Moto3 | GP San Marino: Tatsuki Suzuki vince la sua prima gara in carriera

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
15 Settembre 2019 - 13:48
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La gara di Misano Adriatico potrebbe essere lo snodo cruciale del campionato 2019 di Moto3, anche se nessuno degli aspiranti al titolo ha vinto quest’oggi. A farlo, in onore di Marco Simoncelli a cui il Santamonica è dedicato, è stato il poleman Tatsuki Suzuki che sigla così la giornata perfetta, dopo una durissima battaglia con alcuni dei piloti migliori della classe leggera. Non è andata altrettanto bene al compagno di squadra Antonelli purtroppo, caduto e vittima di una frattura alla clavicola destra e una al polso sinistro.

Il podio è stato così completato da John McPhee e Tony Arbolino. Se per lo scozzese si tratta del terzo podio stagionale dopo la vittoria di Le Mans e la medaglia di bronzo al Red Bull Ring, per il pilota Snipers è un risultato che alza esponenzialmente le sue quotazioni nel mondiale, grazie al primo “zero” di Arón Canet, causato da un guasto tecnico, e l’ottavo posto di Lorenzo Dalla Porta, non tanto efficacie quest’oggi negli ultimi giri, e penalizzato di tre secondi per aver più volte superato i limiti della pista.

LA CRONACA

Allo scatto il poleman parte benissimo e prende la Variante del Parco per primo seguito da Tony Arbolino e Arón Canet, mentre Dalla Porta perde qualche posizione al via. Il gruppone si avvia verso la Quercia dove si ritirano in due: Sasaki entra in contatto col posteriore del connazionale Masaki con quest’ultimo che si salva ma col pilota Petronas che abbandona la gara, mentre più avanti Garcia cade per un contatto in uscita dalla medesima curva. Sono quattro i ritirati al primo giro, insieme a Toba e Yurchenko che si sono presi al via.

Suzuki e Arbolino combattono nel corso del primo giro per la leadership ed è l’italiano a prevalere momentaneamente, mentre Suzuki si deve difendere da Canet al Carro. Il gruppo davanti è molto fornito e vede anche tanti italiani come Migno, Antonelli e Vietti, ma all’attacco ci sono i piloti Leopard, con Dalla Porta che si fa spazio su Andrea Migno al Rio facendo spazio anche al compagno Ramírez. Proseguono anche le cadute, con López che all’inizio del terzo giro perde il posteriore della sua Honda e viene scaricato in uscita da curva 2, con i soccorritori che lo portano fuori; nello stesso punto e con la stessa dinamica si ritira anche Arenas, era quinto in quel momento.

Mentre Dalla Porta passa Vietti per la settima posizione, uno dei colpi di scena più grandi arriva al quarto giro: Canet rallenta per un problema di pescaggio della benzina e decide di rimanere insistentemente in traiettoria, causando un effetto a catena che stende Booth-Amos e porta fuori dalla pista Deniz Öncü. Al sesto cade anche Antonelli portando con sé l’incolpevole Vietti, che non riesce a evitarlo tra le curve 5 e 6.

Di questo caos ne approfittano Suzuki e Arbolino che vanno in fuga, mentre Dalla Porta è addirittura terzo davanti alla coppia del team Caponera. Come spesso successo quest’anno, i due del team spagnolo lottano tra di loro con Masia che passa l’italiano alla Quercia, e dietro di loro troviamo un gruppo più fornito con Foggia, Rodrigo, Ogura e Ramírez. Canet intanto prende la via dei box e per un paio di occasioni riprende la pista, senza successo.

Masia passa Dalla Porta al Carro e il suo ritmo pare più alto di quello del #48, e inizia l’inseguimento su Suzuki e Arbolino. Il gruppo davanti si riforma ed è ora di cinque piloti, mentre Migno e Dalla Porta si scambiano la posizione un paio di volte. Si ritirano intanto anche Masaki e Binder.

Dalla Porta torna all’attacco ma la direzione gara gli segnala un warning per aver ecceduto troppe volte i limiti della pista. L’italiano è terzo davanti alle due KTM nere, e comincia anche in questo GP la lotta con Arbolino, che avvantaggia Suzuki. Dal secondo gruppo invece si sgancia Ai Ogura in sesta posizione.

In questa fase Arbolino compie qualche sbavatura di troppo e permette a Dalla Porta di salire secondo, mentre prosegue il duello tra i due del team di Caponera. Suzuki non riesce però a improntare un ritmo più veloce e questo favorisce sia il rientro di Ogura che quello di McPhee, a sua volta staccatosi dalla gruppo degli inseguitori. A sei giri dalla fine la leadership cambia ed è Masia a prendere il comando al cambio di direzione della prima variante, e il suo compagno è terzo davanti ad Arbolino, prima di perdere tre posizioni sui connazionali e Ogura.

Il piccolo strappo di Masia non ha successo e Suzuki, insieme ad Arbolino, torna a insidiarlo da vicino, mentre Dalla Porta pare quello più in difficoltà dopo due errori alle curve 1 e 7. Masia paga dazio a tre giri dalla fine quando, nel tratto veloce, perde addirittura sei posizioni e al comando si ritrova di nuovo Suzuki. All’ultimo giro alla Quercia succede il fattaccio: Migno, terzo in quel momento, entra in contatto con Arbolino e stende Ogura che è esterno, mentre McPhee approfitta di questo caos per attaccare anche la seconda posizione. Suzuki si difende bene al Carro e alle Misano e va così a vincere meritatamente questa corsa.

Quarto posto per Masia mentre Dalla Porta, quinto sul traguardo, viene penalizzato di tre posizioni per aver ignorato il warning ed esser andato oltre il cordolo un’altra volta. In top five passa quindi Foggia, poi Rodrigo, Ramírez, il penalizzato Dalla Porta e Salač. Chiude la top ten Raul Fernandez.

Nella classifica piloti gli italiani sorridono oggi, e più di tutti sorride il #14: Arbolino ha ora 30 punti di distacco da Dalla Porta, grazie a una costanza di risultati che l’ha visto a podio ininterrottamente Brno in avanti. Canet è invece a -22 da Dalla Porta, in testa a quota 179 col compagno Ramírez quarto a -56. Risale al nono posto Suzuki, con 75 punti.

Qui i risultati del GP e la classifica iridata.

Fonte immagine: Twitter / Tatsuki Suzuki

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