Le millemila Pillole del GP d’Ungheria 2015

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Tempo di lettura: 12 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
27 Luglio 2015 - 18:15
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Una settimana fa ero dubbioso sullo scrivere le Pillole per questo weekend, visto quello che tutti sappiamo. Non ero dell’umore e credevo che sarebbe stato giusto fare una pausa, almeno in vista dell’estate. La gara di ieri, però, mi ha fatto cambiare idea. L’orgoglio e la determinazione con cui i ragazzi in pista hanno fatto il loro mestiere fino in fondo, con ancora più grinta, mi ha fatto ricredere. Il loro dare il 110% per dedicare a Jules questa domenica al meglio è stato un messaggio bellissimo. E quindi, nel mio piccolo, eccomi con le Pillole di un pazzo GP d’Ungheria. Forse più cattive e destabilizzanti del solito, per mantenere alto il livello soprattutto in questa occasione.

La copertina, in ogni caso, è una dedica per Jules, come un po’ tutto quello che è successo in questi giorni.

Edizione speciale delle Pillole per il Gran Premio con il più alto tasso di concentrazione di gnocca del pianeta. Da qui i disastri in pista, le penalità, i sorpassi azzardati, e via dicendo. Tutto per andare nelle vie di fuga (o di f.ga, vedete voi) e ammirare da più vicino stacchi coscia, glutei scolpiti nel marmo e scollature da defibrillatore come da buona tradizione ungherese. La pista è stretta, vetusta, criticata, ma ditelo voi a Bernie, quel buon volpone, di abbandonare cotanta magnificenza faunistica.

Al GnoccaRing di Budapest è Sebastian Vettel a vincere sulla coppia bibitara Kvyat-Ricciardo. Che, ignara di essere giunta sul podio causa stagione fin qui da tisana stimolante più che da bibita energetica, se ne stava già andando a rifarsi gli occhi con il gnoccatour post Gran Premio. Richiamati sul podio, si sono detti anche dispiaciuti di non aver potuto prender parte all’iniziativa.

Via con le Pillole, per questa edizione rigorosamente non numerate e in fila senza alcuna distinzione. Toccherà a voi, carissimi ed egregi lettori, distinguere tra menzioni speciali e capolavori sportivi.

Sebastian Vettel: Il vero record raggiunto non è quello delle 41 vittorie di Magic Ayrton Senna raggiunto, né quello del maggior numero di punti conquistati in F1 (1778 in coabitazione con il Nando, anyway un record patacca), quanto la percentuale di tifosi riconvertiti dopo quattro anni di bambole voodoo, anatemi, petizioni online (vanno tantissimo, ultimamente) e pagine Facebook deliranti. Mai visto un “bimbominkia” trasfomarsi in un eroe in così pochi mesi. Per il contrario, invece, ci vuole sempre poco.

Niki Lauda: evidentemente in sovrappeso dopo due anni di sbornie made in Mercedes, il buon vecchio tricampione del mondo si è presentato questa mattina (nostro scoop) dal suo dietologo per iniziare una dieta dimagrante. Sul foglio rilasciato dall’illustre medico, di origini italiane, un solo pasto da ripetere cinque volte al giorno: spaghetti aglio, olio e peperoncino.

Il launch control Mercedes: entusiasmanti le ultime due partenze delle frecce d’argento prima dell’abolizione del sistema di partenza automatico. A Silverstone sverniciate dalle due Williams, a Budapest dalle due Ferrari. Si attende con ansia il ritorno alla partenza manuale a partire da Spa. Durante l’estate, Hamilton e Rosberg faranno visita alla famosa scuola guida “Krukken” di Stoccarda per delle lezioni private, in cui impareranno nuovamente ad utilizzare la frizione.

Mazzo-show: esilarante lo spettacolo proposto in telecronaca Rai da uno spumeggiante Gianfranco Mazzoni, che tarantolato da una ipotetica baruffa Ferrari-Ecclestone si è scagliato contro la FOM, rea di non aver inquadrato le Ferrari durante la gara. “Credetemi, ci sono due Ferrari al comando anche se non le vedete”, “Scrivete alla FOM”, allusioni al fatto che la telecamerina persa da Kimi non sarebbe stata comunque usata, e via dicendo. Vorrei far notare un paio di cose al caro Mazzoni: nel momento in cui è stato inquadrato, Raikkonen prima è rimasto senza ibrido e poi si è ritirato. Se le Ferrari non sono state calcolate per 69 giri è perché alle loro spalle si stava scatenando, nel frattempo, l’Independence Day. Capiamo che l’astinenza da una gara comandata in toto dalle rosse sia stata lunga, ma forse forse il nostro ha un pelo esagerato.. Arrivabene lo fa capire toccandola piano, per dirla in termini calcistici: “Di tutte le stupidate che ho sentito negli ultimi tre mesi, questa è la più mostruosa”.

Lewis Hamilton: nelle interviste post gara dice che, tutto sommato, la sera prima non era stato tanto bene e non aveva tutte queste buone sensazioni per la domenica. Dormito poco, mal di pancia, allucinazioni, fantasmi e via dicendo. Il che potrebbe anche essere, dato che in 69 giri ne combina di ogni tra partenza in retro, uscita di pista, tamponata a Ricciardo e via discorrendo. Mi sono ricordato, ascoltandolo, i tempi della scuola in cui credo aver fatto morire decine di parenti (che non ho) per saltare le interrogazioni. Per le quali avevo studiato, invece che gli argomenti in tema, le classifiche delle gare precedenti.

La nuova cabina di commento Rai: dato che Ecclestone è uno che non se la prende, da qui in avanti il caro Mazzoni sarà costretto a raccontare le gare di Formula 1 con una pettorina simile a quella dei chihuahua. Collegata ad un motore (rigorosamente elettrico) che, in caso di puttanata in telecronaca, si azionerà scagliandolo contro la prima parete disponibile, rendendolo quindi innocuo al microfono.

Nico Rosberg: quando vi parlavo di Wile E. Coyote paragonandolo a Rosberg, intendevo proprio situazioni di questo tipo. Mentre Hamilton ne combina in una gara più che in due stagioni, lui si tiene alle spalle delle Ferrari cercando di recuperare il maggior numero di punti possibili in classifica. E proprio come il Coyote, quando pensa di essere giunto all’obiettivo, ecco il colpo di scena, nella figura dell’australiano ridente, che gli fora la gomma come il più sadico dei Fisichella ad Interlagos 2006 e lo costringe non solo ad un giro intero di pista, quanto a finire proprio dietro a Luigino. Incredibile.

Le constatazioni amichevoli secondo Lewis Hamilton: si lamenta via radio che il biondino Nico l’ha spinto fuori, quando è a 10 metri di distanza. Mi immagino un’ipotetica constatazione amichevole nella quale il buon Lewis dichiara che Nico ha messo la retro in pieno rettilineo per fargli uno sgarbo. Effettivamente la notte non dev’essere stata il massimo, nella stanza del numero 44.

Kimi Raikkonen: le birre l’hanno aiutato a smaltire la delusione, dice lui (ci sarebbe anche la compagna, per quello, ma il primo amore non si scorda mai), ma la fortuna invece non lo aiuta nemmeno sotto pagamento (anticipato). Anche quando tutto va bene e la gara è alla sua altezza, ci si mette l’ibrido impazzito a rispedirlo mestamente nei box. Niente da fare. Da qui a Spa ci sarà tempo per speciali, copertine, riviste e manifesti per le strade con la rosa dei suoi sostituti per il 2016, con tanto di percentuali, quote dei bookmakers e cazzate varie. Ma tanto, a lui, oltre alla mora, bastano un paio di bionde. E, considerate le panzane delle ultime settimane, fa pure bene.

Una Mclaren davanti alle Mercedes: a Mirandola, patria del nostro Andrea Ettori, da ieri sera sono partiti i comizi pubblici del nostro tifoso Mclaren numero 1. Il risultato di gara della sua squadra preferita, con Fernando quinto e il suo eroe Button nono, l’ha convinto a scendere in campo e lanciarsi in politica per migliorare le sorti del nostro paese. Il motto è chiaro, su sfondo con immagine della MP4-30: “Se ce l’hanno fatta loro, ce la posso fare anche io!”.

Arrivabene a Masterchef: gli “spaghetti alla gambero rosso” hanno conquistato i giudici Barbieri, Cracco, Bastianich e Cannavacciuolo. La quinta edizione del famoso cooking show vedrà come guest-star il Team Principal della Ferrari, che dalla lotta dialettica con Niki Lauda ha conosciuto una nuova travolgente passione. Per contro, Bastianich condurrà la versione italiana di Top Gear a partire dall’anno prossimo. Potrà lanciare, come test strutturale, i piatti sui cofani delle vetture per capire quale resiste di più.

Fernando, l’ibrido 2.0: nella giornata di sabato abbiamo assistito ad una nuova meraviglia della tecnica. La Mclaren Mp4-30, alimentata a quadricipiti di Fernando, è risultata più veloce di 20 km/h nelle varie speed trap del circuito di Budapest. A Woking stanno già considerando una soluzione tecnica simile per il 2016. Una feritoia sotto le natiche del pilota per permettere allo stesso di utilizzare anche le gambe per spingere la monoposto. Una sorta di Flintstones del nuovo millennio.

#UnFiltroPerDavideValsecchi: nuovo hashtag. Siamo alla ricerca di un filtro voce per Davide Valsecchi, che durante le dirette di Sky pensa di essere ancora seduto in monoposto (e beato lui che c’è stato, mi vien da dire) e ogni volta che gli viene aperto il microfono mette a serio rischio la soundbar della mia sala. Bastano quei 10 decibel in meno per risultare meno distruttivo!

Più penalità per tutti: durante la gara è la stessa grafica della FOM a non riuscire a seguire le decisioni dei commissari (oltre a non inquadrare le Ferrari, eheh) che in un’ora e tre quarti giocano a chi riesce a comminare più sanzioni a venti poveracci che, in pista, non sanno da che parte girarsi nel prendere sportellate a destra e a sinistra. Maldonado (uno a caso) crediamo che per il cronometro ufficiale non sia ancora giunto al traguardo a furia di sommare secondi.

Daniel Ricciardo: il giustiziere delle Mercedes si rende implicitamente un aiuto per l’ex compagno Vettel, che infatti ringrazia sotto e sul podio per aver fermato con le cattive la coppia d’argento. Con sagacia induce Luigino a centrarlo, con precisione lima la gomma posteriore sinistra del biondino. Cecchino infallibile in questa occasione. Eccola, la vera “mossa” Ricciardo.

Le previsioni di Garde / 1: chi segue le nostre dirette su Youtube (a proposito, più tardi arrivano i dettagli per stasera) saprà che il nostro Andrea ‘Otelma’ Gardenal si lancia spesso in previsioni improbabili. La prima delle due si riferisce alla possibilità di Hamilton di vincere per la quinta volta il GP d’Ungheria: “Se tutto va bene la 5a non gliela toglie nessuno”. Ottimo.

Force India ti mette le ali: prima Perez (venerdì) poi Hulkenberg (domenica) sono vittime di cedimenti tecnici sulle loro vetture indiane. Il messicano si trova a testa in giù dopo il cedimento di una sospensione, il tedesco saggia le protezioni di curva uno, quando l’ala anteriore gli regala cinque secondi di emozione pura infilandosi sotto la scocca. Capisco che in Red Bull il marketing abbia fatto faville, ma non è il modo per replicarlo.

#UnaDerogaPerKimi: la Ferrari, vista la sfiga di Kimi e sperando nel buon senso e nella comprensione della FIA (ma de che…) ha chiesto una deroga affinché Raikkonen possa correre nuovamente alcune gare dell’anno in occasione di sfighe imponderabili come quella di ieri. Nel caso, al finnico sarebbe ammesso di correre nuovamente la gara il giorno dopo, classificandosi con il nuovo tempo ottenuto. La Fia ha accettato, ma per eliminare un eventuale vantaggio dato dal correre da solo, Kimi dovrà utilizzare una F60. Che non si fermava, ma arrivava dopo qualche era geologica.

Bernd Maylander: per questa edizione si merita di stare al centro dell’attenzione come tutti gli altri. Il nostro ha un travaso di bile quando legge sul monitor “Virtual Safety Car” e va personalmente da Charlie Whiting a protestare minacciandolo di farlo tornare a casa nel bagagliaio della Safety. Pochi minuti più tardi è in pista con la sua Mercedes. Le buone maniere funzionano sempre.

Grazie Felipe: si mormora che la partenza da bradipo delle Mercedes possa esser stata influenzata dal doppio giro di ricognizione e dalla doppia procedura di partenza (di cui una abortita) necessaria dopo che il nostro buon Felipe si è fermato un chilometro prima della sua piazzola di partenza (onesto, lui, invece di guadagnare resta indietro). Nel caso in cui fosse vero, un grazie gigante all’ex ferrarista va di cuore per aver dato il via al caos più totale.

Pastor Maldonado: come puoi pretendere, in una gara in cui piovono pezzi di carbonio come in una tempesta a Sepang, che il re indiscusso della categoria non si dia da fare? E quindi eccolo, tronfio, che si fa prestare la batmobile dalla Warner Bros (tanto è nera) e inizia la sua personalissima versione del GP d’Ungheria. Fatto saltare Perez (poveretto, già aveva dato), si prende dodici penalità per eccesso di velocità manco fosse un bauscia sulla Milano-Venezia, giusto perché sulla batmobile non c’è il pit limiter. Combina ogni sorta di scorrettezza, palese o meno, ma sa benissimo che nel casino generale passerà, per una volta, in secondo piano.

Verstappen: mentre tutti continuano a criticarlo per l’età troppo bassa, il minorenne accumula punti in classifica, e che punti. A questo giro, passando per la mannaia dei commissari (sotto chiaro effetto di sostanze dal dubbio contenuto) solo con una decina di secondi da aggiungere al tempo di gara, si permette il lusso di arrivare addirittura quarto. Io a 32 anni sudo tre litri per stare nei primi 500 a GT6, lui a 17 arriva quarto in F1. E’ un mondo ingiusto.

Le previsioni di Garde / 2: “1° Hamilton che vince con tanto di sorpasso su Rosberg dopo una brutta partenza. 2° Rosberg e 3° Ricciardo”. Ammettiamo che azzeccare Ricciardo è da gran buongustaio, così come indovinare la brutta partenza. Manca solo tutto il resto. Se avete bisogno di qualche numero da giocare, contattateci, saremo lieti di fornirvi anche questo servizio.

Valtteri Bottas: da quando il suo nome è associato a quello della Ferrari, puntualmente le prendere dal Felipino di arrivo appunto da Maranello. A Silverstone si cucca mezzo minuto, a Budapest arriva dietro nonostante la penalità presa dal compagno per la posizione sbagliata in griglia. I casi sono tre: o gli portano iella, o gli portano sfiga, o gli portano sfortuna. Vedete un po’ voi. Ce ne sarebbe anche un quarta: riprendiamoci Felipe. Ma forse è poco quotata.

Daniil Kvyat: è stato trovato al botteghino dello gnoccatour, quando questo era già terminato, a chiedere di poterne fare uno privato. Quando il gestore non gli ha concesso né questo né il rimborso del biglietto, è tornato mesto al suo box. D’altronde, quando mai pensava di arrivare secondo a Budapest? Caro Daniil, prendi l’arte e mettila da parte per la prossima volta. A limite, se vuoi rivendere i biglietti, i nostri contatti ce te li diamo volentieri.

E con questa, fine delle super Pillole (che chiamerei quasi supposte) del GP d’Ungheria. Scusate se mi sono dimenticato qualcosa, ma ne sono successe troppe. Ci si risente dopo le vacanze per le Pillole di Spa, che mi piacerebbe iniziare con il finlandese volante. Non quello photoshoppato, sia chiaro.

Buone vacanze a tutti dalle Pillole!

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Un Commento su “Le millemila Pillole del GP d’Ungheria 2015”
Griforosso dice:

Belle Pillole (per alcuni “supposte”?) divertenti, molto. Ma cambiando argomento vorrei farti una domanda sul Regolamento: ad inizio GP Hamilton in una curva è uscito con tutte e 4 le ruote dal tracciato limitando, così, il numero delle posizioni perse. Ma non è vietato dal Regolamento uscire con le 4 ruote oltre la linea che delimita la pista? Scusa l’ignoranza ma la confusione sull’argomento mi nasce dal fatto che altre volte ho visto la stessa cosa e sono state applicate delle sanzioni. Grazie per l’eventuale tua risposta. Compimenti ancora per le Pillole/Supposte (che non è il participio passato plurale del verbo Supporre).

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