Le 10 Pillole del GP di Singapore 2014

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
22 Settembre 2014 - 20:45
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La notte di Singapore è buia, indefinita come la soluzione ai problemi della Mercedes del biondo Rosberg, che rimane fermo a guardare gli altri partire già dal giro di ricognizione. La gara si incanala già qui nella casella “Hamilton”, che non si fa pregare e con un ultimo stint da qualifica mette le pezze ad una gomma sbagliata rispetto agli altri nel finale.

Foto di copertina dedicata all’errore più grande che Nico potesse fare.

Via con le Pillole:

1 – Lewis Hamilton: Pole per 7 millesimi, giro più veloce, vittoria, in testa quasi tutta la gara. Ma soprattutto il compagno appiedato. Sarà un caso che oltre al fiosioterapista adesso sia accompagnato ad un ingegnere informatico di fiducia, e che questo passi le notti aggangiato abusivamente al wifi Mercedes?

2 – Nico Rosberg: insomma, conosce sedici lingue, possibile che in nessuna gli abbiano spiegato che rompere un vetro significa portarsi dietro sette anni di iella? “7” come i millesimi per i quali perde la pole, i giri che ci mette a passare una Marussia, gli istinti omicidi multipli di chi soffre durante il resto della gara e specialmente durante i pitstop di Hamilton.

3 – Sebastian Vettel: nella ‘sua’ Singapore arriva sulle tele (o meglio quasi sui cerchi), con cinque chili in meno e le braccia in cancrena. Si gira una volta sceso e trova Ricciardo in smoking, pronto per il festino serale. E incredibilmente Seb si sente vecchio a 27 anni.

4 – Jean-Eric Vergne: i piloti dovrebbero essere messi tutti nelle sue condizioni, cioè quelle di non conoscere il loro futuro. Perchè se il risultato delle chiappe strette è una gara come questa, ben venga l’incertezza. Unico appunto, poteva risparmiarsi le 200 sanzioni prese durante la gara.

5 – Felipe Massa: chirurgica la precisione con la quale gli viene ricordato ogni 5 minuti il bocchettone della benzina rimasto attaccato alla sua Ferrari nel 2008. Con calma olimpica lui evita qualsiasi riferimento a eventuali posizionamenti futuri di quel bocchettone alla prossima menzione da parte di chiunque, e tra una cosa e l’altra termina pure quinto.

6 – Romain Grosjean: per fortuna la limitazione dei team radio non blocca anche gli scleri dei piloti verso il proprio muretto. Quello del disperato Romain durante le qualifiche è da ricordare negli anni, con l’ingegnere dall’altra parte che cerca di calmarlo promettendogli caramelle buonissime e lui che replica imprecando in qualsiasi modo. Momento davvero alto.

7 – Kimi Raikkonen: la stagione del biondo in rosso si riassume nel Q3 di sabato, quando proprio sull’orlo di poter migliorare il proprio tempo (e partire da una posizione finalmente decente) la F14T gli serve un 2 di picche di Mclarenistica memoria. Tutto ciò che ne consegue è il risultato di gara, lontano ancora una volta dal compagno, in mezzo al traffico, infilato pure da Vergne.

8 – Pastor Maldonado: anche lui, come al solito, si distingue per la precisione maniacale con la quale piazza il suo personalissimo simbolo su tutti i circuiti del mondiale. L’unico a pensare che ci sia ancora la chicane degli anni passati e che sia in grado di prenderla a 200 all’ora. BAM.

9 – Fernando Alonso: dato che anche il KO Wireless è passato di moda, il Nando passa alle maniere forti. In particolare tenta di lanciare delle banane nei tubi di scarico delle Red Bull di fronte a lui. Una rompe il monkey seat sulla Rb10 di Vettel, l’altra conclude per metà il suo lavoro, togliendo un po’ di potenza al dentone australiano che arriva comunque terzo.

10 – Max Chilton: premio selfie dell’anno. Per tutti gli scatti che ha fatto, scendendo dalla Marussia, con tutti i tifosi che chiedevano una foto con lui dopo essersi sdoppiato dalla Safety Car, impiegando solo mezz’ora per riaccodarsi al gruppo.

Fuori Concorso – Bernd Maylander: resta in testa alla corsa quasi più tempo di Hamilton, occupando la scena dopo aver sapientemente fatto sparire, la sera prima, tutti gli scopettoni a disposizione dei commissari di pista. I quali, sorpresi, si trovano a ripulire l’asfalto dai detriti dell’ala di Perez a mani. Volere, potere.

MENZIONI SPECIALI

“Marchionne imprime il cambio di rotta, e Alonso svetta nelle libere 1 a Singapore. Fantastico!”: qualcuno c’è cascato, e ha creduto che la frase postata sulla nostra pagina Facebook fosse frutto di una vera convinzione riguardante i presunti poteri magici del futuro presidente del Cavallino. No, non arriviamo a tanto. Almeno noi.

2015, obiettivo condizionatori: i team radio di Kvyat e Magnussen, distrutti dal caldo e dall’impossibilità di bere acqua bollente, hanno allarmato la FIA. Dal 2015 un nuovo motore elettrico, che sfrutterà l’energia in frenata delle ruote anteriori, azionerà un condizionatore interno all’abitacolo, il quale dovrà obbligatoriamente accogliere almeno 4 bevande a scelta del pilota, e assaggiate preventivamente da un delegato FIA.

Tecniche di pulizia avanzate: a parte le battuta su Maylander, prendiamo come esempio Montecarlo. Auto ritirate che spariscono in 30 secondi sollevate da gru ovunque. Qui, tre paia di mani a raccattare pezzi di carbonio sulla pista e Safety che resta in pista 20 minuti. Qualcosa da dire?

Prossimo appuntamento per le Pillole post GP del Giappone.

E sempre #KeepFightingMichael

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Un Commento su “Le 10 Pillole del GP di Singapore 2014”
Monica dice:

Schumi è sempre nei nostri pensieri e nei nostri rimpianti! #KeepFightingMichael

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