Max Mosley torna a parlare della necessità del ‘budget cap’ in F1

F1Regolamento
Tempo di lettura: 2 minuti
di Alessandra Leoni @herroyalblues
19 Agosto 2014 - 15:00
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L’ex-presidente della FIA, Max Mosley, è tornato a parlare ed è tornato a parlare del tetto di spesa per i team di F1, il cosiddetto “budget cap”. I team non hanno ancora trovato un accordo su come tagliare i costi l’anno in vista della prossima stagione – e se non si troverà un accordo, i team più piccoli avranno ancora più difficoltà.

“Sono colpevole come tutti gli altri, perché a partire dagli anni 2000, mi sono concentrato di più sulle regole, perché la teoria era che, trovando il regolamento giusto, i costi sarebbero diminuiti. Abbiamo scoperto tutti che non era vero. Abbiamo provato a limitare la libertà dei motoristi – ma non è cambiato niente nelle spese. Allora, abbiamo cercato di congelare i motori. Tutti gli esperti mi dicevano che era fatta. Invece, cosa hanno fatto? Hanno iniziato a spendere un sacco di soldi in aerodinamica”.

“Alla fine, mi sono reso conto che con i cambiamenti al regolamento non c’era nessuna differenza. Avevamo dimostrato che non si potevano controllare i costi tramite i regolamenti. Dovevamo introdurre un tetto massimo di spesa” ha spiegato l’ex-presidente.

Max Mosley aveva già provato nel 2009 a introdurre il “budget cap”, ma aveva incontrato sin da subito le resistenze dei team. “Perché non permettere a un team di F1 di operare con un budget molto ristretto, e libertà tecnica, per farli arrivare a meno di un secondo di differenza nei tempi, rispetto ai team leader?”. “Per me è qualcosa di logico: ti lascia dimostrare che uno seduto in tribuna non riconoscerebbe mai la differenza tra un team con un budget di 50 milioni e uno da 500 milioni”.

Un ultimo aspetto su cui si è soffermato Mosley è l’equa divisione dei guadagni sui diritti commerciali della F1, che risolverebbe i problemi finanziari dei team. “Se fosse gestita con raziocinio, darebbe la possibilità a tutti di avere gli stessi guadagni e aiuterebbe i budget dei team”. “A quel punto, qualsiasi sponsor abbiano o riescano a ottenere, quello rimarrebbe un loro guadagno onesto, non c’è niente di sbagliato nell’ottenere guadagni, ma devono essere gestiti equamente. E le cose non stanno andando così, non è vero?”.

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