Le 10 Pillole del Gp d’India 2013

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
29 Ottobre 2013 - 09:45
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Da una stalla (la Corea) ad una Stella (Suzuka), ad un’altra stalla (l’India).

La vita è fatta di alti e bassi, e anche la F1 è così. Si passa dal nulla cosmico ad uno dei mostri sacri del motorsport, per poi tornare nel nulla.

Il nulla cosmico indiano che, appunto, regala il quarto titolo consecutivo a Mister Sebastian Vettel. La vittoria di gara a Sebastian Vettel, la Pole a Sebastian Vettel..il giro più veloce a.. Kimi Raikkonen, che verrà punito a dovere per non aver lasciato anche l’ultimo tassello al tedesco.

Foto di copertina dedicata a tutti quelli che dicono che la Red Bull va da sola. Guardate cos’è costretto a fare Vettel per metterla in moto. Pregarla. Già tanto che non gli diano la manovella.

Via con le Pillole.

1 – Sebastian Vettel: la sintesi del cannibalismo si concretizza quando, a pochi giri dal termine, il suo ingegnere gli intima di non azzardarsi a tentare il giro più veloce, in una situazione di gara totalmente tranquilla. Il risultato è..il giro più veloce, rubato soltanto all’ultimo giro da Kimi. 4 titoli e una fame che ricorda un connazionale. Questi Joypad per guidare le F1 da remoto ormai sono spaziali.

2 – Romain Grosjean: da diciassettesimo a terzo. Ancora molti non sanno come sia potuto accadere, ma ecco svelato il retroscena. Appena tagliato il traguardo, ha parcheggiato la Lotus all’uscita box e si è messo a correre velocissimo verso la pitlane. Indiscrezioni dicono che gridasse, spiritato, “LARGOOOO!!! Mi sto pisciando addosso!”

3 – Mark Webber: è davvero incredibile come la sfiga si possa accanire sempre su una sola delle due vetture. A meno che di sfiga non si tratti (e io alla sfiga non credo mai), e quindi le motivazioni di un’affidabilità inesistente sulla Red Bull numero 2 sono da ricercarsi nell’affidabilità pressochè perfetta della numero 1 (Silverstone a parte).

4 – Fernando Alonso: pronti via si ritrova protagonista di un ping-pong. Prima sbatte contro Webber, poi contro Buttton. Morale, Ferrari storpia e gara da dimenticare da subito. L’unica nota positiva, come alcuni hanno già rimarcato, è che ad Abu Dhabi potrà riciclare il casco dei 1571 punti, dato che dopo secoli non ne conquista nemmeno mezzo. Magrissima consolazione.

5 – Felipe Massa: la partenza e i primi giri sono degni del miglior Felipe visto sulla Ferrari. Peccato che la sua Ferrari non sia degna della miglior Ferrari vista nei migliori anni di Felipe. Un giro di parole da mal di testa per far capire che per quanto lui e Fernando si possano sbattere (e vadano a sbattere), non c’è molto da fare contro la concorrenza.

6 – Kimi Raikkonen: la rubrica “Team radio show” si allarga con un nuovo episodio. Questa volta la parte dell’anticonformista tocca all’ingegnere del finlandese che senza mezzi termini, dopo la sportellata con Grosjean, intima al numero 7 di levarsi dalle palle e lasciare sfilare il compagno. Per tutta risposta, Kimi chiede ‘cortesemente’ di non urlargli in cuffia. There is love in the air.

7 – La Lotus: il cambio di atteggiamento nei confronti dell’uomo di ghiaccio una volta compreso che se ne sarebbe andato è da veri Lord inglesi. Idolatrato, sfruttato a piacimento per darsi un’immagine di simpatici, anticonformisti, addirittura autocritici, per poi mandarlo a zappare in diretta TV e, stranamente, costretto a subire strategie che definire fantasiose è un complimento. Così si fa, bravi.

8 – Sergio Perez: la vogliamo dedicare o no una Pillola al messicano? E dedichiamogliela. Dopo un’annata di passione, a tratti esplosiva (per le gomme, mica per i risultati), arrivano finalmente 10 punti e un quinto posto che, secondo me, in pochissimi avrebbero pronosticato. Deve aver sognato, la notte prima della gara, di essere ancora un pilota della Sauber.

9 – Daniel Ricciardo: il finale di gara con alle spalle il Fernando furioso è da anticipo 2014. Daniel vede arrivare la numero 3 alle spalle e non fa altro che attivare il pulsante ‘DANGER’. Come per magia la Toro Rosso si trasforma nella sorella maggiore (e chi se ne accorge, tanto Webber è fuori) e Nando non riesce a passarlo fino a fine gara. Nemmeno con il KO Wireless.

10 – Nico Rosberg: giù il cappello per il mago Copperfield della situazione. Tutti pensano a Vettel che recupera, Massa primo per qualche giro, Alonso che rimonta, Webber che rompe, Raikkonen che smadonna via radio con l’ingegnere, e scemo scemo cacchio cacchio lui in barba a chi non se lo fila per tutta la gara arriva tranquillamente secondo. Dando, tra l’altro, una scoppolina a Luigino che ultimamente è un poco perso (Nicole, TORNA!).

Fuori Concorso –  Bernd Maylander: voi non l’avete visto, noi sì. A lui va un immenso grazie a nome del paddock tutto, perchè è grazie al suo intervento che è stato possibile correre il Gran Premio. Dotato di flessibili automatici, ha percorso una cinquantina di giri prima dell’inizio della gara per tagliare la nebbia a fette e rimuoverla dalla traiettoria delle vetture. Altrimenti, sarebbero ancora là a cercarsi tutti quanti.

Menzioni Speciali

La nebbia: vi chiederete, “ma perchè costruire un circuito dove c’è la nebbia?”. Mr E. (ieri 83 anni, il vecchietto), ha già dato ampie risposte a questo quesito. Visto che si sta andando sempre più lontano dall’Europa, è utile richiamare alcuni particolari in modo da non perdere spettatori. In questo caso, è stata scelta la nebbia della val padana, fitta a qualsiasi ora del giorno e della notte ma dal fascino sempre attuale.

25.000 €: a tanto ammonta la multa inflitta a Sebastian Vettel per i tondi regalati alla tribuna principale al termine della gara. La madre degli imbecilli è sempre incinta, si dice. In questo caso trattasi di una generazione intera di imbecilli. Solo loro potevano immaginarsi di (tentare di) rovinare una festa con un’ammenda talmente assurda da essere ricordata, probabilmente, per anni. E non per la sua legittimità.

L’ultima in India: è stato breve ma intenso. L’anno prossimo non si corre in India, probabilmente mai più. Una tribuna semi piena e solo alla domenica, un investimento assurdo che ha portato via anche terreni alla povera gente del posto. Questa è la F1 degli anni 2000, mi viene da dire. Quella che pensa unicamente al profitto e non allo spettacolo.

Prossimo appuntamento con le Pillole di Abu Dhabi, settimana prossima.

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3 Commenti su “Le 10 Pillole del Gp d’India 2013”
luciano dice:

io mi chiedo se vettel cosa sarebbe successo, se in quel giro in piu che ha fatto, avesse consumato perte del litro di benzina che deve rimanere in serbatoio… avrebbero dovuto squalificarlo?

Seph dice:

Non mi pare abbia fatto un giro intero, avrà percorso 200 metri in più…donuts a parte.

Strige dice:

la multa non è per i burnout, ma perchè ha fatto un giro di rientro e non è rientrato in pitlane, come da regolamento

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