MXGP | Analisi di metà stagione 2018

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
12 Giugno 2018 - 09:30
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Con l’MXGP di Francia andato in archivio con l’ennesima vittoria (e doppietta) stagionale di Jeffrey Herlings, il mondiale a ruote tassellate entrerà nella seconda parte di stagione con la gara di Ottobiano del prossimo week-end come giro di boa.

Il dominio delle KTM di Herlings e Cairoli è stato impressionante sin da inizio campionato, con i due alfieri della Casa austriaca iscritti ad un autentico “campionato a parte” fatto di velocità irraggiungibili e duelli a cui gli altri non sono quasi mai riusciti a partecipare. Delle dieci gare corse sino a questo punto della stagione, nove sono state vinte dal duo Herlings-Cairoli con l’olandese a quota otto e l’italiano fermo al successo della gara in terra spagnola.

Solo Clement Desalle, primo inseguitore in campionato delle KTM numero 84 e 222, è riuscito ad interrompere questo dominio con la vittoria in Russia. Sostanzialmente questa stagione della MXGP 2018 sta andando a due velocità tra chi comanda ogni domenica e chi si deve “accontentare” al massimo del terzo gradino del podio.

Jeffrey Herlings, salito a quota 75 vittorie in carriera, sta dominando dalla prima gara e negli ultimi quattro GP ha sempre conquistato la doppietta. Un dominio frutto di una condotta di gara cambiata e più ragionata rispetto al “tutto o niente” di quando dominava anche nella MX2, oltre ad un complessivo miglioramento nelle partenze che rappresentavano il punto debole del pilota olandese. Se Herlings non ha ancora “ucciso” il mondiale lo si deve ad un Tony Cairoli sempre costante e soprattutto unico pilota in grado di arginare un poco lo strapotere del compagno di Factory.

La sensazione è che Tony stia correndo in alcune occasioni anche oltre il limite, rischiando spesso l’errore che gli è costato in qualche gara punti importanti in una lotta a due dove nessuno riesce quasi mai ad inserirsi. Desalle e la sua Kawasaki gommata Dunlop è il solito “raccoglitore” di piazzamenti in grado di sfruttare, come in Russia, le poche occasioni che le due KTM lasciano agli avversari. Chi invece dovrà alzare l’asticella delle sue prestazioni è Tim Gajser. L’infortunio agli Internazionali di Mantova ha condizionato la sua stagione, ma ora il campione del mondo 2016 ha il dovere di avvicinarsi a Herlings e Cairoli gara dopo gara. Ha tutto per riuscirci: mezzo, team e soprattutto talento a disposizione.

Un Gajser in condizione top può essere decisivo nel togliere punti a Herlings o Cairoli nella seconda parte di stagione, per poi provare a costruirsi un 2019 finalmente da protagonista con la nuova Honda 450.

Per i vari Febrve, Paulin, Van Horebeek e Coldenhoff solo le briciole, con il francese campione del mondo 2015 più consistente rispetto alla scorsa stagione ma ancora molto lontano dai livelli dell’anno del titolo. Menzione speciale per l’ex Honda HRC Evgeny Bobryshev, che con una Suzuki da “concessionaria” del team Bos sta conquistando risultati più che accettabili a dimostrazione che le sospensioni del proprio team sono assolutamente competitive.

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