MotoGP | GP Austria: Capolavoro di Andrea Dovizioso, la Ducati torna al successo a Spielberg

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di Alyoska Costantino @AlyxF1
11 Agosto 2019 - 15:35
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Andrea Dovizioso e Marc Márquez: così diversi nei mezzi, nella velocità, nel talento, nella storia e persino nello stile di guida, eppure spesso così vicini e a duello. Il Red Bull Ring sembra essere la loro arena prediletta, che corrisponde poi al feudo Ducati per i suoi rettilinei e le forti staccate. Ed è qui che il marchio bolognese ha ottenuto la quarta vittoria consecutiva in quattro anni, la seconda con il forlivese che dopo una gara a due passata su un ritmo velocissimo ha dovuto inventarsi qualcosa di diverso per evitare che Marc Márquez vincesse ancora, ed è arrivato con il sorpasso all’ultima curva, ma al contrario di quello tentato dal #93 due anni fa, quello odierno di Dovizioso è andato in porto e gli ha consegnato il suo 14° successo in classe regina, uno in più di Max Biaggi.

Sul piano della classifica piloti, i cinque punti persi da Márquez non inficiano minimamente sulla corsa all’ottavo alloro, ma lo spagnolo dovrà attendere un altro anno per poter “completare” l’attuale calendario MotoGP con una vittoria in ogni pista. Il terzo posto è andato a Fabio Quartararo, che ha persino condotto in maniera solida i primi giri prima di soccombere ai V4 di Honda e Ducati, ma la sua gara, per forza di cose, è passata in secondo piano per l’azione vista davanti. Dietro di lui, le Yamaha ufficiali di Rossi e Viñales.

LA CRONACA

I due favoriti per la gara odierna optano per scelta di gomma opposte, con l’hondista su media al posteriore e Dovizioso invece con la Soft, mentre lo pneumatico anteriore è, per entrambi, Medium. Le due Yamaha ufficiali sono su medie, mentre Miller e Quartararo imitano Dovizioso. La Hard viene quasi totalmente ignorata, vista la pista fredda (seppur totalmente asciutta).

Gran partenza di Márquez e Dovizioso al via, che affrontano la prima salita verso la Remus affiancati con “Dovi” all’esterno del “Cabroncito”, che pur di non farsi passare forza la frenata e costringe sia sé stesso, sia l’italiano, a perdere posizioni. Davanti va quindi Quartararo su Yamaha, seguito da Rins su Suzuki, Miller su Ducati e Dovizioso, che alla curva 4 si fa spazio su Márquez. Dovizioso va all’attacco già nel secondo giro per mettere tra sé e il #93 dei piloti, e passa così Miller alla 9 e poi Rins sul rettilineo, di puro motore; lo imita anche l’australiano e Márquez, che passa quarto, mentre Rins finisce largo alla curva 3 e perde una posizione anche su Rossi.

Alla stessa curva, Crutchlow tampona un altro pilota, che era rimasto “intruppato” a causa del rallentamento causato dallo spegnimento della moto di Pol Espargaró. Intanto Quartararo tiene bene il ritmo in questi primi giri e Miller si difende con le unghie e con i denti dall’attacco della Honda alle sue spalle, e questo gruppetto di quattro piloti sta staccando le Yamaha e Rins. Alla fine Márquez passa Miller, nello stesso giro in cui Dovizioso, sul rettilineo, sorpassa Quartararo; Márquez, per non perdere ulteriore tempo, sul rettilineo in salita dopo la curva Niki Lauda svernicia la M1, ma il francese reagisce in staccata e solo l’accelerazione successiva permetterà a Marc di stare davanti.

Da questo momento in poi, la gara diventa una questione a due, anche se Dovizioso inizialmente persiste sulla strategia del ritmo basso facendo riavvicinare Miller e gli altri. Al settimo giro le cose cambiano: alla Rindt “Jackass” scivola buttando via il suo quarto posto, mentre Márquez infila Dovizioso all’ultima curva e comincia lui a guidare il ritmo, che inevitabilmente si alza.

Per dieci giri buoni, i due leader del campionato martellano tempi sull’1:24 basso, con un elastico che va dai tre decimi al meno di uno. La Medium al posteriore non sembra dare a Márquez il vantaggio sulla durata sperato, mentre con la Soft la Ducati #04 accelera bene fuori dalle curve, nonostante si muova molto. Più indietro, Rossi viene raggiunto da Viñales e Rins, mentre è buona la gara di Francesco Bagnaia in settima posizione, mentre l’altra Ducati del team interno guidata da Petrucci è oltre la top ten.

A nove giri dalla fine, la leadership cambia: sul rettilineo verso la Niki Lauda Kurve il motore Ducati permette a Dovizioso di prendere il comando per la seconda volta in questa gara, ma la situazione non cambia e il ducatista è costretto a spingere comunque forte per i successivi cinque giri.

Anche stavolta non c’è lo strappo, e a tre giri dalla fine arriva il controsorpasso: Márquez prepara la traiettoria larga alla curva 6 e alla Würth passa all’interno la Ducati, che però risponde in accelerazione verso la curva 9, dove Márquez incrocia la traiettoria e mantiene il comando. Nei due giri successivi, fino all’inizio dell’ultimo, Dovizioso tenta di passare sul rettilineo principale, ma in entrambi i casi l’italiano finisce leggermente largo permettendo allo spagnolo di mantenere il primo posto. In uscita dalla curva 8, dopo il T3 favorevole alla Honda, sembra fatta per Márquez ma Dovizioso entra in maniera perfetta nella destra veloce successiva, e si fionda all’interno della Red Bull Mobile come fece l’avversario due anni fa; stavolta però, la traiettoria di Dovizioso è perfetta e non permette all’avversario d’incrociare, e la coppia Dovizioso-Ducati vince la propria seconda gara stagionale.

Sul podio Márquez e Quartararo, poi le due Yamaha, Rins, gli ottimi Bagnaia e Oliveira, Petrucci e Morbidelli. La prima Honda dopo Márquez è 11a con Nakagami, davanti a Zarco e Bradl. Ultimo Iannone, attardato di un giro forse per un problema tecnico.

La classifica piloti non ha molta rilevanza nonostante la vittoria di “Dovi” sul campione del mondo, con ancora 58 punti a separare i due in vetta alla generale. Terzo rimane Petrucci nonostante un andamento piuttosto scadente nelle ultime due gare, mentre tentano di riavvicinarsi Rins (a 124 punti e con 12 di ritardo da “Petrux”) e le Yamaha, con Rossi tornato davanti a “Top Gun” di un punto.

Ci aspettano due settimane d’attesa prima del Gran Premio di Gran Bretagna, sul nuovo asfalto di Silverstone. Si spera che gli errori del 2018 da parte di FIM e dei gestori della pista facciano parte del passato, e che la riasfaltatura non abbia creato ulteriori danni. Vedremo se i protagonisti della gara inglese saranno gli stessi o se Yamaha e Suzuki si faranno valere tra i veloci curvoni inglesi.

Qui i risultati di questa fantastica gara e la classifica piloti.

Fonte immagine: motogp.com

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