MXGP | Intervista ad Alfredo Bevilacqua di Honda RedMoto Assomotor

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
31 Ottobre 2017 - 10:43
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Nei giorni scorsi Alfredo Bevilacqua, responsabile del team Honda RedMoto Assomotor, ci ha aperto le porte della sua squadra che ha come base Carpi nel pieno centro dell’Emilia. Una struttura fantastica, gestita sapientemente da Alfredo e dal suo staff che rappresenta ufficialmente Honda Motor Europe.

Questo incontro ci ha permesso anche di scambiare qualche chiacchiera con lo stesso Alfredo, che ci ha raccontato il suo percorso tra passato, presente e futuro del suo team.

Alfredo, raccontaci qualcosa di più della tua squadra.
“Rappresentiamo ufficialmente Honda Europa e per noi questa è una grande soddisfazione. Cerchiamo di strutturarci in maniera differente e soprattutto puntiamo a crescere. Abbiamo sei meccanici full time che lavorano direttamente nella struttura e un responsabile che si occupa direttamente della parte motori e sospensioni con il nostro banco prova, che ci permette di valutare la competitività ed i problemi della moto. Grazie ad un accordo con la pista di Carpi abbiamo la possibilità di andare direttamente sul campo per controllare ogni aspetto della nostra moto. 

Io sono il team manager della squadra per quanto riguarda la MXGP, mentre Francesco Maifredi gestisce il team del campionato europeo oltre ai contratti dei piloti e, di conseguenza, tutte le problematiche che possono presentarsi a riguardo. Andrea Bartolini è il responsabile tecnico, a cui delego tutte le scelte tecniche riguardanti la squadra. C’è poi Simona, la nostra responsabile della logistica, che si occupa di tutti gli aspetti organizzativi delle gare, anche se per le trasferte extra-europee dobbiamo sottostare all’agenzia del mondiale sia per la spedizione moto e cargo sia per gli hotel e le macchine, ma anche qui lei interviene per le varie trattative soprattutto per il soggiorno e gli spostamenti.

A dicembre, gennaio e febbraio saremo in Sardegna, dove abbiamo una casa in affitto e due postazioni di lavoro per altrettante moto, per qualche test. Subito dopo ci trasferiremo in Belgio, dove abbiamo un altro appartamento e un magazzino di 300 metri quadri. Anche di tutti questi “movimenti” si occupa la parte logistica della nostra squadra.

Personalmente vivo con grande passione questo lavoro. Una passione di famiglia che è stata tramandata da mio papà, che l’ha ricevuta da mio nonno. Gestisco il team dalla mattina presto sino a tarda serata, mi piace il mio lavoro e personalmente vado a bussare alla porta di tutti gli sponsor. Nella struttura di Carpi abbiamo l’officina per le auto e per le moto, oltre che il reparto corse. Inoltre, per i nostri piloti c’è la possibilità di fermarsi in un appartamento bilocale sopra l’officina, che può permettere loro di avere ogni comfort del caso. Posso contare su persone affidabili e valide, che mi aiutano e mi indirizzano in tutte quelle che sono le pratiche. Ci stiamo strutturando, ho investito parecchi soldi in questi tre anni comprando tutto personalmente. RedMoto, che nella prima stagione mi ha dato in omaggio 4/5 moto, nel secondo anno di attività mi ha supportato e grazie anche alla presenza in squadra di Andrea Bartolini, che gode di grande credibilità nel paddock ed è un amico, sono stato avvicinato da HRC. Con loro ho avuto un contatto importante diretto, avendo preso come pilota per due anni Yamamoto che era pilota ufficiale Honda e che la stessa Casa giapponese supportava con un rimborso spese al mio team.

Grazie a tutto questo Honda Europa mi ha notato, ad Assen abbiamo chiuso l’accordo e la stagione appena passata è stata la prima insieme a loro. Dopo tre anni di motocross con risultati non troppo positivi è stata comunque una grande emozione, perché nella mia squadra hanno visto professionalità e presenza alle gare. Io sono andato negli USA anche quando i miei piloti erano fuori classifica, e quindi non potevo godere dei vari benefit della trasferta, ma se io prendo un impegno lo porto a termine e se le gare sono 19 in tutte queste bisogna esserci. La cosa che mi fa piacere è che nel nostro settore la serietà e la continuità vengono premiate indipendentemente dai risultati. Io ogni week-end di gara cerco sempre di imparare dai grandi team in modo da poter investire sempre di più”.

Com’è andata la stagione 2017, sia in campo mondiale che europeo?
“Dell’europeo sono molto contento perché non ci aspettavamo un risultato del genere. Peccato per il terzo posto sfumato con Alberto Forato anche a causa di due penalizzazioni, ma lui ha davvero fatto un’escalation importante crescendo molto nell’arco di 12 mesi. Purtroppo Mathys Boisramé ha saltato le prime gare a causa di un infortunio durante il campionato francese che lo ha estromesso dalla possibile vittoria del campionato. Quando ha guidato ha fatto grandi prestazioni e questo mi fa ben sperare per il prossimo anno perché Honda Europa ha come obiettivo di vincere l’europeo.

Il mondiale è andato particolarmente bene da metà stagione in poi per Alessandro Lupino, raggiungendo le aspettative che mi ero prefissato nel corso dei tre anni. Abbiamo fatto vedere il nostro potenziale come team insieme a lui, coronando anche con il risultato del Nazioni un ottimo finale di stagione. Il suo compagno Valentin Guillod, al contrario, si è fratturato in maniera importante durante gli allenamenti negli USA a novembre e in Russia si è fatto male di nuovo. La sua stagione è stata al di sotto delle aspettative sia sue che nostre, ma comunque abbiamo fatto una bella esperienza”.

Qual è stato il momento più complicato della stagione?
“Il momento più complicato è stato sicuramente nelle prime quattro gare extra-europee del mondiale, quando i miei piloti non hanno ottenuto i risultati che ci aspettavamo per i motivi che spiegavo prima. Fuori dai top 20 per noi è stato un colpo molto duro. Anche l’infortunio di Mathys nell’europeo è stato difficile da accettare, perché ha messo in discussione la possibilità di correre il campionato ad alti livelli. Forato ci ha comunque stupiti, con delle gare davvero importanti.

Quali saranno i vostri piloti per il 2018?
“Per quanto riguarda i piloti dell’europeo abbiamo un contratto biennale con entrambi i piloti. Su Forato punto molto in prospettiva insieme al mio responsabile tecnico Andrea Bartolini, il quale è anche una specie di coach che mi aiuta quando ho delle perplessità e che io interpello sempre. Ci mette tanta anima e cuore e tutto quello che faccio è condiviso con lui. Tornando ai piloti, abbiamo deciso di continuare anche con Mathys per il 2018, in accordo con Honda.

Nel mondiale non abbiamo confermato Guillod ed insieme a lui abbiamo deciso di non continuare. Con Lupino è un peccato non essere andati avanti anche perché il feeling con il team e la moto era migliorato tantissimo, ma alla fine le nostre strade si sono separate. Abbiamo preso Arminas Jasikonis dal team ufficiale Suzuki e Petar Petrov, che arriva dalla MX2 e per limiti di età deve correre nella MXGP. Petrov è sicuramente una grande scommessa, visto che non ha mai corso con la 450cc, ma dai primi test tutto procede al meglio e sono fiducioso”.

Il tuo parere sulla crisi del mondiale, quali sono le cause?
“Ci sono diversi motivi uno di questi è la televisione. In Italia purtroppo non c’è copertura televisiva adeguata, e soprattutto per i team satellite non è semplice andare alla ricerca di sponsor che desiderano anche visibilità sotto questo aspetto. Poi ci sono tante gare nel calendario che costringono anche le grandi Case a diminuire il budget, ma ovviamente si va alla ricerca dei posti che possono garantire una copertura adeguata dell’evento. Imola è entrata nel calendario un po’ a sorpresa, probabilmente dopo la perdita della F1 (e non solo) si sono accorti di avere bisogno di un qualcosa per attirare gente in circuito. Sicuramente avranno delle risorse da investire nella pista che faranno. Capisco comunque anche il promotore quando va alla ricerca di posti che vogliono investire nel nostro sport. È importante anche avere tanto pubblico, cosa che per esempio in Qatar non succedeva, perché la presenza della gente motiva e carica gli addetti ai lavori e non solo”.

Cosa ti aspetti dal 2018? C’è anche la possibilità di arrivare a vincere un GP?
“Questa è una domanda complicata a cui rispondere. Realisticamente parlando, vincere dopo tre anni sarebbe incredibile e difficile da immaginare. Sicuramente la Honda 450cc, anche standard, è la moto più potente e lavorandoci bene possiamo ancora migliorarla. Nel contesto generale la moto è anche la più semplice da guidare e come ciclistica è davvero fantastica. Con Jasikonis c’è la possibilità di fare bene e con lui stiamo già lavorando per questo.

Detto questo abbiamo sempre cercato di migliorarci e già quest’anno senza i problemi nelle prime quattro gare saremmo entrati tra il decimo e il quindicesimo posto. Quest’anno l’obbiettivo è concludere tra il quinto e il decimo posto, sarà difficile ma con Jasikonis abbiamo una buona possibilità di riuscirci. Anche con Petrov non è impossibile arrivare vicino alla top 10, ma per adesso voglio lavorare sodo con il mio team per arrivare a lottare con gli ufficiali”.

Com’è gestire un team privato come il tuo?
“Sicuramente la differenza più grande con gli ufficiali la fa il budget, ma siamo comunque paragonati a loro e ho quindi gli stessi costi e benefit. Una trasferta lunga per me può avere un costo che influisce in maniera sicuramente diversa rispetto a Honda o KTM, che hanno budget da milioni di euro. L’importante per noi è entrare nei primi 20 per avere i benefit dei chili del trasporto, ma questi sono gli stessi che ha anche HRC e quindi sarebbe importante che il promotore potesse dare un extra-budget a quelle squadre che partecipano comunque a tutte le gare, anche per invogliarle a continuare la stagione in ogni evento.

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, noi facciamo tutto nella nostra struttura e a volte essere la prima Honda in classifica è una grande soddisfazione, soprattutto quando i capi di HRC vengono a farti i complimenti direttamente nel box”.

Un tuo parere su Cairoli e, in generale, su quello che potremmo vedere nel 2018.
“Non mi aspettavo, dopo due anni difficili, di vedere Cairoli così veloce, ma lui è davvero forte. Ha vinto il titolo meritatamente guidando in maniera costante e non facendo mai errori, ed è questo che ha fatto la differenza su Herlings. L’olandese è migliorato tanto e credo che sarà il futuro di questo sport. Nel 2018 lui e Tony saranno gli uomini da battere. Vedo Cairoli leggermente favorito perché correrà con la consapevolezza di non dover dimostrare nulla, mentre Herlings se vorrà un po’ strafare per stare davanti da subito a Tony potrebbe commettere qualche errore. Gajser è velocissimo ed in alcune piste quasi imbattibile, sarà il terzo a poter lottare per il titolo”.

Eventualmente con l’inserimento di Jasikonis?
“Beh, sarebbe davvero fantastico per il nostro team”.

Immagine copertina: assomotor.it

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