NASCAR | Hamlin sorride sotto la pioggia di Darlington

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Tempo di lettura: 14 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
21 Maggio 2020 - 15:30
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La tempesta tropicale Arthur, la prima della stagione atlantica, ha provato a mettere i bastoni fra le ruote al programma ambizioso della Nascar di recuperare il tempo perduto negli scorsi due mesi. Martedì notte – nella giornata ritenuta migliore per il meteo – la Xfinity Series è stata rinviata ad oggi mentre ieri la Cup Series, che appena 24 ore prima sembrava impossibile da svolgere, è andata in scena per quasi i tutti i 500 km previsti. Per il ritorno alla normalità della Nascar mancavano due cose, i brividi legati al meteo e la riaccensione delle rivalità. E in una gara veloce e animata non è mancato nulla di tutto questo, infatti nei giri finali a beneficiare dell’inedita battaglia fra Kyle Busch e Chase Elliott è stato Denny Hamlin che ha portato a casa così la seconda vittoria stagionale.

La gara

Se la gara di domenica scorsa era stata storica, anche quella di ieri lo era. Infatti è stata la prima corsa della Cup Series disputatasi di mercoledì dal 4 luglio 1984, la storica 200esima e ultima vittoria di Richard Petty (tra l’altro ieri era il 36° anniversario del penultimo successo a Dover), addirittura la prima gara infrasettimanale non per rain delay dal 1971, e ovviamente anche in quel caso vinse Petty, e infine anche la corsa più breve su uno speedway/superspeedway dalla “Rebel 300” di Darlington addirittura nel 1965.

I 500 km in programma, equivalenti a 228 giri di Darlington, pari a 311.448 miglia dunque appena una decina in più del dato di 55 anni fa, non sono una distanza nuova. A Phoenix si corre ogni anno su questa distanza e a Bristol è anche di meno, ma per queste piste vale l’ “effetto Monte Carlo”, ovvero si cerca di mantenere la durata temporale della gara costante bilanciandola con la media attesa. Qui invece siamo su una pista da 165 mi/h di media e quindi 500 km volano via in meno di 3 ore.

Poi però iniziano i problemi con Arthur. La bandiera verde, inizialmente fissata per le 19:30 (l’1:30 in Italia), martedì viene anticipata di 90′ per avere più margine a disposizione, ma anche con questo stratagemma guardando le previsioni l’ottimismo non regna. Infatti a circa tre ore dal via inizia a piovere e con varie fasi il temporale termina a circa 45′ minuti dall’orario prefissato. Dietro questo fronte si apre una finestra decisamente ampia e sorprendente e allora l’ottimismo risale e – dopo l’asciugatura rallentata da freddo e umidità – si può partire all’1:50.

La griglia di partenza come detto nei giorni scorsi è stata creata dall’inversione dei primi 20 della gara di domenica e quindi a scattare dalla pole è Ryan Preece con al fianco Ty Dillon; ai controlli tecnici stavolta non fallisce nessun pesce grosso, soltanto McLeod (tre prove mancate e conseguente partenza dal fondo più drive through al via) e LaJoie (x2, dunque solo retrocessione in coda) mentre con loro si avviano anche Jones (modifiche in parco chiuso) e la coppia Gaulding-Yeley in quanto tecnicamente non hanno qualificato loro le vetture dato che non erano loro al volante rispettivamente della #27 e della #77 domenica scorsa.

Si parte dunque con la speranza addirittura completare tutta la gara, anche se il cielo rimane grigio e l’umidità tale da far comparire nuvole che sul radar non vengono rilevate. E infatti prima della bandiera verde succede proprio questo: mentre i piloti percorrono numerosi giri di formazione per asciugare completamente la pista soprattutto vicino alle barriere da cui scendono pericolosi rivoli d’acqua, qualche pilota riferisce che sta gocciolando in curva 1-2 e lo spettro – non inedito – di una bandiera rossa al giro 0 c’è, ma tutto passa in pochi minuti e si può finalmente iniziare.

Al via Ty Dillon scatta al meglio e passa in testa davanti a Preece, Logano e Bowyer, tuttavia questi due si scambiano dopo un giro la terza posizione; li seguono Newman e Blaney. La prima caution arriva anche questa volta molto presto: al quarto giro arriva il primo errore della carriera in Cup Series di Nemechek, il quale con una vettura molto loose finisce in testacoda e si appoggia al muro. In pochi ne approfittano già per una sosta (solo Johnson, McDowell e Buescher) e così al giro 8 si può ripartire; stavolta Dillon deve faticare di più per difendersi da Preece ma poi Ryan deve alzare il piede e quindi Logano lo passa. Joey di slancio poi sorpassa anche Ty e si porta in prima posizione, ma poco dopo Nemechek finisce di nuovo in testacoda con una vettura ormai danneggiata e c’è la seconda caution; concluderà la gara 35° a sei giri.

Anche in questa occasione in pochi vanno in pit lane (DiBenedetto, Reddick, Wallace, Hamlin, Jones e Suarez) e così al giro 15 si riparte con le prime cinque posizioni invariate. A sorpresa – al punto che Jeff Gordon sostiene che la #13 abbia un cambio con rapporti più corti – Ty Dillon scatta ancora una volta alla perfezione sorpassando Logano e tornando in testa, ma la sua gioia è breve perché “i rapporti lunghi” della #22 prevalgono alla fine del giro. La classifica pian piano si assesta e alla competition caution del giro 25 (questa volta normale, non con classifica congelata come domenica) Logano è in testa davanti a Bowyer, Blaney, Almirola, Newman, Bowman in recupero, l’ottimo Preece, Keselowski, Truex e Kenseth; Harvick è ancora nel traffico e 14° mentre i fratelli Busch pagano il sovrasterzo e sono 20° (Kurt) e 25° (Kyle, con anche problemi radio).

Bubba Wallace decide di non fermarsi avendolo fatto dieci giri prima mentre Bowyer anticipa tutti in pit lane, poi affiancando e sorpassando la #43 alla ripartenza del giro 30. Cominciano anche i primi contatti: dopo un rischio Bowyer-Blaney nelle prime fasi che ha fatto arrabbiare Clint, c’è un 3-wide in curva 4 con A.Dillon a sandwich fra Elliott e Newman e poco dopo lo stesso Newman che stringe a muro Keselowski. Intanto Bowyer allunga in testa staccando Blaney e Logano ma prosegue la rimonta di Bowman dalla 19esima posizione fino alla terza.

Sembra che Alex sia ben avviato come domenica scorsa verso la prima posizione, ma per scavalcare Blaney tocca il muro ed è costretto ad alzare il piede venendo passando dall’altro rimontante della prima stage (lunga 60 giri), ovvero Truex. Grazie all’errore della #88 Bowyer può gestire e si aggiudica il traguardo intermedio davanti allo stesso Truex staccato di 3.5″, Blaney, Bowman e Logano; si confermano anche in questa fase le difficoltà di Harvick e dei fratelli Busch.

Il giro di soste non sconvolge la classifica e quindi si riparte con Bowyer che rimane al comando davanti a Blaney ma Ryan deve vedersela prima con Bowman che lo passa e poi con Truex che quasi lo manda a muro. Tempi duri anche per un altro Ryan, ovvero Preece il quale dopo l’ottimo inizio rompe il motore e la sua gara finisce dopo 69 giri. La #88 si rilancia all’inseguimento della #14, ma prima di scavalcarla Buescher viene spedito in testacoda da McDowell e arriva un’altra bandiera gialla. Sono passati appena cinque giri e si apre il libro delle strategie.

Bowyer ad esempio non si ferma insieme a ben altri 12 piloti (fra di essi Bowman, Hamlin, Truex e Jones) mentre Blaney, Elliott, Harvick e Logano guidano il gruppo di quelli con gomme fresche. Mentre ai piloti dicono che la pioggia è lontana circa 50 miglia, oppure un’ora (quindi in arrivo verso le 4:00 italiane), si riparte al giro 77 con Truex che prima spinge Bowyer davanti a tutti e poi al giro 84 lo sorpassa andando al comando. Ma anche stavolta la green dura poco, infatti dopo il grosso rischio di Kenseth che quasi si gira sul muso di Blaney, a finire in testacoda, per una foratura maturata finendo a muro in precedenza per cercare di evitare Buescher, è Stenhouse.

Stavolta a non fermarsi sono Truex, Harvick, Byron e altri sette, quindi Bowyer – ancora una volta supportato da una pit crew straordinaria – scende in 11esima posizione. Malgrado le gomme più usurate (di 10 giri rispetto ad Harvick e 20 rispetto a Bowyer ad esempio), Truex riesce a rimanere in prima posizione per ben 15 giri prima di dover cedere ad Harvick. Nel frattempo esce di scena il primo big: Blaney perde il controllo in curva4 e si stampa contro il muro. La sosta gli farà perdere due giri ma grazie alla strategia riuscirà a recuperare fino al 21° posto. Ma la caution non arriva per lui, bensì al giro 109 per Custer che finisce contro le barriere per una probabile foratura.

Questa caution salva Harvick – ormai raggiunto da Bowyer – e riapre la sua gara dato che con la sosta comunitaria rimane così nelle prime posizioni evitando di finire nel traffico e al contempo può far controllare i paraurti che portano una piccola “Darlington Stripe”. Questo controllino lo fa finire in terza posizione dietro a Bowyer e Truex. La ripartenza arriva a 13 giri dalla fine della seconda stage ma soprattutto a soli 2 giri da metà gara, il che rende la corsa ufficiale quando la pioggia è riportata a 20 miglia dalla pista. Nel giro di soste è spuntato in quarta posizione Elliott, il quale al via spinge bene Bowyer e gli si accoda seguito da Truex. I tre non provano qualche mossa ma un vero tentativo di sorpasso non c’è e quindi Bowyer vince anche la seconda stage davanti a Elliott, Truex, Jones e Harvick.

L’ultima stage da 103 giri inizia con un altro giro di soste che rimanda Harvick davanti a tutti grazie allo stallo n°1 in pit lane conquistato con la vittoria di domenica, ma in pista è rimasta la coppia Roush Fenway composta da Newman e Buescher. Non si capisce il motivo, ma quando i piloti riportano qualche goccia di pioggia allora si intuisce tutto. Purtroppo per loro sono due gocce di numero e quindi la gara prosegue. Ad aggravare la loro situazione ci pensa un long run da ben 43 giri che manderà ko la loro strategia.

Newman resiste bene in testa alla ripartenza mentre Buescher viene spostato da Harvick. Si sa bene che Ryan è un osso duro da superare e infatti bisogna aspettare il crollo delle sue gomme unito pure ad un tire rub per vederlo uscire dalla top5. Il tentativo di Bowyer in curva4 favorisce così la mossa spettacolare di Erik Jones, vincitore della Southern500 l’anno scorso e il cui soprannome “That Jones Boy” nacque proprio qui grazie a Ken Squier, che li affianca sul traguardo e vola in testa in curva1 al giro 134.

Quando la situazione si è assestata, la classifica vede a 80 giri dalla fine Jones in testa davanti a Elliott, Harvick, Bowyer, Kyle Busch (in rimonta silenziosa come sempre), Hamlin, Truex, Bowman, Almirola e Johnson. Erik purtroppo bacia il muro ed è costretto ad alzare il piede; ciò permette a Elliott di annullare un distacco di poco superiore al secondo, sorpassare la #20 ai -68 e andare subito in fuga. Tuttavia il migliore sul long run è Hamlin, il quale scavalca tutti coloro che ha davanti e si mette all’inseguimento di Chase.

Ai -55 inizia il grande finale: mentre Chase – ovviamente – dice che sta iniziando a piovere, inizia il potenziale ultimo giro di soste ed è sotto green. Lo inaugura Kyle Busch, invischiato nella lotta con Bowyer, Harvick e Truex, il quale in pochissimi giri viene seguito da tutti gli altri. Come capita spesso, solo un pilota decide di tirare dritto confidando nella caution ed è Keselowski. E Brad – insieme ad un Brennan Poole ancora a pieni giri – pesca come la scorsa settimana la pallina fortunata, infatti ai -48 Kenseth fora, “va in testacoda” (sempre col dubbio se volontario o no) ed arriva una caution che lascia a pieni giri soltanto lui e gli staccatissimi Poole, Elliott ed Hamlin che hanno fatto la sosta mentre Ky.Busch è il lucky dog.

Si riapre ancora il libro delle strategie, visto che i set di gomme ancora disponibili ai box sono appena uno o due. Elliott ad esempio non si ferma ai box cercando di risparmiare un treno fresco, ma essendo talmente in coda al gruppo non riesce ad evitare una wave around di massa. Si riparte ai -42 dunque con Chase in testa davanti a Keselowski, Hamlin, Poole, Ky.Busch, Bowyer e tutti gli altri a pieni giri. Alla bandiera verde Brad e Denny lottano affiancati e quindi Elliott va via brevemente ma Keselowski con gomme più fresche di una manciata di giri riesce a raggiungerlo. Si capisce che per Brad è obbligatorio il sorpasso se vuole vincere la gara sfruttando la maggiore velocità in quel momento, ma Chase resiste strenuamente in testa. Keselowski non avrà una seconda chance visto che poco dopo Bowyer finisce in testacoda dopo aver baciato il muro.

Altro giro di soste, altre sorprese, infatti Hamlin non si ferma insieme a DiBenedetto mentre Harvick ancora una volta salta tutti in pit lane mettendosi davanti a Ky.Busch, Jones ed Elliott. La bandiera verde – l’ultima della gara – arriva a 29 giri dalla fine: tutti gli occhi sono su Kyle Busch, che da quarto è nella posizione migliore e con le gomme giuste per piazzare un altro colpaccio in rimonta. E infatti succede questo, seppur solo per mezzo giro. Mentre all’interno Harvick si libera stavolta di DiBenedetto, all’esterno Busch punta il compagno di squadra, ma il sorpasso in curva3 non riesce. Ad approfittarne all’esterno è Elliott che affianca e sorpassa Busch in curva4. Poi il patatrac.

Kyle Busch cerca di infilarsi nel varco fra Elliott e Harvick ma sbaglia clamorosamente i tempi al punto che sembra quasi un tentativo di vendetta di Rowdy su Chase per qualcosa che è successo in pista ma non è stato notato dalle telecamere. Il muso della #18 centra il retrotreno della #9 ed Elliott parte verso il muretto interno. Per lui la gara è finita al giro 201 e arriva la caution.

Chase scende dalla vettura e prima di salire sull’ambulanza per i controlli di rito mostra il dito medio a Busch quando ripassa di lì col passaruota non troppo ammaccato al giro successivo. Il grosso peccato è che se ci fossero stati i tifosi sarebbe venuta giù la tribuna dai boati, e invece tutto tace. Intanto Hamlin ha mantenuto la prima posizione e mentre si gira sotto caution inizia a piovigginare.

Stavolta la pioggerellina prosegue costante e la Nascar decide di andare avanti sperando che le vetture mantengano la pista asciutta, ma ciò non basta e al giro 208 la pista è definitivamente bagnata. Arriva la bandiera rossa che sa di beffa per Elliott visto che con i numerosi giri sotto caution è finito al penultimo posto in classifica; ai box intanto la pit crew di Chase si siede sul muretto di quella di Busch in attesa di un chiarimento (impossibile visto il distanziamento sociale imposto, dunque niente bagarre). Nel frattempo in pista per completare la scena spunta dal nulla una volpe che si fa un giretto sul rettilineo opposto.

Vista la situazione generale e visto che la gara è ufficiale da un bel po’, dopo sette minuti di riflessione alle 4:47 la Nascar dichiara conclusa la gara con 20 giri di anticipo ed Hamlin conquista così la seconda gara stagionale davanti a Ky.Busch, Harvick, Keselowski, Jones, Logano, Almirola, Johnson, DiBenedetto e Truex; da notare l’11° posto di Bell alla prima gara positiva del 2020.

C’è tempo per un’ultima scenetta: mentre Kyle Busch ammette – sembra sinceramente ma alla sua maniera – di aver commesso un errore madornale senza volontarietà, Hamlin si prepara alla sua intervista mettendosi una mascherina… che rappresenta il suo sorriso, giusto per sdrammatizzare la situazione che si sta vivendo. E mentre comincia a parlare inizia a piovere più intensamente, segno che quella dei commissari è stata la decisione corretta. Va in archivio così la doppia gara della Cup Series a Darlington e si può dire davvero che la Nascar sia tornata veramente, ora ci sono pure nuove rivalità che già domenica affronteranno un altro banco di prova a Charlotte in occasione della 600 miglia.

Le altre categorie

Come detto in apertura, la gara della Xfinity Series a Darlington inizialmente prevista per martedì notte è stata posticipata ad oggi con partenza alle 18:00 italiane. In pole in seguito al sorteggio partirà Noah Gragson.

I risultati odierni

La classifica della “Toyota 500”

La classifica generale

Così il campionato dopo 6 gare

I prossimi appuntamenti

Dopo l’odierna Xfinity Series la Nascar si trasferirà a Charlotte. In programma ci sono due gare della Cup (domenica e mercoledì notte), una della Xfinity (lunedì notte all’1:30) e una della Truck Series (martedì notte alle 2:00). Per la Cup Series domenica in programma la tradizionale CocaCola600, l’unica gara in questo mese e mezzo per la quale si svolgeranno anche le tradizionali qualifiche. La griglia di partenza sarà decisa alle 20:00 italiane mentre la bandiera verde sarà pochi minuti dopo la mezzanotte.

Immagine: nascarmedia.com

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