Lo schiaffo del Dovi: dall’angolino al gradino più alto

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
4 Giugno 2017 - 18:30
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Circa un mesetto fa il podio di Jorge Lorenzo a Jerez mi aveva fatto sperare (per lui, più che altro) che il bandolo della matassa fosse stato trovato, nonostante una gara anomala nei risultati. Effettivamente quella rondine non ha fatto primavera nella stagione dello spagnolo, che con la vittoria di Dovi di oggi al Mugello entra in una fase difficile del suo anno d’esordio in Ducati.

A proposito di esordio ricordo il giorno della presentazione della GP17: tutti gli occhi erano per lui, lo spagnolo di Maiorca, arrivato a Borgo Panigale con l’obiettivo di riportare la Ducati alla vittoria del titolo mondiale che manca ormai da dieci anni, da quel 2007 magico nel nome di Casey Stoner. Già i test invernali l’avevano visto protagonista, obiettivo di media e tifosi pronti alla nuova avventura di rosso vestito dopo una vita in sella alla Yamaha. Questo inizio di stagione, puntata di Jerez a parte, ha mostrato invece tutte le difficoltà di un cambio di moto difficile da digerire. Jorge fatica, e per quanto cerchi di metterci del suo, come nei primi giri al Mugello, inesorabilmente manca alla distanza.

Ma non è sulle sue difficoltà o sullo sparare sulla croce rossa #99 che mi voglio soffermare, perché andrei contro le mie stesse convinzioni su Jorge. Voglio invece sottolineare la straordinaria, elegante e muta tenacia con la quale Andrea Dovizioso ha saputo porgere l’altra guancia quando in tanti lo snobbavano all’inizio dell’anno in favore della nuova star, per poi guadagnarsi progressivamente sul campo uno status di prima guida che, oggettivamente, è difficile contestare, e stride con le aspettative di inizio anno. Sembra passato tantissimo da quando in Ducati si svolgeva la lotta interna tra lui e l’altro Andrea, Iannone, per decidere chi dei due avrebbe dovuto affiancare il nuovo arrivo Lorenzo.

Sei gare, uno zero a testa in Argentina, e un quattro a uno nei restati cinque appuntamenti coronato dalla straordinaria vittoria di oggi proprio a casa Lorenzo: perché il Mugello possiamo chiamarlo così, viste le cinque affermazioni dello spagnolo nelle ultime sei gare prima di quella odierna.

È la storia dell’underdog, di quello che non te lo aspetti ma ti sorprende. Soprattutto è la storia di un ragazzo sempre al suo posto in tutta la carriera, mai polemico, spesso considerato un classico secondo che, dopo tanti anni, si sta togliendo una soddisfazione enorme: quella di stare davanti al prescelto, quel compagno del quale avrebbe dovuto seguire il codone rispettandone la superiorità di palmares. Ed invece siamo qui a vivere una realtà diversa ma fantastica allo stesso tempo. Non so cosa succederà da qui in avanti, ma questo Dovizioso e questo 2017 ci stanno insegnando, ancora una volta, che i conti si devono fare alla fine della carriera e che le sentenze stagionali devono essere considerate tali.

Bravo Dovi, e avanti così.

Immagine: Andrea Dovizioso Instagram

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