NASCAR | Anteprima playoff Truck Series 2019

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Tempo di lettura: 13 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
14 Agosto 2019 - 10:00
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Dopo 16 gare ricche di tensioni e di sorprese, iniziano in Nascar i playoff della Truck Series. Si sapeva che la categoria anche quest’anno non avrebbe deluso, ma si è andati ben oltre le aspettative, con piloti importanti eliminati perché incapaci di ottenere una vittoria e altri che a inizio anno non erano nemmeno nel radar. In questo mix è praticamente impossibile individuare fin da ora un favorito in vista del gran finale di Homestead del 15 novembre, dato che in tre mesi potrebbe nuovamente cambiare tutto. Si passerà per le consuete due eliminazioni ogni tre gare per ridurre il gruppo da otto poi a sei e infine a quattro piloti e la classifica in partenza è corta, appena 17 punti fra primo e ultimo quando per ogni round ce ne sono in palio ben 180.

I magnifici 8

Questo è il quadro iniziale dei playoff della Truck Series, con il dettaglio di come i piloti hanno ottenuto i playoff point. Da segnalare il fatto che Chastain ha ottenuto tre successi, ma di questi solo due validi per la post-season.

Brett Moffitt (2022)

Sembra incredibile, ma per il campione in carica presentarsi ai playoff da leader della classifica non è sufficiente per assegnargli il ruolo di favorito per il titolo. Già, perché Brett ha iniziato la stagione ancora con la ruggine addosso dei problemi di mercato, quando l’Hattori Racing lo ha scaricato per mancanza di sponsor. E il punto più basso della stagione sembrava infatti essere la gara di Dover, quando fu battuto nel duello finale da Johnny Sauter, il pilota che il GMS Racing in pratica licenziò a poche settimane da Daytona proprio per fargli posto. E infatti nelle tre gare successive sembrava che il pilota della #24 neanche ci fosse, poi invece ha trovato il primo successo stagionale in Iowa (“solo” alla decima gara) grazie alla squalifica di Chastain e da lì in poi si è ritrovato conquistando anche un’altra vittoria a Chicago poco più tardi. Un paio di passaggi a vuoto gli hanno impedito di attaccare Enfinger per la vittoria della regular season, ma i 10 playoff point derivanti dalle vittorie, le due stage vinte ed il secondo posto in generale gli hanno portato in dote ben 22 punti di bonus che sono comunque ben 20 in meno del leader dell’anno scorso (Sauter) e -5 rispetto al Moffitt del 2018.

Grant Enfinger (2019)

Maestro della regolarità, Grant Enfinger ha portato a casa 7 top5 e 13 top10 in 16 gare con un unico ritiro in Kentucky quando ha travolto Brandon Jones mentre lottava per la prima posizione. Però in un campionato in cui vengono premiati i vincitori questo rischia di essere pagato in futuro. Non che non sappia farlo (due i successi in carriera, uno a Las Vegas e uno a Talladega, entrambi circuiti presenti nel corso dei playoff), ma è necessario un cambio di passo notevole per evitare guai. Anche perché la sua squadra, il ThorSport, quest’anno ha vissuto ogni problema di affidabilità possibile e immaginabile. Sauter si è messo al riparo con una vittoria, Crafton si è salvato in extremis, Rhodes è stato il bersaglio della sfortuna in più di una occasione mentre Grant pare ever evitato ogni guaio conquistando punti pesanti ad ogni gara. Risultati che gli hanno permesso di vincere la regular season con ben 51 punti di margine su Moffitt. Ha conquistato anche quattro stage, più di ogni altro pilota, ma ha faticato a concretizzare nel finale di gara. La storia insegna che bisogna vincere ed evitare guai per evitare di essere eliminati prematuramente e per questo Enfinger sta camminando come su un campo minato.

Stewart Friesen (2014)

Il canadese si è sbloccato. Oserei dire anche finalmente. Dopo 62 gare in cui aveva masticato amarissimo, piene di top10, top5, secondi posti e successi buttati Stewart Friesen ha portato a casa ad Eldora (lui che è cresciuto sui dirt track) la prima vittoria in carriera. Dopo il Kansas, gara dominata seguita poi da un errore incredibile del team che lo lasciò a secco a pochi giri dalla vittoria, ho scritto questo dato che la misura era colma: “Se Stewart non fosse canadese, oggi distruggerebbe il motorhome e licenzierebbe tutti (dato che è anche comproprietario del team)”. E invece Friesen da quel giorno ha infilato cinque top5 in sette gare, ma purtroppo per lui gli altri due piazzamenti erano due ritiri di cui uno dopo pochi metri a Pocono. Questo zero in classifica rischiava di mettere in pericolo addirittura la sua qualificazione ai playoff, ma ancora una volta il canadese ha reagito conquistando – appunto – la vittoria di Eldora. E chissà se questa non sia anche un trampolino di lancio verso la conquista del titolo. L’anno scorso nei playoff pagò un po’ alla distanza anche il fatto che il team era al primo anno di attività a tempo pieno, dunque in questa stagione può solo andare meglio.

Austin Hill (2012)

Una vittoria in apertura ed una in chiusura, nel mezzo due sole top5 e poco altro. Che la stagione di Austin Hill non sarebbe stata semplice lo si sapeva fin dall’inverno. Sostituire all’Hattori Racing il campione in carica Moffitt solo con la nomea di pilota pagante può mettere ko chiunque. E invece Hill ha iniziato subito con il botto… evitando il botto, dato che a Daytona ha tagliato il traguardo per primo precedendo gli unici otto Truck superstiti (sui 32 che erano partiti; per la cronaca Friesen quel giorno ha conquistato una top10 senza vedere la bandiera a scacchi). Messa al sicuro la qualificazione ai playoff, la stagione è proseguita fra grossi problemi di affidabilità e gare incolori. Se a questo ci aggiungiamo il fatto che l’Hattori Racing ha perso la bussola tentando una improbabile avventura in Xfinity Series a luglio a Daytona sempre con Hill, esperienza terminata con una rottura meccanica scenografica in qualifica (e conseguente DNQ), si capisce sia quanto sia necessario riconcentrarsi solo sui Truck, ma anche quanti soldi abbia portato Austin… Alla prima gara convincente in molte settimane è arrivata una meritata vittoria in Michigan per chiudere la regular season, magari non sufficiente per rientrare nel gruppo dei favoriti per arrivare a Homestead, ma per passare un turno quello sì.

Ross Chastain (2012)

Una nuova stagione dei Truck è senza dubbio iniziata il 4 giugno, data nella quale Ross Chastain ha deciso di cambiare campionato in cui prendere punti, lasciando la Xfinity Series (in cui era 13° e sempre più lontano dall’ultimo posto utile per i playoff) e passando ai Truck in cui aveva già disputato ogni gara – altrimenti non si sarebbe potuto qualificare ai playoff – con il piccolo Niece Motorsports, team con il quale aveva appena vinto in Kansas e sarebbe stato virtualmente secondo in classifica generale. Ma Ross, a sole otto gare dai playoff, doveva ripartire da zero e conquistare un’altra vittoria. E Chastain ha regalato spettacolo: vittoria in Iowa alla seconda gara, poi tolta dai commissari per irregolarità tecnica, bis (o tris, dipende come lo considerate) la settimana successiva a St.Louis e infine un altro successo a Pocono. Quattro vittorie, tre per gli annali e due valide per il discorso playoff, un’ondata che ha travolto l’intera categoria e i piloti che lottavano per non essere eliminati e che invece si sono trovati all’improvviso un posto in meno a disposizione. Fin dove arriverà questa marea? Fino a Homestead o fino al banchetto finale? Oppure i veterani decideranno di giocare duro per far capire chi comanda? E il piccolo Niece Motorsports fin dove potrà aiutare un talento come Chastain? Molte sono le incognite che riguardano Ross e dunque ogni pronostico del tipo “Oggi è la fine del suo sogno” rischia di essere smentito di settimana in settimana. Intanto ieri è arrivato uno sponsor per tutti i playoff e questo sicuramente farà stare più tranquillo Ross e tutto il team.

Matt Crafton (2011)

Quando non si vince da due anni (ultimo successo Eldora 2017 e il penultimo è a Charlotte addirittura nel maggio del 2016) è inevitabile finire nei guai in questa categoria. Per la seconda stagione consecutiva Crafton si qualifica ai playoff con l’ottavo e ultimo posto disponibile. Nel 2018 fu solo perché Rhodes e Haley lo scavalcarono in base ai punti conquistati a Bristol e venne graziato dal fatto che nessun pilota ottenne la prima vittoria stagionale. Sabato invece è andata in maniera simile, solo che era già ottavo prima di partire ed i pericoli sono stati ben maggiori dato che Rhodes, Burton, Gilliland e Creed sono stati tutti in lotta per un successo beffardo per Matt. Già, perché venire eliminati da secondi in classifica generale (tale la sua posizione prima del Michigan, terza alla bandiera a scacchi dopo essere stato scavalcato da Moffitt) sarebbe stato clamoroso persino per gli standard della Truck Series. Crafton ha avuto a che fare una settimana sì e l’altra pure con i guai del ThorSport tra frizioni, motori, trasmissioni e altri componenti che si rompevano in qualsiasi momento del weekend; alla fine ha portato a casa 6 top5, ma purtroppo l’ultima è lontana ben due mesi. Per il bicampione 2013-14 è necessario un cambio di passo e il ritorno in victory lane per far capire di essere ancora in lotta per il titolo malgrado i 43 anni sulla carta d’identità.

Johnny Sauter (2009)

Il campione del 2016 ha rischiato di farla grossa. Da un veterano come lui non ci si sarebbe aspettata una reazione così. E invece in Iowa, dopo qualche attrito creatosi già nelle settimane precedenti, in seguito al contatto causato da Austin Hill ha pensato bene di farsi vendetta da solo. Di per sé non sarebbe un problema se non per il fatto che lo ha fatto sotto caution mandando l’avversario a muro – neanche mettendolo ko tra l’altro – e non durante una normale fase di gara. E la Nascar è stata messa in una brutta situazione: squalificarlo o no? Se sì, a norma di regolamento non sarebbe più stato più nei playoff perché non avrebbe disputato ogni gara possibile, ma non si poteva neanche passarci sopra visti i precedenti. Dopo due giorni la decisione: squalifica sì per una gara ma biglietto per la post-season ancora valido. E dunque la vittoria ottenuta in precedenza a Dover è stata la sua salvezza perché senza di quella sarebbe stato eliminato dai playoff date le due gare consecutive senza punti che lo hanno relegato al 10° posto nella generale. Ed ora come è Johnny? I fatti dell’Iowa sono lontani ormai due mesi, ma i buoni risultati ancora di più dato che da Dover non ha più ottenuto top5 e per questo la situazione di partenza dei playoff lo vede con pochi punti. La classifica corta potrebbe rimetterlo in gioco, ma è necessario che ritorni quello di inizio stagione.

Tyler Ankrum (2005)

La Truck Series era pronta per una vittoria bomba che facesse esplodere la griglia playoff e non solo e a questo ci ha pensato subito Austin Hill. Già alla seconda di Chastain la situazione era diventata ancora più incandescente. Ma in Kentucky, alla quartultima gara della regular season, il primo successo in carriera di Tyler Ankrum (classe 2001, primo pilota nato nel terzo millennio a vincere in Nascar) ha messo al tappeto chiunque non avesse ancora il posto al sicuro. E il giovane pilota del DGR-Crosley era completamente fuori dal radar: dopo aver saltato le prime tre gare perché non ancora maggiorenne e quindi impossibilitato a correre sugli ovali più lunghi di 1.5 miglia, il campione 2018 della K&N Pro Series East ha completato le prime sei gare con buoni risultati (terzo in Texas) ma poi – purtroppo per lui – i soldi dello sponsor erano finiti e con essi le speranze di proseguire la stagione. A posteriori a salvarlo è stato Joe Nemechek che lo ha messo sul suo Truck in Iowa e a St.Louis per due start&park che potevano abbattere un giovane talento come Tyler. E invece, raccattati un po’ di soldi, Ankrum è tornato al DGR e alla seconda gara disponibile ha vinto in Kentucky superando Moffitt rimasto senza carburante al penultimo giro. Avendo preso parte a tutte le gare a cui poteva partecipare ed essendo nella top20 in campionato il suo biglietto per i playoff era ufficiale e i posti teorici ad inizio stagione sono diminuiti ancora di un’altra unità. Il secondo posto a Pocono ha fatto capire che la vittoria non era casuale ma da qui ad essere inserito nel novero dei favoriti per il titolo è lunga, però per il futuro sarà sicuramente un’esperienza formativa importante.

Gli altri piloti

Spiazzati dalle vittorie di Austin Hill, Ross Chastain e Tyler Ankrum, ben quattro piloti capaci di vincere sono invece rimasti a secco nelle prime 16 gare stagionali. Di Ben Rhodes si è già detto della sfortuna che lo ha colpito in numerose occasioni (inoltre sono ben tre i secondi posti portati a casa) e il pilota del ThorSport ha già detto che non mollerà e punterà a conquistare la vittoria al più presto. Alla fine è rimasto escluso dai playoff per ben 62 punti, non tanti se si pensa che ha finito per ben quattro volte fuori dalla top20.

Decisamente più difficile la situazione invece per Harrison Burton e Todd Gilliland. La stagione iniziata con un incidente a Daytona fra i due compagni di squadra (a causa dell’esuberanza di Todd) è finita senza loro successi mentre il titolare Kyle Busch ha fatto cinque su cinque e pure il rientrante Greg Biffle ha vinto all’unica chance disponibile. Già a inizio estate Rowdy aveva espresso il suo disappunto riguardo il rendimento dei suoi giovani piloti con una frase del tipo “Io ho dimostrato che il materiale a disposizione è vincente, ora tocca a voi” ma ciò non è avvenuto nonostante un rimpasto nel settore tecnico. Nella storia del KBM mai nessuno aveva corso più di 15 gare senza vincere e invece Harrison è a 0 su 31 e Todd addirittura a 0 su 41. E sul loro futuro a questo punto ci sono dei dubbi. Prevarrà l’impeto di Kyle Busch alla ricerca di altri nuovi giovani talenti o i soldi di Toyota che sta supportando le loro carriere. A naso Burton ha più futuro (quest’anno ha corso tre volte in Xfinity Series con il JGR arrivando quarto in Iowa mentre Todd non ha ancora avuto chance), ma per questo vedremo cosa succederà questo inverno e se nelle ultime sette gare i due faranno cambiare idee a Kyle.

L’ultimo grande escluso è stato il rookie Sheldon Creed il quale, da campione della ARCA Series, ha ben figurato con il GMS Racing ed è andato in crescendo. Dopo un inizio di stagione in cui dava praticamente tutto nella prima stage per poi inevitabilmente baciare il muro nel corso della gara con conseguenze più o meno gravi, con l’arrivo dell’estate Sheldon è maturato fino ai due secondi posti di Eldora e Michigan che sanno di beffa perché bastava un singolo sorpasso in più in una delle due gare e il posto ai playoff sarebbe stato suo. Ora c’è da consolidare il sedile in squadra per non fare la stessa fine dell’anno scorso di Sargeant e Coughlin, prima eliminati e poi lasciati a casa (anche) per problemi di sponsor.

Il calendario

Lo spostamento della gara del Texas a inizio stagione ha creato dei playoff ancora più spettacolari. La prima gara sarà domani notte sullo short track di Bristol, seguita poi dallo stradale di Mosport (sei edizioni su sei decise all’ultimo giro, di cui quattro con un contatto e una pure con una rissa) e da Las Vegas per chiudere il primo round al termine del quale i due piloti peggio piazzati verranno eliminati. Il secondo round farà tappa agli antipodi della Nascar, ovvero prima a Talladega, poi a Martinsville e infine a Phoenix dove si decideranno i quattro piloti che si contenderanno il titolo a Homestead.

Il programma del weekend dei Truck a Bristol

Giovedì 15/8:

15:05 FP1

17:05 FP2

1:00 Qualifiche

2:30 Gara (200 giri per 106.6 mi)

Immagini: twitter.com/MRNRadio; GettyImages per nascar.com; twitter.com/NASCAR_Trucks

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