NASCAR | Keselowski concede il bis a Martinsville

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
25 Marzo 2019 - 21:00
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Di citazioni sulle statistiche ce ne sono a volontà. Da Easterbrook che dice “Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa” e “Ci sono tre specie di bugie: le bugie, le sfacciate bugie, e le statistiche”, a Darrell Huff che ha scritto addirittura un libro chiamato “Mentire con le statistiche”. E per descrivere la gara di Martinsville si possono citare molti numeri ingannevoli. Ad esempio il fatto che Brad Keselowski ha vinto guidando la gara per ben 446 giri su 500, un numero (assoluto, non relativo) che non si vedeva in Cup Series da 27 anni (Kyle Petty – 484 giri in testa a Rockingham 1992). Oppure il fatto che Kyle Busch sia andato male, dato che ha ottenuto il secondo peggior risultato stagionale, ma poi se si guarda la classifica finale si nota che è arrivato terzo. Numeri, numeri e ancora numeri. In fondo questa è stata la sesta gara stagionale e la mole di dati da analizzare in questo 2019 comincia a farsi notevole. Quello che è corretto invece è che Brad Keselowski, al volante della vettura #2, ha ottenuto la seconda vittoria stagionale e il secondo successo in carriera a Martinsville dopo quello di due anni fa.

La gara

Dalla pole position parte Joey Logano, alla quinta pole qui nelle ultime sette qualifiche disputate, ma per lui di solito un’ottima qualifica è sinonimo di gara disastrosa. E infatti la sua competitività dura appena cinque giri, poi il compagno di squadra Keselowski – partito terzo – lo sorpassa. Brad lascerà la prima posizione soltanto dopo altri 319 giri. Dietro di lui ci sarà un continuo movimento della classifica a seconda dello short o del long run; la classifica si muove molto, anche grazie all’abolizione della track bar aggiustabile direttamente dall’abitacolo e che permetteva ai piloti di modificare l’assetto durante uno stint.

La top5 nella prima fase della gara è composta da Keselowski, Hamlin, Elliott, Almirola e Bowyer, mentre cercano la rimonta Blaney (sovrasterzo in qualifica), Byron (problemi meccanici nelle FP1 con incidente e partenza dal fondo per irregolarità ai controlli tecnici) e Austin Dillon (soltanto 30° al via), e Logano cerca invece di arginare i suoi problemi di assetto – anche per lui sovrasterzo – assestandosi in settima posizione.

La prima caution arriva al giro 65 (dunque esattamente a metà della prima stage) per la foratura che manda McDowell a muro; il primo giro di soste non cambia le posizioni, se non per lo scambio fra Elliott (ora secondo) ed Hamlin. Da qui in poi il leitmotiv della gara sarà praticamente sempre lo stesso: Keselowski riparte, nei primi giri fatica a scrollarsi di dosso gli avversari, poi riesce a mettere 0.6″ di vantaggio sul secondo (soprattutto Elliott ed Hamlin), sufficienti per mettere fra sé e l’avversario un doppiato nelle fase più avanzate dello stint e poi gestire il finale senza troppi patemi.

La sorpresa è quella di Ryan Blaney che continua la sua rimonta dal 17° posto in qualifica fino a raggiungere la top5, davanti invece Elliott ci riprova su Brad senza esito favorevole: Keselowski si aggiudica il primo traguardo intermedio davanti a Chase, Almirola, Hamlin e Blaney. Il secondo giro di soste non cambia di molto le posizioni e quindi si riparte sempre con la #2 davanti alla #9. Nel gruppo succede intanto un fatto strano: Larson finisce lungo in curva 3 mentre è nella top10 (praticamente non ci rientrerà più), al giro successivo nello stesso punto sia Elliott che Bowyer fanno la stessa fine, tutti per fortuna senza toccare il muro. La direzione gara è costretta a chiamare la caution per indagare. In fretta si scopre il colpevole: alla ripartenza Chastain ha rotto il semiasse (che si sfila e rimane in pista) e perde anche del fluido che è la causa degli errori in serie.

Altro restart e stavolta Hamlin ritorna davanti ad Elliott ed è lui a provare – invano – il sorpasso su Keselowski, ma il suo tentativo dura appena una trentina di giri, poi alza il ritmo di colpo ed è costretto a cedere il testimone di nuovo a Chase e Ryan. Dietro di loro Almirola mantiene senza troppi problemi la quinta posizione e poi seguono Harvick, Truex e Kyle Busch che sostanzialmente si equivalgono, sorpassandosi a vicenda in diverse occasioni senza lasciar trasparire chi sia il più in forma dei tre, anzi, quando uno di loro sembra prevalere, poi in pochi giri scivola in fondo al gruppetto. A metà della seconda stage (circa al giro 200 di 500) si completa già la giornata negativa di Johnson che, dopo i primi giri nella top10, è uscito persino dalla top20 e viene doppiato; chiuderà 24° a due giri.

Nella seconda fase della stage ad andare in crisi è Kyle Busch, il quale da sesto a pochi metri da Almirola, finisce addirittura 12°, costretto a difendersi da un ottimo Matt DiBenedetto. Il finale della stage è vivace, con Truex che riesce finalmente a prevalere – e a scalzare Almirola dalla top5 -, Suarez che è nono passando Logano ed Elliott che cede e viene sorpassato sia da Blaney, sia da Hamlin. Keselowski è sempre a vista, ma non c’è mai il tempo per sorpassarlo e si aggiudica anche il secondo traguardo intermedio davanti – come detto – a Blaney, Hamlin, Elliott e Truex.

Il primo dei big a perdere terreno è Hamlin, a causa di una penalità alla sosta, e così a 230 giri dalla fine ad affrontare Keselowski rimane Elliott, dato che Blaney è condannato a soste lente per lo stallo non eccezionale in pit lane. Dietro di loro si è rimescolata la top10: Bowyer è davanti al trio Truex-Busch-Harvick già citato in precedenza, poi seguono Blaney, un Logano che lotta ancora col sovrasterzo, Almirola e Jones. A 200 giri dalla fine, zitto zitto, Kyle Busch si porta in quarta posizione e diventa una minaccia per tutti, soprattutto perché poco dopo Ty Dillon tocca Byron in curva 4 mandandolo di traverso; William si ferma per una frazione di secondo – pure fuori dalla traiettoria – ma la Nascar chiama la caution.

Il giro di soste non cambia molto la classifica (Keselowski – Elliott- Ky.Busch), ma quello che succede poco dopo regala nuova vita alla gara: Brad parte bene sfruttando la corsia interna, ma una manciata di giri più tardi Chase riesce a sorpassarlo portandosi al comando della gara. Dietro di loro intanto, ai margini della top10, Jones prima bacia il muro, poi si tocca duramente con Larson e il risultato è di ben due gomme forate (quelle del lato sinistro). La vettura #20 perde pezzi di gomma e carrozzeria, Erik viaggia a passo d’uomo per due giri nel tentativo di entrare ai box, ma la caution – inspiegabilmente o, secondo i maligni, basta guardare chi è appena passato in testa – non arriva. Intanto dietro a Chase e Brad si è riportato, dopo uno stint difficile, Blaney, il quale si avvicina decisamente al compagno di squadra mentre Elliott allunga fino ad un vantaggio di 1.2″, ma l’attacco di Ryan non arriva a causa della foratura di Tifft che provoca una caution a 128 giri dalla fine.

Il giro di soste che arriva a un quarto di gara alla fine però rimette Keselowski in prima posizione (e Bowyer si prende la seconda penalità consecutiva), e il sogno di Elliott sembra svanito dopo appena 49 giri passati in testa dato che alla ripartenza non riesce a ripetere il sorpasso. La gara si riduce ad una sfida a quattro: Keselowski, Elliott, Kyle Busch e Blaney, che – a seconda dei giri – si dividono in 2+2 o 1+3 oppure 3+1. Alla lunga però Brad allunga e a 60 giri dalla fine raggiunge il massimo vantaggio su Chase, e si parla comunque di soli 2.2″. Purtroppo per lui ai -58 Chastain si ferma in pista e arriva un’altra caution, l’ultima della giornata.

Keselowski e il suo team non si battono in pit lane, anzi Elliott deve cedere pure la posizione a Kyle Busch. Alla ripartenza Brad rimane in testa, poi in curva 3 Kyle sembra provare un “bump&run” classico di Martinsville, ma non è così, sembra più un suo errore e infatti al giro successivo Chase lo ripassa e torna secondo. Elliott rimane vicino a Keselowski dai -40 ai -20, poi Brad rimette i famosi 6 decimi di vantaggio e praticamente chiude la gara qui. Soltanto ai -10 Elliott tenta una traiettoria diversa, con un arco più ampio che privilegia l’accelerazione e gli effetti si vedono dato che dimezza il ritardo, ma è troppo tardi.

Keselowski vince così la seconda gara stagionale e pareggia il conto con Kyle Busch, “solo” terzo alla 1000esima gara in Nascar (solo altri otto nella storia come lui). In mezzo a loro Chase Elliott, alla prima top5 stagionale per il team Hendrick, in ripresa qui su uno short track ma solo con lui dato che Bowman è 14° e Byron 22°. Completano la top10 Blaney, Hamlin (in rimonta dopo la penalità), Harvick (a cui manca sempre un soldo per fare la lira), Bowyer (dopo due infrazioni per eccesso di velocità), Truex, Almirola e Suarez. Da segnalare le ottime gare dei fratelli Dillon – Autin 11° e Ty 13° -, Preece 16° su una pista che per lui è praticamente casa e Wallace 17°.

In campionato Keselowski recupera qualche punto a Kyle Busch, il quale però rimane in vetta. Dietro di loro Hamlin e Harvick sorpassano un Logano alla fine soltanto 19°.

Le altre categorie

Nella gara della Truck Series, alla prima occasione utile, è arrivata la vittoria numero 201 per Kyle Busch, che è a 3 su 3 in stagione e per fortuna degli altri potrà correre soltanto altre due gare. Partito secondo al fianco di Friesen, Busch ha impiegato solo nove giri per andare in testa alla gara e non l’ha mollata più fino alla fine della stage, terminata sotto caution per il motore a fuoco di Gus Dean. Dietro di lui il protagonista è stato Sauter, che da ottavo ha rimontato fino alla terza posizione malgrado un problema ad una candela, mentre Todd Gilliland, in cerca di una prestazione convincente, ha dovuto spostare di peso Creed per avere pista libera e chiudere quarto.

La seconda stage inizia con Hill in testa perché non si è fermato ai box, ma subito Busch torna al comando seguito da Chastain. A 130 giri dalla fine, appena si apre la finestra dell’ultima sosta, Sasnett va in testacoda per la seconda caution della gara. Friesen passa in testa perché non effettua la sosta e così alla ripartenza Busch è leggermente imbottigliato, al punto che Chastain prima gli si porta davanti e poi va in prima posizione conquistando pure la seconda stage. La green per la stage finale arriva ai -100 con Chastain davanti a Rhodes e Busch; Kyle non è contento dell’assetto ma nonostante ciò prima passa Rhodes ai -75 e completa l’opera 10 giri più tardi tornando primo. Le caution che arrivano (foratura di Sauter, testacoda di Roper, incidente di Dippel) non lo disturbano; l’ultima bandiera gialla arriva all’ultimo giro per il testacoda di Wilson e così Busch vince sotto caution davanti a Rhodes, Moffitt, Chastain e Friesen. In campionato Hill rimane in vetta alla griglia playoff mentre Friesen è al comando della generale, ma in vetta ci sono ben sei piloti in undici punti.

I risultati odierni

La classifica della “STP 500”

La classifica generale

Così il campionato dopo 6 gare

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar farà tappa in Texas con tutte e tre le categorie: venerdì correranno i Truck, sabato la Xfinity e domenica la Cup Series.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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