Lo strano caso del Dottor Seb e Mister Vettel

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
2 Ottobre 2016 - 16:30
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Ho già avuto modo di scrivere qualcosa di simile riguardo questo argomento, ma visto quando successo stamattina la riflessione è in me ancora più articolata.

È molto facile sparare a zero su Vettel e sull’autolesionismo che l’ha colpito stamattina. D’altronde l’errore in partenza può essere difeso solo da un integralista rosso per partito preso. Più difficile è capire invece cosa succede al numero #5, che più passa il tempo in questa stagione più sembra essersi trasformato in una specie di Mister Hyde nostrano dopo una stagione d’esordio rosso da Dottor Jekyll.

Premessa: se è vero che, tra Spa e Sepang, Sebastian ha sul groppone due errori pesanti, ci sono tre zeri in classifica che non dipendono da lui: il motore arrosto in Bahrain, la tamponata seriale di Kvyat in Russia e la gomma esplosa in Austria. Quindi diciamo che il punteggio in classifica, forse, non è poi proprio affidabile.

Detto questo, comunque, la stagione di Vettel è sotto le aspettative di tutti (anche le sue, mi vien da pensare) e questo stride clamorosamente con la scorsa annata, quella in teoria più difficile per un pilota che giunge in un nuovo team. Com’è quindi possibile che da un anno con 13 podi e 3 vittorie ci si possa trasformare nell’ombra di se stessi? E qual è quindi il vero numero #5, tra un’annata da Jekyll e una da Hyde, tra una Singapore da ultimo a 5° e una Sepang da rookie qualsiasi?

Non lo so, ma mi sto ponendo qualche domanda. Ad esempio: quanto il risveglio dell’uomo di ghiaccio, al secolo Kimi Raikkonen, sta incidendo non tanto sulle prestazioni di Vettel quanto sulla percezione delle stesse da parte del pubblico? Non per altro, ma essendo Kimi bollito per definizione da quando aveva circa 15 anni, il fatto di essere il primo pilota Ferrari in classifica offusca sicuramente l’immagine del pluricampione che non riesce a stargli davanti o a staccarlo nettamente.

Ancora: che problemi ha Vettel con questa Ferrari? Perché pare evidente che il feeling con questa vettura è totalmente inferiore a quanto visto con la SF15-T, elaborazione della sfigatissima F14-T. La SF16-H doveva essere l’auto per la lotta al titolo, ma dei due quello che ne sta giovando maggiormente è il pilota sbagliato, che a fine carriera gira molto più vicino a Vettel di quanto abbia fatto nella scorsa stagione. Ok che Kimi si è sempre trovato bene con le vetture figlie di Allison, ma nel 2016 sembra aver trovato una seconda giovinezza.

Se nel 2014 l’ultima stagione in Red Bull (e unica con Ricciardo come compagno) le critiche si erano sprecate ed era già partita la rivisitazione storica della carriera di Vettel, qui siamo di fronte ad un 2015 super positivo e un 2016 super negativo in rapporto allo stesso compagno, e sempre in relazione alle attese di inizio anno. Che Seb stia perdendo la brocca o l’abbia già inconsapevolmente persa? Che l’inizio di stagione ad handicap abbia fatto calare subito la tensione?

Fosse così sarebbe grave, perché il campione per definizione deve sempre cercare il massimo sempre, anche quando le cose non vanno bene. Soprattutto quando è indicato come colui che dovrà riportare i risultati che mancano da anni. Questo Vettel lo sa, ma deve darsi una svegliata, da subito, da Suzuka, anche con le tre posizioni di penalità inflitte nel dopo gara di Sepang. Non per i tifosi, non per la Ferrari: prima di tutto per se stesso.

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