MotoGP | Test Losail pre-2020, sintesi della terza giornata

MotoGP
Tempo di lettura: 5 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
25 Febbraio 2020 - 11:50
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Ieri si sono conclusi gli ultimi test in previsione della stagione 2020 di MotoGP, con la terza giornata sulla pista di Losail andata agli archivi. In questo ultimo giorno abbiamo il terzo leader finale della classifica, ovvero Maverick Viñales. Col tempo migliore di 1:53.858, “Top Gun” è il più veloce sia del terzo giorno che nella classifica combinata, a cui si aggiunge un lavoro mastodontico in termini di tempo passato in pista, con 84 giri. Oltre a questo, il passo mostrato anche ieri pomeriggio tra l’1:54.4 e l’1:55 basso è un ulteriore prova di come Viñales sia pronto all’inizio di stagione.

Un po’ tutto lo squadrone Yamaha può sorridere, con tre moto nelle prime quattro posizioni. Franco Morbidelli è stato l’unico, oltre Viñales, a girare sotto il muro dell’1:54, ottenendo la seconda posizione a soli 33 millesimi; sul passo manca ancora qualcosa per stare con il #12, ma la strada per una stagione decisamente migliore del 2019 è stata imboccata. Fabio Quartararo è quarto a due decimi e con 58 giri compiuti, ma ciò che davvero ha impressionato è stato il suo stint di sedici giri nella parte finale del turno: una sequenza martellante di quattordici giri sotto l’1:55 e due soli passaggi sull’1:55 basso. L’unico yamahista che non ha avuto una grande giornata è Valentino Rossi: una caduta alla curva 2 ha disintegrato la M1 e ha rallentato non di poco il suo lavoro, col pesarese che ha ammesso di soffrire ancora sulle gomme come successo nel 2019; è 12° alla fine del turno.

In mezzo alle tre Yamaha in testa troviamo nuovamente la Suzuki: è Álex Rins il più veloce degli uomini di Hamamatsu, terzo e con un distacco di due decimi scarsi dal rivale Viñales. C’è da dire che lo spagnolo ha svolto solo 40 giri e, globalmente, forse questo è stato il turno meno entusiasmante sulla base dei tempi fatti; ciò può esser dovuto al lavoro di confronto tra il vecchio telaio e quello scelto per il primo GP, descritto da Rins come un grosso miglioramento. Joan Mir è sesto a 271 millesimi e anche per lui il numero di giri è basso, con solo 42 passaggi.

Come si può notare, i distacchi sono veramente molto ravvicinati, con diciotto piloti in un secondo e dodici entro i cinque decimi. In queste posizioni troviamo una discreta varietà di moto e team, superiore a quella vista nei due giorni precedenti. In quinta posizione spunta la prima Ducati, la #43 Pramac di Jack Miller in 1:54.1. Nonostante il bel risultato, dati alla mano l’australiano non sembra in grado di puntare granché in alto, con un passo poco costante e che lo vede sulla fascia tra l’1:55 basso e l’1:55.7. Messo leggermente meglio, apparentemente, Andrea Dovizioso col decimo tempo, ma un passo che può stare a tratti sull’1:54.9 e per buona parte del tempo sull’1:55. Francesco Bagnaia è alle sue spalle a 14 millesimi, mentre Danilo Petrucci sulla seconda Ducati Mission Winnow è 16°. La bella prestazione di Zarco sulla Ducati Avintia del secondo giorno è un po’ svanita e il francese è stato riassorbito in classifica, scendendo al 17° posto.

Nei primi dieci ritroviamo più di una Honda, con Marc Márquez settimo davanti a Takaaki Nakagami, autore di una tre giorni notevole sulla sua moto 2019. I retroscena visti nei box HRC e LCR però sono degni di essere documentati: durante la sessione pare che la squadra Repsol abbia preso in prestito proprio una delle moto di Nakagami facendola guidare dal campione del mondo, forse in cerca di un confronto col modello 2020 o forse nell’estrema soluzione di optare, almeno per le prime gare del campionato, per questo modello anziché quello nuovo. Alberto Puig ha persino ammesso che il team sta provando soluzioni usate nel GP del Qatar delle passate stagioni, qualcosa di piuttosto assurdo se contiamo il blasone del team e la percentuale di successi delle ultime stagioni. Tornando ai dati forniti dalla sessione, il “Cabroncito” ha effettuato 61 giri e il suo ritardo dalla testa è contenuto a soli tre decimi e lo stesso dicasi per il giapponese, mentre Crutchlow e Álex Márquez, come nella seconda giornata, hanno continuato a navigare nella parte bassa della classifica con problemi in frenata.

Per un rookie che soffre, ce n’è un altro che ieri ha impressionato un po’ tutti e si tratta di Brad Binder, nono sulla KTM ufficiale. Il sudafricano ha girato in 1:54.283 e paga sì quattro decimi dai migliori, ma si è tolto la soddisfazione di mettersi dietro gente di un certo blasone come Dovizioso, Rossi e i fratelli Espargaró. Pol, suo compagno di squadra, non si è distaccato granché dalle prestazioni dei giorni precedenti e occupa il 14° posto dietro al fratello, mentre le altre due KTM Tech3 di Oliveira e Lecuona occupano la 19a e 20a posizione, con numero di giri piuttosto esiguo rispetto ai competitor.

Le due Aprilia del team Gresini si trovano in 13a e 22a posizione, con Aleix Espargaró nuovamente davanti a Bradley Smith. Nonostante il 13° tempo possa ingannare, il catalano è stato autore di un turno soddisfacente in termini di passo, dando anche una mano al team a decidere su che specifica di motore propendere dopo i problemi avuti ieri con le basse temperature. Smith a sua volta ha accumulato 55 giri, utili ad Albesiano e soci per la decisione sul motore.

Con questo, si concludono i test del Qatar. Ora non ci resta che aspettare i dieci giorni mancanti fino alle prime prove libere del primo weekend di gara, che si preannuncia già scoppiettante.

Qui i risultati dell’ultimo giorno, l’analisi dei tempi fatti e la combinata.

Fonte immagine: yamaha-racing.com

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