NASCAR | Finale mozzafiato a Chicago, Kyle Busch batte Larson!

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
2 Luglio 2018 - 14:00
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Il mantra degli ultimi anni fra i tifosi è sempre lo stesso: “Meno ovali da 1.5 miglia, più short track”. Il problema è che dicendo così si fa di tutta l’erba un fascio e infatti la gara di ieri ci ha regalato 400 miglia spettacolari con moltissimi sorpassi ed un ultimo giro che passerà alla storia. I protagonisti, come già successo in altre occasioni negli anni scorsi, sono stati Busch e Larson e in scena c’è stato un altro “Kyle & Kyle Show”, erede del “Dale & Dale Show” della Daytona500 del 1993. E pensare che la gara era stata dominata dallo Stewart-Haas Racing, che ha visto tutti e 4 i suoi piloti lungamente in testa.

La gara

Dalla pole position parte per la seconda volta in carriera, e la prima fu poco meno di 10 anni fa, Paul Menard, rinato quest’anno al Wood Brothers. Il sogno per lui dura però mezzo giro poi Blaney lo sorpassa e si porta in testa; concluderà 13°. L’attenzione però è tutta sulla parte bassa della classifica dato che o per delle irregolarità post-qualifica o per violazione del regime di parco chiuso a partire dal fondo ci sono Truex (vincitore delle ultime due gare qui a Chicago), Johnson, Hamlin e Suarez. Ed è proprio il pilota della #78 il protagonista delle prime fasi della gara, dato che in pochissimi giri rientra prima nella top20 e poi nella top10. 

Dopo una quindicina di giri è Clint Bowyer, partito 5°, a portarsi in testa. E’ solo l’inizio di una gara dominata dallo Stewart-Haas Racing, dato che ben presto gli si accodano i compagni di squadra Kurt Busch e Almirola mentre Harvick è “solo” decimo dopo una brutta qualifica. La rimonta di Truex si completa al 36° giro quando è ottavo, dato che ha sfruttato molto le gomme ed è il primo a fermarsi ai box dando il via al giro di soste a metà stage.

Bowyer però rovina tutto in pochi giri: durante la sua sosta viene pizzicato per eccesso di velocità in pit lane. Purtroppo mentre sconta la penalità (un normale drive through) commette di nuovo lo stesso errore. A questo punto la penalità non è un DT ma uno stop&go – nel senso letterale del termine, ovvero fermarsi nel proprio stallo e ripartire subito – tuttavia Clint va nel pallone e anziché scontare lo S&G effettua un altro DT. La seconda penalità non è stata ancora evasa e dunque Bowyer deve tornare in pit lane una terza volta (la quarta se includiamo la sosta) e finalmente effettua lo stop&go. Il bilancio di cinque giri di pura follia è riassumibile così: da 1° a 34° a due giri.

Ad ereditare il comando virtuale della gara (ci sono molti piloti che si devono ancora fermare ai box) è proprio Truex, ma il suo undercut funziona per poco dato che lo sorpassano prima Almirola e poi Kurt Busch. Il finale della stage vede pochi ulteriori movimenti e Almirola conquista il traguardo intermedio davanti a Larson, Truex, Kurt Busch e Harvick.

Le soste lente di Truex e Larson promuovono Harvick in prima fila per la partenza della seconda stage e ne approfitta subito sorpassando Almirola, ma Aric non ci sta e il giro successivo ci torna lui in prima posizione. Il gran caldo e l’asfalto consumato abbassano l’aderenza e permettono di poter correre su numerose traiettorie diverse. Però assettare la vettura diventa estremamente difficile e a pagarne le conseguenze è Kyle Busch, il quale esce dalla top10 e si lamenta (eufemismo) di una vettura che all’anteriore rimbalza troppo e facendo così tocca la pista (in gergo tecnico plowing, ovvero il muso sta arando l’asfalto).

Almirola guadagna addirittura su Harvick e Keselowski, in quel momento terzo, fino a quando arriva il momento di un altro giro di soste e ad aprirlo è sempre Truex, stavolta per una probabile foratura arrivata però in un momento non sfavorevole. Harvick anticipa di un giro la sosta su Almirola e – a differenza di Sonoma – l’undercut funziona e al termine del giro di soste è in testa sullo stesso Almirola e Kurt Busch. Un paio di giri dopo arriva una caution per detriti e la coppia Bowyer-Bugarewicz compie il miracolo: Clint è ancora a due giri e l’unica strategia possibile è rimandare la sosta il più possibile; in tal modo recupera uno dei due giri di distacco, poi al momento della caution è addirittura il primo dei doppiati e, quindi, grazie alla regola del lucky dog ritorna in un colpo solo a pieni giri cancellando il triplo errore di appena 80 giri prima.

Tutti si fermano ai box e Blaney, scivolato in coda alla top10, decide di sondare il campo cambiando solo 2 gomme mentre Newman addirittura non si ferma. Alla ripartenza la #31 non costituisce un pericolo mentre Blaney ritorna in testa per un paio di giri, poi viene passato da Almirola e Kurt Busch mentre Harvick fatica un po’ a farlo. Il sogno di Aric dura appena 7 giri, dato che alla sosta non gli hanno fissato bene una gomma ed è costretto a tornare ai box. 

Nonostante i problemi a due piloti, il team Stewart-Haas ha ancora gli altri due nelle prime due posizioni. Kurt Busch sembra destinato a vincere la stage, ma Kevin non ci sta e il sorpasso arriva di forza all’esterno dell’ultima curva dell’ultimo giro. Kurt si lamenta un po’ per il trattamento ricevuto dal compagno di squadra, ma il bottino in palio (un playoff point) era troppo ghiotto. Da questo momento in poi il pilota della #41 si eclisserà e concluderà 17° e doppiato. Per la cronaca dietro ad Harvick e Kurt Busch chiudono Larson, Truex e Blaney che così guadagna qualche posizione grazie alla strategia alternativa.

La gara è bellissima ed è successo già abbastanza per esserne soddisfatti. Ma per la felicità di tutti mancano ancora 100 giri alla fine. La ripartenza successiva ne è l’esempio: Harvick, Kurt Busch, Truex e Larson si scambiano le prime quattro posizioni a ripetizione per una decina di giri fino a quando Hamlin rovina lo spettacolo andando in testacoda in curva 2 e arriva un’altra caution. Il team Penske, visto quanto ottenuto prima da Blaney, decide di giocare ancora di strategia e non fa fermare Keselowski mentre Logano cambia solo due gomme. Anche Almirola resta in pista e così ritorna nelle prime posizioni. A differenza di quanto successo prima con Newman, Brad resiste bene con gomme più vecchie di una decina di giri, ma alla fine deve cedere alla rimonta di Harvick, per la prima volta stabilmente in testa alla gara. Dietro di lui però non ci sono né Larson, né Truex, ma un ritrovato Kyle Busch, evidentemente molto soddisfatto dalle modifiche di assetto effettuate nelle soste succedutesi ai problemi precedenti. Quando mancano 60 giri alla fine Corey LaJoie finisce a muro e i 3″ che Harvick aveva su Kyle Busch vengono annullati, ma non solo, dato che ai box il pilota della Toyota #18 sorpassa la Ford #4 e si porta in prima posizione.

57 giri alla fine e la lotta sembra riservata a questi due piloti, gli altri spariscono all’orizzonte. A 35 dalla fine Harvick lancia il primo attacco a Kyle Busch, ma contrariamente a quanto ci si aspetta sarà anche l’ultimo dato che soffre di sottosterzo ed è costretto a mollare la presa. Intanto a circa 3″ ci sono Truex e Larson, con quest’ultimo che segue la sua solita traiettoria a pochi millimetri dal muro. A 25 giri dalla fine Larson finalmente supera la #78 e si lancia all’inseguimento della coppia di testa che non viaggia però più insieme. Il pilota della #42 è scatenato e recupera almeno tre decimi al giro, ai -19 raggiunge e sorpassa Harvick senza troppe difficoltà. Guadagnare 2″ a Busch è più difficile, ma l’aggancio arriva ai -12. Busch è costretto a copiare la traiettoria di Larson in modo da costringere l’avversario a cambiare linea abbandonando quella preferita. 

Entrambi i piloti sono al limite e il primo a sorpassarlo è Larson, quando a 7 giri dalla fine i pochi millimetri che lo separano dal muro si annullano. Non è un impatto, ma semplicemente si appoggia alle barriere, tuttavia è costretto ad alzare il piede e il distacco passa da 0.5″ a 1.2″. E la gara sembra finita qui.

L’unico problema per Kyle Busch è che davanti a lui c’è un folto gruppetto di doppiati, fra cui i più ostici sono Newman – come sempre – e Stenhouse. Le manovre che fanno sia Busch, sia Larson in mezzo alle altre auto sono molto rischiose, da “ora o mai più”, e a beneficiarne, come capita quasi sempre, è l’inseguitore e non il leader, dato che si trova la porta aperta. E così, quando il traffico si è esaurito, Larson raggiunge Busch e può iniziare un ultimo giro leggendario.

 

Larson tenta l’attacco in curva 1 ma non riesce a mettere la sua Chevy davanti alla Toyota di Busch in curva 2; ovviamente arriva il contatto che manda la #18 ad appoggiarsi al muro. Larson ne approfitta per affiancare Busch sul rettilineo opposto e sorpassarlo in curva 3, però si mette così nella scomoda situazione di avere Busch con un conto in sospeso dietro di lui. E infatti Busch gli ritorna il favore mandandolo in testacoda. La #18 si riappoggia al muro ma riesce a proseguire così come fa Larson che salva la vettura come forse solo lui sa fare. 

Kyle Busch vince così una gara leggendaria, quasi d’altri tempi, davanti allo stesso Larson, Harvick, Truex ed un incredibile Bowyer. Chiudono la top10 Jones, Hamlin, Logano, Keselowski e Bowman. Dopo i consueti fischi a Busch, c’è tempo per l’onore delle armi reciproco fra i due piloti che dichiarano – in sintesi – “That’s racing!”.  E in fondo è giusto così, sono pari e patta nel giro finale, e non c’è tempo per esaltarsi o rimpiangere qualcosa perché entrambi sono consci di aver regalato a tutti uno spettacolo irripetibile.

Le altre categorie

Nella Xfinity Series vittoria senza discussioni per Kyle Larson, il quale pur qualificandosi primo è stato costretto a partire dal fondo per aver cambiato una gomma forata prima della gara. Dunque nella prima stage via libera all’altro dominatore della gara, ovvero Tyler Reddick che conquista il traguardo intermedio davanti a Bell e il rimontante Harvick. La prima sosta di Reddick però è molto lenta e lascia campo libero a Harvick e Bell. Ma Larson è subito dietro di loro e al giro 72 compie il capolavoro sorpassando i due avversari in un colpo solo volando in testa. Dietro di loro Reddick rimonta ma alla sosta compie un errore e viene penalizzato per eccesso di velocità in pit lane. La seconda rimonta dura appena tre giri dato che finisce vittima dell’incidente nato dal contatto fra Jeb Burton e Ryan Reed. Larson vince così davanti a Harvick e Cole Custer, nuovo leader del campionato nonostante sia senza vittorie, Suarez e Hemric.

Nella Truck Series terza vittoria stagionale per Brett Moffitt in una gara che non doveva neanche correre per mancanza di sponsor, ma che alla fine ha disputato grazie ad un aiuto in extremis. Dopo le prime due stage vinte da John Hunter Nemechek e Gragson a dominare la gara sono lo stesso Nemechek e Moffitt, i quali si alternano al comando per gli ultimi 75 giri. Tutto si risolve all’ultimo giro: Nemechek è in testa con Moffitt subito dietro ma in curva 1 il suo Truck rallenta vistosamente lasciando strada libera a Moffitt; in principio si ipotizza una rottura del motore, poi si pensa che sia rimasto senza carburante e solo molte ore dopo la gara si scopre che è stato un problema di pescaggio. Moffitt vince così davanti ad un Rhodes finalmente esente da problemi, Sauter, sempre leader del campionato, Gragson e Brandon Jones.

I risultati odierni

La classifica della “Overton’s 400”

La classifica generale

Così il campionato a 9 gare dalla fine della regular season

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar ritorna a Daytona per la classica gara in notturna nel weekend del 4 luglio. Venerdì notte sarà il turno della Xfinity Series mentre sabato quello della Cup Series. I Truck ritornano in pista fra 10 giorni in Kentucky.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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