Motomondiale | GP Americhe 2018 – Anteprima

Anteprime
Tempo di lettura: 9 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
20 Aprile 2018 - 10:00
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Dopo due settimane colme di discussioni, voci, litigi e polemiche, i campioni delle tre classi del Motomondiale questo fine settimana torneranno a fare ciò che riescono a svolgere meglio: far emozionare i tifosi a casa gareggiando, e non parlando. Il Gran Premio delle Americhe 2018 si svolgerà, come da prassi fin dal suo arrivo nel calendario, sulla pista di Austin, che sorge vicino all’omonimo centro cittadino texano.
Più di 5.500 metri di tracciato molto tecnico, con curve veloci e cambi di pendenza che si susseguono a tratti “stop & go” e a lunghi rettilinei dove la potenza del proprio motore può fare la differenza. Austin è diventato la “casa” di molte competizioni motoristiche grazie alla sua alta versatilità: F1, MotoGP, AMA Superbike, WEC e, da quest’anno, anche il WRX.

Il mondiale riparte, come detto, dopo il nefasto weekend a Termas de Rio Hondo (almeno per quanto concerne la gara della MotoGP). In una gara pazza tra partenze cancellate, griglie di partenza al limite della follia, contatti, cadute e Marc Márquez (che meriterà un capitolo a parte), a emergere vincitore è stato Cal Crutchlow sulla sua Honda RC213V, dopo una battaglia durata tutta la gara con Johann Zarco, Alex Rins e il poleman della suddetta gara Jack Miller. Cal, alla sua terza vittoria nel mondiale, dopo il successo si è permesso di fare un po’ la “voce grossa”, riguardo al fatto che lui e i suoi compagni di gara siano passati ingiustamente in secondo piano, nonostante combattessero tutti per la vittoria. Il GP texano potrebbe essere una nuova occasione per dimostrare che la vittoria in Argentina non sia stato solo frutto del caso. Un nuovo piazzamento a podio è a portata di mano per l’inglese, in una delle piste più amiche alla V4 giapponese.

Sulle sue dichiarazioni, c’è da dire che in un GP come quello vissuto due settimane fa era difficile rubare la scena. Il principale motivo per cui Cal e soci non ci sono riusciti è stato proprio Marc Márquez: dopo esser stato costretto a un ‘ride through in corsia box a causa dello spegnimento del motore al via e alla manovra in contromano per rimettersi in griglia, il “Cabroncito” tra sorpassi al limite (con nuove penalizzazioni) e un ritmo pazzesco è riuscito comunque a raggiungere la top five. A quel punto il contatto con Valentino Rossi a pochi giri dalla fine ha segnato definitivamente la sua gara, subendo altri trenta secondi di penalità e classificandosi 18°, in una gara che potenzialmente lo spagnolo poteva stravincere.

I restanti giorni che hanno separato le due tappe americane, come si suol dire, sono storia: il web e i media si sono scatenati nel raccontare dell’ennesimo “clash” tra Rossi e Márquez, che ha riaperto un’ostilità e un rancore vecchi di quasi tre anni. Ad alimentare questo incendio di parole ci ha pensato anche lo stesso Valentino dopo la gara, nel quale non ha esitato a definire Marc come un pilota irrispettoso e a tratti anche pericoloso. Lo spagnolo si è ovviamente difeso da tali affermazioni, mentre Rossi in questo weekend, non essendo stato scelto per la conferenza stampa Dorna di rito pre-Gran Premio, ha deciso di fare da sé e di parlare in una conferenza straordinaria proprio questa sera.

Austin è una pista che porta sopra di sé la firma a caratteri cubitali di MM93: su cinque gare finora svolte qui il catalano non si è lasciato sfuggire nemmeno una volta il gradino più alto del podio. Merito della sua Honda che qui funziona sempre molto bene, ma anche del suo talento cristallino che qui risplende come non mai. A fargli da scudiero, nonostante i dolori provocati dall’incidente a Termas, ci sarà Dani Pedrosa che ha avuto l’ok dei medici per partecipare alla FP1 e alla FP2, in attesa di conferme anche per il resto del weekend. Il pilota di Sabadell qui ha all’attivo tre podi, a conferma della bontà della RC213V su questa pista.

Chi, sornione, ha approfittato delle disavventure di Márquez in Argentina è Andrea Dovizioso. Il vincitore del Qatar ora è secondo nella generale dietro a Crutchlow, e nell’ultima gara ha rimediato solo un sesto posto, ma viste le premesse questo è stato tutto grasso colante per il forlivese. Austin è una pista amica del Dovi: qui ottenne il suo primo podio in Ducati (terzo nel 2014, alle spalle delle due Repsol HRC) e un prezioso secondo posto nel 2015 davanti a Valentino Rossi. La speranza è che la GP18 qui non si comporti come a Termas de Rio Hondo, dove complessivamente è andata peggio del vecchio modello del 2017. Ne sanno qualcosa anche Jorge Lorenzo e Danilo Petrucci, che hanno passato un weekend da comprimari terminando rispettivamente in 15a e 10a posizione. I due latini sono inoltre al centro delle voci di mercato, già in movimento in questa terza gara delle diciannove in calendario. Le voci su un arrivo di Lorenzo in Suzuki sono sempre più forti (oltre che confermate dallo stesso sito MotoGP), e se fossero concrete la cosa spianerebbe la strada a Petrucci per il team ufficiale.

Yamaha nel frattempo vive una situazione ben diversa rispetto a dodici mesi fa, come ripetuto tante volte in queste due gare svoltesi. Viñales oggi è a quota 21 punti contro i 50 pieni dello scorso, mentre il più esperto Valentino ha replicato il terzo posto in apertura di campionato, ma il fatale contatto col sei volte campione spagnolo l’ha costretto al primo zero della stagione. L’aria che tira nel box blu è pesante dopo i fatti argentini, ma la cura migliore non può essere che una buona prestazione: nel 2017 Rossi qui ha ottenuto un insperato secondo posto, mentre “Top Gun” ha commesso il suo primo pesante errore cadendo al secondo giro. Le possibilità di una vittoria da parte di Iwata sono pressoché nulle con questo Márquez, ma se l’ultima gara ci ha insegnato qualcosa è che nelle corse può succedere di tutto. La prima Yamaha in campionato però è quella di Johann Zarco, anche lui sotto la lente investigativa per la battaglia con Pedrosa conclusasi con l’incidente dello spagnolo; dopo l’ennesimo secondo posto ottenuto, il francesino vorrà di certo prendersi la tanto attesa prima vittoria, in una pista che l’ha visto arrivare a podio due volte in Moto2.

La pista di Austin non sembra la più adatta a mettere in risalto eventuali sorprese, ma le cose possono sempre cambiare: Miller e Rins, coloro che hanno più impressionato in positivo nella gara argentina, vorranno dimostrare ancora una volta la loro pasta. Andrea Iannone, su Suzuki come Alex, è nel turbine delle voci di mercato come il suo sostituto in Ducati Lorenzo, ma prima di pensare al 2019 c’è da far vedere al compagno di squadra chi comanda, e la gara negli Stati Uniti potrebbe essere una buona occasione per farlo.

Passiamo ora alla classe di mezzo, la Moto2. In Argentina i piloti della suddetta classe hanno messo in scena una delle gare migliori della categoria da parecchi anni a questa parte, la quale è stata di gran lunga la migliore del weekend. A vincere, a sorpresa, è stato Mattia Pasini, il quale sta vivendo una seconda giovinezza dal suo arrivo al team Italtrans. Il suo successo, unito al quarto posto del Qatar, l’ha fatto balzare in testa alla graduatoria iridata e a un trittico tutto italiano, composto anche da Baldassarri (quarto in Argentina) e Bagnaia (solo nono in un weekend dove la sua Kalex sul viscido non è mai stata a suo agio). Non sarà però una lotta tutta tricolore per il campionato, perché alle spalle dei nostri azzurri tre iberici sono alle calcagna, capitanati da Xavi Vierge (spettacolare in Argentina, secondo dietro a Pasini). In quinta e sesta posizione in campionato ci sono Miguel Oliveira e Álex Márquez, entrambi a 27 punti e (seppur colpevoli di qualche errore di troppo nell’ultima gara) pienamente in lizza per il campionato.

Nella Moto3 l’Italia ha sorprendentemente trovato un nuovo talento da svezzare nella figura di Marco Bezzecchi: in una gara a Termas dove l’asfalto viscido poteva mandare all’aria i sogni di molti, l’italiano ha conquistato il suo primo successo in carriera con netto vantaggio rispetto agli inseguitori, tra cui Aron Canet. Oltre ad aver permesso a KTM di rompere un digiuno di vittorie che durava dal Mugello, Bezzecchi si è posto come potenziale outsider per la lotta iridata, salendo al terzo posto nella generale. Al primo, grazie ai due secondi posti ottenuti, c’è Aron Canet che ha sfruttato la strategia errata del box Gresini per l’ex-leader Jorge Martín, che ha limitato i danni arrivando 11°. Come per la Moto2, anche per la Moto3 il pronostico per la gara americana è difficile vista l’assenza degli ultimi vincitori, ma potrebbe essere una delle poche occasioni nell’anno in cui a giocarsi la vittoria saranno solo pochissimi piloti.

Come per l’Argentina, il meteo qui potrebbe regalare sorprese: al sabato è prevista pioggia (in particolare per le due sessioni ufficiali della MotoGP), mentre per la gara dovrebbe splendere il sole. La gara sarà visibile in diretta sia sul satellite che sul digitale, con la doppia programmazione live con TV8.

INFO TRACCIATO

Lunghezza tracciato: 5,513 km
Rettilineo: 1200 m
Curve: 20 (11 a sinistra, 9 a destra)
Senso: antiorario
Record della pista: 2:02.135 (Marc Márquez, 2015, Honda)

ALBO D’ORO

 

ORARI TELEVISIVI

Venerdì 20 aprile 2018

15:55 – FP1 Moto3 (Sky Sport MotoGP)
16:50 – FP1 MotoGP (Sky Sport MotoGP)
17:50 – FP1 Moto2 (Sky Sport MotoGP)
20:05 – FP2 Moto3 (Sky Sport MotoGP)
21:00 – FP2 MotoGP (Sky Sport MotoGP)
22:00 – FP2 Moto2 (Sky Sport MotoGP)

Sabato 21 aprile 2018

15:55 – FP3 Moto3 (Sky Sport MotoGP)
16:50 – FP3 MotoGP (Sky Sport MotoGP)
17:50 – FP3 Moto2 (Sky Sport MotoGP)
19:30 – QP Moto3 (Sky Sport MotoGP, TV8)
20:30 – FP4 MotoGP (Sky Sport MotoGP)
21:10 – Q1 MotoGP (Sky Sport MotoGP, TV8)
21:35 – Q2 MotoGP (Sky Sport MotoGP, TV8)
22:00 – QP Moto2 (Sky Sport MotoGP, TV8)

Domenica 22 aprile 2018

15:40 – WUP Moto3 (Sky Sport MotoGP)
16:10 – WUP Moto2 (Sky Sport MotoGP)
16:40 – WUP MotoGP (Sky Sport MotoGP)
18:00 – Gara Moto3 (Sky Sport MotoGP, TV8)
19:20 – Gara Moto2 (Sky Sport MotoGP, TV8)
21:00 – Gara MotoGP (Sky Sport MotoGP, TV8)

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