NASCAR | Indianapolis: Harvick domina la Brickyard400

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Tempo di lettura: 14 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
9 Settembre 2019 - 19:00
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Alla vigilia nessuno si sarebbe aspettato un dominio così, 118 giri in testa su 160 e sempre con ampio margine su tutti gli altri. E invece Kevin Harvick ha conquistato la sua seconda Brickyard400 in carriera a distanza di addirittura 16 anni dalla prima. Lo SHR, Tony Stewart per primo dato che è nato in Indiana, può dunque festeggiare un altro prestigioso successo ma deve anche subire una cocente eliminazione dai playoff, visto che Daniel Suarez è il primo degli esclusi per soli quattro punti. Festeggia dunque, oltre a Clint Bowyer che era relativamente tranquillo, anche Ryan Newman che – come sempre – ha approfittato dei guai altrui.

La gara

Il weekend compresso (solo sabato e domenica) di Indianapolis non permette troppe analisi e riflessioni. Gli unici punti di partenza sono la classifica generale al via, con – a meno di un vincitore a sorpresa – quattro piloti in lotta per gli ultimi due posti ai playoff e la griglia ottenuta dalle qualifiche della domenica mattina.

Nel primo caso Clint Bowyer parte con soli otto punti di margine sul taglio, Jimmie Johnson è addirittura 18 punti sotto mentre Daniel Suarez e Ryan Newman sono incredibilmente alla pari con il messicano davanti solo perché ha dalla sua il tie-breaker del migliore piazzamento. Nelle qualifiche invece a conquistare (nettamente) la pole position è Kevin Harvick davanti alla sorpresa Menard mentre i quattro contendenti si dividono in due gruppi: Bowyer è 3°, Johnson 5°, Suarez 20° e Newman 22°. Jimmie così mantiene le speranze di ribaltare tutta la classifica dato che partendo così avanti per lui sarebbe possibile conquistare tanti punti nelle stage.

Sotto un cielo grigio che nel pre-gara ha scaricato anche qualche goccia di pioggia, alla bandiera verde Harvick rimane in testa davanti a Logano, Bowyer, Keselowski e Menard per una top5 tutta Ford. La #4 allunga in vetta e dopo otto giri ha già un vantaggio di 3.4″ su tutto il gruppo che invece procede in fila indiana, ma separato da almeno mezzo secondo tra una vettura e l’altra. A inizio gara i piloti più in difficoltà sono Newman e Suarez a causa del sottosterzo nel traffico ed è proprio questo il motivo per cui Daniel si appoggia al muro in curva2 al giro 12 mettendo in pericolo fin da subito la sua lotta per i playoff.

Stranamente la Nascar (almeno vedendo quanto successo in seguito) chiama subito la caution e ciò raggruppa il plotone per la prima sosta, dato che da qui si può arrivare fino in fondo alla stage, e permette al messicano di effettuare delle riparazioni alla vettura. E in pit lane, la più lunga ma anche la più stretta della Cup Series, accade un incredibile tamponamento a catena che coinvolge Elliott, Wallace (velocissimo nelle libere), Truex, Stenhouse, Hamlin (partito dal fondo dopo un brutto incidente alla fine nelle FP2). Nel mucchio ma senza danni ci sono anche Bowyer, quattro posizioni perse, e Johnson, doppia sosta perché la carambola ha disturbato i suoi meccanici e c’era una ruota mal fissata, e dunque ad approfittarne non può che essere Ryan Newman che guadagna sei posti.

Alla ripartenza a sfidare Harvick questa volta c’è Keselowski ma dopo mezzo giro affiancati la #4 rimane in testa. Poco dietro di loro Kurt Busch, uno dei favoriti di inizio gara, prova a lottare ma è costretto ad una sosta fuori sequenza non per un contatto avvenuto alla bandiera verde ma – come si scopre poco dopo – nella confusione in pit lane. Ad inseguire Harvick, da lontano dato che guadagna anche mezzo secondo al giro su tutti, ora ci sono le tre vetture del Team Penske (Keselowski, Logano e Blaney) e Jones mentre Bowyer è subito risalito in sesta posizione.

Gli unici due piloti che riescono a recuperare sono Larson (da ottavo alla top5) e Johnson che dal fondo del gruppo ritorna nella top15 sorpassando anche Newman, ma le loro rimonte si esauriscono sia per il distacco che hanno dal successivo avversario, visto che Kyle quando passa secondo ha oltre 6″ da Harvick e Jimmie è 12° ma a 7″ dalla top10, e sia perché Cassill fora in ingresso di curva1 ed è protagonista di un incidente pauroso per il quale deve ringraziare la solidità delle vetture e le Safer Barrier.

La caution che arriva ad appena otto giri dalla fine della stage spalanca le porte alle diverse strategie: si fermano tutti ai box tranne Logano (in quel momento quarto) e soprattutto Newman che dunque vede la chance di conquistare tanti punti. Anche Johnson ci prova cambiando solo due gomme e riparte terzo davanti ad Larson che ha superato in pit lane Harvick. La ripartenza arriva ai -4 e Joey si difende alla meglio da Larson e Harvick.

Al giro successivo, nell’ennesima ripartenza combattutissima perché è il modo più semplice (quasi l’unico) per guadagnare posizioni in questo 2019, Kyle Busch apre la porta su Keselowski in curva1 e in curva2 vorrebbe approfittarne anche Jones, ma Brad stringe un pochino troppo, Erik perde il controllo al suo interno ed il contatto è inevitabile. Il concorso di colpa rischia di avere conseguenze ben più gravi dato che la #2 taglia la pista, finisce nelle gomme che proteggono il muretto dell’infield e termina la sua corsa inclinata di 45° sul suo fianco. Per fortuna anche il secondo incidente si risolve senza problemi gravi e, dopo lo spavento, si può tornare a pensare alla gara in cui Logano vince la prima stage sotto caution davanti a Larson, Harvick, Blaney e soprattutto Newman e Johnson.

La bandiera rossa per la riparazione delle barriere permette di guardare la classifica aggiornata (Bowyer +8, Newman +6, Suarez -6, Johnson -19) e in seguito l’apertura della pit lane consente il completamento del giro di soste che manda in testa alla gara Larson davanti ad Harvick. Alla bandiera verde Blaney spinge Kevin in testa e poco dopo passa anche lui la #42 che dunque dovrà rincorrere ancora una volta; dietro di loro ci sono invece – a sorpresa – Kyle Busch e Denny Hamlin.

La seconda stage, almeno all’inizio, è un ritorno alla calma dopo un inizio di gara fin troppo animato e per molti giri vige una situazione di stallo. A romperla ci pensa Bowman che – a metà stint – inizia un nuovo giro di soste sotto green e porta con sé pian piano il resto del gruppo. Sul long run la vettura di Larson sembra migliore di quella di Harvick, che stavolta non è andato in fuga solitaria, ma quando si appresta all’attacco Kevin decide di effettuare il suo pit stop, anche perché si sta avvicinando ad un nutrito gruppo di doppiati. Larson si ferma con Blaney al giro successivo, ma è troppo tardi e al ricongiungimento in pista Harvick ha di nuovo un netto vantaggio.

A 14 giri dalla fine della stage, a giro di soste ancora in corso, Kyle Busch effettua il suo pit stop, ma uscendo dalla pit lane sul rettilineo opposto il suo motore va in fumo. La caution viene chiamata (incredibilmente) solo quando la #18 si ferma in pit lane con il fuoco che esce dal passaruota e a beneficiarne sono Johnson e Newman che non si erano ancora fermati ai box.

Alla ripartenza ai -5 Harvick è di nuovo in testa davanti a Larson, Blaney, Ku.Busch, Logano; Bowyer è sesto davanti a Suarez ed entrambi hanno cambiato solo due gomme poco prima per guadagnare posizioni mentre Johnson e Newman sono 13° e 14° con quattro gomme nuove e più fresche rispetto a quelle degli avversari di circa 6-8 giri. Blaney spinge ancora una volta Harvick alla ripartenza e Kevin rimane così in testa; dietro di loro Johnson è scatenato e passa due vetture fra curva3 e 4 entrando nella top10, ma la sua rincorsa viene frenata da una caution per un detrito, probabilmente di una delle vetture incidentate in pit lane a inizio gara, sul rettilineo opposto.

Quando si crede che tutto sia pronto per uno sprint finale di 1-2 giri, invece il recupero di questo detrito per motivi ignoti va per le lunghe e quindi la seconda stage si chiude sotto caution con Harvick davanti a Larson, Blaney, Logano, Bowyer, Suarez, Ku.Busch e Johnson. Newman è solo 12° e perde punti dai rivali e la sua qualificazione torna in bilico.

La situazione aggiornata, infatti, vede Bowyer a +9 (e praticamente salvo dato che gli basta una top10), Newman a +1, Suarez a -1 e Johnson a -16. Per il pilota messicano, dato che ha dalla sua il tie-breaker, basterebbe dunque arrivare al traguardo davanti a Ryan per qualificarsi ai playoff, anche di una sola posizione. Per Jimmie invece la situazione è drammatica visto che dovrebbe sperare in un doppio ritiro dei suoi avversari.

I cinque minuti che arrivano decideranno invece le sorti degli ultimi due qualificati: il crew chief di Suarez decide di non fermarlo ai box (nonostante all’ultima sosta 15 giri prima avesse cambiato solo due gomme); quello che stupisce è che il compagno di squadra Bowyer invece effettua il pit stop ed i due sono sulla stessa identica strategia. Poi alla ripartenza Johnson cerca un’altra manovra simile alla precedente ma stavolta in curva2 il 3-wide con Byron e Ku.Busch non va a finire bene. Jimmie perde il controllo e innesca un incidente che coinvolge numerose vetture.

La Chevy #48 che rientra mestamente ai box senza carrozzeria posteriore è un’immagine emblematica destinata a passare alla storia. E’ quella di un sette volte campione che per la prima volta non si qualifica ai playoff. E’ la fine di un’era perché Jimmie fino ad oggi era l’unico ad essersi qualificato per ogni edizione dei playoff fin dalla loro introduzione nel 2004. E forse la fine dell’era di Johnson, ma mai darlo per morto e quindi nel 2020 ci sarà un’altra caccia al titolo n°8.

Oltre a Johnson, ad uscire di gara sono anche Kurt Busch, Hemric e Kligerman mentre Larson, che era fianco a fianco con Harvick, è costretto ad una sosta non prevista perché i passaruota si erano pericolosamente ammaccati. Alla ripartenza ai -48 la #4 è dunque sempre in testa davanti a Blaney e Logano mentre Suarez è quarto ma con le gomme di destra vecchie di 25 giri e quelle di sinistra di 60. Daniel nei primi giri resiste anche perché alle spalle ha il compagno di squadra Almirola, poi però ai -38 Suarez crolla. Dal passo del 50.5″ all’improvviso i tempi vanno oltre i 52″. In appena tre giri la #41 perde circa 7″ e oltre dieci posizioni prima che il suo crew chief lo richiami ai box per l’ultima sosta. L’ultimo colpo di grazia per lui arriva un paio di giri più tardi quando Larson finisce in testacoda e la caution lo relega al di fuori della top20 in quanto aveva perso un giro.

A beneficiare della serie di errori del muretto della #41 è ovviamente Newman che, seppur ai margini della top15, torna in controllo del suo destino. L’ultimo giro di soste premia invece Harvick che si era fermato proprio al momento della caution e quindi recupera la posizione che aveva perso alla precedente ripartenza quando aveva testato la corsia interna anziché la consueta esterna e Blaney lo aveva sorpassato.

La bandiera verde arriva ai -26 con Harvick primo davanti a Blaney, Logano, l’incredibile Wallace e Bowman; Newman è ottavo, Bowyer 11° e Suarez 23°. A penalizzare l’affannosa rincorsa di Daniel ci pensano anche le caution, infatti i giri a disposizione per riagguantare Ryan non sono molti e l’incidente di Bowman (sfiorato da Clint) subito dopo la ripartenza gli complica ulteriormente la caccia ai playoff. In testa intanto Harvick rimane davanti a Blaney mentre Bubba sorpassa Joey, ma la #22 alla successiva ripartenza, dopo un incidente sfiorato con il compagno di squadra, diventa il principale ostacolo fra la #4 ed il successo.

Ai -15 Suarez è ancora lontano nove posizioni e 5″ dalla qualificazione e, in assenza di ulteriori caution, è costretto a far succedere qualcosa. E quasi dispiace che la vittima del divebomb della #41 in curva1 sia Matt Tifft, in quel momento 14° e protagonista forse della sua migliore gara stagionale. La pit lane si apre ma non molti montano l’ultimo set di gomme a disposizione perché la posizione in pista conta più di tutto. L’ultima bandiera verde arriva a nove giri dalla fine con Newman settimo e Suarez 12°, ma Daniel non riesce a guadagnare le posizioni che gli servirebbero per arrivare sul paraurti della #6 e così Ryan può gestire in tranquillità il finale.

Davanti intanto Harvick torna quello di inizio gara e viene impensierito ogni volta per sole due curve, poi scappa via. La sua seconda Brickyard400 in carriera è dominante, il gap sul traguardo su Logano è di ben 6.1″, accumulati appunto in appena nove giri. Completano la top10 l’ottimo Wallace, alla migliore gara in carriera, meglio anche della Daytona500 dell’anno scorso, Byron, Bowyer (quinto al traguardo sulla strategia giusta in casa SHR), Hamlin, Blaney (deluso per aver perso la prima posizione in circostanze sfortunate e poi penalizzato nei contatti finali), Newman, Elliott e Menard.

La classifica finale dice che Bowyer ha chiuso a +15 sul taglio mentre Newman si è qualificato per soli quattro punti sul team #41 che doveva evitare ogni piccolo errore e invece ne ha commessi ben tre (contatto col muro subito al giro 12 di 160, strategia sbagliata alla fine della seconda stage e sosta ritardata quando le gomme sono crollate). In testa invece Ky.Busch aveva già vinto la regular season a Darlington ma il ritiro di Indy gli impedisce di sorpassare quota 1000 fermandosi invece a 988, 17 punti in più di Logano.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series Kyle Busch, pur soffrendo, ha portato a casa una vittoria nell’ultima gara che il pilota di Las Vegas poteva disputare nelle categorie inferiori. Il bilancio per lui nel 2019 si chiude con nove vittorie (quattro in Xfinity e cinque nei Truck), un secondo posto a Fontana – sconfitto ad armi pari da Cole Custer – e due ritiri (Watkins Glen e Bristol) quando era in testa alla gara. Rowdy scatta dalla pole e rimane in testa davanti ai compagni di squadra Bell e Jones e Reddick, ma non dà mai l’impressione di poter fuggire. La prima caution arriva al giro 15 per Austin Dillon fermo in pista con la pressione della benzina a zero; Bell e Jones non si fermano mentre Busch per una ruota mal fissata di soste ne effettua addirittura due e quindi finisce in coda. A favorire la rimonta di Kyle ci pensa la caution per il motore rotto da Starr; in questa occasione si fermano ai box Bell e Reddick (penalità per lui) e così Jones vince la stage davanti a Cindric, Busch, Gragson e Custer.

Dopo un altro giro di soste, in testa c’è Ky.Busch davanti a Gragson, Allgaier, Bell, Custer e Reddick, ma in curva2, poco prima dell’incidente di Brown, Christopher e Noah si toccano, tuttavia entrambi si salvano solo con dei passaruota ammaccati. Alla bandiera verde Gragson ci prova ma alla fine Busch rimane in testa finché le sue gomme, più usurate di quelle degli avversari, cedono e lascia passare Allgaier che vince la seconda stage davanti allo stesso Busch, Reddick, Burton e Jones. Il break rimette tutti sulla stessa strategia e lancia un’incredibile battaglia fra Ky.Busch, Allgaier, Bell e Reddick che dura per gran parte della stage finale e che vede sorpassi multipli fra i quattro. A sorpresa sul long run Busch cede e Justin si porta in prima posizione davanti a Tyler e Christopher.

La contesa viene sospesa per l’incidente di Nemechek ai -20 e poi di nuovo ai -15 per quello di Jones dopo un contatto subito dal rimontante Cindric e dunque tutto si decide negli ultimi otto giri con Bell e Reddick davanti a tutti dopo l’ultima sosta seguiti da Busch e Allgaier. Ma la sfida termina subito in curva2: Christopher perde il controllo all’interno e travolge Tyler. Per entrambi la gara è finita, tuttavia tra loro c’è subito una stretta di mano senza rancore. I quattro sono dunque rimasti in due e, dopo la bandiera rossa, Busch tiene a bada uno scatenato Allgaier che però non trova mai il varco giusto. Kyle vince così la 96esima gara in carriera in Xfinity Series davanti ad Allgaier, ancora sconfitto e a secco nel 2019, Gragson, Burton ed Haley. In campionato tutto invariato in attesa della conclusione della regular season nel prossimo weekend.

I risultati odierni

La classifica della “Big Machine Vodka 400 at the Brickyard”

La classifica generale

Questa la classifica finale della regular season

Questi invece i punteggi dopo il reset di inizio playoff

La classifica completa dopo 26 gare

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend va a Las Vegas per una tripla gara in notturna. Venerdì i Truck concluderanno il primo round dei playoff, sabato la Xfinity completerà la regular season mentre nella notte fra domenica e lunedì la Cup Series inizierà la sfida decisiva che porterà a Homestead.

Immagine: GettyImages per nascar.com; presa diretta da NBCSports per la Nascar

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