Moto3 | GP Catalunya: Ramírez sopravvive a una guerra e vince il suo 1° GP

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di Alyoska Costantino @AlyxF1
16 Giugno 2019 - 13:20
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Dopo una gara che, per intensità, è sembrata durare quaranta giri anziché ventuno, a prevalere è stato il team Leopard, ma non con il pilota che ci si poteva aspettare. E’ stato, infatti, Marcos Ramírez, al suo primo centro in carriera, a vincere il Gran Premio di Catalunya di quest’anno, mentre il suo compagno Lorenzo Dalla Porta ha visto tanti dei potenziali punti andare al suo rivale Canet quando un problema alla sua moto l’ha appiedato al terzo giro. Lo stesso pilota del team di Max Biaggi ha dovuto letteralmente districarsi nel traffico dei tanti piloti che si sono giocati il successo, evitando cadute ed errori altrui e portando a casa un prezioso secondo posto. A podio c’è anche Celestino Vietti, in una gara in rimonta e con un sorpasso finale su Alonso Lopez che sa tanto di scuola VR46, effettuato all’interno della 14 in stile Rossi-Lorenzo nel 2009.

Agli altri italiani però non è andata altrettanto bene: a eccezione di un settimo posto per Fenati, Niccolò Antonelli ha terminato una rimonta che poteva portarlo molto più avanti, ma rovinata da un errore a tre giri dalla fine in curva 1. Anche Tony Arbolino, partito in prima fila, si è visto rubare ogni possibilità di successo per un problema al cambio che l’ha costretto al ritiro.

LA CRONACA

Dopo delle prove parecchio convulse, i giudici di gara decidono di penalizzare di dodici posizioni ben sette piloti, tra cui due ispiranti al titolo: Masia, Antonelli, Masaki, Ogura, Salac, Pérez e Foggia sono stati tutti messi sotto investigazione e penalizzati, con Antonelli costretto a partire addirittura 27°. Sole e caldo la fanno da padrone oggi.

Alla partenza la Honda di Ogura s’impenna perdendo sin dai primi metri diverse posizioni, e in curva 1 è Arbolino davanti a tutti seguito da Canet, Suzuki, Dalla Porta e Arenas, mentre il poleman Rodrigo scivola al settimo posto dietro Ramírez. Già nel corso del primo giro la battaglia per la vittoria è intensa, con Canet che si piazza al comando in curva 5 superando Arbolino per poi essere risuperato alla Caixa dai due italiani; alla stessa curva avviene il primo incidente, con Suzuki a terra per un contatto con Arenas; Tatsuki riparte ma molto staccato.

Rodrigo al secondo giro recupera due posizioni alla fine del rettilineo, e il gruppo dei primi sei sembra poter seminare gli altri, capitanati dallo stesso Arenas. Adesso è Dalla Porta a comandare e a dimostrare di avere una moto molto veloce sul dritto, ma alla fine del terzo giro improvvisamente rallenta proprio all’altezza dell’ingresso in pitlane, per un problema alla sua Honda. Il suo ritiro lascia il compagno Ramírez al comando di un gruppo scatenato, mentre dalle retrovie stanno recuperando Masia e Antonelli.

La caduta più brutta avviene qualche giro dopo, e coinvolge ben quattro piloti alla curva Repsol: Can Oncü arriva troppo veloce all’ingresso della curva e si scompone, centrando Arenas (nella stessa curva in cui lo scorso anno Canet gli tagliò la strada) che vola nella via di fuga e, in seguito, anche gli incolpevoli Fernandez e Pérez; pochi secondi dopo scivolano, per un secondo contatto, Salac e Garcia. Alla stessa curva, nel giro successivo, cade anche Migno, mentre davanti Rodrigo torna in testa seguito da Canet.

Nonostante un tentativo di allungare di Lopez, nessuno riesce a scappare. Le manovre al limite del regolamento si susseguono, come Rodrigo che pela l’erba del rettilineo e guadagna il quarto posto, mentre davanti sale Masia che ha un’occasione d’oro di guadagnare punti su uno dei contendenti fuori gioco. In mezzo alla pista, nel rettilineo verso la Caixa, ci finisce anche un pezzo della visiera di Salac mentre rientrava ai box, e viene centrato in pieno da Binder. Ma il vero colpo di scena avviene nell’ottavo giro, quando anche Arbolino accusa un problema tecnico alla sua Honda, probabilmente al cambio; il vincitore del Mugello prosegue un giro in queste condizioni ma è poi costretto al ritiro.

Canet, anche se solo 11°, sembra in attesa di guadagnare a piene mani di questa situazione, mentre al comando c’è McPhee con Antonelli settimo e primo degli italiani. Altro colpo di scena a otto giri dalla fine, quando è Masia a cadere d’anteriore in curva 1, mandando a quel paese Darryn Binder (apparentemente senza motivo, perché la caduta è principalmente colpa dello spagnolo). L’ennesima fuga di Lopez è fallimentare, mentre nelle prime posizioni appaiono entrambi i piloti del team Honda Asia, con Toba secondo e Ogura quarto.

Il rischio più grande per Canet arriva poco dopo: Lopez va largo alla Caixa ed è risuperato da Toba per il comando, ma poco dietro Ramírez entra in contatto con la KTM di Masaki, che per miracolo viene evitata dal leader della classifica. C’è Toba ora davanti, che per tre giri consecutivi ricorre a ogni mezzo sul rettilineo per evitare di farsi superare, come fare una serpentina che impedisce agli inseguitori di superarlo in fondo al rettilineo.

Lopez rompe il ritmo del giapponese a quattro giri dalla fine, mentre Antonelli, dalla 27a piazza, è risalito fino alla settima dietro a Binder. Il #23 però commette un errore madornale a tre giri dal termine, quando rischia di centrare la Honda Leopard superstite alla 1, e tira così dritto per la via di fuga ma riprendendo la corsa in 14a posizione. L’unico italiano davvero in lotta per la vittoria è quindi Vietti, anche se ora al comando c’è ancora Toba.

A due giri dalla fine Canet fa la sua mossa: da quarto passa secondo superando i connazionali Lopez e Ramírez alla Repsol, e prova a tentare il colpaccio. Poco più indietro, sempre alla curva Caixa, arriva l’ennesima caduta multipla con Gabriel Rodrigo che arriva veramente troppo lungo e centra in pieno l’incolpevole Binder. All’inizio dell’ultimo giro sono in cinque a giocarsi la vittoria: Toba ancora al comando, Canet, Ramírez, Lopez e McPhee, mentre Vietti è più staccato e apparentemente fuori dai giochi per il podio. Ma alla Caixa si rimescola tutto di nuovo, con Toba che perde clamorosamente l’anteriore, McPhee che perde il posteriore e cerca di salvare la moto nella via di fuga per il rotto della cuffia e Ramírez che è davanti. Canet tenta un’ultima infilata alla 14 ma senza successo, ma alle sue spalle c’è il capolavoro di Celestino Vietti che infila Lopez all’ultima curva.

Vince così Ramirez per la prima volta in carriera, festeggiato sul podio da corone di alloro per celebrare i settant’anni di Motomondiale, seguito da Canet e Vietti, entrambi su KTM. Lopez è quarto e rientra in lacrime ai box per la delusione, davanti a Foggia, Ogura, Fenati che ottiene il suo miglior risultato della stagione, Sasaki, Yamakana e Kornfeil. Appena fuori dai dieci Antonelli.

La classifica iridata vede ora Canet scappare via a 103 punti, e un vantaggio di ben 23 sul primo avversario. L’ecatombe di avversari per il titolo ha comunque tenuto il resto dei partecipanti vicini, con Dalla Porta ancora secondo seguito dai connazionali Antonelli e Vietti, risalito anche lui. Occasione sprecata anche per Masia, a 65 punti.

Qui i risultati di questa gara spettacolare e la classifica aggiornata.

Fonte immagine: motogp.com

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