Le 10 Pillole del GP di Monaco 2014

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
27 Maggio 2014 - 09:30
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Dalla roulette del Principato esce come primo estratto il numero 6, quello del biondo Leonardo Di Caprio Rosberg che per la seconda volta consecutiva vince nelle stradine (e nei parcheggi) di casa sua.

Al secondo posto un cordiale Lewis Hamilton che per poco non sfigura il compagno nella foto di rito post qualifica. Al terzo posto, manco a dirlo, arriva prima il sorriso poi il resto del canguro / 2 Ricciardo, che anche questa volta fa strabuzzare gli occhi a mezzo paddock.

Foto di copertina dedicata a quello che è ormai universalmente riconosciuto come l’unico motivo trainante per seguire questa F1. La gnocca nei paddock, sugli yacht, negli hotel, ovunque. Pensate se non ci fosse manco quella, che strazio.

Via con le Pillole!

1 – Nico Rosberg: parliamone. Deve avere letto ultimamente un manuale di stronzaggine acuta. Da timido conservativo si trasforma (forse è l’odore di casa) in un infame senza pietà. Parcheggia sotto casa in tripla fila e male, chiudendo la storia della pole al sabato, e poi frena in faccia al compagno la domenica sotto Safety facendogli raccogliere qualsiasi cosa sulle gomme. Il tutto esultandogli quasi in faccia a fine di entrambe le giornate. Sarà l’adrenalina del matrimonio?!

2 – Lewis Hamilton: cornuto (al sabato) e mazziato (alla domenica). Fregato in qualifica, fregato in gara. Il giallo dell’occhio è presto detto. Tra le varie furbate che Nico ha sfruttato nel terreno di casa, c’è anche un bel lancio di polvere varia (prelevata proprio dalla sua abitazione svuotando il sacchetto dell’aspirapolvere) da sotto il diffusore della sua Mercedes. Della serie ‘o vinco io o vinco io’. Consolati con Nicole..

3 – Sebastian Vettel: dopo lo scambio di culle negli ospedali, un nuovo caso sconvolge il mondo del motorsport. Lo scambio di monoposto. E si scopre che la RB10 farlocca, quella originariamente destinata a Webber in caso di rinnovo del contratto, è finita a ditino Vettel invece che a Ricciardo. Godranno come pazzi gli ‘anti’ a prescindere. Il bello adesso è capire per quanto tempo resisterà prima che gli crescano i canini.

4 – Kimi Raikkonen: the power of cagotto. Salta la parata delle 12.30 causa corsa in bagno, e poi continua a correre come un missile in gara. Corre, corre, corre, e proprio nel momento in cui rallenta per obbligo della Safety c’è qualcuno dietro di lui che continua a correre. Tale Max Chilton che viene a conoscenza della Safety Car quando fa un selfie con il diffusore della Ferrari. Il bello è che la reprimenda la prende Raikkonen per aver saltato la parata e che Chilton non viene nemmeno menzionato.

5 – Jenson Button: due piccioni con una fava quelli conquistati per lui in questo weekend. Prima di tutto riporta la Mclaren a punti dopo una qualifica a dir poco grigia. Poi, vista la libertà data da non averlo più come compagno, rende pan per focaccia al suo ex coinquilino Perez, cogliendo l’occasione ghiotta e fotografandolo sul muretto del Mirabeau al giro uno. Giusto per fargli capire, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’anno scorso proprio qui aveva minato la sua integrità di gentleman al volante.

6 – Jules Bianchi: ‘incredibile al Cibali’. Una Marussia a punti è, nell’immagianrio collettivo, solitamente come il Milan vincitore della Champions League 2015. Cioè completamente impossibile. Eppure i miracoli accadono. Se sei a Montecarlo, davanti esplodono un po’ di vetture e tu hai due palle quadre per tenere fino alla fine. Come direbbe Stromae, c’è solo una parola per definire il Bianchi di questa gara: formidable!!!

7 – Felipe Massa: l’immagine della sua Williams stampata al Mirabeau con il determinante supporto di Ericsson mi ha fatto ridere per cinque minuti. Incredibile come la sfiga sia innamorata di lui. Intanto, parte il banco scommesse per decidere quale azione avrebbe dovuto intraprendere Felipino per non farsi centrare dallo svedese, sabato in qualifica: A) volatilizzarsi B) essersi già ritirato C) non farsi da parte.

8 – Daniel Ricciardo: va bene che sta sistematicamente arrivando davanti al compagno più quotato, ma cosa deve succedere a questo qui perchè non mostri ad ogni frame di telecamera tutti i 64 denti che ha in bocca? Incredibile come riesca sempre a vedere positivo e come pare non avere nemmeno un attimo di sconforto, anche quando le cose vanno male. Filosofia di vita.

9 – Adrian Sutil: arriva a Monaco e pare tarantolato. Già l’anno scorso aveva sorpassato Alonso al Loews, quest’anno si ripete due volte nello stesso punto. Poi si ingoloisce e tenta di portare a termine degli strani sorpassi all’aria in uscita dal tunnel. Risultato, botto clamoroso, fine gara, Safety Car e tanti saluti.

10 – Max Chilton: non può non meritarsi una pillola anche lui, anche se fa da secondo piatto della bilancia Marussia. Cerchiamo di non sparare sulla croce rossa. Ripassando le nozioni base della scuola guida, può capitare di scambiare il freno per l’acceleratore e viceversa no? E poi è capitato durante la Safety..si andava piano..

Fuori concorso – Bernd Maylander: dove poteva avvenire il ritorno del Re, se non a Montecarlo? Con delle F1 che vanno come delle GP2, per lui è un gioco da ragazzi stare davanti a tutti con la sua SLS. Ad un certo punto tenta di rimanere in pista più del dovuto ma era tutto previsto in anticipo. La spia della benzina si accende e gli tocca tornare in fretta ai box per non creare una Safety nella Safety. Che poi chi entrava in pista, zio Bernie?

MENZIONI SPECIALI

Le tribune vuote: al sabato si notano interi sprazzi di blu sulle tribune di Montecarlo. Situazione inusuale per un weekend solitamente sold out. Lo zio Bernie, tra uno starnuto e l’altro, si improvvisa in un casting sul porticciolo del Principato la sera del sabato, e in una notte seleziona le mille mila persone che serviranno a riempire qualsiasi sedia vuota alla domenica. Premio? Ma va là, Bernie non paga MAI.

Questa F1, che non piace a nessuno: tutti si lamentano del motore che non fa macello, tutti si lamentano che le F1 vanno lente, tutti si lamentano di qua e di là. Ma voi ingegneri, che misurate al millimetro qualsiasi alito di vento, non lo sapevate già da almeno un anno che sarebbe andata così?! La risposta è SI’. Quello che non potevate misurare, però, è lo scoglionamento della gente scioccata da cotanto scempio. Oh, l’ho detto.

La coerenza sconfessata in nome del mondiale: 2006. Si condanna l’ipotetica intenzione che Schumacher abbia volutamente parcheggiato alla Rascasse (poco conti che gesticoli in macchina e si auto mandi al diavolo quando tenta la retro e la macchina si spegne). Retrocesso in fondo alla griglia. 2014. Non si condanna la stessa l’ipotetica intenzione di Rosberg di aver fatto una frenata da kartista della domenica per causare una bandiera gialla. E perchè? Perchè già le tribune sono vuote, se poi togliamo l’unico sale della gara ciao. Bello, bravi, bis. Pagliacci.

L’unica cosa che apprezzo delle vittorie Mercedes: la molteplice inquadratura durante i weekend dell’adesivo e del messaggio #KeepFightingMichael sulle macchine di Rosberg e Hamilton. E ci uniamo come sempre.

Prossima pillolata post Canada.

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