NASCAR | Harvick torna alla vittoria in New Hampshire

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Tempo di lettura: 15 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
22 Luglio 2019 - 14:30
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La situazione cominciava ad essere pesante. 21 gare senza successi, due per chiudere il 2018 in cui aveva mancato il titolo e le prime 19 di quest’anno, e la sensazione che mancasse sempre quel qualcosa per arrivare in victory lane. Per Kevin Harvick e lo Stewart-Haas Racing si profilava la stagione più difficile dal 2014, ovvero da quando Kevin è in questo team. E tutto questo malgrado Harvick fosse terzo in classifica generale ma, in una categoria in cui conta solo la vittoria, i punti e le buone prestazioni regalano sorrisi fino ad un certo punto. E’ servita una gara, anzi un weekend, folle in cui ben pochi piloti ne sono usciti indenni per tornare ad esultare meritatamente. Kevin è tornato, ma forse non se ne era mai andato.

La gara

Il weekend del New Hampshire, uno speedway che si corre come uno short track, regala emozioni fin dal venerdì. Le FP1 iniziano tranquille poi negli ultimi cinque minuti prima Hamlin e poi Newman finiscono a muro (Ryan dirà che c’era olio in pista) in curva 3 ed entrambi sono costretti a ricorrere al muletto. Nelle qualifiche Bowman si sta per lanciare per i suoi due giri cronometrati, ma la sua trasmissione si disintegra e vola in pista. Il fondo della vettura è completamente danneggiato e secondo i meccanici ci vorrebbero otto ore di lavori e per questo decidono di ricorrere anche loro al muletto. Il venerdì si chiude così ma il sabato non è che sia migliore: nelle FP2 si inizia subito col botto, visto che Byron – che aveva già baciato il muro due volte il giorno precedente – prima e Larson poi (sempre nel giro di un paio di minuti) finiscono contro le barriere ed il conteggio dei muletti deve essere aggiornato. Ma non è finita qui: nelle FP3 DiBenedetto – finora molto veloce – fora la posteriore sinistra, ma riesce ad evitare incidenti, poi Bowman finisce a muro col muletto e infine Matt buca la stessa gomma in maniera quasi inspiegabile (ma è probabile che l’assetto fosse un po’ estremo), al punto che – per verificare che tutto sia a posto – negli ultimi minuti delle libere sulla #95 montano una gomma anteriore al posto della posteriore dato che hanno finito i set a disposizione. La situazione per Bowman invece è critica: i team sono obbligati a portare in circuito solo un muletto ed Alex ha finito le vetture a disposizione. Un secondo muletto è nella sede del team a Charlotte a 18 ore di distanza (ad andare e altrettante a tornare) dal New Hampshire e quindi il team #88 è costretto a prendere in prestito il muletto del compagno di squadra Jimmie Johnson.

In tutto questo a conquistare la pole, dopo quasi due anni di digiuno che è un altro dato incredibile insieme a quello di Harvick, è stato Brad Keselowski; in prima fila con lui il suo rivale numero uno, ovvero Kyle Busch – uno dei favoriti della gara insieme a Jones e Blaney – ma la situazione è abbastanza aperta all’inserimento di altri piloti. Al via Rowdy passa subito in testa seguito da Keselowski, Jones, Truex e Kurt Busch e allunga fino ad avere un vantaggio di circa 1.5″. Intanto dal fondo della griglia Larson ed Hamlin guidano la rimonta e presto sono nella top20 mentre Byron, Newman e Bowman faticano leggermente di più. Dopo 15 giri però Brad inverte la tendenza e comincia a recuperare sulla #18 raggiungendola al giro 30. Kyle ha rallentato decisamente il passo, al punto che Truex – ora terzo dopo il sorpasso su Jones – sta raggiungendo la coppia di testa; dopo un primo tentativo, anche grazie alla complicità dei doppiati, Keselowski passa in testa al giro 37. Kyle ha dato troppo nei primi giri ed ora paga, al punto che decide di non ostacolare il compagno di squadra Truex lasciandolo passare subito dopo. Ma la fuga di Brad viene bloccata dall’incidente di Austin Dillon, il quale aveva già rallentato decisamente a causa di quella che si rivelerà un problema alla anteriore destra che letteralmente esplode.

Così come in Kentucky la strategia è fondamentale dato che sorpassare è ostico. Jones e Stenhouse cambiano solo due gomme e sono in testa davanti a Keselowski, Ky.Busch e Truex. La tattica funziona… ma solo se si ha una buona vettura, infatti Erik parte bene mentre Ricky – sulla ostica corsia interna – praticamente si pianta e quasi crea un tamponamento a catena. Ad approfittarne è Kyle Busch che torna in seconda posizione mentre Brad e Martin sono impantanati dietro a Stenhouse. Jones resiste solo mezzo giro, poi la #18 ritorna in prima posizione e gestisce al meglio gli ultimi 25 giri andando a vincere la prima stage davanti al compagno di squadra, ad Almirola, Bowyer e Keselowski, mentre nel gruppo Hamlin è rientrato nella top10, Suarez si salva dopo un contatto con Stenhouse e Larson è costretto ad una sosta supplementare per una ruota mal fissata.

Il secondo giro di soste vede protagonista ancora le due gomme, scelte in questa occasione da Ky.Busch, Keselowski, Truex e Ku.Busch mentre Suarez rimane imbottigliato dietro a Wallace e scivola da 10° a 24°. Dopo la ripartenza la classifica rimane invariata tranne per lo scambio di posizioni fra Kurt e Martin, Almirola – quinto – invece non riesce a sfruttare il fatto di essere il primo in pista con quattro gomme fresche. Chi si fa vedere pian piano è Harvick il quale recupera una posizione alla volta ed è settimo davanti ad Hamlin. Ma, come sempre, dopo una situazione di calma arriva il caos.

Ad innescare la sequenza di caution ci pensa la rottura di una cinghia del motore di Elliott – in quel momento senza infamia né lode ai margini della top10 – che lascia in curva 1 dell’acqua. Hemric che lo segue se ne accorge subito e allarga la traiettoria, Suarez (in rimonta) invece ha la visuale occupata e non la vede, arriva lungo, tocca l’avversario ed entrambi i Daniel finiscono in testacoda. Dato che siamo quasi a metà stage è tempo di un altro giro di soste e ad approfittarne per le solite due gomme questa volta sono Harvick, Hamlin e Bowyer; in pit lane invece Jones e Bowman si toccano ed Erik è costretto ad una sosta supplementare. Alla ripartenza la fila esterna scatta bene come al solito e Busch da quarto è subito secondo e poco dopo di nuovo in testa davanti ad Harvick, Almirola, Hamlin (che finendo lungo ha aperto la porta ad Aric) e Keselowski.

Come nelle occasioni precedenti Ky.Busch mette 1.5″ fra sé ed il suo rivale più vicino, ma ai -15 Stenhouse mette fine alla sua gara da dimenticare (era 22°) a causa di una foratura dopo un contatto con Jones; nelle interviste Ricky “minaccia” di vendicarsi in futuro, ma quanto mostrato in TV sembra un normale incidente di gara, quindi le affermazioni di Stenhouse sembrano un po’ fuori luogo a meno che sia successo altro in precedenza. Busch e molti altri decidono di fermarsi ai box pensando alla bandiera a scacchi e non alla stage e così a passare in testa alla gara è Almirola davanti a Newman, Johnson e Logano, il quale sta testando una vettura in previsione di Phoenix, ma non solo per il novembre 2019 ma pure in vista di quello del 2020 (!) quando l’ovale dell’Arizona sarà il gran finale del campionato al posto di Homestead.

Si riparte con sette giri da disputare, ma subito arriva la caution: in curva 4 sono affiancati Kurt Busch, Bowyer e Truex, Clint finisce leggermente loose ed è costretto ad allargare la traiettoria, ma in questo modo stringe Martin contro il muro e pure lui finisce per baciarlo. Per entrambi ci sono danni al muso e la caution manda tutti ad uno sprint finale di due giri che Almirola vince davanti a Logano, Newman, Byron e Kyle Busch.

La gara è stata vivace, ma i colpi di scena sono solo all’inizio. Ad iniziare è Johnson, che rimane senza servosterzo alla ripartenza e quindi nel break è costretto ad una lunga sosta che gli fa perdere una decina di giri, poi Kyle Busch dovrebbe ereditare il comando di nuovo al completamento del giro di soste, ma in quei due giri ha rimediato un tire rub che lo obbliga a fermarsi (non riuscirà più a recuperare la prima posizione) e così a passare in testa alla gara è Hamlin, partito dal fondo col muletto.

La classifica è cambiata notevolmente e dietro a Hamlin, Harvick, Kurt Busch e Keselowski c’è Bowman, ma presto Alex cede posizioni e ad entrare nella top5 è il sempre più convincente Buescher, il quale è seguito da Jones in rimonta dopo una penalità. A regalare spettacolo ci pensa ovviamente Kyle Busch che – ripartito 17° – sorpassa una vettura alla volta (e in un caso prova a passare DiBenedetto e Blaney in un colpo solo) ma poi è costretto ad alzare bandiera bianca e vede allontanarsi Ryan sempre di più. Intanto la sfortuna di Suarez non ha limiti e dopo il contatto con Stenhouse, l’ingorgo in pit lane e l’incidente con Hemric deve fermarsi ai box per una ruota mal fissata e perderà un giro che non riuscirà più a recuperare.

A 100 giri dalla fine Hamlin è tranquillo in testa con l’ormai classico gap di 1.5″ su Harvick mentre Kurt è a 3″, quando ricominciano i guai. Newman rimane con sette cilindri e dal 13° posto comincia a scivolare indietro, ma a salvarlo ci pensa Kyle Busch il quale, settimo dietro a Blaney, finisce lungo in frenata in curva 1, perde il controllo e si appoggia al muro ai -85. Arrivare fino in fondo da qui col carburante è dura, ma si può tentare di allungare lo stint fino alla bandiera a scacchi e così tutti vanno ai box per una sosta completa che lascia Hamlin in testa davanti a Keselowski, Kurt Busch, Jones ed Harvick che perde tre posizioni perché un suo meccanico scivola cadendo a terra. La sosta potenzialmente decisiva e invece buttata al vento in casa SHR è una scena che si è vista ormai innumerevoli volte negli ultimi anni e anche oggi sembra questo il destino di Harvick, ma per fortuna il vento girerà in suo favore.

Alla ripartenza Keselowski scatta male e così nella fila dietro di lui si genera un po’ di scompiglio, Larson decide di uscire dalla scia di Bowman e affiancarlo all’interno in curva 1, ma il 3-wide termina male dato che Kyle finisce loose. Per sua fortuna nessuno lo centra, ma comunque si appoggia col retrotreno al muro per un’altra caution che regala un piccolo sospiro di sollievo ai crew chief. La seconda interruzione di fila permette al team di Newman di sostituire il cavo che si era rotto e dunque Ryan può tornare in gara senza aver perso nemmeno un giro.

Alla bandiera verde dei -77 Hamlin rimane in testa davanti a Blaney, Keselowski, Harvick, Jones, Kurt Busch, Logano e Kyle Busch. A Blaney dicono di tirare anche se è 1-2 giri a corto col carburante, ma Hamlin ne ha notevolmente di più e allunga decisamente. Tutti vivono nell’attesa del momento decisivo, la caution non arriva e così si prospetta un finale fuel mileage. Nel frattempo Kyle Busch recupera un paio di posizioni ma poi si arena, Logano cede con la sua vettura test, DiBenedetto rientra nella top10 e Newman ritrova il passo giusto e torna in lotta per le posizioni buone.

A decidere la gara ci pensa di nuovo Kyle Larson che, appena doppiato (e completa la giornata di nera di Suarez, potenziale lucky dog fino a poco prima) fora a causa delle conseguenze dell’incidente precedente e provoca l’ultima caution di giornata ai -35. Appurato che tutti sono al sicuro con la benzina, ora il problema diventano le gomme. Hamlin entra in pit lane e ovviamente Harvick fa la scelta opposta rimanendo in pista. Jones invece sta per seguire il compagno di squadra ma all’ultimo cambia idea ed evita la penalità solo per una zona grigia del regolamento. La bandiera verde arriva ai -29 e Harvick è davanti a Jones e Truex, Hamlin guida coloro che hanno cambiato solo due gomme (Keselowski, Blaney, Ku.Busch, DiBenedetto e Almirola) mentre Ky.Busch – decimo – è davanti a Logano, Newman e gli altri che hanno effettuato una sosta completa.

Alla ripartenza Jones cerca di resistere al compagno di squadra Hamlin, ma poi è costretto a cedere e così il finale di gara diventa un duello fra Kevin e Denny con Erik via via sempre più staccato. Il vantaggio massimo di Harvick è di mezzo secondo, non di più, ma Hamlin non riesce a sfruttare le due gomme fresche che ha. Solo fra i -10 e i -5 la #11 recupera, ma è sempre questione di centesimi e il gap scende a 0.4″. Proprio ai -5 Hamlin finisce leggermente lungo in curva 1 e la #4 aumenta il proprio vantaggio fino a 0.7″. Denny però non molla e al giro dopo torna a solo mezzo secondo, inoltre si sta avvicinando un gruppetto da doppiare e la chance buona dunque può arrivare. Ai -2 il pilota del JGR ha praticamente raggiunto Harvick, ma non attacca ancora e aspetta l’ultimo giro.

Denny però delude: il bump&run in curva 1 è fiacco e si capisce subito che non ha voluto affondare il colpo (avrà influito la paura dell’aragosta?) e così Harvick – che vinse qui l’anno scorso proprio con questa manovra su Ky.Busch – non deve neanche lottare tanto col volante per rimanere davanti e vincere la prima gara stagionale davanti a Hamlin, Jones, Blaney e l’ottimo DiBenedetto. Completano la top10 i rimontanti Truex e Newman, poi Kyle Busch, Logano e Keselowski.

Il post gara vede i festeggiamenti di Harvick ma soprattutto il “crollo” di Hamlin: prima ammette (con tanto di “s**t” in diretta) di non aver voluto infierire su Harvick, poi tra il serio e il faceto, facendo ridere però ben pochi, invoca gli dèi dei controlli tecnici affinché tutto vada in suo favore ma ovviamente la vettura di Harvick è regolare e Denny infila – come spesso gli accade – brutte figure a ripetizione. In campionato Harvick ottiene così la matematica qualificazione ai playoff (non che fosse in dubbio), Logano si salva nella giornata di test e rimane a +3 in generale su Kyle Busch, anche se ha perso due punti nello scontro diretto da Rowdy (che aveva la gara in mano fino al tire rub) negli ultimi giri.

La battaglia finale per i playoff vede invece i primi distacchi netti. Byron si è salvato dopo gli incidenti delle libere, Larson ricade nel baratro, Jones invece è in ripresa, Newman malgrado il guaio del motore ha portato a casa un altro ottimo piazzamento che spedisce Bowyer – protagonista di una estate orribile al pari di A.Dillon – al 16° posto. L’unica buona notizia per Clint è il fatto di avere ben (un eufemismo, ma raramente si è visto un margine tale quest’anno) 17 punti di vantaggio su Johnson e Suarez, entrambi alla ricerca di un quadrifoglio e di una serie positiva che li faccia rientrare nei 16. Ormai obbligati a vincere, malgrado manchino ancora 6 gare ai playoff, tutti gli altri.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series vittoria per il favorito Christopher Bell che stavolta batte Cole Custer mantenendo le promesse di quanto fatto nelle prime due stage. A conquistare la pole è ancora una volta il pilota della #00, ma già al primo giro Bell lo attacca. I due sono affiancati per qualche tornata, poi Christopher prende il comando e in pratica non lo lascerà per il resto della gara. La prima stage vive del duello fra Menard e Harrison Burton, che si scambiano più volte le posizioni in coda alla top5 mentre Allgaier è terzo davanti a loro e B.Jones e Reddick si accodano. Tutto sembra tranquillo per Bell, ma a una decina di giri dalla fine della stage Nemechek va a muro per la prima caution di giornata. I leader vanno ai box, ma non un gruppetto guidato da Jones e Sieg. Nei nove giri finali Bell non riesce a rimontare dall’ottava posizione e così Jones, dopo un bel duello con lo stesso Sieg, si porta a casa il traguardo intermedio al photofinish davanti allo stesso Bell, Reddick, Sieg e Allgaier.

Dopo che si completa il giro di soste è la #20 che riprende la prima posizione, ma nella seconda stage a inseguirlo ci sono Reddick, Allgaier e Custer, visto che Cole ha perso posizioni alla ripartenza precedente. I tre battagliano per quasi tutta la stage favorendo così la fuga di Bell che vince senza patemi la stage davanti ad Allgaier, Custer, Reddick (che cede sul long run) e Menard. Cambia poco anche nella stage finale: Bell sempre in testa, battaglia dietro a lui fra i tre citati poco fa e pure con la stessa dinamica, ovvero Custer in recupero dopo le ripartenze e Reddick che cede nel finale. Solo un paio di caution (prima una fantasma con Gragson che sfiora il muro e poi per Menard che manda contro le barriere un furioso Burton dopo che hanno lottato per tutta la gara) animano gli ultimi 60 giri, ma non c’è nulla che possa impedire la quinta vittoria stagionale di Bell. Dietro al pilota del JGR chiudono Custer, Allgaier, Reddick e Menard. In campionato Christopher ritorna in vetta alla griglia playoff ma Tyler mantiene la prima posizione nella generale con 56 punti su Bell e 76 su Custer.

La mattinata della domenica si apre con una bruttissima notizia, Nick Harrington, crew chief della #11 di Justin Haley, è mancato nel sonno appena poche ore dopo la gara di Loudon. Salutato con affetto e commozione da tutte le persone che lo avevano conosciuto nel garage, è stato ricordato con un momento di silenzio prima della gara della Cup Series. Aveva appena 37 anni.

I risultati odierni

La classifica della “Foxwoods Resort Casino 301”

La classifica generale

Così il campionato a 6 gare dai playoff

I prossimi appuntamenti

La Nascar prosegue la serie del girone di ritorno: Truck (sabato) e Cup Series (domenica) saranno a Pocono mentre la Xfinity Series (sempre sabato) farà tappa di nuovo in Iowa.

Immagine: twitter.com/nascar

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