Mick, la scelta più rischiosa

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
22 Gennaio 2019 - 13:54
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Il fine settimana è stato condizionato da una combo molto scenica: da una parte la notizia dell’ingresso di Mick Schumacher nella Ferrari Driver Academy, dall’altra lo stesso Mick impegnato nella Race of Champions in Messico con Sebastian Vettel.

Quanto basta, insomma, per inondare i Social di cuoricini, speranze, ritorni di fiamma. Un movimento ed un affetto, quelli legati al piccolo Schumi, ereditati da ciò che cotanto padre ha fatto in carriera e da quello che poi è successo negli ultimi anni. Per concludere il quadro è notizia di ieri che Mick sarà seguito da ora in poi da Nicolas Todt, figlio del presidente FIA Jean, che lo accompagnerà quindi da questa stagione di Formula 2 con il team Prema.

Sarebbe oggettivamente falso negare che l’abbinamento tra il cognome Schumacher e la Ferrari fa un certo effetto. Per chi ha vissuto la prima storia significa anche essere invecchiati parecchio, di almeno un paio di decenni. Vedere le foto di Michael con un giovane Sebastian alle Roc di un decennio fa e di Sebastian con un giovane Mick ora aggiunge ancora un po’ di peso sulla carta d’identità.

Non è di vecchiaia precoce, tempo che vola e ricordi che sbiadiscono che intendo parlare, o meglio scrivere. Perché, se da un lato la scelta di Mick e del suo entourage è la più logica, si tratta anche drammaticamente della più rischiosa. Questo passo, a dir la verità, era atteso già da qualche tempo: sin dai primi test in F4 con Prema del 2015 si vociferava che il futuro sarebbe potuto passare dalla FDA ma poi, per un motivo e per l’altro (il non voler bruciare le tappe, magari) si è deciso di aspettare il momento buono. Se la tua famiglia ha trascorso un periodo meraviglioso con un team ai tempi di tuo padre e tu hai la possibilità di farti aiutare a crescere da persone vicine, è difficile dire di no. Ed è quello che è successo a Mick, fondamentalmente. Perché sarebbe potuto andare in Mercedes, il luogo dove Michael ha terminato la sua carriera e dal quale ha potuto apprezzare la coerenza di alcuni suoi tifosi. Lì, però, non avrebbe avuto attorno a lui lo stesso ambiente. Ecco quindi la prospettiva di scegliere anche un po’ la via del cuore, accasandosi prima ed instaurando un lungo rapporto con Prema, che da anni alleva i piloti della FDA, siglando poi l’accordo che l’ha reso ufficialmente e non solo affettivamente parte della famiglia del Cavallino.

Ora però, viene il bello e il brutto allo stesso tempo: qui dipende da come sai gestire te e chi ti sta intorno. Mick è stato adeguatamente protetto agli inizi della sua carriera e la consapevolezza pubblica del suo ruolo e della sua eredità sono venute a galla con il tempo ed i primi successi. Il campionato di F3 l’ha messo in luce ma ora cambia tutto, perché seguira il Circus, correrà sulle stesse piste e lo farà con lo stemma della Ferrari addosso. Si dice già che potrebbe salire su una rossa di F1 in uno dei test in-season.

Insomma l’attesa sarà tutta per lui e sarà enorme: tanto quanto la pressione che dovrà sopportare per aver scelto questa strada, la più difficile e rischiosa. Perché tutte le belle parole che si sono sprecate in questi giorni, tutte le foto che sono state pubblicate, tutti i ricordi che sono stati scritti, non varranno nulla nel momento della verità, quella sancita dal cronometro. E, se ti chiami Schumacher, DEVI dimostrare qualcosa. Non sei un rookie come gli altri: hai già la tua schiera di tifosi a favore e contro, contraddistini in larga base da coloro che seguivano tuo padre o lo detestavano e, di riflesso, detestano te. Questi ultimi saranno pronti a massacrarti ad ogni giro sbagliato, ad ogni errore, ad ogni insignificante sessione di libere in cui il tuo compagno girerà meglio di te. Se ti batteranno sarai una pippa, se vincerai sarai un raccomandato.

Ecco, avrà Mick inteso tutto questo? Avrà chiaro a 20 anni da compiere che la sua carriera sarà scrutata come una telemetria e che, comunque vada, ci sarà sempre qualcuno a rinfacciare i numeri dell’eredità? Avrà la forza mentale necessaria ad isolarsi dai giudizi e concentrarsi solo sull’obiettivo? Difficile da dire ma ormai non conta più. Hai voluto la bicicletta? Ora pedala. Se di cognome fai Schumacher e per quanto tu possa essere aiutato dovrai sempre correre con un rapporto più faticoso per stare al passo con gli altri e batterli, in pista e nelle convinzioni. Se ce la farai tanto di cappello, altrimenti sorrisetti e ammiccamenti acchiappa cuoricini finiranno presto, anzi prestissimo, addirittura prima di quanto accada con altri.

Occhio, quindi, a lanciarsi in pronostici, speranze, attese. Ancora non è successo niente e non è detto che succeda. Per ora sono suggestioni e nulla più. Diamo tempo al tempo.

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Un Commento su “Mick, la scelta più rischiosa”
step dice:

Sono assolutamente d’accordo con tutto l’articolo… Fermo restando che io ho sempre detestato il padre e quindi difficilmente sarò un suo sostenitore a meno che non si riveli l’esatto contrario del padre soprattutto come persona…..

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