Motegi 2002: il ritorno “grezzo” della verdona

Storia
Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
19 Ottobre 2018 - 12:00
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A vent’anni esatti dall’ultima partecipazione nel Motomondiale, nel 2002 la Kawasaki decise di fare il grande passo intraprendendo la difficile strada della MotoGP. I vertici di Akashi, dopo anni passati nelle derivate di serie e nel cross, erano particolarmente interessati al nuovo regolamento tecnico che proprio in quella stagione vedeva il passaggio dalle “vecchie” 500 a due tempi ai nuovi prototipi a quattro tempi con cilindrata massima di 990cc.

Per farlo i tecnici decisero di non partire dal “classico” foglio bianco per progettare una nuova moto, ma dalla ZX-7RR impegnata nel mondiale Superbike e nel campionato AMA statunitense. Una scelta conservativa che non prevedeva l’esordio da subito nel mondiale, ma una serie di test durante la stagione che avrebbe permesso al team di sviluppare la nuova ZX-RR per poi portarla ufficialmente in pista a Motegi, quart’ultima prova del campionato 2002.

I maggiori interventi vennero riservati al motore, con un aumento della potenza rispetto a quello della SBK che consentisse alla moto di avere buone velocità di punta, e al telaio: questo venne ulteriormente irrigidito e, nonostante una certa “approssimazione” nelle linee della prima “verdona” MotoGP, Akira Yanagawa, uomo di grande fiducia di Akashi, si presentò per il GP del Giappone a Motegi.

Il debutto non fu affatto male, con Yanagawa in linea con i tempi di diverse moto “private” e soprattutto davanti alle Suzuki (che avevano investito maggiormente nel progetto MotoGP) come velocità di punta. La gara però vide il giapponese cadere rovinosamente a terra a causa di un guasto al motore, procurandosi la frattura del bacino.

In sostituzione dell’infortunato Yanagawa venne chiamato Andrew Pitt. Il campione del mondo Supersport condusse la Kawasaki al traguardo a Sepang, il primo dal rientro in MotoGP anche se in ultima posizione, e in zona punti con un dodicesimo posto nell’ultima gara della stagione a Valencia. Il risultato ottenuto in Spagna fu visto come di buon auspicio per il 2003 sia dai tecnici di Akashi che dai media, che “prevedevano” un futuro roseo per la Kawasaki con la nuova moto per la stagione successiva.

La storia però andò diversamente, con solamente tre podi ottenuti ne sei anni successivi fino alla conclusione del progetto MotoGP avvenuto nel 2008. La storia del ritorno “grezzo” della verdona a Motegi 2002, comunque, resterà sempre particolarmente romantica.

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