NASCAR | Demolition derby a Indy, Kahne vince la Brickyard 400

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Tempo di lettura: 8 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
24 Luglio 2017 - 11:53
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Tutti si aspettavano che a rompere il digiuno a Indianapolis sarebbe stato Kyle Busch (1 anno per lui oggi), ed invece a sorpresa ad interrompere una striscia negativa lunga 104 gare e quasi 3 anni è stato Kasey Kahne. Per il pilota del team Hendrick è arrivato un sospirato successo dopo un lungo periodo di appannamento contraddistinto dalle continue voci su un suo appiedamento. Le indiscrezioni di mercato in settimana sembravano essere state definitivamente messe a tacere, dati i tre indizi forniti da Rick Hendrick (Kahne ha un contratto per il 2018, il team vuole mantenere 4 vetture nonostante le difficoltà con gli sponsor della #5 e la volontà di non forzare un debutto precoce di William Byron in Cup Series), ma nel post gara i dubbi sul suo futuro sono riemersi. Basterà questa vittoria per mantenere il sedile nel 2018? Lo scopriremo solo fra qualche settimana, dato che il team ha appena risolto la questione dell’eredità di Dale Earnhardt Jr., affidata ad Alex Bowman.

La gara

La gara parte con il rischio pioggia che incombe sul circuito, ma anticipare la partenza non è stato possibile a causa di altre esigenze televisive; dalla pole Kyle Busch, unico favorito della gara, scava subito un solco tra sé e gli altri, ma già al 12° giro arriva la 1a caution per l’incidente di Corey LaJoie. Pochi minuti dopo arriva sul circuito la temuta perturbazione e il temporale costringe ad una bandiera rossa lunga poco meno di due ore.

Alla ripartenza Kyle Busch mantiene il comando della gara davanti a Truex, ma il primo colpo di scena è il problema tecnico per Chase Elliott. Inizialmente il pilota del team Hendrick prova ad andare avanti con un cilindro in meno, ma dopo una ventina di giri a rilento il suo motore esplode e la sua gara finisce qui.

Il vero e proprio demolition derby inizia al giro 56, quando alla ripartenza dopo la fine della 1stage Yeley e Ragan entrano in contatto in curva 1. Il primo prosegue con la vettura danneggiata, il secondo termina lì la propria gara. Durante questa caution Blaney (5° in quel momento) trascina con sé ai box un folto gruppo che punta ad arrivare fino in fondo alla 2stage senza ulteriori soste. 20 giri dopo (Yeley di nuovo a muro) Kyle Busch effettua la sua sosta e lascia la testa della corsa a Indianapolis dopo 180 giri consecutivi (gli ultimi 109 dell’anno scorso e i primi 71 di ieri).

Nonostante sia sulla stessa strategia di Blaney, Dale Earnhardt Jr. si riferma ai box; poteva ripartire 5° e invece si ritrova nel mezzo del gruppo. Alla ripartenza un tamponamento a catena gli sarà fatale (radiatore ko). Gli animi cominciano a scaldarsi, con il gruppo che viaggia anche in fila per 4 e uno scambio di scaramucce fra Larson e Johnson rischia di provocare un altro incidente, ma la sostanza è che Kyle Busch e Truex sono nettamente più veloci e recuperano le posizioni perse al pit stop e chiudono in questo ordine la 2a  stage.

Fino a questo momento, ad ogni ripartenza, c’è stato un “gentlemen’s agreement” fra Kyle Busch e Truex, con il pilota della #78 che si accoda alla #18 senza ostacolarsi e puntando ad allungare sul gruppo. Ma dopo la sosta del giro 102 non c’è più in testa Busch, bensì Truex; dopo una breve prova alla 1ripartenza (Stenhouse finisce subito a muro in curva 2), alla seconda occasione utile Busch decide di interrompere l’accordo e correre duro fin dalla prima curva. L’esito sarà disastroso: Truex perde il controllo della sua Toyota in curva 1 e coinvolge anche Busch, entrambi finiscono a muro e per loro la gara finisce al giro 111.

La gara perde così i suoi due favoriti e non è chiaro chi possa prenderne il controllo. Durante la lunga caution, molti piloti oltre la top10 si fermano ai box contando sul fatto di arrivare fino in fondo con un ultimo stint da 43 giri. Alla ripartenza in testa ci sono Kenseth e Harvick, ma dopo una decina di giri per loro arriva l’ultima sosta in regime di green. Ad allungare lo stint sono Keselowski, Johnson e Kahne, ma il leader virtuale è Trevor Bayne, il primo di coloro che si sono fermati durante la caution.

A 12 giri dalla fine Kahne viene richiamato ai box proprio mentre in curva 4 Bowyer perde il controllo della sua Ford in reazione al rallentamento di Menard e della Patrick davanti a lui. La paurosa carambola sul rettilineo principale coinvolge Erik Jones, Kurt Busch e – in maniera minore – Jamie McMurray. La direzione gara è costretta alla seconda bandiera rossa della serata.

Questo incidente rappresenta la fine del sogno di Bayne, dato che alla successiva caution Newman e Kahne rimangono in pista, mentre tutti gli altri si fermano ai box a montare gomme fresche. Alla ripartenza a 7 giri dalla fine il rischio della #31 non paga e in testa allungano Kahne, Keselowski e Johnson, ma sul rettilineo principale Ty Dillon stringe Larson sul muretto interno, Kyle perde il controllo e il successivo contatto con Blaney lo spedisce contro quello esterno.

Kasey Kahne è in testa ma dopo quasi 6 ore lorde di gara è in preda ai crampi, tuttavia la volontà di vincere alla fine prevarrà: alla successiva ripartenza Kahne, Keselowski e Johnson (nonostante una perdita di olio che lo fa fumare vistosamente) arrivano 3-wide in curva 3. Ad avere la peggio è Johnson, che finisce a muro. Il primo tentativo di ‘overtime’ non dura neanche 200 metri: un tamponamento a catena fra McDowell e Bayne coinvolge metà gruppo e blocca completamente la pista. Obbligatoria così la terza bandiera rossa – soprattutto per disincastrare le vetture di Austin Dillon e Bayne – mentre il tramonto è sempre più vicino.

In quei 200 metri Keselowski aveva preso la testa della gara ed è lui a guidare il secondo tentativo di ‘overtime’, ma non lo sfrutta a dovere: Kahne lo sorpassa in curva 1 mentre sul rettilineo opposto un’incidente coinvolge Hamlin e Menard. La caution viene chiamata con un attimo di ritardo (con qualche polemica) quando Kahne ha già passato la ‘overtime line’, tant’è che la Nascar è costretta ad un chiarimento ufficiale. Secondo il vicepresidente Steve O’Donnell, in ogni caso la gara non sarebbe ripartita a causa dell’oscurità e Kahne avrebbe vinto lo stesso. Termina così una gara nata come un monologo di Kyle Busch e Martin Truex e che invece ha regalato fin troppe emozioni. Dietro a Kahne si classificano Keselowski, Newman, Logano e Kenseth. Da segnalare tra i superstiti Matt DiBenedetto (8°), Cole Whitt (12°), Timmy Hill (14°).

Le altre categorie

Ieri William Byron ha vinto la gara Xfinity a Indianapolis. Per il 19enne rookie del JR Motorsports è la terza vittoria stagionale, successo che lo mette ancora più al vertice della griglia playoff e lo incorona favorito assoluto per il campionato. Byron, nonostante nella fase finale della gara abbia lottato con le vibrazioni dovute al consumo delle gomme, ha saputo resistere al ritorno di Paul Menard, sempre a suo agio sul catino dell’Indiana. Solo 11° Kyle Busch a causa di una strategia piuttosto prudente: la scelta di dividere l’ultima stage in due stint non ha pagato visto che Byron ha completato gli ultimi 40 giri con lo stesso set. Le modifiche regolamentari introdotte per la gara della Xfinity (uso della restrictor-plate come sui superspeedway e condotti aerodinamici per aumentare la resistenza all’avanzamento) hanno reso una gara tradizionalmente monotona sorprendentemente vivace e animata. Ora la palla passa alla Nascar, che potrebbe portare le stesse proposte in Cup Series dal prossimo anno.

Mercoledì a Eldora Matt Crafton ha rotto un digiuno lungo un anno e due mesi ed ha conquistato la ormai tradizionale (questa era la 5a edizione) gara Truck sul dirt-track dell’Ohio. Crafton ha sorpassato all’ultima ripartenza a 18 giri dalla fine il dominatore della serata Stewart Friesen mentre 3° ha concluso Chase Briscoe. Coinvolti in vari contatti nelle prime fasi di gara praticamente tutti i principali favoriti per il titolo, fra cui il leader della griglia playoff Christopher Bell. In un primo momento sembrava che il Truck di Bell – finito in testacoda e centrato nella fiancata – fosse ormai destinato al ritiro, ma l’intervento dei meccanici e l’abilità del pilota hanno permesso al team #4 di terminare nella top10, riducendo a soli 7 punti il distacco da Johnny Sauter, in testa alla classifica per punti.

I risultati odierni

La classifica della Brickyard 400

La classifica generale

Questa la nuova griglia playoff della Cup Series a 6 gare dal taglio

I prossimi appuntamenti

Sabato prossimo la Xfinity Series sarà di scena in Iowa per la seconda volta in questa stagione (il mese scorso vinse William Byron), mentre i Truck e la Cup Series saranno in pista a Pocono rispettivamente sabato e domenica. Per i pick-up è l’unico appuntamento in Pennsylvania mentre per la top class sarà il ritorno dopo la vittoria di Ryan Blaney di poche settimane fa.

Immagine: Nascar.com|Getty Images

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