NASCAR | Hamlin beffa DiBenedetto nella notte di Bristol!

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Tempo di lettura: 19 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
18 Agosto 2019 - 18:45
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Le lacrime, trattenute a stento, sono le stesse di tre anni e mezzo fa. Allora erano solo di gioia, oggi invece sono dolceamare. Matt DiBenedetto ha sempre avuto un rapporto particolare con i circuiti in cui non conta solo la vettura ma anche il pilota. Altrimenti non si spiega il sesto posto sempre qui a Bristol ottenuto con il derelitto BK Racing o il nono alla Daytona500 di due anni fa. Ma questa estate è stata speciale: quarto a Sonoma, ottavo a Daytona, quinto in New Hampshire, sesto al Watkins Glen. In sintesi DiBenedetto stava diventando non solo un pilota da buoni risultati, ma addirittura da tenere in considerazione per la vittoria. Poi il giorno di Ferragosto la doccia fredda: il suo team non gli ha rinnovato il contratto per il 2020 e la colpa non era ovviamente sua, ma dell’organizzazione Toyota che in questi anni ha preso e buttato via troppi talenti o per la mancanza di fiducia (Roger Penske sta ancora ringraziando Joe Gibbs per avergli praticamente regalato Logano) o per la mancanza di sedili a disposizione. E così per tenersi Erik Jones e non perdere Christopher Bell (destinato appunto alla #95) a perdere il posto è stato DiBenedetto. E come ha reagito Matt di fronte a questo? Anziché disperarsi ha tirato fuori la gara della vita, ma il sogno si è infranto a soli 12 giri dalla fine, quando è stato superato da uno scatenato Denny Hamlin, al volante ovviamente di una Toyota del JGR.

La gara

La sera di Bristol arriva alla fine di un weekend incredibilmente tranquillo per la Cup Series. Nessun incidente nelle libere, nessun problema in qualifica, nessuna auto irregolare ai controlli tecnici e le sportellate del Watkins Glen sono un ricordo ormai lontano. L’unico momento di tensione arriva nella giornata di sabato quando i piloti sono risentiti con la Nascar ed i gestori del circuito (la potentissima famiglia Smith) perché non sono stati avvisati prima delle ultime due sessioni di libere su come era stata trattata la pista per renderla migliore. Malgrado ciò tutti gli indizi portano ad una gara spettacolare e – per una volta – andrà esattamente così.

A conquistare la pole position, la prima stagionale per la Toyota e siamo alla gara numero 24, è uno scatenato Denny Hamlin, reduce da cinque top5 consecutive, mai così bene nella sua carriera lunga ormai 15 anni. Il gruppo dei favoriti è composto da una decina di piloti in pratica, tutti quelli del JGR, quelli di Penske, poi Elliott, Harvick, Larson ma anche un Matt DiBenedetto che nelle libere è andato molto veloce. I primi 50 giri non deludono affatto: Hamlin rimane in testa seguito da Larson ed il distacco fra i due fa l’elastico. Denny è nettamente più veloce a pista libera, ma nei doppiaggi sembra un po’ impacciato (e questa fase inizia al giro 14 di 500) e quindi permette a Kyle di raggiungerlo. I due si scambiano la prima posizione per ben quattro volte, poi Hamlin se la riprende definitivamente mentre dietro di loro completano la top5 Truex, Kurt Busch e DiBenedetto. In coda al gruppo ci sono invece due big che hanno faticato in qualifica, uno è Jimmie Johnson mentre l’altro, vittima di un sorteggio sfavorevole, è addirittura Kyle Busch che – partito 31° – ci mette molto a rientrare nella top25 a causa della mancanza di aderenza.

Il primo colpo di scena arriva poco dopo la metà della stage quando Logano, in quel momento in coda alla top10 dopo essere stato anche sesto, fora e rientra ai box senza però finire a muro. La sosta è tuttavia lentissima e Logano perde addirittura tre giri. Poco più tardi le forature diventano tre: la seconda vittima è Menard (anche lui senza danni), mentre l’ultima è per Austin Dillon che finisce contro il muretto (chiuderà la gara staccato di addirittura 113 giri) e nella confusione Jimmie Johnson non può evitarlo ed anche lui rimedia qualche ammaccatura e infine a finire contro la #48 è il leader della gara! Hamlin infatti li aveva appena raggiunti per doppiarli e il verdetto che arriva dall’analisi del momento della caution è di quelli che cambiano la gara: Johnson era il primo dei doppiati ma – in quanto coinvolto nell’incidente – non può essere il lucky dog e quindi Kyle Busch, che era pochi metri dietro di loro, rimane intrappolato a un giro.

La pit lane si apre per il primo giro di soste ed Hamlin è obbligato a raddrizzare un paraurti e quindi cede la prima posizione a Larson che riparte davanti ad Elliott. Per la #42 non ci sono problemi di sorta nel gestire Chase nella fase iniziale ed il ritmo che impone è severo, al punto che al giro 100 Johnson perde un altro giro. Sul long run però Elliott è più veloce di un Larson che deve affrontare doppiaggi sempre più impegnativi, lo raggiunge ai -5 e lo attacca. Hemric non diventa un Ricardo Zonta del 2019 solo perché Larson rimane davanti al rivale e vince la prima stage davanti ad Elliott, Truex, Harvick e DiBenedetto.

La sosta al break regala alla gara un altro leader, infatti Elliott sorpassa Larson e comanda la seconda stage a lungo davanti ad Harvick e lo stesso Larson, ma nella lotta entra un altro protagonista. Ryan Blaney ha rimontato dalla 12esima posizione iniziale grazie ad un’ottima velocità sugli short run e si porta fino alla terza posizione, poi però pian piano perde un paio di posti rimanendo comunque nella top5. Chi invece fatica nel traffico è Hamlin che, ripartito fuori dalla top10, al giro 150 è ancora soltanto nono, anche a causa di una ruota mal fissata. Nel frattempo Harvick si è riavvicinato a Elliott e al giro 165 si porta in prima posizione seguito come un’ombra da Truex. Il problema per Hamlin è talmente serio che ai -64 da metà gara va ai box per un cambio gomme ma pure lui, come Logano in precedenza, viene beffato da una caution provocata da Almirola (anche per lui gara da dimenticare, concluderà 29° a 18 giri) che taglia la strada a Yeley quando non lo aveva ancora superato del tutto e per questo finisce a muro.

Nuovo giro di soste e nuovo leader: la vettura di Harvick cade dal sollevatore e così Truex si porta in testa mentre dietro di loro piloti come Johnson, Logano ed Hamlin prendono la wave around e si portano a solo un giro di ritardo, lo stesso a cui è costretto anche Kyle Busch. Inizia così una bella battaglia per prendere il lucky dog alla fine della stage, ma le carte in tavola verranno cambiate in fretta. Alla ripartenza la #19 rimane in prima posizione, sul momento davanti a Larson e in seguito davanti al solito Blaney, ma lo stint dura appena 18 giri, poi Almirola fora a causa dei danni precedenti (e McLeod, compagno di squadra di Yeley, non può evitarlo) e la caution permette a Kyle Busch, dopo una battaglia con Menard durata per tutti i primi 214 giri, di tornare a pieni giri.

Nessuno dei leader si ferma ai box e quindi si riparte sempre con Truex in testa davanti a Blaney, ma entrano in scena due nuovi protagonisti: Kurt Busch all’esterno passa quasi tutti e si porta in seconda posizione e poco dietro si fa vedere anche Erik Jones, anche grazie al fatto che Blaney si tocca col doppiato Weatherman (sostituto all’ultimo minuto del sospeso dall’antidoping Currey) e scivola in settima posizione. Mentre più dietro Hamlin e Logano si stanno contendendo il lucky dog, a pochi giri dalla fine Bowyer emula il compagno di squadra Almirola, solo che questa volta la “vittima” (tra virgolette dato che rimedia pochissimi danni) è Houff e poi Clint si salva non finendo a muro. La caution è arrivata a soli 7 giri dalla fine della stage e ciò permette ai leader di giocare con la strategia, rinunciando ai punti del traguardo intermedio per ripartire in testa nella stage finale. E così Truex, Elliott ed Harvick vanno ai box con molti altri lasciando in prima posizione Kurt Busch. Per la #4 però la sosta diventerà anche l’ultima: un problema alla trasmissione gli fa fare solo un giro per imboccare la via del garage e per Harvick, uno dei favoriti per la vittoria, arriverà invece un incredibile ultimo posto.

La bandiera verde arriva a soli due giri dalla fine della stage e Kurt Busch non ha problemi nel prendersi il traguardo intermedio davanti a Suarez, Newman (rispettivamente 9 e 8 punti che fra un paio di settimane potrebbero essere fondamentali per loro), Kyle Busch e Byron. Se vi siete stupiti nel vedere la #18 così in alto, bene la mossa successiva è ancora più incredibile dato che mentre tutti vanno in pit lane per il completamento del giro di soste, il suo crew chief decide di non farlo fermare e così alla ripartenza Busch è addirittura in testa alla gara.

Ogni giro di soste fa entrare nel gruppo di testa nuovi favoriti per il successo: a questo turno è la volta di Keselowski, spuntato all’improvviso in seconda posizione dopo la ripartenza, ma anche di Hamlin che torna a pieni giri con Logano grazie alla sequenza di caution innescata da Almirola e Bowyer. Con loro ci dovrebbe essere anche Johnson, ma un contatto nello sprint di due giri precedenti lo obbliga ad una sosta aggiuntiva. Con gomme più usurate di una quarantina di giri Ky.Busch resiste in testa per poco, poi Keselowski lo sorpassa e cerca di allungare, ma Rowdy mette in mostra tutto il suo talento rimanendo sempre a non più di 1.5″ di distanza da Brad. Il gruppo di testa è completato da Elliott, Jones, Larson, Truex e DiBenedetto e tutti sembrano avere qualcosa per contendersi la vittoria.

A 200 giri dalla fine, malgrado sia su una strategia diversa, Kyle Busch continua a tenere il ritmo di Keselowski e a questo punto bisogna inserire pure lui nel novero dei favoriti dato che dietro di loro Elliott si spegne improvvisamente e scivola a 4″ tenendo dietro il gruppetto citato poco fa. Brad sente la pressione e per doppiare Menard finisce per tamponarlo; i danni sono solo estetici ma questo permette a Kyle di riprenderlo e – dopo un breve duello – sorpassarlo al giro 355. Ad approfittarne è anche Jones che, liberatosi di Elliott, ha ripreso i primi due e prova a sorpassarli.

A Kyle Busch servirebbe però una caution per rimettersi in linea con gli altri e, dato che ormai non si ferma da quasi 150 giri, sta finendo anche la benzina e una sosta sotto green così tardi sarebbe la fine della sua gara. E invece in due giri di follia la sua corsa si riapre: per primo Truex fora, finisce a muro e vai ai box, poi a Bowman, che lotta per non venire doppiato succede la stessa cosa e viene tamponato da Logano che non può evitarlo e la caution è obbligatoria. A beneficiarne, come spesso succede in questi casi, è Newman che torna a pieni giri.

L’ultimo rifornimento lascia Ky.Busch davanti a Jones e Keselowski mentre i piloti rimasti a pieni giri sono appena 13. La fase di green tuttavia dura poco dato che Blaney si tocca con Hemric e la foratura è immediata al punto che soli 100 metri dopo tira dritto in curva 1 stringendo a muro Stenhouse, mandando ko pure l’ottimo Ragan (che ha annunciato a Ferragosto il ritiro dalle corse) e McDowell e lasciando Johnson con qualche altra ammaccatura. Chi si salva è invece Larson che aveva rimediato un incredibile tire rub quando in pit lane un meccanico di Jones aveva toccato involontariamente il suo passaruota con lo pneumatico che trasportava.

Si riparte a 113 giri dalla fine e la situazione rispetto a due ore prima è totalmente cambiata: Hamlin sta ancora recuperando, Larson è in coda al gruppo dopo una sosta aggiuntiva, Harvick è già sulla via di casa, Truex è appena finito a muro, Elliott è scomparso dal radar, Kurt Busch ha perso qualche posizione e così davanti rimangono Jones, Kyle Busch, Keselowski e DiBenedetto. Ci si aspetta un finale esplosivo ma in realtà non ci saranno più caution fino alla bandiera a scacchi. Alla ripartenza Jones scatta bene a differenza di DiBenedetto che si lascia scappare la prima chance ma non la seconda dato che in curva 4 Ky.Busch perde ancora una volta aderenza e così Matt si porta dietro ad Erik.

Visto quanto fatto in precedenza da Jones sul long run ci si aspetta che la vittoria sia assolutamente alla sua portata, ma DiBenedetto non lo molla ed Erik commette un errore imperdonabile e così a poco più di 100 giri dalla fine la #95 passa in testa accompagnato dal boato del pubblico. Inizia così un sogno che durerà 93 tornate. La macchina c’è dato che è nella top10 costantemente da inizio gara, il pilota è in uno stato di forma incredibile e quindi cosa potrebbe impedirgli di ottenere un incredibile successo? Le opzioni sono due, o una caution nel momento meno opportuno oppure il classico braccino. E invece a Matt non arriva nessuna delle due, ha un vantaggio di poco meno di 1″ su Elliott, Keselowski ed Hamlin. I giri passano e la situazione non cambia, il traguardo è sempre più vicino al ritmo di 15-16″ per tornata, ma la doccia fredda arriva fra i -50 ed i -45: Hamlin cambia passo e in un attimo sorpassa Brad e Chase portandosi in seconda posizione. E Denny ha una vettura veloce, all’ultima sosta era finito in fondo al gruppo per un’altra ruota mal fissata ma in pochissimo era passato dalla 13esima posizione della ripartenza alla top5.

Hamlin recupera centesimi ogni giro ed ogni miglio che passa i doppiaggi per DiBenedetto si fanno sempre più impegnativi. In tutti questo girare vorticoso è inevitabile dunque imbattersi nello scoglio più grande di tutti, uno scoglio chiamato Ryan Newman. Tutti sanno che il pilota della #6 è difficile da sorpassare in ogni situazione, ma qui Ryan ci mette – a mio avviso – un pizzico di malizia in più. Una eventuale vittoria di Matt toglierebbe un posto per i playoff in cui è invischiato in una lotta punto a punto per gli ultimi due biglietti disponibili, un successo di Hamlin invece sarebbe l’ideale. Ai -40 la #95 raggiunge Newman e Ryan non molla, fra i due c’è un contatto involontario che – poi dirà Matt – ammacca il paraurti, rende la vettura più sottosterzante e gli ha fatto perdere un decimo al giro. Tutto questo è assolutamente normale a Bristol, se non fosse che un paio di giri più tardi Newman lascia passare tranquillamente Hamlin senza ostacolarlo. Antisportivo? Assolutamente no, chiunque nella sua stessa situazione di classifica avrebbe fatto la stessa cosa.

In ogni caso Hamlin è più veloce e metro dopo metro è sempre più vicino a DiBenedetto. Lo raggiunge ai -18, il primo attacco fallisce, il secondo ai -12 no. Per un miglio sono affiancati, poi a soli 11 giri dalla fine Denny passa e si invola verso la vittoria. Non c’è una seconda chance per Matt ma soltanto un beffardo secondo posto. Hamlin festeggia il quarto successo stagionale e si rilancia in ottica campionato tuttavia il primo pensiero è per lo sconfitto perché capisce bene cosa gli abbia “rubato” (tra virgolette dato che la vittoria di Hamlin è assolutamente meritata). A pochi metri di distanza DiBenedetto rilascia una delle interviste più strappacuore che si possano ascoltare ma ancora più incredibile è il boato di supporto che riceve da tutto il pubblico riunito all’ultimo grande Colosseo. Dimenticati dal resto del mondo, se non per i tweet di congratulazioni e incoraggiamento a DiBenedetto nel post gara, completano la top10 Keselowski, Ky.Busch, Elliott, Larson, Bowyer, Suarez (primo dei doppiati con l’unica vettura SHR ad uscire indenne da Bristol anche se ha rischiato di finire travolto da Clint in testacoda), Ku.Busch e Blaney.

In campionato Rowdy approfitta di un altro passo falso di Logano (16° al traguardo) per portare il suo vantaggio sulla #22 a 39 punti e la vittoria della regular season potrebbe arrivare già a Darlington. In coda alla top16 Newman (11°) ancora una volta fa il bottino grosso ed è ora a +14 sul taglio; Suarez grazie ai punti della seconda stage ora è a +3 sul compagno di squadra Bowyer mentre Johnson (alla fine 19° a quattro giri) è scivolato addirittura a -26 e la rimonta si fa ancora più difficile.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series successo incredibile per Tyler Reddick che era partito dal fondo della griglia dopo aver fallito i controlli pre-qualifica per ben quattro volte. Dalla pole scatta un inarrestabile Austin Cindric che in qualifica batte pure Kyle Busch. Al via Austin decide di non strafare e lascia che Kyle si scateni; verrà “punito” da questa decisione e durante tutta la gara ripartirà per pura coincidenza sempre dalla corsia sfavorevole ma porterà a casa lo stesso un quinto posto. Dopo pochi giri Diaz finisce a muro e questo salva Reddick che aveva dovuto scontare anche un drive through a inizio gara e aveva perso un giro.

Ma il primo colpo di scena arriva al giro 38: Custer sta per doppiare all’esterno Mills, ma costui non lo vede arrivare e lo stringe a muro. Nella carambola finiscono a muro lo stesso Cole (sette giri persi), Bell (soli tre giri passati ai box che non gli impediranno di chiudere 14°), mentre Erik Jones e Logano chiudono la gara qui. Senza più due big in pista il compito sembra ancora più semplice per Busch, ma Allgaier non è d’accordo e – dopo la caution per la foratura di Nemechek – passa in testa. A rovinargli la prima stage ci pensa però una caution per detriti che permette a molti di fermarsi ai box e fa ripartire Reddick al suo fianco. Nello sprint finale Tyler ci prova, ma all’ultima curva i due entrano in contatto e ciò permette a Brandon Jones di conquistare il traguardo intermedio.

Il break permette di effettuare ulteriori soste, solo Gragson non si ferma e così passa in testa ma dura poco, poi Kyle Busch riprende la prima posizione in una stage che si dimostrerà molto lineare. L’unica interruzione è la bandiera rossa per l’incidente a Bassett che finisce a muro in curva 4 dopo che gli si è staccata una ruota facendogli poi terminare la corsa contro i barili di protezione del muretto della pit lane. Tutto facile per Kyle Busch? Tutt’altro! A pochi giri dalla fine della stage la sua vettura inizia a fumare, ma non è un tire rub bensì il suo motore sta cedendo (così come successo in precedenza ad Haley). Rowdy vince così la seconda stage e poi si infila subito nel garage e la sua gara finisce qui.

Senza Kyle Busch il pallino della gara passa ad Allgaier e Reddick. Tyler è al comando dopo il giro delle soste, ma Justin poco dopo passa in testa e ci rimarrà per i 100 giri successivi malgrado due caution che ricompattano il gruppo. Il problema per lui che lo ha fatto non fermandosi ai box a differenza di Reddick e degli altri. E alla fine lo paga: ai -12 Jones fora per un contatto e al giro dopo ad Allgaier cede una gomma ed entrambi sono costretti ad una sosta beffarda che impedisce loro di conquistare una vittoria. Reddick ringrazia e vince battendo Briscoe (sette soste per riparare dei danni rimediati nell’incidente di Custer e Bell), Nemechek, Clements e Cindric. In campionato Reddick da un lato si riavvicina alle cinque vittorie della coppia Bell-Custer, dall’altro nella generale riallunga dopo la penalità di 10 punti ricevuta nel pre-gara.

Nella gara della Truck Series che apriva i playoff vittoria per il campione in carica Brett Moffitt, il quale ha avuto sempre il controllo della gara in mano, con o senza Chastain nei paraggi. Con questo successo Brett è anche il primo qualificato al secondo round. Moffitt aveva anche conquistato la pole, ma subito iniziano le caution (saranno ben 12 in appena 200 giri): dopo 4 giri Dean finisce in testacoda e nel tamponamento a catena che si genera Creed, partito dal fondo, mette ko Little. Alla ripartenza passa in testa Ross Chastain e fra i due inizia un duello che durerà per tutte le prime due stage; Chastain è più veloce a pista libera mentre Moffitt è più efficace nei doppiaggi ma al momento non è sufficiente per un sorpasso e Ross vince così il primo traguardo intermedio.

I duellanti non di fermano ai box (a differenza di Sauter, Rhodes e molti altri) e proseguono nella loro battaglia, con Moffitt che rende il favore a Chastain nella stessa maniera. Nel frattempo Sauter – finito nel traffico – fatica a rimontare; ad una ripartenza manda in testacoda J.H.Nemechek che, nell’effetto pendolo, gli apre la fiancata come un apriscatole. Pochi giri dopo la bandiera verde Chastain usa il paraurti per passare Moffitt, ma Brett aspetta il momento giusto per il controsorpasso. Negli ultimi tre giri – anche grazie al fatto che Sauter non vuole farsi farsi doppiare – i due si sorpassano altre tre volte con l’ultima, che premia Moffitt, proprio all’ultima curva.

Enfinger non si ferma ai box e quindi passa in testa seguito da un gruppo di piloti che ha cambiato solo due gomme mentre Moffitt è nel plotone con quattro pneumatici freschi e Chastain è in coda a causa di una penalità. E le sette caution in appena 80 giri per poco non premiano Grant, ma nel finale la rimonta di Moffitt è inarrestabile ed è lui a vincere la gara davanti a Chandler Smith, Chastain (che ha rimontato facendosi largo senza troppi pensieri e infatti alla fine qualcuno avrà da ridire con la sua condotta di gara), Friesen (mezza gara a lottare con il truck in sovrasterzo) ed Enfinger. Crafton è settimo dopo aver mandato in testacoda Friesen, Hill decimo, Sauter 11° dopo ulteriori contatti e Ankrum solo 20° dopo aver sofferto di problemi al motore. Da sottolineare una bandiera rossa nel finale e la Decker che finisce in testacoda mentre viene spinta ai box dai commissari e fa arrabbiare il suo spotter.

I risultati odierni

La classifica della “Bass Pro Shops NRA Night Race”

La classifica generale

Così il campionato a 2 gare dai playoff

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Cup Series effettuerà il suo ultimo turno di riposto prima dello sprint finale lungo 12 gare. Spazio dunque alle altre due categoria: la Xfinity Series scenderà in pista sabato a Road America mentre domenica i Truck andranno a Mosport (Canada) per la seconda gara dei playoff.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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