L’ipocrisia sul bando del tabacco

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
4 Marzo 2019 - 20:45
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La FIA ha pubblicato una entry list aggiornata dei partecipanti al mondiale 2019 di Formula 1. La novità che spicca più di ogni altra è il cambio di denominazione della Ferrari, che ha rinunciato alla dicitura “Mission Winnow” restando quindi senza Title Sponsor nel nome definitivo che verrà utilizzato in questa stagione.

Tutto questo dopo le critiche ricevute appunto per aver scelto come partner un “derivato” (possiamo chiamarlo così?) di quello che fu ai tempi lo storico marchio della Marlboro di proprietà della Philip Morris, che tutti ben ricordiamo. “Mission Winnow”, comparso sulle SF71-H da Suzuka 2018, in realtà non è un marchio di sigarette e non ne promuove l’uso ma, anzi, è proprio una campagna contro il fumo stesso. Solo il fatto di essere legato al Gruppo è bastato per far imbestialire le varie associazioni di consumatori tra cui il Codacons in Italia. 

Tolta la dicitura dalla denominazione ufficiale, a Melbourne si legge che la Ferrari dovrà rivedere tutte le grafiche per evitare di mostrare il logo. Come se non ci fossero altre cose a cui pensare per l’inizio della stagione. Tra l’altro anche la Ducati potrebbe ritrovarsi a breve nella medesima situazione, visto che condivide il main sponsor con la Rossa a quattro ruote.

Beh, se posso dire la mia credo ci sia molta, molta ipocrisia in tutto questo. La pubblicità è l’anima del commercio, è vero, ma non ha mai obbligato nessuno ad acquistare i propri prodotti. Mi spiego meglio: avessi dovuto fumare una sigaretta per ogni volta che il marchio Marlboro mi è comparso in faccia da quando seguo la Formula 1, a quest’ora dovrei avere i polmoni di carbone. Eppure non mi sono mai avvicinato ad una singola sigaretta in vita mia e non ho alcuna intenzione di farlo.

In questi casi la scelta è sempre delle persone. Sui pacchetti di sigarette c’è scritto chiaro e tondo che il fumo nuove gravemente alla salute, ma questo non impedisce alle persone di fumare se lo vogliono. E sono sicuro che la rimozione di un marchio non farà smettere di fumare una persona se non è lei stessa la prima a volerlo.

D’altronde, per dirla tutta, siamo sommersi ovunque da spot e pubblicità di centinaia di agenzie di scommesse online e non, eppure si dice da anni che anche il gioco fa male e provoca dipendenza patologica. Volete farmi credere che “gioca responsabilmente” è un motto che convince chi abusa con il gioco a pensarci e darsi una calmata? Ma per favore…

Detto questo, e tornando alle questioni puramente di livrea, se il logo dovesse sparire da grafiche e quant’altro renderebbe la SF90 decisamente meno aggressiva di quanto non sia stata nelle due settimane di test. Un peccato, almeno estetico. I risultati, poi, sono altra cosa.

In questo caso, per assurdo non è il Cavallino che galoppa, ma l’ipocrisia.

 

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