NASCAR | Hamlin vince in Texas malgrado due penalità

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
1 Aprile 2019 - 19:45
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Da quando al Texas Motor Speedway sono state modificate le curve 1-2, rendendole meno inclinate e più ampie, le gare sono sempre state movimentate a causa della asimmetria del circuito, ma con il pacchetto aerodinamico del 2019, data la downforce notevolmente incrementata, si pensava che per la Cup Series sarebbe stato un gioco da ragazzi. E invece non lo è stato, ma non per gli incidenti bensì per una serie di problemi ed errori che hanno colpito praticamente tutti i piloti. Di solito in questi casi vince colui che nel complesso ne commette di meno, tuttavia anche questo non è avvenuto: Denny Hamlin – infatti – ha vinto la seconda gara stagionale dopo la Daytona500 nonostante ben due penalità e un altro errore a inizio gara.

La gara

Come spesso succede ultimamente, cominciamo la cronaca dal venerdì sera. L’attenzione è tutta sulle qualifiche dopo la debacle di Fontana; la Nascar ha introdotto due misure tampone per evitare problemi analoghi, ma era chiaro che non sarebbe cambiato nulla. E infatti obbligare i piloti a registrare un tempo – pena la partenza dal fondo – e la definizione di posti ordinati in fondo alla pit lane per evitare che le auto si ostacolino bloccando il passaggio, non è servito. Passano solo cinque minuti e Newman trova la zona grigia del regolamento, ma facendo ciò ostacola ostacola Bowyer. Leggendo le nuove norme sarebbe da penalizzare, ma non succede nulla e Clint viene eliminato e – giustamente – si arrabbia. Le qualifiche proseguono e tutti cercano di ottenere il tempo in scia, quindi ricomincia la lunga attesa di un volontario che apra l’aria al gruppo. L’unico che si chiama fuori è Suarez (con il suo crew chief), il quale scende in pista da solo in tutti e tre i round e nonostante ciò si qualifica quarto, ma nessuno segue le sue tracce. In tutto questo a prendersi la pole è Jimmie Johnson, ma il segnale di speranza per la #48 arriva soprattutto dall’ultima sessione di libere, in cui dimostra di avere il passo gara per lottare per la vittoria.

Al via Johnson mantiene la prima posizione mentre dietro di lui cominciano le battaglie 2-wide che fanno scappare chi è davanti e ricompattare il gruppo da dietro. Alla fine, quando i piloti riescono a mettersi in fila, Elliott stacca gli altri (Byron, Suarez e Logano) e riesce a raggiungere il compagno di squadra, ma non a passarlo nonostante abbia una vettura più veloce. E questo è uno dei difetti del nuovo pacchetto aero: l’aria turbolenta ha un effetto più influente e uscire di scia è ancora più difficile perché l’aria incontra un muro chiamato spoiler che rallenta le vetture; inoltre, se nel tentare un sorpasso si commette anche un piccolissimo errore, la perdita di velocità è sufficiente per far perdere una posizione. Questa è la sintesi estrema della gara, ma sarebbe ingiusto parlare solo di questo.

La prima stage vive del triello fra Johnson, Elliott e Logano ed è interrotto soltanto dalla caution provocata dal testacoda senza conseguenze di Jones al giro 15 e dal giro di soste. La caution però permette la nascita di diverse strategie che avranno ripercussioni su tutta la gara e a questo ci dobbiamo aggiungere anche il fatto che il degrado delle gomme è praticamente nullo; da notare anche un raro errore di Kyle Busch che manca totalmente il suo stallo in pit lane, ma paga poco, dato che anziché seguire la strategia “alternativa” ritorna su quella dei leader. Johnson continua in testa mentre dietro di lui Logano ed Elliott tentano di sorpassarlo con l’unica conseguenza di venire passati dal rivale e scivolare in terza posizione.

Data l’assenza di ulteriori caution, il momento decisivo diventa la prima sosta: tutti cambiano soltanto due gomme, ma l’ingresso in pit lane di Logano un giro dopo quello di Johnson è decisamente più aggressivo e questo basta per il sorpasso. Quello di Hamlin invece è troppo azzardato e il suo primo tentativo di entrare nella corsia dei box è da abortire e questo gli fa perdere almeno un paio di secondi, ma è nulla in confronto a quello che succede al giro successivo, dato che viene pizzicato per eccesso di velocità in pit lane quando finalmente riesce ad effettuare la sosta. Gli ultimi giri sono vissuti con l’attesa che i piloti fermatisi alla caution del giro 15 effettuino anche loro la sosta, dato che è impossibile completare 70 giri con un pieno. Gli ultimi in testa ad arrendersi sono Byron (sosta lenta per una pistola difettosa) e Bowyer, ma nelle retrovie c’è qualcuno che nonostante tutto ci prova: Ty Dillon, DiBenedetto e Jones si devono fermare ai -2 o all’ultimo giro quando ormai la pit lane è chiusa, mentre Preece addirittura rimane a secco a 1 miglio dalla caution. Davanti invece non succede nulla e Logano vince la prima stage davanti a Johnson (che ha passato più giri in testa qui che in tutto il 2018), Elliott, A.Dillon e Blaney.

All’inizio della seconda stage – dato che si sono fermati poco prima – ci sono in testa Truex, Kurt Busch, Bowyer, Harvick, Keselowski e Almirola mentre dietro di loro c’è Kyle Busch che cambia solo due gomme. Ma alla ripartenza manca Brad, infatti la trasmissione si è rotta; è solo il primo guaio di una giornata nera nel Team Penske. In pochi giri a portarsi in prima posizione è Kyle Busch, protagonista anche di uno spettacolare passaggio sull’erba che paga tanto nel 3-wide con il fratello Kurt e Harvick. Ma Rowdy non riesce a scappare e dietro di lui si portano Elliott e Logano mentre Johnson è rimasto imbottigliato e il sovrasterzo che ha nel traffico lo esclude dalla lotta per la vittoria. Al giro 109 Chase si porta in prima posizione e poco dopo anche Joey sorpassa Kyle mentre Truex – in giornata no – perde posizioni consentendo a Ku.Busch e Harvick di mantenere un posto nella top5.

La maggioranza dei piloti va lunga con lo stint e così il giro di soste arriva fra i -33 ed i -30, ma dura così poco soltanto perché l’anteriore destra di Larson (non si sa se la gomma, il freno o altro) cede in curva 2 e la #42 va dritta a muro. L’incidente rimescola la classifica dato che non tutti si erano fermati ai box; dopo che tutti possono effettuare la loro sosta, in testa alla gara c’è Denny Hamlin (solo rabbocco) davanti a Kyle Busch mentre Elliott è solo 11° e Logano finisce in fondo al gruppo per una penalità evitabile siccome poteva fare una sosta tranquilla in quanto era il lucky dog, ma per Joey i problemi non sono finiti qui, dato che i sostegni del cofano cedono ed è costretto ad una sosta supplementare al break successivo che gli fa perdere un giro. Alla ripartenza ai -12 le gomme più usurate non si fanno sentire e così Hamlin vince la seconda stage davanti a Blaney, Suarez, Kyle Busch e Menard.

La gara è già passata da tante mani, prima Johnson, poi Logano ed Elliott, ma tutti e tre escono dalla lotta per la vittoria. Adesso il nuovo trio di favoriti sembra essere Hamlin, Kyle Busch e Blaney (unico superstite in casa Penske), ma Denny ancora una volta – stavolta non per colpa sua ma del team – si prende una penalità così come Harvick mentre la sosta di Truex è eterna. A prendere il posto della #11 è così Daniel Suarez, decisamente il migliore dello Stewart-Haas in tutto il weekend. Si riparte ai -157 e Blaney mantiene la testa della gara davanti al messicano e a Menard, ma poi ricominciano i guai. Lo stesso Menard e poi Kurt Busch sono costretti ad una sosta supplementare per problemi alle gomme, poi a 117 giri dalla fine Blaney effettua il suo pit stop regolare. Poche tornate più tardi la #12 torna ai box: surriscaldamento improvviso e motore ko. A fine giornata il tabellino di Roger Penske dirà che ha portato a casa un 17°, un 36° e un 37° posto.

Rimangono così Suarez e Kyle Busch, ma i due sono su strategie diverse da molto tempo. Daniel ad esempio si è fermato a 115 giri dalla fine mentre Kyle prosegue fino ai -98. Nonostante ciò – quando si completa il giro di soste – sono vicini, con il messicano in testa alla gara e il resto del gruppo staccato (Bowyer è terzo a 6″ seguito da Almirola e Byron), ma l’illusione per Suarez dura pochi giri, poi ai -88 Busch torna in prima posizione. La gara sembra segnata a questo punto, tuttavia poco dopo Hemric finisce in testacoda per una foratura ed il gruppo si ricompatta. Mancano 78 giri alla fine, troppi per un pieno e quindi la strategia si fa interessante, sia con che senza caution. Ad esempio – dato che è passato poco dall’ultimo passaggio in pit lane – Almirola, Jones ed Elliott non si fermano ai box, Busch ed Hamlin non cambiano gomme, mentre Suarez ne sostituisce quattro e (a posteriori) sarà l’unico errore, seppur non suo, della gara, dato che perderà tempo prezioso alla ripartenza.

La bandiera verde arriva a 74 giri dalla fine e Almirola viene passato subito dal trenino JGR formato da Jones, Ky.Busch ed Hamlin, ma quattro giri più tardi la #18 è di nuovo in prima posizione. Ancora una volta la gara sembra decisa, ma non è così. Busch infatti ha compensato col talento una vettura non perfetta e che nel finale sembra ancora più instabile: ai -60 finisce loose in curva 2 e scivola in quarta posizione ma ancora attaccato al gruppo guidato da Jones, poi meno di cinque giri più tardi la scena si ripete, soltanto che ora va a muro ed è costretto ad una sosta per riparare i danni comunque non severi.

La gara passa di mano ancora una volta e manca ancora una sosta. Elliott dalla quinta posizione apre il giro ai -40, ma nessuno lo segue. La situazione si fa interessante ai -33 quando si fermano prima Almirola e poi Jones dividendo così lo stint più o meno a metà e cambiano due gomme. Erik perde la gara qui perché Hamlin (e con lui Byron, Bowyer e Suarez) proseguono fino a quasi alla fine del pieno. Clint, dopo un weekend iniziato male, sembra averne anche di più di Hamlin in questa fase, tant’è che quasi lo raggiunge e, appena prima di farlo, si ferma ai box a 17 giri dalla fine, ma il sogno dura poco. Denny si ferma il giro dopo ed effettua uno splash&go che lo mantiene in testa alla gara. Quando la situazione si è definita a 10 giri dalla fine Hamlin ha 2.5″ di vantaggio su Bowyer e 5″ su Suarez, Jones, Byron e Johnson e soprattutto Clint non ha più l’inerzia di prima. Riduce il gap fino a 1.8″ ai -4 ma poi alza il piede.

Denny Hamlin vince dunque la sua seconda gara stagionale davanti a Bowyer, Suarez, Jones e Johnson (alla prima top5 in 10 mesi). Completano la top10 Byron, Almirola (malgrado una notte in bianco per problemi di stomaco), Harvick, Kurt e Kyle Busch, 10° nonostante l’incidente e che mantiene la vetta della griglia playoff, ma con i punti conquistati Hamlin è a sole 8 lunghezze dal compagno di squadra.

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Due su due per Kyle Busch fra Xfinity e Truck Series, due vittorie da opportunista.

Nella Truck Series Busch vince sconfiggendo i rivali diretti dopo un duello mozzafiato, ma poi gli avversari si autoeliminano e per Kyle la strada è spianata verso il 4 su 4 in stagione. Rowdy parte solo quinto (in pole c’è Enfinger) ma al terzo giro è già secondo dietro a Moffitt, poi inizia la lunga serie di caution che non fa piacere a Busch, dato che prima Gilliland, stretto a muro da Chastain, e poi Harrison Burton finiscono con i Truck pesantemente danneggiati e il portafoglio suo e del team si alleggeriscono. Gli incidenti si susseguono (Dean prima con la Ruch e poi con Hill) e in una delle rare fasi di green Busch riesce a sorpassare Moffitt, poi all’ultima caution decide di fermarsi ai box, ma Moffitt non ne approfitta dato che finisce loose e così a vincere la prima stage è Enfinger. La seconda vede meno incidenti (solo uno) ma compensa tutti gli altri: Alfredo perde il controllo e finisce violentemente a muro in mezzo al fuoco; truck distrutto e bandiera rossa da 15′. Busch torna in testa (Enfinger si prende una penalità e Creed va nel garage per un problema meccanico) e gestisce la fase di gara al meglio con Crafton e Rhodes che chiudono la stage dietro di lui.

Moffitt recupera le posizioni perse alla sosta precedente e nella fase finale diventa il principale avversario di Busch, arrivando pure a sorpassarlo prima della caution causata da Forrister; purtroppo per lui (e per Rhodes) anche l’ultima sosta è lenta e così Busch ritorna davanti a tutti, ma Rohrbaugh in testacoda concede loro un’altra chance. La ripartenza è ai -25 e comincia la battaglia che coinvolge Busch, Friesen, Moffitt, Rhodes e Sauter. Ai -15 l’atto decisivo: Busch e Moffitt sono affiancati e si toccano, Kyle la scampa mentre Brett alza il piede e viene tamponato da Rhodes ed entrambi escono dalla lotta dalla vittoria; ci sarebbero ancora Friesen e Sauter, ma sono in lotta anche loro e quando Stewart torna secondo, non riesce più ad attaccare Busch che vince senza troppi patemi negli ultimi giri. Friesen è ancora una volta secondo davanti a Sauter, Enfinger e Crafton, ma aumenta la leadership in generale mentre Austin Hill rimane ancora l’unico con un posto ai playoff.

Nella Xfinity Series a partire dalla pole, dopo le qualifiche accorciate per la pioggia della notte, è Christopher Bell davanti a Brendon Jones mentre Busch è “solo” quinto. La gara però è tormentata, come sempre dopo la riconfigurazione dell’ovale, e già al primo giro Clements finisce nel prato. In testa Bell guida la gara davanti ad Allgaier mentre Busch rimonta prima fino alla terza posizione e poi alla seconda, ma non riesce a colmare i 2″ di gap dal compagno di squadra che così vince la prima stage; quarto è Custer davanti a Jones.

La sosta però ribalta tutto: Bell si prende una penalità e Jones esce dai box con il sollevatore incastrato e così Busch passa in testa seguito da Reddick. Alla ripartenza Keselowski è molto loose e perde posizioni, poi al giro seguente si ripete e – aiutato da Allgaier – viene mandato largo di nuovo. Subito dopo arriva la caution per l’incidente fra Starr e Hill e Brad scavalca un po’ di vetture per mostrare il suo disappunto a Justin e poi si rimette in linea. La gara di Keselowski finirà pochi giri dopo quando a spedirlo a muro è stavolta Haley. Anche il suo compagno di squadra Cindric non è fortunato, dato che a mandarlo contro le barriere è Sieg. Intanto davanti Gragson approfitta di una ripartenza per scavalcare Kyle Busch, ma la sua occasione dura appena una decina di giri, poi Black Jr. finisce duramente a muro e la caution arriva a pochi giri dalla fine della stage; tutti vanno ai box tranne Sieg, Chastain e Haley. Alla bandiera verde Busch non riesce a liberarsi degli avversari e così Sieg si prende 10 punti meritatissimi.

Altra ripartenza ai -101 e Bell – che ha recuperato dalla penalità – sorpassa in un 3-wide Busch e Reddick e torna in testa alla gara, poi ricominciano gli incidenti: a 75 dalla fine Allgaier imita Clements sul prato centrale, ma riesce a salvarsi, poi alla successiva bandiera verde Custer perde il controllo della vettura e travolge Jones e la gara finisce ai -68 per entrambi. I leader non si fermano ai box contando su altre caution, mentre Cindric, Grala e Briscoe rabboccano e possono farcela ad andare fino in fondo. Davanti rimangono Bell e Reddick, dato che Busch finisce anche loose e da terzo scivola nono ma poi ritorna nella posizione originaria. Man mano che passano i giri il sogno, soprattutto di Briscoe, diventa sempre più realtà, tant’è che ai -15 Gragson e Clements iniziano il giro di soste. Purtroppo il finale fuel mileage viene rovinato dallo stesso Clements che era talmente a secco che non riesce a ripartire dopo il rabbocco e si ferma in mezzo alla pit lane; la caution arriva dunque ai -11.

E qui la gara viene regalata a Busch: il crew chief di Bell decide di cambiargli due gomme, Reddick fa solo uno splash&go, ma fa pattinare le gomme in accelerazione (aveva pure lo stallo #1, il migliore in assoluto) e così Busch beffa entrambi. Negli ultimi sei giri nessuno impensierisce Kyle che vince così davanti a Reddick, Bell, Briscoe e Jeb Burton. In campionato tutto invariato nella griglia playoff mentre Reddick rimane in vetta alla generale.

I risultati odierni

La classifica della “O’Reilly Auto Parts 500”

La classifica generale

Così il campionato dopo 7 gare

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar fa tappa in uno dei suoi circuiti più noti, Bristol. Sabato sarà il turno della Xfinity Series (con la prima delle quattro gare del Dash4Cash e quindi non ci saranno incursioni da parte di Kyle Busch) e domenica della Cup Series. Per la Truck Series è invece iniziato il solito aprile di riposo: i pick-up torneranno in gara a Dover il 3 maggio.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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