NASCAR | Colpo doppio di Logano a Las Vegas

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
4 Marzo 2019 - 12:40
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Dopo aver visto gli ultimi 30 giri di Las Vegas è lecito chiedersi cosa sarebbe successo sette giorni fa ad Atlanta, quando anche allora Logano e Keselowski erano primo e secondo, ma il duello non ebbe neanche inizio a causa di una ruota malfissata sulla #22 all’ultima sosta, fatto che costrinse Joey ad un pit stop supplementare e aprì le porte a Brad. Stavolta ad armi pari è stata lotta vera, senza ordini i scuderia e con tanti incroci ravvicinati, l’ultimo a pochi metri dalla bandiera a scacchi. Stavolta a vincere è stato Logano ed è la prima vittoria stagionale (Duel di Daytona escluso) per il campione in carica che così, nonostante il 23° posto di Atlanta, ritorna in vetta alla classifica generale e – ovviamente – conquista un posto per i playoff.

La gara

E’ una delle gare più attese del 2019, quella del debutto del pacchetto aero completo di aero ducts. L’attenzione è alta, fin dalle qualifiche. E i tifosi non vengono delusi, dato che più si va avanti nelle FP1, più si scopre che la scia è fondamentale per segnare il miglior tempo, tant’è che nei tre round di qualifica tutti girano insieme e il posizionamento nel gruppo è cruciale. Gli spettatori sono contenti, i piloti un po’ meno, convinti del fatto che in questo modo non è il più veloce a conquistare la pole position ma “solo” il più abile nello scegliere la scia migliore. Alla fine comunque in pole ci va Harvick dato che Bowman ed Elliott iniziano l’ultimo tentativo appena dopo che è scaduto il tempo (sarà uno dei leitmotiv della stagione) e la loro prima fila viene vanificata.

Al via Harvick mantiene la prima posizione seguito da Kyle Busch, alla caccia del tris nel weekend, e Hamlin mentre dietro di loro il gruppo, rimescolato come detto dalle qualifiche, cerca un nuovo equilibrio secondo i reali valori in gioco. L’inizio è dunque vivace, ma il tanto promesso pack racing non c’è e la prima stage sembra molto simile a quella degli anni passati, con Harvick che scappa via mentre gli altri sembrano soffrire di un corale sovrasterzo. Chi si conferma molto veloce è Austin Dillon, dopo 15 giri addirittura secondo, ma come ad Atlanta il suo è solo un fuoco di paglia che dura l’arco di uno stint, poi sul long run ritorna sui suoi standard; chi invece mantiene di più le promesse è Stenhouse che a lungo rimane nella top5.

A metà della prima stage inizia il giro di soste (con Harvick che ha 4″ di vantaggio su Hamlin) e le prime penalità sono per A.Dillon e Larson (falsa partenza della pit crew); Logano – quarto prima dei pit stop – prova un overcut e si ferma circa 10 giri dopo i leader mentre Suarez prosegue deciso fino al giro 60, dunque 10 giri in più di Logano e 20 rispetto ad Harvick, in cerca di una caution che però non arriverà mai. Continua invece la stagione sfortunata di Blaney: al pit stop uno dei bulloni che mantengono la ruota in posizione colpisce la valvola della gomma appena montata e dunque questa dopo poco si affloscia costringendolo ad una sosta supplementare che – in assenza di incidenti altrui durante la gara – gli impedirà il recupero; concluderà 22°.

Dopo il giro di soste la situazione è simile a quella di prima, con il solito Harvick in fuga seguito da un Kyle Busch a fasi alterne, Stenhouse, l’ottimo Jones – che come sempre senza farsi notare all’improvviso è nelle prime posizioni – e Hamlin; Stenhouse e Jones iniziano qui un duello ravvicinato che dura per tutta la prima parte di gara. La prima stage si chiude in pratica così, con solo Logano che passa dalla sesta alla terza posizione dato che ha gomme più fresche rispetto agli avversari. Da notare le ottime prestazioni del JGR (tutti e quattro nella top10) e la risalita del team Hendrick dopo il tracollo di Atlanta.

Il primo giro di soste sotto caution premia Keselowski – fino a quel momento in difficoltà di assetto – che cambia solo due gomme; questa sosta è in pratica una dichiarazione del suo crew chief di questo tenore: “Abbiamo vinto la scorsa settimana ad Atlanta e con questo abbiamo già un posto ai playoff, dunque possiamo anche rischiare una strategia alternativa, se ci va bene abbiamo guadagnato un sacco di posizioni, se ci va male poco importa, la gara è ancora lunga e poi non abbiamo più pressione”. Bastano pochi giri e la strategia si rivela molto buona, tant’è che verrà imitata in seguito.

Al restart Logano spinge il compagno di squadra in testa e Brad ci rimarrà per una decina di giri nonostante due gomme più usurate. Dietro lui si alternano Harvick, lo stesso Logano e Kyle Busch mentre Truex è spettatore interessato in quinta posizione. E dopo una prima stage in stile 2018, la seconda – dopo i primi interventi in pit lane con conseguenti modifiche di assetto – assume una sua fisionomia decisamente più interessante. Il gruppo di testa rimane abbastanza compatto, ma rimangono lo stesso i problemi dei disturbi aerodinamici della scia, malgrado gli aero ducts. Da sottolineare sono soprattutto i numerosi sorpassi e controsorpassi e un eventuale errore in fase d’attacco è notevolmente più penalizzante. Logano ci prova su Keselowski ma invece viene passato da Busch;  un paio di giri dopo la #18 finisce nella scia di Brad e Joey ne approfitta per ripassare Kyle e di inerzia sorpassa il compagno di squadra andando in testa alla gara.

A questo punto Brad cede, ma si assesta in quinta posizione, e così davanti a tutti ci sono Logano, Ky.Busch, Harvick e Truex, in sintesi sono tornati i quattro di Homestead e in prima posizione c’è colui che vinse quella gara. Tuttavia Busch sembra averne un pochino di più di Logano e infatti al giro 113 va in testa, ma non fanno in tempo a tornare sul traguardo che Logano incrocia la traiettoria e si rimette davanti. Nel frattempo è iniziato un altro giro di soste, ma i big proseguono. Al giro 119, sfruttando la scia di Austin Dillon che si è appena sdoppiato, Kyle Busch riattacca Logano e stavolta gli rimane davanti, tuttavia poco dopo è il loro turno di fermarsi ai box. Il pilota del JGR entra in pit lane in maniera troppo aggressiva e si prende una penalità per eccesso di velocità e questo comprometterà definitivamente le sue possibilità di vittoria.

Come in precedenza qualcuno tenta l’overcut estremo, ma se per Byron è qualcosa di finalizzato per la seconda stage e basta, Kurt Busch e il suo team pensano decisamente più a lungo termine. Alla fine entrambi si fermano (Byron addirittura resiste fino ai -12 e non cambia gomme) e Logano torna in testa andando a vincere la stage gestendo i 2.5″ che aveva su Harvick; seguono Truex, Keselowski e Hamlin ma la notizia più importante è che Kyle Busch, – nonostante la penalità – è a pieni giri, seppur 19°.

Dato l’overcut precedente, Kurt Busch non si ferma ai box e riparte in testa alla gara. Il suo obiettivo è quello di completare la corsa con due stint da 61 giri, al limite per benzina e gomme, ma alla fine la sua è la strategia vincente, rapportata al punto di partenza. La ripartenza è un simbolo chiarissimo del nuovo pacchetto aerodinamico e di uno stile di guida che è più vicino a quello degli superspeedway. Ku.Busch e Logano sono in prima fila, dietro di loro rispettivamente Harvick e Keselowski. Per tre giri la #1 e la #22 sono affiancate e nessuno prevale. Keselowski si vede che non vuole spingere troppo Kurt per non favorirlo nel confronto contro il compagno di squadra, così ad un certo momento alza il piede e si mette dietro ad Harvick. A questo punto Kevin decide di cambiare corsia e si mette dietro Busch e grazie a questa spinta – e dato che Logano dietro non ha più alleati – manda la #1 in testa alla gara.

E la Chevy di Busch è veloce nonostante gomme più vecchie di 10-15 giri rispetto agli avversari, scalzarlo dalla vetta non è semplice e Harvick riesce a passarlo solo dopo 20 giri, quando ormai ne mancano 80 alla fine. A pista libera Kevin sembra tornare quello di inizio gara, ma sul long run, così come ad Atlanta, soffre di sottosterzo e in un paio di giri Logano, che aveva già passato Busch, gli recupera 1″ e ai -57 passa in testa alla gara. Dietro di loro c’è Keselowski mentre Kyle Busch rientra nella top5 e Truex si è perso fra ripartenza non eccezionale e problemi di chattering ed è solo 11°.

L’ultimo giro di soste vede Logano e Harvick fermarsi ai -51 e per tutti i big non ci sono penalità, dunque può partire lo sprint finale. Ai -40 Joey ha 1″ su Keselowski che ha passato di slancio Harvick, ora terzo a 1.3″ mentre Kyle Busch è 4° a 3″. Brad recupera un decimo alla volta al compagno di squadra e ai -30 inizia il duello che poteva esserci pure una settimana fa ad Atlanta ma che non ci fu per la ruota malfissata sulla #22. Ai -27 Keselowski attacca e sorpassa Logano, ma i due ancora si stuzzicano e – grazie anche ai doppiati – Harvick si rifà sotto. Joey sorpassa Brad ai -23, mezzo giro dopo c’è l’incrocio di traiettorie e la #2 ritorna davanti e ancora mezzo giro dopo altro incrocio e Logano torna – definitivamente – al comando.

Logano riallunga leggermente – 1″ – ma si capisce bene che è Keselowski che sta rifiatando in vista di un nuovo attacco che parte ai -10. Dietro di loro Harvick si stacca leggermente dai due e Busch gli si avvicina, riuscendo a sorpassarlo ai -5. Brad comincia come prima a mangiare un decimo alla volta e all’inizio dell’ultimo giro è staccato di soli 0.3″. Logano è prudente in curva 1-2 e ciò permette a Keselowski di prendere quel briciolo di scia che gli consente di tentare in curva 3-4 uno slide job estremo, ma non disperato. In uscita dall’ultima curva le due vetture si sfiorano (e sono anche vicine al muro), ma Logano resiste e vince così la prima gara stagionale (la 22esima in Cup Series per il #22) davanti al compagno di squadra Keselowski, Kyle Busch, Harvick e l’ottimo Kurt Busch. Completano la top10 l’altrettanto buono Stenhouse, Almirola, Truex, Elliott ed Hamlin.

Alla fine è presto per giudicare, d’altronde è stata solo la prima gara col nuovo pacchetto aero, ma le premesse sono buone visto quanto successo nelle ultime due stage. Certo, il pack racing tanto promesso non si è visto e l’effetto scia è ancora più penalizzante che favorevole, ma si poteva ipotizzare che questa situazione ideale era impossibile da ripetere in condizioni di gara. Cosa rimane di Las Vegas? Rimane la prima gara senza caution “naturali” (incidenti o altri problemi) dall’ottobre del 2002 (incredibile ma vero a Talladega) e le opinioni dei piloti come Kyle Busch che continuano a non amare questo pacchetto aero perché si corre a lungo a tavoletta e il sorpasso è difficile da completare. Non ci rimane che aspettare le prossime gare e valutare come i team miglioreranno le vetture.

Le altre categorie

Nelle categorie minori doppia vittoria di Kyle Busch, i successi 196 e 197 in carriera per il pilota proprio di Las Vegas. Busch ha tentato di ripetersi anche alla domenica ma, come visto, una penalità ha compromesso il risultato finale. Kyle puntava a ripetere l’impresa già compiuta due volte a Bristol, unico della storia a portare a casa tutte e tre le gare di un weekend.

Truck Series

Nella gara dei pick-up bis di Kyle Busch che, dopo il successo di Atlanta, si impone facilmente anche in casa a Las Vegas, mentre in campionato la situazione si ricompatta a causa di numerosi problemi meccanici. Busch, partito dalla pole dopo aver realizzato il record della pista, rimane in testa ma non scappa via subito nonostante il duello fra Moffitt e Harrison Burton. Fin dai primi giri Creed ha un Truck molto loose, alla prima occasione si salva, alla seconda no e per evitarlo Crafton inchioda venendo tamponato dall’ottimo Roper. Alla ripartenza la situazione non cambia e solo ai -10 Busch decide di andarsene lasciandosi alle spalle Moffitt, Hill (che inizia ad avere problemi di surriscaldamento), Burton e Chastain. Dopo un primo giro di soste con varie strategie (e con Moffitt che finisce in fondo per un cambio gomme disastroso) in testa c’è Friesen davanti a Todd Gilliland – un po’ sulla graticola dopo le dichiarazioni del capo Ky.Busch – lo stesso Busch, Rhodes – che ha baciato il muro nella prima stage – ed Enfinger, partito dal fondo dopo aver cambiato motore nelle libere.

La seconda stage, dopo un salvataggio clamoroso di Enfinger, si sviluppa sulle accanite resistenze di Gilliland prima e Friesen poi nei confronti di Busch, ma è tutto inutile e Kyle vince anche il secondo traguardo intermedio davanti allo stesso Friesen, Chastain, Gilliland e Rhodes; Enfinger invece accusa ancora problemi al motore (si è disconnesso il cavo di una candela) e scivola ai margini della top20 ma rimane a pieni giri. Il secondo giro di soste non cambia di molto la classifica e quindi Kyle Busch rimane in testa, prima gestendo e poi dando l’accelerata decisiva. Dietro di lui invece Hill si ritira prima di rompere il motore (l’acqua del radiatore aveva toccato i 170°C e fumava vistosamente come una teiera), Rhodes fora ed è costretto a soste multiple nel finale (sarà 25°), Poole e Chastain hanno delle soste lente e così Busch va a vincere senza patemi davanti a Moffitt, Crafton (nonostante i danni iniziali), Friesen e Burton. In campionato Hill rimane l’unico qualificato ai playoff mentre in testa alla generale c’è ancora Enfinger, alla fine 11°.

Xfinity Series

Nemmeno 24 ore dopo il successo nei Truck, Kyle Busch si è ripetuto anche nella Xfinity Series, anche se la vittoria è stata meno facile del previsto. Per la seconda settimana di fila le qualifiche sono state cancellate per la pioggia e quindi Cole Custer parte dalla pole. E per la seconda volta consecutiva Gragson al suo fianco parte male e così Cole può andare in testa. Passano appena due giri e Theetge va in testacoda in curva 4 e Gase non può evitarlo; gara finita per entrambi subito. Alla ripartenza Cindric passa Custer per un solo giro, poi però scivola indietro, anche “aiutato” da Brandon Jones. Chi invece ha guai più seri è Kyle Busch che ha una ruota malfissata addirittura prima del via (errore incredibile) ed è costretto ad una sosta fuori sequenza che gli fa perdere un giro. Custer non viene così avvicinato da nessuno e vince la prima stage davanti a Jones, Reddick, Bell (partito dal fondo per modifiche in parco chiuso e già nella top5) e Nemechek.

Kyle Busch e il suo crew chief decidono di prendere la wave around, ma hanno bisogno di una caution rapida per non doversi fermare di nuovo ai box. E la caution arriva in apertura di stage: il debuttante Zane Smith finisce loose in curva 2 e manda in testacoda Cindric che si appoggia al muro. Busch torna così in corsa per la vittoria ed è una brutta notizia per tutti gli altri. Alla fine della seconda stage, vinta da Reddick davanti a Bell, è già terzo. L’ordine non cambia alla partenza della stage finale, anzi i tre scappano e nessuno riesce a tenere il loro passo. Alla bandiera verde Busch passa Bell, poi a 88 giri dalla fine si ripete su Reddick andando in prima posizione, ma non riesce ad allungare.

Dopo il motore ko di Allgaier (senza caution), Reddick prova a sorpassare Busch ma l’effetto che ottiene è opposto e viene passato da Bell. I tre si avviano dunque verso il giro di soste in cui Tyler torna momentaneamente davanti a Chris grazie all’overcut del giovane pilota del JGR. Sul long run Busch soffre un po’ di sovrasterzo e così, quando incominciano i doppiaggi impegnativi, il trio si ricompatta mentre Custer – quarto – è addirittura a 20″. Ai -19 Bell sorpassa Busch e va in testa, ma mezzo giro dopo bacia il muro in curva 3. Ancora mezzo giro dopo Reddick e Bell si toccano e Kyle può scappare dato che i suoi rivali si stanno eliminando a vicenda. Gara finita qui? Tutt’altro.

A 10 giri dalla fine Avila va in testacoda e tutti rientrano ai box per l’ultimo set di gomme; alla ripartenza ai -6 Bell ci riprova su Busch ma il suo tentativo dura mezzo giro, poi viene riassorbito dal gruppo. Busch si invola – di nuovo – verso la vittoria, ma quando Kyle sta per iniziare l’ultimo giro il suo compagno di squadra Jones fa un blocco esagerato su Custer e finisce violentemente a muro; sarà overtime. Qui Busch tiene a bada facilmente Reddick che in un tentativo estremo di mantenere la seconda posizione va in testacoda e con lui finiscono ko pure Bell e Cindric. Praticamente senza più avversari, Busch vince la gara al secondo overtime davanti a Nemechek, Gragson, A.Dillon e Annett; in campionato Bell rimane in testa nonostante l’incidente nel finale.

I risultati odierni

La classifica della “Pennzoil 400”

La classifica generale

Così il campionato dopo 3 gare

I prossimi appuntamenti

La Nascar prosegue il suo tour a Ovest facendo tappa a Phoenix. La Xfinity correrà sabato mentre la Cup Series domenica. I Truck tornano invece a casa e saranno di nuovo in pista a Martinsville fra tre settimane, il 23 marzo.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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