Le scuse a Daniel (e Bottas), le scudisciate a Max

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
15 Aprile 2018 - 12:45
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La Safety Car, quella vera, dopo la Virtual dell’Australia ribalta piani di team e piloti in Cina e dalla lotteria dei box salta fuori l’azzardo Red Bull che, montando le soft ad entrambi i piloti, di fatto si mette in condizioni di vincere la gara. Fin qui, ci siamo.

È da qui però che la gara nella gara costringe a recitare un mea culpa e chiedere scusa a Daniel Ricciardo, per le molte volte in cui è stato poco considerato e maltrattato, se si può dire così, in contrapposizione all’ascesa di Max Verstappen che oggi ha davvero esagerato. Manco a farlo apposta qualche giorno fa ne avevo preso le difese in linea di massima ironizzando sul fatto che spesso i piloti più odiati dai tifosi Ferrari, prima o poi, finiscono proprio a Maranello. Se così sarà, ma non lo sappiamo, credo gli chiederanno il conto in anticipo per i danni fatti alle Rosse. Non è nemmeno giusto, però, fare dietrofront dopo poco tempo. Resto convinto che Max sia un potenziale fenomeno, resto convinto che l’atteggiamento ostile nei suoi confronti sia esagerato, e sono convinto che oggi l’abbia davvero fatta fuori dal vaso in due occasioni, nell’avventato sorpasso all’esterno ai danni di Hamilton e, appunto, nell’usare la Ferrari di Vettel come sponda rovinando al tedesco la gara. Azioni da rookie alle primissime armi, stavolta.

Buono è che al termine della corsa i due si siano chiariti subito senza mettere in mezzo media, sms, twittate, piccioni viaggiatori e via dicendo, chiudendo in prima persona la questione almeno tra di loro. Detto questo, se Max non vuole essere criticato ancor più di quanto non sia ora, deve ridurre al minimo gli errori e le occasioni per farsi insultare. 

Tornando a Daniel, oggi il ragazzone ha spiegato alla perfezione cosa siano i sorpassi e i Sorpassi, quelli veri. L’azione su Hamilton è stata sì favorita dal DRS per quanto riguarda l’avvicinamento, ma la frenata è partita da lontanissimo: solo lui è capace di staccare così profondo e questa ne è l’ennesima dimostrazione. Il vero capolavoro, però, è quello su Bottas. Valtteri aveva anche difeso l’interno, ma Daniel non ne ha voluto sapere ed è passato negli unici due metri a disposizione, sfilando vicinissimo alla Mercedes. Azione da manuale, magistrale, fenomenale. 

Giusto è quindi sottolineare le potenzialità di Max, a patto che lui non alzi troppo la cresta. Passare da una barricata all’altra è facilissimo ed un rischio del genere non è giusto prenderlo in così tenera età. Daniel, invece, merita scuse vere perché troppo spesso è stato penalizzato dall’affidabilità negli ultimi tempi, senza possibilità di lottare. Appena ne ha occasione si fa trovare pronto come oggi. E, al di là della Safety Car, quando ti inventi due sorpassi così meriti di festeggiare. Ecco, magari non bevendo dalla scarpa, ma quello ormai è un simbolo e va benissimo così. Daniel vince sempre gare caotiche, basti pensare a Baku dell’anno scorso o la Malesia del 2016. Vuol dire che si fa trovare pronto quando serve, ed è una nota a favore sicuramente.

Altre scuse parziali vanno poste a Valtteri Bottas. Fino a quando la gara si è corsa in condizioni normali, l’aveva in pugno lui. Era stato fantastico a tenere botta nella prima parte sfruttando i giri liberi per recuperare tempo su Vettel e farsi trovare in testa al ritorno del tedesco in pista dopo il pit. Un gran peccato ma anche un bel segnale dopo le critiche ricevute in Australia. Dopo l’errore nelle qualifiche era stato crocifisso, come se da un momento all’altro dovesse essere messo a piedi dalla Mercedes.

Ecco, forse prima di sentenziare qualcuno dobbiamo dargli modo di replicare, altrimenti è troppo facile.

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