NASCAR | Fontana: 200esima vittoria in carriera per Kyle Busch!

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Tempo di lettura: 12 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
18 Marzo 2019 - 14:00
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Quando la fortuna e l’abilità si uniscono l’unico risultato possibile è la vittoria. Non che Kyle avesse bisogno di un aiuto dalla sorte, dato che comunque stava dominando come al solito – e come sabato – ma poi si è complicato la vita a 80 giri dalla fine con una penalità per eccesso di velocità in pit lane. Soli 0.04 mi/h che hanno rischiato di fargli rinviare la 200esima vittoria in carriera di almeno una settimana. E invece dopo la rimonta dal 18esimo al quinto posto sono arrivati una strategia obbligata, una caution al momento perfetto e un sorpasso magistrale a Keselowski e Logano (sottolineo quell’ “un” e quell’ “e”) che lo hanno riportato in prima posizione. Da lì in poi è iniziata la meritata festa del pilota di Las Vegas che, zitto zitto perché tutti stanno parlando delle 200 vittorie, aumenta il vantaggio in cima alla classifica generale.

La gara

Come spesso accade ultimamente, la cronaca parte dalle qualifiche perché è da qui che esce la discussione che terrà banco in Nascar nelle prossime due settimane. Come sapete, il nuovo pacchetto aerodinamico privilegia la scia e dunque si poteva intuire già dall’inverno che le qualifiche di gruppo sugli ovali più grandi di 1.5 miglia sarebbero state decisamente diverse. Ad Atlanta lo si era provato, a Las Vegas lo si era visto, a Fontana – ovale da 2 miglia – era scontato che si poteva fare la pole solo in scia ad un’altra vettura. E così nessuno voleva essere il volontario che usciva dalla pit lane per primo solo per tirare la scia a tutti gli altri e finire ultimo. Nel secondo round quasi tutti i piloti sono usciti all’ultimo e si sono salvati soli per 5″, nel terzo e decisivo round da cinque minuti i 12 piloti hanno aspettato in fondo alla pit lane in attesa di uno più coraggioso. Alla fine questo pilota non c’è stato e quindi quando i 12 sono usciti dalla pit lane non c’era più tempo e le bandiere rossa e nera (equivalente di quella a scacchi) sono sventolate prima che tutti iniziassero il loro giro lanciato. A conquistare la pole – tecnicamente a 0.000 mi/h – è stato così Austin Dillon, il più veloce del secondo round. Una brutta figura, tant’è che i tifosi sulle tribune hanno sonoramente fischiato, a cui la Nascar ha promesso di rimediare. Peccato che il problema era stato previsto da tutti già da molti mesi e non sono state prese misure precauzionali.

Al via Harvick, partito in prima fila, affianca Dillon e al termine del primo giro alla lotta si unisce pure Hamlin, poi Kevin deve alzare il piede e – come conseguenza di questo pacchetto aero – perde un sacco di posizioni. Dillon lotta nelle prime posizioni nonostante si sia svegliato non in salute (e con lui pure la moglie) ed è partito dopo un passaggio al centro medico. Con la partenza è sicuro di ottenere i punti anche se dovesse scendere dalla vettura durante la gara, ma a stupire è il nome del potenziale sostituto. Cole Custer, pilota dello SHR in Xfinity Series, è stato chiamato al volo a meno di due ore dal via mentre era a mangiare in quanto tutti gli altri piloti della categoria di mezzo erano già ripartiti per la North Carolina dopo la gara del sabato mentre Cole, californiano di nascita, ne aveva approfittato per rimanere nei luoghi natali e così la sorte gli regala una potenziale ulteriore gara in Cup Series dopo le tre disputate l’anno scorso con il Rick Ware Racing.

Dopo una manciata di giri è Almirola a prendere la testa della gara e il gruppo pian piano si mette in fila indiana; dopo un inizio di gara promettente per il nuovo pacchetto aero, col proseguire della corsa si ritorna alla solita trama e a riportare tutti sulla terra è ovviamente Kyle Busch, che prende il comando al giro 13 dal compagno di squadra Hamlin. Dietro i due piloti del JGR si mantengono Almirola, Logano (partito non bene e costretto a recuperare) e la coppia A.Dillon-Stenhouse, che continua ad iniziare la gara nella top5 ma poi fatica a chiudere con buoni risultati. Harvick invece è in difficoltà, tant’è che al 20° giro da secondo scivola in 12esima posizione, sorpassato anche da un Truex in rimonta dalla 27esima posizione.

Al primo giro di soste di metà stage si arriva con Busch che ha 2″ su Hamlin e Almirola, 4.5″ su A.Dillon e 6.5″ su Logano mentre dall’ottava posizione si fa sentire Bowyer, ma non sono buone notizie dato che crede che il suo motore stia per cedere; dopo i pit stop le posizioni non cambiano e i distacchi assoluti aumentano. Quando tutti si aspettano i problemi per Bowyer, i guai arrivano invece in casa Dillon: prima Ty è costretto ad una sosta supplementare, poi a 5 giri dalla fine della stage dalla vettura di Austin si leva una nuvola di fumo. Sembra che il motore sia finito ko (e infatti viene chiamata subito la caution), ma in realtà ha solo forato. Alla ripartenza manca solo un giro e Hamlin, Stenhouse e Bowyer decidono di rischiare per conquistare punti preziosi non fermandosi ai box. Bandiera verde e Busch in curva 1 è già davanti, pochi metri più indietro invece Stenhouse perde il controllo della vettura e finisce in testacoda. Nel parapiglia che segue Truex (risalito quinto prima della caution) viene toccato ed esce dalla contesa per la vittoria così come Larson, che si appoggia al muro. Busch vince così la prima stage sotto bandiera gialla davanti a Logano, Hamlin, Harvick e Almirola.

Alla partenza della seconda stage Logano ci prova, ma dopo un paio di sorpassi e controsorpassi è costretto a vedere Kyle Busch allungare pian piano finché ne perde la scia. A metà gara la corsa sembra un affare ristretto fra JGR e Penske, dato che occupano la top5 dopo essersi spartiti equamente le prime quattro gare stagionali. Il quinto però non è più Hamlin ma Jones, nonostante anch’egli abbia riportato qualche danno nell’incidente di Stenhouse. Il giro di soste di metà stage non cambia di molto le posizioni, i distacchi si dilatano di nuovo e Busch vince pure il secondo traguardo intermedio davanti a Keselowski, Blaney, Logano ed Almirola mentre Jones cede negli ultimi giri.

Kyle Busch è a 80 giri dalla gloria, ma come il giorno precedente di mezzo ci sono le soste. E nell’ultimo tratto della pit lane viene pizzicato a 60.04 mi/h, appena 0.04 più del limite. Per lui scatta la penalità e la partenza dal fondo del gruppo in 18esima posizione e a fargli compagnia c’è il compagno di squadra Hamlin. Alla ripartenza in testa così c’è Keselowski che scappa via subito approfittando della lotta alle sue spalle fra Harvick, Elliott, Larson, Logano e Blaney. Alla fine a prevalere sono Joey e Ryan e ai -48 (25 giri dopo la ripartenza) in testa ci sono le tre vetture del Team Penske. Intanto Kyle Busch è impegnato nella sua rimonta: dopo alcune mosse decise alla ripartenza, risale in fretta la classifica, passando anche due vetture alla volta, ma quando rientra nella top10 ai -60 il gap da Keselowski è di circa 8″. La #18 prosegue nello scalare la classifica, ma il problema per lui è che il distacco dalla vetta non scende ma rimane stabile. A questo punto, in assenza di ulteriori caution, serve una mossa tattica, quindi o un undercut o un overcut estremo.

A 40 giri dalla fine, con Ky.Busch quinto, inizia il giro di soste e la #18 tira dritto nella speranza di una caution. E, come si sa, la fortuna aiuta gli audaci e la caution arriva a 36 giri dalla fine. Il segno del destino è anche rappresentato dalla vettura che la causa: la #43 del Richard Petty Motorsports guidata da Bubba Wallace che fora l’anteriore sinistra e il battistrada devasta il passaruota spargendo detriti in curva 1-2.

Nonostante siano passati pochi giri dalla sosta, i leader tornano ai box per montare gomme fresche. Il team Penske invece sfrutta la superiorità numerica: Keselowski e Logano (già qualificati ai playoff) si fermano con Busch e gli altri mentre Blaney viene lasciato in pista nel caso arrivi un’altra caution. Alla ripartenza ai -31 Kyle non scatta bene alla pari di Blaney e così Brad e Joey vanno al comando della gara e allungano. Busch deve lottare prima col fratello Kurt, ancora una volta la migliore Chevy in pista, e Harvick e quando torna in terza posizione ai -27 vede davanti a sé lo scenario ideale: la #2 e la #22 che si sorpassano e si rallentano a vicenda. In un giro Kyle riprende i due avversari e con una manovra da applausi li scavalca entrambi in un colpo solo in curva 1-2.

Da qui in poi scatta solo il conto alla rovescia e – data l’assenza di ulteriori caution – il momento storico arriva in fretta. Non ci sono doppiati di mezzo, Logano è staccato di oltre 2″ e tutto è sotto controllo. 14 anni dopo la prima vittoria in Cup Series proprio qui a Fontana e 15 dopo la prima assoluta in Nascar, Kyle Busch raggiunge così un traguardo incredibile, il 200esimo successo in Nascar (53 in Cup, 94 in Xfinity e 53 nella Truck Series), un traguardo che lo mette tra i più grandi di sempre, sempre che non ci fossero già dubbi. Ma a parte questa quota impensabile, a fare impressione è l’inizio di stagione di Busch, il primo a vincere due volte e, escludendo il sesto posto di Atlanta, il suo peggior risultato è il terzo posto di Las Vegas. I rivali però non mollano: dietro di lui hanno concluso i soliti noti ovvero Logano, Keselowski, Harvick (sempre lì, ma mai primo) e Blaney; completano la top10 Kurt Busch, Hamlin, Truex, Almirola e lo stoico Austin Dillon che alla fine ha resistito per tutte e 400 le miglia previste.

Si torna a casa dopo il viaggio ad Ovest con un favorito netto per il campionato e il suo nome è Kyle Busch, ora toccherà agli altri provare a batterlo.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series Kyle Busch manca incredibilmente il primo “match point” per la 200esima vittoria dopo una gara dominata dall’inizio fino all’ultima sosta. A Fontana è dal 2002 che un “regular” della Xfinity Series non vince, dati i 23 successi consecutivi dei big della Cup Series, ma Cole Custer riesce a imporsi resistendo appunto al ritorno dello stesso Busch. Dalla pole scatta Tyler Reddick (nonostante delle libere difficili con un contatto a muro e un testacoda), e per i primissimi giri tenta di resistere a Busch, partito al suo fianco, ma – dopo un sorpasso e controsorpasso – Kyle inizia ad allungare in vetta. Dietro di loro ci sono Bell, Custer e Allgaier tuttavia presto Christopher inizia a cedere a causa di problema all’acceleratore.

Non sembra, ma la gara è selettiva e molti pagano dazio, chi bacia il muro in curva4, chi invece ha altri problemi, come Haley (cinture che si slacciano e gli fanno perdere un giro) e Chastain (gomma ko e tre giri persi) nella prima stage vinta da Busch davanti a Reddick e Custer, e poi nella seconda stage – classifica immutata nelle prime due posizioni – è il turno di Gragson (foratura) e Nemechek (ruota malfissata).

La gara sembra in totale controllo per Busch e inizia in testa anche la stage finale, ma il gap rispetto a inizio gara su Reddick e Custer non è più così netto. La prima vera caution arriva al giro 85: Cindric e Nemechek duellano e Austin sorpassa John Hunter, il quale non si avvede dell’arrivo di Sieg e gli taglia la strada; per Nemechek c’è un violento impatto col muro ma nessuna conseguenza. Alla ripartenza la sorpresa è Custer, il quale sorpassa sia Reddick che Busch andando al comando, ma resiste solo quattro giri poi Kyle ritorna al comando, fino al testacoda di Cindric ai -39 quando era quarto.

La sosta che segue è decisiva: Busch perde posizioni a causa della ruota posteriore destra che non vuole uscire ed è ottavo, poi viene anche penalizzato per un’infrazione della pit crew e scivola in 15esima posizione a 35 giri dalla fine. Nonostante le difficoltà passa in testa così Bell, ma alla ripartenza Custer ritorna al comando e cerca la fuga mentre Busch prova la rimonta; quando Kyle è sesto, poco davanti a lui il suo compagno di squadra Jones va in testacoda (e Preece ancora una volta nel 2019 si salva) e il gruppo ritorna ai box per l’ultima volta. La sosta di Custer sembra lenta, ma in realtà il suo team ha effettuato un deciso cambio d’assetto in vista dello short run che sta per cominciare.

La bandiera verde arriva a 20 giri dalla fine con Annett e Gragson (non si sono fermati) davanti a Bell, Allgaier, Custer e Reddick, ma in due giri Custer è già di nuovo al comando. Ai -14 Busch passa Bell ed è a 1.1″ da Custer. Finale scontato, vero? E invece no, il cambio d’assetto sulla vettura #00 paga e Cole allunga tant’è che ai -5 Busch si arrende e Custer vince così la sua prima gara stagionale che lo manda in vetta alla griglia playoff. Dietro al pilota di casa concludono Busch, Bell (nonostante i problemi citati), Reddick (che aveva forato prima della caution di Cindric) e l’ottimo Briscoe.

I risultati odierni

La classifica della “Auto Club 400”

La classifica generale

Così il campionato dopo 5 gare

I prossimi appuntamenti

Termina così la trasferta sulla costa Ovest della Nascar. La prossima settimana si torna a casa a Martinsville con la gara dei Truck sabato e la Cup Series domenica. Turno di riposo invece per la Xfinity Series che scenderà in pista invece il 30 marzo in Texas.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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