine in una ripartenza molto convulsa e con molti contatti va a muro la #60 di Briscoe, poi ai -12 il blocco di Reddick su Jones non va a buon fine sono coinvolti anche Hemric e Lee. L’ultimo tentativo riesce e Chastain vince davanti a Allgaier, Custer (che difende così la seconda posizione in generale), Bell e Sadler. Dopo il reset del punteggio Allgaier inizierà i playoff con 7 punti di vantaggio su Bell e ben 28 su Sadler e Custer.

Nella Truck Series vittoria per Grant Enfinger dopo un finale, anche qui, ricco di incidenti. Dalla pole parte Noah Gragson, nato proprio a Las Vegas. Gragson guida per tutta la prima stage nonostante nella ripartenza dopo la caution per l’incidente di Thorson la classifica venga rivoluzionata. Il primo giro di soste cambia ancora l’ordine dato che i primi tre (ora Friesen, Gragson e Gilliland) cambiano solo due gomme mentre tutti gli altri (guidati da Crafton) quattro. Dal 4-wide che segue la ripartenza Friesen mantiene la testa, ma dopo un paio di giri le gomme di Enfinger fanno la differenza e si porta in prima posizione. La battaglia tuttavia è serrata e Friesen, Enfinger e Crafton si scambiano le posizioni e, dopo la caution per l’incidente di LeMastus, Enfinger prende definitivamente il comando andando a vincere la seconda stage davanti a Crafton e Gragson.

Dopo il secondo giro di soste ci sono davanti Gilliland (sosta precedente), Coughlin e Haley (due gomme), ma alla fine Enfinger di forza torna in testa seguito da Gragson. A 52 giri dalla fine, appena si apre la finestra dell’ultima sosta, Gilliland stringe a muro Little; è l’ennesimo errore di gioventù – troppa aggressività – di Todd. Enfinger decide di rischiare e solo fa il pieno mentre dietro di lui il gruppo si divide fra due e quattro gomme. Nonostante ciò Grant resiste agli avversari e cede solo dopo una decina di giri. Ai -35 altra caution e a finire in testacoda sono Friesen, per tutta la gara nella top5, e Nemechek che non può evitarlo, ma entrambi riescono a proseguire senza troppi danni. I leader non si fermano, ma Enfinger – toccato da Nemechek e che ha sfiorato il muro per evitare Friesen – si deve arrendere e monta gomme fresche.  Alla ripartenza ai -31 non tutti i 4-wide vengono bene e Gragson è vittima di una foratura e la sua gara finisce praticamente qua. Con gomme fresche Enfinger è una furia e in 10 giri è già di nuovo terzo. Ai -22 Friesen finisce in testacoda in curva 4 e ara il prato davanti al traguardo. 

Sauter mantiene il comando alla ripartenza, ma dopo pochi giri Roper emula Friesen per un’altra caution. Bandiera verde ai -10 e stavolta Sauter sbaglia tutto e viene risucchiato dal gruppo permettendo a Moffitt di andare in testa ed Enfinger deve alzare il piede per evitarlo uscendo di nuovo dalla top10. Friesen provoca la terza caution personale a 5 giri dalla fine e si va direttamente all’overtime in cui Sauter riparte ancora male creando scompiglio nel gruppo; Moffitt resta in prima posizione, ma Coughlin viene mandato a muro sul rettilineo opposto e si va al secondo overtime. Sembra tutto ok, tranne il solito Sauter, ma in curva 4 Peters innesca il big one che manda tutti – dopo anche una bandiera rossa – al terzo overtime. Enfinger completa la rimonta e alla bandiera verde è secondo dietro a Moffitt, ma Brett rimane a secco subito e Grant deve solo gestire gli ultimi due giri. Enfinger vince davanti a Sauter, Haley, Rhodes e Crafton. Con la vittoria Enfinger avanza al turno successivo mentre a una gara dal taglio nelle due posizioni a rischio ci sono Rhodes e Friesen.

I risultati odierni

La classifica della “South Point 400”

La classifica generale

Questa la classifica al termine della prima gara del “Round of 16”

Qui invece la classifica completa

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar fa tappa a Richmond. La Xfinity (venerdì) e la Cup Series (sabato) correranno in notturna. I Truck invece torneranno addirittura fra quattro settimane a Talladega per la gara di chiusura del primo round dei playoff.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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