Mini gare al sabato in F1. Stiamo scherzando, vero?!

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
20 Settembre 2019 - 22:51
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Abbiamo assistito, negli ultimi lustri, a tante modifiche sulle qualifiche di Formula 1. I vecchi dodici giri erano televisivamente inadatti, dicevano, perché spesso per mezz’ora giravano in pochi ed il pubblico si spazientiva. Abbiamo visto il giro singolo, quelli sommati, quelli con la benzina per la gara e quelli a secco. Poi anni di divisione nelle “tre Q” con l’indimenticabile esperimento – durato due GP – dell’eliminazione a tempo.

Ora si torna a parlare di rimescolare un po’ le carte per riportare un po’ di spettacolo – parola abusata, evidentemente – e quale migliore idea di una mini gara al sabato? Ma certo: una specie di sprint race da 100 km con ordine di partenza invertito rispetto alla classifica iridata. Se la facessero domani al posto delle qualifiche avremmo Russell e Kubica in prima fila, Giovinazzi e Grosjean in seconda, Magnussen e Stroll in terza e così via, fino ad arrivare all’ultima fila con Bottas e Hamilton. Il risultato della gara del sabato andrebbe a determinare la vera griglia per la domenica.

Io non voglio essere scortese e, per questo, proverò a porre la mia domanda nel modo più diplomatico possibile. Con quale coraggio si può offendere la storia della Formula 1 anche solo pensando ad una baggianata simile? Davvero si vuole ridurre il tutto alle griglie invertite, una delle regole peggiori del mondo del motorsport? 

Qualche passo indietro, pur sempre con una domanda: da quando la parola spettacolo è passata dalla connotazione “gare vere, sincere e combattute” a “gare pompate a suon di pit stop, DRS ed ora mettiamo le gare sprint”? C’è qualcosa di tremendamente sbagliato nel concetto di base, nel come si intende lo Sport. 

Chi comanda ora il Circus ha il dovere di spiegare quanto prima al pubblico pagante cosa vuole fare di uno Sport con una storia lunga settant’anni.

Se la Formula 1 deve restare appunto uno Sport, nel senso vero del termine, idee come questa non dovrebbero mai essere proposte, da nessuno. Altro che test di un paio di gare, per vedere come va. Non si dovrebbe toccare ciò che è fondamentale, colonna portante, imprescindibile. Una mini gara al sabato vorrebbe dire chiudere le statistiche delle pole position, decidere che alla domenica si parte con una griglia composta a caso e non sulla base delle potenzialità delle monoposto. Perché non estrarla a sorte, allora, visto che si parla di riduzione di costi? Un’altra cosa che non si dovrebbe fare è ascoltare chi si lamenta delle gare noiose, che ci sono sempre state. La noia – leggasi anche come appeal, audience, insomma ci siamo capiti – è stata la giustificazione a tutte le mille modifiche pro-spettacolo (sempre nell’accezione sbagliata del termine) che ci hanno portati fino a questo momento. Si dovrebbe, invece, puntare a rendere le gare potenzialmente più godibili lavorando come si sta facendo sulle monoposto del futuro: togliendo del carico invece di continuare ad aggiungerlo, rendendole più difficili da guidare, allungando gli spazi di frenata per permettere più sorpassi in staccata e non sul dritto come se si fosse in autostrada con l’aletta magica. 

Se invece la Formula 1 deve essere vista come un prodotto da vendere, una gallina dalle uova d’oro, allora vale tutto e si alza bandiera bianca. Ben vengano griglie invertite, 30 gare all’anno senza nemmeno mezzo test invernale, doppi punti e punti anche per la mini gara al sabato. Si vada a correre nei posti più sperduti del mondo solo per incamerare quattrini, siano benvenuti i Balance of Performance per penalizzare subito chi vince troppo, le due soste obbligatorie e tutto ciò che crea scompiglio, dando così in pasto al pubblico un campionato capace di avere quindici vincitori diversi su trenta gare dei quali l’80% totalmente casuali. A questo punto basterebbe poi arrivare al passo successivo: rendere il tutto un monomarca portando così finalmente in pista trenta macchine per la gioia del pubblico, che tanto ancora adesso la Dallara della Scuderia Italia viene scambiata per una Ferrari quindi capirai dove sta il problema.

Ecco, io vorrei capire dove si vuole andare a parare, qual è la direzione vera che si vuole dare a questo Sport, perché la sensazione che si stia imboccando l’uscita sbagliata del bivio inizia a scendere come una goccia gelata lungo la schiena. L’importante è essere onesti e parlare chiaro. Sport o prodotto? Tradizione o profitto? Verità o finzione? Le mini gare al sabato potrebbero essere molto indicative.

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