MXGP | MXoN 2018: il disastro non annunciato degli USA

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
9 Ottobre 2018 - 09:35
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Descrivere il Nazioni corso sul difficile e fangoso tracciato di RedBud negli Stati Uniti è un impresa ardua e complicata, quasi quanto le condizioni meteo che i piloti hanno trovato nelle giornate di sabato e domenica.

Al di là della quinta (consecutiva) e clamorosa vittoria della Francia, pur se “orfana” di Musquin e Febvre, dello splendido secondo posto dell’Italia e del podio dell’Olanda capitanata da quello che attualmente è il miglior pilota al mondo, ovvero Jeffrey Herlings, la grandissima delusione di questo MXoN 2018 è la nazionale americana.

Le prestazioni della formazione composta da Tomac, Plessinger e Barcia sono state a dir poco imbarazzanti, considerando i titoli vinti dagli stessi Tomac e Plessinger in stagione e soprattutto la conoscenza della pista rispetto a quasi tutti gli “europei” presenti alle gare. In nessuna delle manche gli americani hanno preso il ritmo che tutti attribuivano loro, senza nemmeno riuscire a compiere almeno un passaggio in testa.

Sicuramente le condizioni del tracciato, rese complicate dalla forte pioggia caduta nel week-end, non hanno agevolato la formazione statunitense. Gli yankee infatti non sono “abituati” a gare di questo tipo, se non in qualche caso, rispetto a chi corre in Europa e spesso deve lottare tra solchi e canali di fango per restare in piedi. Un attenuante che sicuramente va riconosciuta agli USA ma che non basta a giustificare un sesto posto finale che ovviamente ha deluso i tanti tifosi che speravano di vedere la propria nazionale vincere il Nazioni dopo sette anni e soprattutto in casa.

Tomac, oltre alla vittoria di squadra, puntava anche al successo individuale contro Jeffrey Herlings, che però ha stravinto il confronto dimostrando di essere attualmente il pilota di motocross outdoor più forte del mondo. Anche Plessinger, campione della 250 sia indoor che outdoor negli USA ha perso il confronto contro Jorge Prado, campione del mondo MX2, e anche con Hunter Lawrence che la prossima stagione correrà negli Stati Uniti. Nemmeno Barcia nella categoria Open è riuscito a dare quel qualcosa in più che in diversi si aspettavano. 

Gli atteggiamenti spesso “altezzosi” nei confronti dei piloti europei da parte degli americani non hanno aiutato, scatenando le ilarità della rete e degli stessi media dopo le prestazioni del Nazioni. Ovviamente ora sarebbe troppo semplice “ridimensionare” un movimento che comunque tra le sua fila ha piloti fenomenali e super titolati ma è indubbio che negli USA una riflessione va fatta su come, già da oggi, debba partire la riscossa in terra Europea ad Assen nel 2019.

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