Le 10 Pillole del GP di Gran Bretagna 2015

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
7 Luglio 2015 - 17:00
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Puntuali come un qualsiasi treno pendolari, tornano le Pillole per celebrare la vittoria del GP di Gran Bretagna di Lewis Hamilton, l’uomo venuto dal paese della non vergogna. Lo Strategy Group non ha ancora approvato sanzioni per chi si presenta in pista con catene di distribuzione al collo e occhiali inqualificabili. Cosa si riunisce a fare?

Ma la vincitrice morale, comunque, è lei. La regina delle top…ehm…la topa delle nev…ehm, insomma, Lindsey Vonn. Per chi non la conoscesse (MALE), campionessa assoluta di sci alpino e, appunto, esponente di spicco della fauna femminile. Copertina dedicata assolutamente a lei.

Via con le Pillole:

1 | Lewis Hamilton: Non lo ferma la Vonn, non lo ferma Massa, non lo ferma la pioggia e non lo ferma nemmeno Rosberg. Non lo ferma più nessuno. Anzi, speriamo lo fermi prima o poi la polizia per oltraggio al pubblico decoro. Anche per la sua sicurezza personale. Prima o poi quelle catenazze potrebbero rivoltarsi e strozzarlo. #PiedeLibero

2 | Kimi Raikkonen: nelle prossime tre settimane i media italiani si stracceranno le vesti a suon di sondaggi sul futuro prossimo del finnico. Mentore di Bottas, Presidente della Guinness, gelatiere di successo in un bar sulla spiaggia a Ibiza e via dicendo. Per noi, al momento, rimane pilota della Ferrari e chi se ne frega degli altri. #Declassato

3 | Felipe Massa: dipinto come specie inconsueta di bradipo brasiliano, il buon Felipe piazza partenza fulminante e comanda la gara di Silverstone per un buon terzo. Sull’acqua, terreno per lui poco fertile, rifila mezzo minuto a quello che, a quanto pare, sarebbe il predestinato per il posto in Ferrari di Raikkonen. #GiudiziIlluminanti

4 | Valtteri Bottas: dipinto già di rosso vestito (a sua insaputa), dimostra subito a chi si è tanto adoperato per metterlo al posto dell’altro finnico che, forse forse, c’è da aspettare ancora un po’. Fa sorridere quando chiede se può sorpassare Felipe, come i bambini quando chiedono il permesso ai genitori per fare qualsiasi cosa. #Rinviato

5 | Sebastian Vettel: Per 4/5 di weekend si prende gioco dei media, che a mezz’ora dalla fine della gara sono già pronti con articoli a quattro colonne inneggianti all’investimento sbagliato per portarlo in Ferrari. Si fanno già i nomi dei sostituti quando alle prime gocce di pioggia si decide a sbugiardare tutti facendosi, anche quattro risate sul podio. #Giocoso

6 | Fernando Alonso: decantiamo le lodi del Nando furioso che, vedendo Maldonado prossimo alla distruzione totale in curva tre, intuisce che l’occasione potrebbe essere ghiotta. Fa fuori quindi il buon Jenson e si assicura, con settecento ritiri, il primo punto di una stagione che, di per sé, sarà sicuramente storica per la Mclaren. Mai fatte fare tante risate agli avversari. #Furbo

7 | Jenson Button: voleva in qualche modo far bella figura davanti al pubblico di casa, facendo qualche giro lento per salutare i tifosi durante la gara (tanto la Mclaren non permette di più), e il nemico in casa gli toglie anche l’unico motivo per il quale si era presentato a Silverstone. Destino crudele, ma doveva immaginarlo. L’ultimo motore Honda l’aveva guidato proprio lui. #Depresso

8 | Nico Rosberg: nell’affannoso recupero prima che Lewis entri ai box per il cambio di gomme vincente, ricorda Wile E. Coyote contro Road Runner. Tenta in tutti i modi di raggiungerlo in classifica ma, per un motivo o per l’altro, l’aggancio sfugge clamorosamente. Si farà aiutare anche lui dalla ACME Inc. per mettere in trappola Luigino? #BeepBeep

9 | Daniil Kvyat: mette sotto ancora una volta mister 128 denti Ricciardo e viene da pensare a quando, durante i test pre stagione, venivano alimentate voci di un suo allontamento in favore di Max Verstappen. E adesso che il russo mette sotto l’australiano, ex eroe della passata stagione, che si dice dalle parti di Milton Keynes? Che si scherzava?! #Vendetta

10 | Pastor Maldonado: torna finalmente il Pastor che tutti conosciamo, quello che contrariamente a qualsiasi legge della fisica riesce in un solo colpo a mettere fuori gioco tre macchine. La sua, quella del compagno e la Mclaren di Button di sponda utilizzando Alonso. Il bello di aver raggiunto un limite è tentare di superarlo, e chissà nelle prossime uscite cosa ci regalerà. #Surprise

Fuori concorso | Bernd Maylander: lo sappiamo in anteprima. Ha ricevuto un’offerta della Mclaren per correre nella stagione 2016. Ha già visitato la fabbrica a Woking ma c’è un nodo cruciale da valutare per la stesura del contratto. Bernd vuole correre con la Safety Car, anche rimarchiata va bene. E di sicuro, quella, non rompe.

MENZIONI SPECIALI

Lo Strategy Group e il sondaggio GPDA : 215.000 cristiani perdono mezz’ora della loro vita per completare il super sondaggione promosso dalla GPDA, e il risultato è che lo Strategy Group se ne infischia perché i risultati sono arrivati troppo tardi. Menti illuminanti al potere, come sempre.

La Virtual Safety Car : abbiamo avuto modo di vederla in azione durante il GP di Gran Bretagna. Cosa dire? Bella cazzata. Semplicemente perché, tempi alla mano, il sistema di congelamento delle posizioni ha permesso a qualcuno di guadagnare anche tre secondi su chi lo precedeva. Il limitatore imposto a tutti a 80km/h è davvero così difficile da implementare?!

Le Spice Girls : riunite a Silverstone quasi tutte le componenti della ex girl band più famosa della fine degli anni 90. Libere di girare a destra e a manca nel Paddock, qualcuno giura di averle viste in Williams mentre si decidevano le strategie per Massa e Bottas. Da qui, il disastro.

Appuntamento tra tre settimane, se il caldo non mi stende prima, per le Pillole post-Budapest. Altra e alta patria della fauna.

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2 Commenti su “Le 10 Pillole del GP di Gran Bretagna 2015”
Roberto dice:

La Virtual Safety Car è una cazzata immane. tanto vale limitarla solo al settore in regime di bandiere Gialle e lasciar correre regolarmente i piloti nel resto della pista

Roberto dice:

Pensavo fosse dedicata a Jackie Stewart la copertina 🙂

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