Makino salvo grazie ad Halo: l’importante è solo dire che è brutto?

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
14 Maggio 2018 - 14:15
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Il primo banco di prova dell’Halo si è avuto ieri, in F2, ma non importa a nessuno perché il pilota coinvolto non è un big name. È stato criticato, osteggiato per i suoi limiti ma la prima volta in cui ha fatto il suo dovere è stata snobbata da tanti. Fatto sta che durante la seconda gara della serie cadetta si è verificata la prima situazione che ha messo alla prova il tanto odiato sistema di protezione per la testa dei piloti. 

Durante un maldestro tentativo di sorpasso da parte di Fukuzumi all’ingresso di curva 4, la Arden del giapponese è letteralmente salita con le ruote posteriori sulla Russian Time del connazionale Makino, strappando la T-Cam posta sopra l’airscope e lasciando evidenti segni sul lato destro del cofano motore e sullo stesso Halo, come da immagine di copertina e da video successivo.

“La prima volta che ho provato questa monoposto credevo non fosse una cosa buona, perché non vedevo bene. Oggi però mi ha salvato ed ora ho capito come funziona. Non so come sia successo l’incidente, so solo che senza Halo la gomma avrebbe colpito il mio casco.” Queste le parole di Makino dopo la gara.

Abbiamo passato mesi a decantare la bruttezza di questo sistema, che ricordo essere sì più antiestetico perché visibile ma non meno svilente di tre power unit a stagione. Il tutto senza ricordare che si tratta di un sistema di sicurezza ed il suo intento non è mai stato quello di far piacere agli occhi. Con tutti i limiti del caso (che rimangono validi, sia chiaro, perché bisogna valutare Halo anche con piccoli oggetti volanti), è però doveroso riconoscere ad Halo di aver fatto il suo dovere nel suo campo, ovvero quello della protezione di un pilota. Ovvio, se ne parla poco perché il tutto è successo in Formula 2, ma non è giusto ignorare quanto successo e puntare solo il dito sull’inutile estetica. Halo è inguardabile, è vero, ma senza di lui Makino magari non sarebbe uscito dalla monoposto sulle sue gambe ed oggi ci staremmo lamentando di aver perso tempo nell’introdurre una qualche soluzione.

Pertanto, per quanto le critiche si siano sprecate in questi anni sul suo utilizzo, bisogna essere onesti e dare a Cesare quel che è di Cesare. Halo, al primo test, ha fatto quello che ci si aspettava da lui. Vediamo come andrà in futuro quando sarà il turno della F1, il banco di prova mediatico più importante.

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