NASCAR | Almirola si prende la rivincita a Talladega

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Tempo di lettura: 11 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
15 Ottobre 2018 - 12:00
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Una gara strana, molto strana, dalle dinamiche più da ciclismo che da automobilismo. I motori Ford preparati dal Roush Yates hanno dominato la gara e per gli altri non c’è stato nulla da fare. Ma non solo. L’assetto preparato dallo Stewart-Haas Racing era più veloce – ma con meno carico aerodinamico nel traffico – di quello del team Penske e così le quattro vetture del team di Tony Stewart non hanno lasciato scampo a nessuno fino a due giri dalla fine. Poi Talladega è tornata la solita e nell’overtime la classifica è stata ribaltata. A differenza della scorsa settimana però le 7 Ford non si sono fatte beffare da Elliott e Aric Almirola è tornato in victory lane dopo ben 4 anni di attesa.

La gara

Il segnale di una gara “a squadre” si ha già dalla qualifica, quando davanti a tutti ci sono le quattro Ford dello Stewart-Haas (con Kurt Busch in pole) seguite dalle quattro Chevy del Team Hendrick. Al via comincia subito il gioco di squadra dei piloti Ford con i quattro che si mettono in fila indiana in testa senza ostacolarsi reciprocamente né lasciar passare gli avversari; dietro di loro le posizioni non cambiano tanto con i piloti Hendrick subito dietro seguiti dal trenino JGR all’interno e da quello Penske (con Keselowski che deve evitare al secondo giro la vettura di Ragan che rallenta improvvisamente per un problema meccanico).

Al 12° giro Jeffrey Earnhardt fora, va in testacoda e causa la prima caution che manda tutti ai box. Da qui alla fine della prima stage è ancora lunga, ma tutti ce la possono fare ad andare fino in fondo. Kurt Busch rimane in testa davanti ai tre compagni di squadra e il gioco funziona di nuovo. A metà della prima stage parte una fuga con le auto dello Stewart-Haas che sembrano avere una marcia in più. Rimangono attaccati a loro solo Kyle Busch, Elliott e il trio del Team Penske, i quali in pochi giri passano i due “intrusi” e riformano il gruppo dei “fantastici sette” già visto a Dover. 

Il lungo stint mette in crisi il team Penske: prima Keselowski è costretto ad una sosta imprevista per una ruota malfissata fin da prima del via (errore molto grave) e finisce doppiato, poi Logano – in crisi di assetto – consuma troppo le gomme anteriori e si stacca dal gruppo. Così Kurt Busch, Bowyer, Harvick e Almirola chiudono la prima stage in quest’ordine davanti a Logano, staccato di 9″, Blaney ed Elliott, il quale rimane a secco durante la caution e deve ripartire dal fondo.

Blaney esce dai box in testa dopo un’ottima sosta, ma un paio di giri dopo la ripartenza Jimmie Johnson va in testacoda sul trioval finendo per baciare il muro interno; questa caution permette a Keselowski di ritornare in corsa. Il giro di soste che arriva è ancora più precoce del precedente, ma nonostante ciò tutti decidono di rischiare. Blaney deve frenare per non tamponare Wallace e così alla bandiera verde sono di nuovo davanti i quattro dello SHR, stavolta con Harvick in testa, e anche in questa occasione non sbagliano il gioco di squadra.

Per un paio di giri sulla corsia esterna si organizzano per il JGR Kyle Busch, Suarez e Jones ma la potenza delle Ford è superiore e in breve tempo le Toyota scompaiono dalla scena. A 25 giri dalla fine della stage Keselowski completa la rimonta e si accoda al gruppo dei primi, ma un Bowman molto combattivo lo risorpassa permettendo la fuga dei quattro già citati, di Hamlin e della coppia Logano-Blaney. Quando tutto sembra deciso, a 6 giri dalla fine della stage Larson, protagonista di un weekend molto difficile, fora sul rettilineo opposto per una caution che toglie molti problemi riguardo al consumo di carburante e gomme. Qualcuno nel gruppo decide di fermarsi in anticipo, ma non i leader; alla ripartenza tutto va secondo i piani e Harvick vince la seconda stage davanti a Bowyer, Kurt Busch, Almirola e Hamlin.

La sosta successiva ribalta ancora di più la classifica e alla ripartenza ai -73 l’ordine sembra sia stato estratto a sorte e ciò sembra il preludio perfetto per il big one. E per una 20ina di giri si viaggia con il cuore in gola: senza i quattro dello SHR là davanti non c’è nessuno in grado di imporsi e così si alternano in testa Keselowski e Byron mentre dietro di loro si viaggia anche 3-wide. Quando la situazione sembra essersi calmata, a 52 giri dalla fine McMurray, che alla ripartenza si era toccato con Menard e lo aveva mandato fuori pista con una manovra molto pericolosa e per questo era stato penalizzato con un drive through, fora sul rettilineo principale e si impantana nell’erba. Il giro di soste arriva poco dopo e arrivare al traguardo è, per la terza volta oggi, molto lunga, tant’è che a tutti viene chiesto di risparmiare carburante.

Nonostante non siano nelle prime quattro posizioni, allo SHR viene tutto bene e un giro dopo la ripartenza ai -47 sono già in testa e nemmeno il team Penske compatto riesce a impensierirli. Dalla confusione che segue la bandiera verde ne esce una fuga a 12, ma ai -27 una ruota sfugge al controllo della pit crew di LaJoie e rotola fin sull’erba e arriva anche la caution. Il risparmio di carburante prosegue, anche se l’ottimismo aumenta. Qualcuno come Bowman, Larson e Kyle Busch, che viaggia al coperto nel gruppo, decide di non rischiare e si ferma ai box per un rabbocco. 

Mancano 24 giri alla fine e in testa ci sono sempre loro e ancora una volta vanno d’amore e d’accordo. Per batterli ci vorrebbe un’iniziativa comune del Team Penske, ma nessuno di loro sembra avere la vettura giusta e così non riescono a mettersi in fila, anzi ne nasce un folto gruppo che viaggia disordinatamente 2-wide e rallenta ogni giro. E i quattro dell0 SHR, con Kurt Busch davanti a Bowyer, Harvick e Almirola allunga metro dopo metro. A tre giri dalla fine sembrano imprendibili e la gara pare nelle loro mani, ma poi Bowman perde il controllo in curva 4 coinvolgendo anche Byron e Yeley provocando la caution che manda tutti all’overtime.

E allo Stewart-Haas ritornano gli incubi della scorsa settimana: a Kurt Busch e Harvick dicono che hanno abbastanza carburante per un solo tentativo di overtime. E a complicare ulteriormente le cose ci si mette una caution abbastanza lunga, tant’è che in molti vanno in crisi: Harvick, Blaney e Keselowski decidono di non rischiare e subito prima della bandiera verde vanno ai box.

Si riparte dunque con Kurt Busch e Bowyer affiancati seguiti da Logano e Almirola e ovviamente non ci sono giochi di squadra. Il penultimo giro scorre via abbastanza tranquillo con Kurt Busch che parte bene mentre dietro di lui il duello fra Bowyer e Almirola, dopo mezzo giro affiancati, vede Aric prevalere. All’inizio dell’ultima tornata in curva 1  Bayne tocca DiBenedetto mandandolo a muro e nell’incidente finiscono quasi 10 vetture. Caution? No, la Nascar ritorna l’organizzazione in cui la consistenza è labile in materia di bandiere gialle e la competizione può proseguire. Kurt Busch si deve difendere dal compagno di squadra Almirola, mentre dietro di loro Bowyer, Logano e Stenhouse non riescono ad allearsi, ma in curva 4 la #41 rimane a secco e per Aric non ci sono più avversari.

Almirola vince la seconda gara in carriera in Cup Series (l’altra era stata a Daytona nel luglio di quattro anni fa) davanti a Bowyer, Stenhouse, Hamlin e Logano. Completano la top10 Allmendinger, Johnson (nonostante l’incidente di metà gara), Jones, Menard e Smith.

Nel post gara ci sono parole al veleno da parte di Kurt Busch per la gestione del finale, sia per la caution prolungata prima per l’overtime, sia per la caution non chiamata in occasione dell’incidente finale, dato che con la bandiera gialla avrebbe quasi certamente vinto. La Nascar emette prontamente un comunicato per chiarire la situazione, ma i dubbi rimangono dato che in molte altre occasioni è stata chiamata la caution per molto meno. Quello che è chiaro è che la griglia dei playoff è stata completamente rivoluzionata durante l’overtime. Ne beneficia Truex, che ha corso gran parte della gara in fondo al gruppo con una sospensione ballerina, mentre a perdere sono Keselowski (27°) e Blaney (28°), chiamati ora a recuperare una 20ina di punti in Kansas.

Le altre categorie

Nella gara della Truck Series vittoria del veterano Timothy Peters chiamato dal GMS Racing a sostituire l’inadempiente Dalton Sargeant. La gara di Talladega era anche quella che chiudeva il primo round dei playoff e ovviamente gli incidenti hanno deciso chi è avanzato al turno successivo e chi no. Dalla pole scatta lo stesso Peters, ma al via prende il comando il compagno di squadra Spencer Gallagher, chiamato a sostituire al GMS Coughlin, anch’egli inadempiente. Durante la prima stage però le posizioni però si rimescolano di continuo e alla fine il traguardo intermedio va a Enfinger davanti a Sauter, Snider, Crafton e Gragson. Anche la seconda stage si sviluppa sullo stesso copione e dopo il secondo break la top5 è Todd Gilliland, Crafton, Sauter, Rhodes e J.H.Nemechek mentre Moffitt si tocca con Thorson e rimedia un discreto danno all’anteriore.

Prima dello sprint finale la classifica aggiornata vede Sauter già qualificato in base ai punti mentre Rhodes deve recuperare 9 punti a Moffitt, 14 a Crafton e 20 a Gragson che, grazie al vantaggio accumulato, rimane prudente in coda al gruppo. Pochi giri dopo la ripartenza con Enfinger arriva la prima vera caution con il testacoda di Thorson che permette a Moffitt di recuperare il giro perso durante le riparazioni. Alla ripartenza in testa si porta Crafton, ma presto viene passato da Sauter e poi al giro 59 arriva il big one: Chris Fontaine (in quel momento 3°) stringe la curva mentre Haley ha già messo il muso all’interno e nel mucchio finiscono anche Sauter, Crafton e Rhodes. Per i primi due la gara è finita mentre Ben riesce a proseguire nonostante il muso fortemente danneggiato. Dopo la bandiera rossa si riparte con Crafton ritirato e 26°, Friesen con un motore non al meglio e Rhodes (doppiato) obbligato a concludere al 12° posto per avanzare mentre Moffitt evita l’incidente e torna in corsa.

In testa alla gara a 31 giri dalla fine c’è Todd Gilliland seguito da papà David ma il più veloce di tutti sembra Enfinger, il quale torna in testa ai -23 nonostante abbia ricevuto una penalità alla precedente caution. Ai -14 Moffitt, col suo Truck danneggiato, fora la posteriore destra ed è costretto ad un pit stop sotto green che gli fa perdere un giro; al giro successivo è Rhodes costretto a fermarsi ai box per uno splash&go dato che non era riuscito a fare il pieno per la vettura danneggiata e infine ancora un giro più tardi in curva 4 Enfinger chiude la porta in faccia a Todd Gilliland spedendolo a muro. 

Alla bandiera verde ai -6 Moffitt e Crafton difendono rispettivamente 8 e 5 punti su Rhodes che a causa della sosta e ancora doppiato e deve sperare in una caution. E l’incidente arriva, ma non la caution dato che Enfinger chiude la porta pure a papà David ma stavolta a finire in testacoda è lui. A passare in testa è Haley ma regna la confusione e ne approfitta Gragson per prendersi la prima posizione a 3 giri dalla fine seguito da Peters e da Rhodes seppur doppiato. All’ultimo giro Haley ci riprova, Peters prova a infilarsi in mezzo ai due sul rettilineo opposto ma non c’è spazio e tocca Gragson mandandolo a muro. Arriva subito la caution che congela il gruppo e le posizioni vedono Peters vincitore davanti a Snider, David Gilliland, Haley e Chavous. 

In campionato avanzano al “Round of 6” i vincitori di Mosport e Las Vegas  Haley e Enfinger, in base ai punti accumulati Sauter e Gragson mentre sopravvivono agli incidenti – anche con un po’ di fortuna – Moffitt e Crafton. Eliminati per 4 punti un Rhodes che avrebbe meritato molto di più e Friesen, 6° nonostante tutto, per 6 punti. Dopo il reset, dato lo 0 a 0 in questo round, Sauter rimane in testa alla generale a +15 su Moffitt. 

I risultati odierni 

La classifica della “1000Bulbs.com 500”

La classifica generale

Questa la griglia playoff dopo la seconda gara del “Round of 12”

Questa invece la classifica completa

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar farà tappa in Kansas. Per la Xfinity sabato sera si apre il “Round of 8” mentre per la Cup Series domenica si chiude il “Round of 12”. I Truck torneranno in pista fra due settimane a Martinsville.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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