E se la Ferrari andasse davvero via dalla F1?

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Samuele Prosino
18 Marzo 2018 - 09:00
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Scenari apocalittici, fiumi di magma e di risentimento che distruggono tutto quello che incontrano; madri che piangono avvolte da drappi rossi, inglesi che tirano le monetine, poltrone che scoppiano, ingiurie online, mercati che traballano, castelli di carta che bruciano e di sabbia che si sfaldano, piazze che scricchiolano, cavalli imbizzarriti, portafogli che si pongono domande. Il giorno dell’annuncio, il panico.

Poi la mattina dopo ci si risveglia, tutti come sempre di un pezzo solo, si guarda l’orologio e si va a fare quello che si deve: studiare, lavorare, buttare via il proprio tempo libero in qualche modo, prendere un aereo, scopare con o senza dignità. Da qualche ora la Ferrari ha annunciato l’addio alla Formula 1 e si comincia a realizzare che niente sarà più come prima. Un marchio storico, che era lì da sempre nel campionato che solo da qualche decennio viene considerato il gotha del gotha. Un campionato che tempo prima lo stesso Enzo Ferrari metteva in secondo piano quando c’era da tirare fuori l’anima contro le Ford, su un circuito francese dove si corre un giorno intero.

Passano le settimane, e i mesi, e un sentore di vuoto resta. Ma non si può fermare l’ineluttabile. I campionati ricominciano, alcuni in sordina e altri meno. E pure il nostro tran tran nostalgico fa i saliscendi nella memoria e, senza motivo apparente, va avanti. Andare al circuito sarà la stessa cosa? Guardare una gara davanti a uno schermo sarà uguale?

Beh, sì. Le macchine tenteranno i sorpassi più o meno nello stesso punto, i piloti saranno più o meno gli stessi dell’anno precedente. Ci saranno nuovi modelli, nuove regole da capire, nuove polemiche da alimentare ad arte per fare qualche like in più. Poi si andrà sulle piste come sempre: Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti. Tribune sempre sufficientemente piene. L’Italia? Dipende dalla durata del lutto. Non si sa. Da quando la Ferrari non è più in Formula 1 e vuole approdare in un universo parallelo tutti stanno alla finestra a guardare il fiume, aspettando qualcosa, un cenno del destino.

Molti si chiedono: e se la Ferrari andasse in Indycar? Beh, dovrebbe correre con un telaio Dallara, farsi un motore *facile* rispetto a quello che faceva in Formula 1, appoggiarsi a una squadra corse da qualche parte in North Carolina o direttamente a Indianapolis, convincere alcuni dei piloti sotto contratto a gareggiare sugli ovali. Dovrebbe lanciare una campagna di marketing ad hoc per gli Stati Uniti, lasciar perdere i pianti di chi la rivuole indietro e aspettare. Aspettare che le acque si calmino, soprattutto. Alberto Ascari forse apprezzerebbe la decisione.

Altri si interrogano: e se la Ferrari andasse nel WEC? Si potrebbe riavvicinare a un’altra grande tradizione, quella di Le Mans. Potrebbe costruire un prototipo da sogno. Potrebbe attirare i migliori piloti per vincere una gara che da sola fa tutto un piano di comunicazione. Le borse sarebbero felici di trattare i titoli con il Cavallino. Sarebbe molto bello per il mondo dell’endurance: un nuovo interesse, una sfida che mancava.

Serpenti sibilanti sui social scriverebbero: ma chi è quel codardo che ha tolto il potere di veto alla Ferrari? Chi ha voluto smettere di considerarla una squadra meritevole di ricevere un contributo storico così ampiamente superiore? Se lo chiedono i nostalgici con i paraocchi. Se lo chiedono gli stalker delle tradizioni. E ora, che altri costruttori e team lotteranno per vincere in gare altrettanto simili a quelle che c’erano con la Ferrari, forse si apre uno spiraglio per abbattere i costi. Non c’è regolamento che tenga: il ridimensionamento è lì pronto. Chissà, dice qualche assemblatore, magari ne tiriamo fuori un inaspettato gioiellino.

Poi ci si ricorda di altri casi. Si scava nella memoria. Si scopre che da quando Maradona ha smesso di giocare a calcio, il pallone viene tirato lo stesso. Da quando Alberto Tomba ha appeso gli sci in cantina, la neve continua comunque a cadere. E molto probabilmente, con la Ferrari fuori dalla Formula 1, nel mondo si correrà ancora con le auto. Qualche tifoso abbandonerà la nave al primo scalo disponibile, e sarà un peccato. Ma allo scalo successivo chissà, potrebbe salire qualche volto nuovo.

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Un Commento su “E se la Ferrari andasse davvero via dalla F1?”
Lucifero Regazzoni dice:

Interessante ipotesi di sliding doors, tuttavia abbastanza ingenua, poiché immagina una realtà senza conseguenze devastanti per il circus, e, peggio, non annovera minimamente la possibilità che la Ferrari esca dalla Formula 1 con l’intento di creare un campionato alternativo.
Ora, le conseguenze sul circus potrebbero anche essere lievi, dipende da quanto tiene botta l’appeal del nome Formula 1. È una questione difficile da dipanare, ma è plausibile che una F1 senza Ferrari ne uscirebbe abbastanza ridimensionata. Questo non solo per quanto concerne l’interesse globale verso questo sport, ma anche in fatto di audience garantito, e, soprattutto, di introiti. Le televisioni e gli sponsor pagherebbero le stesse cifre per un campionato impoveritosi? I circuiti si riempirebbero comunque? Tutti quelli con i cappellini e le bandiere rosse che cosa farebbero?
Alla firma del precedente patto della concordia, giravano fantomatici studi di marketing che sostenevano essere maggiore il valore del marchio Ferrari, rispetto a quello della Formula 1 tutta. Quindi, defilandosi la rossa, il tracollo della categoria apparirebbe come certo. Io non so quanto siano veritiere queste valutazioni, è complicato stimare il peso un marchio, come anche ipotizzare le conseguenze di uno scenario di rottura. Tuttavia è stupido pensare che una lettera di addio da Maranello non generi, come effetto, anche altri abbandoni. Cosa farebbe la Mercedes che, almeno a parole, sembra allineata con la Ferrari?
Non penso sarebbe poi così complicato organizzare un campionato con le vetture monoposto dei grandi costruttori. Tra l’altro il momento sembra perfetto, perché, con quelli di Liberty Media che stanno ancora cercando di capirci qualcosa, e un certo Ecclestone, che non pare aver superato con serenità il suo pensionamento (e che comunque, nonostante l’età, credo abbia ancora potere organizzativo), una coalizione Ferrari-Mercedes in direzione di un campionato concorrente potrebbe essere, a mio modesto avviso, una cosa clamorosamente distruttiva per l’attuale circus.
Non dimentichiamoci, per esempio, che Ferrari ha nel cassetto anche nomi come Alfa Romeo e Maserati. Sarebbero già sei monoposto, magari tutte identiche, ma con un appeal non proprio indifferente. Aggiungiamo Mercedes e fanno 8. Renault? A che pro rimanere in una categoria dove il fatto di essere un costruttore viene svilito, in quanto il budget e le specifiche tecniche sono contingentati? Dieci monoposto, a cui si potrebbero aggiungere eventuali scuderie convintesi, o convinte con agevolazioni, a fare lo scambio di categoria. E anche se non ci fosse nessuna fuoriuscita di scuderie storiche come Williams o McLaren, si potrebbero sempre invitare altri costruttori. Honda? BMW? Ford?
Ecco, problema è proprio questo, non tanto le conseguenze sulla Formula 1 di un addio Ferrari. Se ci fosse un campionato così, oltre alla F1, voi cosa guardereste? Io non ho dubbi. Quelli di Liberty Media li saluterei…

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