Lezioni di gioco di squadra

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 6 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
15 Maggio 2018 - 20:15

Nonostante le mie aspettative piuttosto basse per quest’annata Superbike, c’è da dire che il mondiale delle derivate di serie ce la sta mettendo tutta per catturare il mio interesse. A fronte di un Jonathan Rea che continua con la sua opera da schiacciasassi manche dopo manche, le battaglie e gli spunti d’interesse non sono mancati. Persino il Balance of Performance, vero punto interrogativo della stagione, ha fatto il suo dovere senza snaturare da matti i valori in campo, e facendoci ancora capire come il miglior pilota sia sempre quello che vince. E chi se non proprio il nordirlandese?

La manche numero due di Imola finora è stata la ciliegina sulla torta della stagione: nonostante la tremenda regola della griglia invertita (forse il vero punto debole di questo campionato) che ha svantaggiato Rea nelle prime battute, il campione del mondo e il suo rivale Chaz Davies hanno dato vita a uno scontro epocale sui saliscendi imolesi, dove a prevalere è stato proprio il re della categoria. Applausi meritati a entrambi, sia al buon Chaz che, soprattutto, al pilota Kawasaki.

Eppure, i momenti di lotta che i due anglosassoni ci hanno regalato sono stati eguagliati da pochi istanti di gara visti nelle prime battute. Siamo nel corso del quarto giro per essere precisi, e al comando c’è una Ducati Aruba.it. Non è però né quella del poleman Davies né tantomeno quella di Marco Melandri, bensì quella del debuttante Michael Ruben Rinaldi, che grazie a un buono scatto si è portato al comando al via.

Pochi istanti prima, nella strettissima Variante Bassa, il suo caposquadra gallese aveva tentato l’attacco per non perdere ulteriore tempo, perché poco più indietro un temporale di nome Jonathan Rea è in procinto di arrivare. In accelerazione Michael risponde a Chaz, e potrebbe insistere così anche per tutta la gara volendo. Tra l’altro, si trova in Italia, a Imola, su una Ducati per giunta… vincere, o tentare di vincere da debuttante in un giorno come questo sarebbe magico. E a ventitré anni credo che la voglia ci possa stare tutta.

E invece il campione uscente della Stock 1000 che fa? Sorprende tutti, ma in una maniera che nessuno si sarebbe aspettato, me compreso: in pieno rettilineo capisce la situazione e il vantaggio sul ritmo che Davies ha, ed ecco un piccolo, quasi impercettibile cenno al #7 per lasciargli strada e tentare di stargli dietro.
Una piccola mano che, seppur divenuta inutile vista la differenza di ritmo che Rea ha poi fatto al comando, poteva essere determinante per il successo di Chaz, magari per tenere in gioco le (poche) chance iridate.

E’ ancor più stupefacente che una scelta strategica di questo tipo, che prevedeva il sacrificare la propria posizione rispetto a un compagno, sia stata fatta non solo da un ragazzo così giovane e con le carte in regola anche per diventare un big della classe, ma soprattutto in maniera autonoma. Niente segnali dai box, niente pit board per segnalare lo scambio di posizioni, niente “Mappe 8” sul cruscotto. E ogni riferimento a Jorge Lorenzo e alla gara di Jerez de la Frontera è tutto fuorché casuale.

Sinceramente la gara andalusa e la forte delusione dovuta allo zero delle due Ducati (e di Dovizioso in primis) mi aveva rimbambito non poco. Avevo anche deciso di non parlarne e piuttosto di buttarla sul ridire, in fondo lamentarsene e puntare il dito contro qualcuno non aumenterebbe i punti in classifica di Dovizioso (come ha detto lui stesso); ma riguardando più e più volte il video dell’incidente, l’idea che Lorenzo, già sotto la lente d’ingrandimento per aver nuovamente ostacolato Dovizioso (involontariamente, mettiamo le mani avanti almeno su questo), abbia maggiori responsabilità rispetto a Dani e ad Andrea è diventata sempre più forte. E’ vero, Lorenzo non ha avuto indicazioni dai box con obblighi di far passare Dovizioso, e non credo ci sia scritto da nessuna parte del suo contratto che debba far passare Dovi ogni volta che se lo ritrova dietro, e a questo aggiungiamo che lo stesso vicecampione della MotoGP abbia dichiarato come a lui, queste “faccende politiche”, non tangono.

E’ però la netta contrapposizione che mi ha lasciato esterrefatto. Da una parte abbiano un rookie, un pilota giovane classe ’95, al suo primo anno di mondiale della categoria massima e con solo due round di esperienza sulla Panigale, che senza problemi o patemi d’animo lascia sfilare il suo compagno di squadra, ancora in lotta per il titolo ma in palese difficoltà tecnica sul primo rivale; dall’altra abbiamo un tre volte campione del mondo della MotoGP, trasferitosi alla Ducati con belle speranze ma poco altro, in palese difficoltà su una moto a lui indigesta e che, in quelle poch(issim)e occasioni in cui ci si trova bene, non riesce a fare lo sforzo autonomamente di far passare il compagno Dovizioso, sicuramente meno titolato di lui ma in lizza per il titolo, e con chance ben più alte di quelle che in SBK Davies avrebbe contro Rea.

Comunque, per il resto, non c’è molto da dire sulla situazione Lorenzo, che si commenta da sé. Il maiorchino in fondo non è l’unico a passarsela malissimo, viste le gatte da pelare che Rossi, Viñales e l’intera squadra Yamaha hanno per tornare a essere competitivi. E nonostante l’episodio in Spagna, sono tutt’oggi convinto che Jorge questo benedetto successo quest’anno lo otterrà sulla V4 della Ducati. Sarebbe una buona iniezione di fiducia per lui in vista del futuro, vicino o lontano alla Ducati che sia.

Più che una critica a Jorge, questo articolo è più per fare i complimenti al giovane Rinaldi. Dopo aver ridato alla Ducati la gioia nel mondiale quantomeno nella Superstock (specie dopo la cocente delusione con Mercado nel 2016), ora il riminese ha la possibilità di crescere. In un mondiale con tali differenze di velocità tra i marchi è difficile brillare, ma mai dire mai.

(Piccola nota conclusiva: mi fa molto ridere che Rinaldi sia buon amico dello stesso Dovizioso, che tra l’altro è andato a vederlo correre al sabato. Chissà che avrà pensato durante quel quarto giro di gara-2…)

Fonte immagine: worldsbk.com, video.mediaset.it

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