Motomondiale | GP Qatar 2019 – Anteprima

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Tempo di lettura: 12 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
6 Marzo 2019 - 15:19
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Il Motomondiale compie settant’anni. Nel 1949, precisamente il 13 giugno, la storia della serie di corse motociclistiche più importante del globo ha avuto inizio nell’angusta Isola di Man, per il mitico Tourist Trophy arrivato già alla sua 31a edizione. Sette decenni dopo, l’avvio del mondiale si svolge dall’altra parte del mondo, nella pista di Losail situata in mezzo al deserto del Qatar, non troppo distante dalla capitale Doha. Fa spavento pensare a quali confini il Motomondiale è riuscito a varcare, ma paradossalmente il traguardo dei settant’anni raggiunto è passato quasi in secondo piano, dopo un inverno di test che è stato un mero antipasto delle stagioni di Moto3, Moto2 e MotoGP.

La classe regina presenta un carniere di novità che è andato ad arricchire ulteriormente un campionato di un livello già molto alto. Il calendario presenta diciannove tappe come lo scorso anno, con Losail che rimane, come dal 2007 a questa parte, la gara di avvio dei tre campionati, e la solita Valencia a terminare invece la stagione nel weekend del 17 novembre. Alcuni regolamenti, rispetto al 2018, sono stati volti a limitare la disperata corsa dei team a soluzioni aerodinamiche diverse per ogni pista: ogni moto potrà disporre di solo due configurazioni di carene, e non potranno essere ulteriormente modificate con l’aggiunta o l’eliminazione di altri pezzi. I piloti hanno poi approvato con buoni voti le nuove gomme Michelin, che debutteranno proprio a Losail dove sono state testate, oltre che a Sepang.

Ma non sono questi i cambiamenti che preannunciano una stagione di assoluto livello. Il primo di questi è arrivato come un fulmine a ciel sereno oramai l’estate scorsa, e riguarda Honda HRC. Dani Pedrosa, ritiratosi dalle competizioni e diventato test rider per KTM, ha lasciato la seconda sella ufficiale al connazionale e vecchio rivale Jorge Lorenzo, reduce da tre vittorie con Ducati nel 2018 ma anche da un brutto infortunio al polso e una botta alla caviglia che l’hanno messo fuori gioco per ben quattro gare nel corso dello stesso anno; il “Por Fuera” ha saltato anche i test di Sepang a seguito di un ulteriore imprevisto, in altre parole un incidente in bicicletta a Verona, e ha ammesso che non inizierà al 100% l’annata che doveva rilanciarlo tra i papabili al titolo.

Come compagno avrà il sette volte campione Marc Márquez, curioso di questa nuova sfida con un compagno di squadra diverso, con cui più volte si è sfidato nel corso degli anni per gare e allori; anche Marc, però, parte potenzialmente ad handicap dopo l’operazione effettuata alla spalla sinistra durante l’inverno. Losail storicamente non è una pista adatta alla RC213V, ma difficile immaginarsi il duo iberico lontano dalle posizioni di testa.

A sostituire Jorge Lorenzo in Ducati è stato, come previsto, Danilo Petrucci, dettosi orgoglioso del salto nel box ufficiale dopo quattro stagioni alla corte del team Pramac. Nei test il team bolognese è stato quello che ha più lavorato nel sopperire alle modifiche regolamentari previste per il 2019, e secondo alcuni le “Rosse” si sono abbastanza nascoste. L’assetto del team pare chiaro, come preannunciato da Claudio Domenicali: Petrucci sarà la spalla di Andrea Dovizioso, ritrovatosi (forse per la prima volta) leader del box Ducati. Dopo due secondi posti consecutivi negli ultimi due anni, il forlivese parte dal Qatar (pista dove ha vinto lo scorso anno) con buone potenzialità per migliorare ed essere un protagonista nella lotta titolata. Tornando su Petrucci, il contratto che lo lega al box “Rosso” è di un solo anno, sintomo di come il ternano dovrà dare il 100% da subito, perché alle sue spalle c’è chi scalpita. Oltre Jack Miller, passato ora sulla GP19 semi-ufficiale gestita dal team Alma Pramac, anche il campione del mondo della Moto2 Pecco Bagnaia, in cui tanti vedono un futuro grande protagonista.

Chi si prepara per tornare a esserlo, invece, è la Yamaha. La partenza dal settore di sviluppo di Kouji Tsuya, ex-project leader, è stato un primo segnale di come a Iwata la volontà di tornare davanti, a ogni costo, ci sia eccome. Nei test, le moto giapponesi a quattro cilindri in linea sono state le più costanti davanti, specie con Maverick Viñales. Il “cambio di numero” (dal #25 al #12) pare aver fatto bene a “Top Gun”, e la costanza con cui è stato davanti, specie negli ultimi test svolti a Losail, lo inserisce come tra i papabili in lotta per il mondiale 2019. Difficile escludere il neo-quarantenne Valentino Rossi, terzo nel mondiale lo scorso anno appena davanti al più giovane compagno di squadra, da tale confronto, e sicuramente “The Doctor” sarà deciso a non abbassare la cresta nonostante l’alto tasso di competitività che la classe presenta.

Altro tema su cui c’è stato un grosso cambiamento è il trattamento del team satellite: dopo la storica separazione con Tech3, Yamaha ha ripiegato sul nuovo team Petronas SRT, che ha rilevato il vecchio Ángel Nieto team di “Aspar” Martinez entrando così anche in MotoGP, facendo “l’en plein di categorie” insieme a Moto2 e Moto3. I piloti scelti per il team che rappresenta la pista di Sepang sono il miglior rookie del 2018 Franco Morbidelli e il neo-arrivato Fabio Quartararo, che si sono messi davanti in alternanza ponendosi come le possibili sorprese del 2019; per Franky una M1 2019 semi-ufficiale, per il francese una M1 2018.

Con almeno cinque piloti potenzialmente già in lotta per la corona, è difficile aspettarsi outsider capaci d’inserirsi costantemente nelle prime posizioni. Ma se c’è qualcuno in grado di farlo, questo potrebbe essere Álex Rins per il team Suzuki: lo spagnolo, reduce dal duello in casa vinto contro Andrea Iannone, ha rimediato cinque podi nella scorsa stagione, tra cui ben tre secondi posti, anche con piste, condizioni meteo e di gara molto diverse da un caso all’altro. Il #42 avrà una difficile montagna da scalare davanti a sé: Suzuki, a partire proprio dal Qatar, perderà alcune concessioni di cui poteva usufruire in precedenza (nello specifico due motori in più, la possibilità di non avere i propulsori “congelati” da inizio anno e i test illimitati), allineandosi quindi alla situazione di Honda, Yamaha e Ducati. Oltre a questo, Rins sarà, a soli ventitré anni, il vero faro del team sul piano dello sviluppo, considerando che Joan Mir, debuttante dalla Moto2, avrà il suo bel da fare nel domare i bolidi da 1000cc. I segnali dei due spagnoli nei test sono stati però incoraggianti: Rins si è permesso il lusso di stare in prima posizione in alcune giornate, tra cui anche qui in Qatar, mentre Mir pare aver trovato sin da Valencia la giusta confidenza con la GSX-RR ed è stato il primo dei rookie a piazzarsi in top ten. Solo il tempo ci dirà se la Suzuki tornerà anche in lotta per il mondiale.

Ciò di cui non può contare la squadra giapponese è un team clienti, cosa di cui ha invece pensato KTM stringendo un solido accordo con Hervé Poncharal e il team francese Tech3. Il marchio austriaco ha deciso di puntare tantissimo su questo 2019, assumendo personale, piloti e portando in pista quattro moto factory, due del team Red Bull e due del team Tech3, che saranno guidate dall’ennesimo debuttante Miguel Oliveira e dal confermato Hafizh Syahrin. L’acquisto più importante però è quello di Johann Zarco nel team Red Bull, il quale però non ha usato mezzi termini nel primo test al Ricardo Tormo, sottolineando il forte distacco che separa la RC16 da, ad esempio, la M1 che ha guidato al debutto, sul piano della maneggevolezza. Pol Espargaró è stato confermato e ha caricato il team al massimo a fine 2018, con il primo podio per la Casa austriaca nella classe regina sotto la pioggia a Valencia.

Considerando le risorse nettamente inferiori anche Aprilia Racing, supportata dal gruppo Piaggio, ha puntato tutto sulla MotoGP. Dopo l’abbandono completo alla SBK, l’assunzione di Massimo Rivola e l’ingaggio di Bradley Smith nel team di sviluppo, il marchio italiano insieme alla squadra Gresini proverà ad avvicinarsi ai top team, per cercare di schiodarsi dalla posizione di fanalino di coda che ha mantenuto per tutto il 2018. Dopo l’insuccesso di Scott Redding sulla RS-GP, è stato scelto Andrea Iannone come pilota in grado di portare risultati: l’abruzzese, sul piano della velocità, arriva da una stagione molto buona, e similare ai livelli raggiunti nel bienno Ducati 2015/2016, ma nelle ultime quattro gare dell’anno ha accumulato ben tre ritiri mostrando ancora diversi limiti sulla costanza. Aleix Espargaró, d’altro canto, ha nettamente battuto Redding nel confronto tra compagni di squadra e vive una situazione similare a quella del fratello Pol, col compito di dare la giusta direzione allo sviluppo per permettere al compagno di mettere a segno buoni risultati. La moto di Noale è quella ad aver subito il cambiamento più stravolgente, con diverse modifiche a carena, sella e soprattutto codone.

La Moto2 è quella che, a prima vista, ha perso più volti di prim’ordine dopo la partenza di ben quattro assoluti protagonisti, ma presenta comunque diversi temi. Anche qui cambiamenti regolamentari non da poco, come il passaggio dai motori della Honda CBR600RR a quelli tre cilindri Triumph da 765cc, derivati dai propulsori della Daytona Supersport da 675cc che gareggia nel mondiale SSP. Un motore più difficile da domare, e di un livello più avanzato rispetto a quello Honda a cui tanti erano abituati. Modifica anche nel format delle qualifiche, ora similare a quello MotoGP con due manche da quindici minuti nel quale decidere il fondo dello schieramento nella prima e le prime posizioni nella seconda, e con i primi due piloti della Q1 “premiati” col passaggio alla Q2.

La modifica al propulsore pare chiaro che allineerà molto la situazione, rendendo la guida più complessa da scoprire per i volti più esperti, avvantaggiando i nuovi arrivati. Chi si pone come favorito per la stagione 2019 è il vincitore di tre gare nello scorso anno, il sudafricano Brad Binder, solo decimo però alla conclusione dei test del Qatar. In prima posizione nella classifica dell’ultima sessione collettiva è stato il rientrante Sam Lowes, reduce da una stagione molto deludente nel 2018 ma ritornato alla corte di Gresini, con il quale nel 2016 ha lottato per il titolo Moto2 contro Zarco, Luthi e Rins.

I migliori a essersi adattati al motore Triumph sono i team che usufruiscono di telai Kalex, ma non c’è da sottovalutare nemmeno KTM che, esattamente come in MotoGP, presenta quattro moto con preparazione dalla casa madre, due per il team Red Bull Ajo e due per Tech3, guidate da Binder, Martín, Bezzecchi e Öttl. Il campione del mondo della Moto3 è stato il migliore tra i rookie nella pre-season, ma la sfortuna ci ha di nuovo visto bene col madrileno che si è rotto, a Jerez de la Frontera, una gamba e un braccio. Debutti anche per Nicolò Bulega nel team Sky VR46, al fianco di Luca Marini, ed Enea Bastianini con Italtrans al posto di Pasini.

Ritorna anche il marchio MV Agusta insieme al team Forward, che con una moto derivata dal modello F3 e chiamato F2, muoverà i propri primi passi nel Motomondiale a distanza di oltre quarant’anni dall’ultima gara svolta. Per il momento i test della moto varesina sono stati privi di sussulti, con Aegerter 26° e Manzi 30° a Losail.

Anche la Moto3, come la Moto2, presenta lo stesso cambio regolamentare sul format di qualifiche, qui volto più a limitare i rallentamenti volontari per cercare di sfruttare le scie degli avversari durante il giro buono. La classe leggera, a differenza dello scorso anno, è rimasta priva di un vero favorito com’era sembrato fin da subito Jorge Martín dopo i risultati colti nel 2017. Si parte con una situazione d’incertezza totale su chi possa essere l’uomo da battere; paradossalmente, chi potrebbe più avvicinarsi a questo identikit è Romano Fenati, alla sua settima stagione di Moto3. L’ascolano è reduce da una delle pagine del motorsport più nere di sempre, con la manovra scorretta e pericolosa a livelli insensati su Manzi durante il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini dello scorso anno, vista e rivista nel corso dei mesi. Dopo squalifiche, due licenziamenti, revoche e ottenimenti della superlicenza e persino inseguimenti con la polizia, il pilota è riuscito a farsi riassumere dal team Snipers dei fratelli Cecchini, venendo però “retrocesso” nuovamente in Moto3, al fianco di Tony Arbolino. Nell’ultima sessione di test il #55 si è messo in prima posizione nella combinata, proprio davanti al compagno di box di un paio di decimi.

Come nel 2018 KTM e Honda sono rimaste le uniche marche rimaste nella classe leggera, e la prima delle moto austriache, sempre secondo la combinata dei test d’inizio marzo, è Aron Canet, pilota del team di Max Biaggi che debutta dopo una lunga attesa: lo spagnolo, ex-pilota di Estrella Galicia, si è messo davanti anche nell’ultima sessione, dimostrando come potrà essere della partita almeno su questa pista (qui l’anno scorso Canet ha ottenuto un secondo posto in volata contro Martín). Grande attesa anche per Can Oncü, storico vincitore a Valencia nella sua gara di debutto, dove ha conquistato il primato per vincitore più giovane della storia del Motomondiale; il team Ajo punterà solo su di lui nel corso del 2019.

Come successo nelle ultime stagioni, solo gli abbonati a Sky Sport potranno guardarsi le dirette di qualifiche e gare, mentre i telespettatori privi del satellitare dovranno accontentarsi della differita su TV8, cosa che si ripeterà per altri dieci casi in questa stagione. Le difficoltà della gara in notturna non mancheranno, ma il tempo dovrebbe rimanere favorevole quest’anno anche dopo il tramonto.

INFO TRACCIATO

Lunghezza tracciato: 5.380 m
Rettilineo principale: 1.068 m
Curve: 16 (6 a sinistra, 10 a destra)
Senso: orario
Record della pista: 1:53.680 (Johann Zarco, Yamaha, 2018)

ALBO D’ORO

 

ORARI TELEVISIVI

Venerdì 8 marzo 2019

11:50 – FP1 Moto3 (Sky Sport)
12:45 – FP1 Moto2 (Sky Sport)
13:40 – FP1 MotoGP (Sky Sport)
16:10 – FP2 Moto3 (Sky Sport)
17:05 – FP2 Moto2 (Sky Sport)
18:00 – FP2 MotoGP (Sky Sport)

Sabato 9 marzo 2019

11:25 – FP3 Moto3 (Sky Sport)
12:20 – FP3 Moto2 (Sky Sport)
13:15 – FP3 MotoGP (Sky Sport)
15:30 – Q1 Moto3 (Sky Sport)
15:55 – Q2 Moto3 (Sky Sport)
16:25 – Q1 Moto2 (Sky Sport)
16:50 – Q2 Moto2 (Sky Sport)
17:20 – FP4 MotoGP (Sky Sport)
18:00 – Q1 MotoGP (Sky Sport)
18:25 – Q2 MotoGP (Sky Sport)
19:00 – Replica Qualifiche (TV8)

Domenica 10 marzo 2019

12:40 – WUP Moto3 (Sky Sport)
13:10 – WUP Moto2 (Sky Sport)
13:40 – WUP MotoGP (Sky Sport)
15:00 – Gara Moto3 (Sky Sport)
16:20 – Gara Moto2 (Sky Sport)
18:00 – Gara MotoGP (Sky Sport)
18:00 – Replica Gara Moto3 (TV8)
19:15 – Replica Gara Moto2 (TV8)
21:00 – Replica Gara MotoGP (TV8)

Fonte immagine: motogp.com

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