L’esempio del 1992, nella cara vecchia 500

Storia
Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
6 Novembre 2015 - 10:00
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Il mondiale 2015 della MotoGp, che domenica vedrà la “finale” tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, è il più combattuto dal 1992 ad oggi.

In quella stagione i contendenti al titolo erano sempre due, Wayne Rainey su Yamaha e Mick Doohan su Honda. Le differenze però sono tante: oltre a quelle tecniche e sportive, si aggiungevano anche quelle morali.

Se questo campionato, chiunque sarà il vincitore, sarà ricordato come il mondiale delle polemiche, dei tribunali, delle conferenze stampa annullate e dei veleni, quello del 1992 è un esempio che tutti i piloti in griglia (e non solo) dovrebbero ricordarsi.

Mick Doohan e Wayne Rainey, oltre ad essere piloti dotati di un talento “mostruoso”, dimostrarono di essere uomini veri. Doohan, dopo 5 vittorie nelle prime 7 gare, si fratturò la gamba destra ad Assen. Un infortunio “normale” per un pilota, ma che di normale per il pilota australiano non aveva niente.

L’intervento sbagliato in Olanda, con il rischio di amputazione, obbligò il successivo trasferimento ad Imola dal Dottor Costa, che gli salvò prima la gamba e poi la carriera. Un “miracolo” vero e proprio che emozionò il mondo intero quando Doohan, esattamente 2 mesi dopo l’incidente, si presentò ad Interlagos in condizioni fisiche disastrose per difendere la sua leadership in classifica dall’attacco di Rainey.

Nonostante questo sforzo il mondiale lo vinse per il terzo anno consecutivo l’americano sulla Yamaha, ma l’esempio che Doohan diede a tutti di forza e sacrificio fu incredibile. L’australiano, dopo un 1993 difficile, iniziò poi la sua striscia “mondiale” con 5 titoli consecutivi vinti in 500.

Lo stesso Rainey oltre a credere sempre nel titolo, nonostante una brutta caduta ad Hockenheim e ad una Yamaha nettamente inferiore alla Honda di Doohan, corse sempre con grande cuore e carattere. A mondiale vinto Rainey fu molto onesto nel riconoscere che senza l’infortunio di Mick in Olanda, non sarebbe stato in grado di mantenere il numero 1 sulla carena.

Purtroppo, quella “fortuna” che serve anche per vincere un mondiale, Rainey la perse completamente a Misano nel 1993, quando una brutta caduta lo costrinse a vita su una sedie a rotelle, mettendo fine alla carriera ad uno dei più grandi della storia del motociclismo.

Oggi Wayne è il presidente di MotoAmerica, che gestisce il campionato Usa Superbike. Oltre al talento, all’ex pilota americano va riconosciuta una capacità di ripartire e di rinascere da difficoltà fuori dal comune.

A poche dall’accendersi dei motori a Valencia, spero che lo sport e i valori che avevano contraddistinto quel 1992 possano essere da esempio a chi scenderà in pista. L’esempio “morale” di quella stagione di motomondiale resterà sempre una delle pagine più belle di questo sport meraviglioso.

(immagine: internet)

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