Le 10 Pillole del GP di Germania 2013

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
9 Luglio 2013 - 09:30
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Puntuali come l’Imu, le gomme che scoppiano o le cazzate della FIA, tornano le Pillole di Passione a 300 all’ora.
Il capitolo è quello Crucco, casa del ditino alzato più fratturato del mondo.

E, tra le curve del Nurburgring (quello finto), è proprio ditino alzato Vettel a mostrare a tutti il gesto dell’ombrello, riprendendosi quanto il Ko Wireless gli aveva scippato una settimana prima in terra inglese.

Foto di copertina dedicata al prologo della scena più comica degli ultimi 15 anni.

Partiamo con le Pillole.

1 – L’Inferno Verde: continuano a chiamarlo Inferno Verde, il Nurburgring, ma non si accorgono che stanno parlando della pista vecchia, quella storica in tutti i sensi. Se la Nordschleife è l’Inferno Verde, il Ring attuale è basilico sbiadito. Un po’ come mettere la F60 con la F2004, il pesto del discount con quello fatto in casa, e qualcos’altro con la cioccolata.

2 – Sebastian Vettel: 30 vittorie e tre mondiali a 26 anni. Mai visto uno con un culo del genere. Inutile dire che Webber è complottato e che, per favorirgli la vittoria, gli uomini Renault sono stati pagati da Marko in persona per abbassare i giri motore delle Lotus. In tutto questo magari qualcuno ha creduto a tutto quello che ho scritto, mi ci gioco gli zebedei!

3 – Kimi Raikkonen: niente da fare, questo è l’anno scelto per far incazzare l’uomo più freddo del mondo un weekend sì e l’altro pure. Dopo aver suggerito ai suoi uomini che forse avevano fatto una cazzata a Silverstone, questa volta il muretto gli fa capire che lì sopra ci sono proprio dei disadattati. Tra due opzioni disponibili (entrare 5 giri prima e non entrare) scelgono la via di mezzo, ovvero quella peggiore. Ciao ciao vittoria. Meno male che resta lo Champagne sul podio.

4 – Romain Grosjean: ma quanto andava il francese?! Oltre ad evitare come la peste qualsiasi contatto in partenza, che di per sè è motivo di orgoglio per l’umanità intera, il ragazzo va pure alla rincorsa di Ditino Vettel. Deve lasciare strada nel finale all’uomo di ghiaccio, ma finalmente quest’anno ha dato un senso allo scaldare il sedile. Chapeau! Basta che non si resetti per fine mese.

5 – Felipe Massa: spezziamo una lancia (e non una gomma) in favore del nostro Felipino. Due volte che è davanti al Capo e meritatamente, una gli salta una Pirelli, l’altra non si sa. Come al solito i più indottrinati parlano di coglioneria di Felipe, poco importa che la dinamica dell’incidente sia quanto meno dubbia (e in questo leggevo ieri che il grande Gian Carlo Minardi è concorde con me). Ma tanto basta dare la colpa a lui e tutto è risolto, vero? Fenomeni.

6 – Lewis Hamilton: poveraccio. Al sabato strappa ancora una volta la Pole e manda in depressione ditino alzato Vettel. Peccato che la Pirelli, in Germania, abbia portato la specifica n°45 del 2013, e che questa sia immune al test di 1000 km della Mercedes. Risultato, Mercedes sprofondata. L’unica soddisfazione di Lewis è tenersi dietro Nando a gomme finite, e con che classe tra l’altro.

7 – Fernando Alonso: messo in cantina temporaneamente il Ko Wireless 4.0 visti i risultati catastrofici di Silverstone, la situazione al Nurburgring rimane nella normalità. Meno normale è rimanere dietro Paperino-Felipe in qualifica, da shock non riuscire a passare il suo incubo terreno rispondente al nome Lewis Hamilton. Che al posto del Ko Wireless, quando ci si mette, utilizza un sistema manuale: il piede pesantissimo.

8 – Nico Rosberg: il divo del circus, arrivato direttamente da Silverstone ancora in paresi facciale da risata profonda post vittoria, si presenta al venerdì fermandosi sulla prima fila della griglia di partenza con la sua monoposto, parcheggiandola e lasciando un biglietto. “Lasciatela qui per domenica”. Peccato che nella notte tra sabato e domenica un bontempone dal mento pronunciato, di origini non molto lontane, la sposti di una decina di posizioni..

9 – Mark Webber: curioso come, ad ogni gara, le variabili siano due: partenza al rallentatore del canguro, o ruota non avvitata ai box. Questa volta viene estratta l’opzione B, e gli va ancora bene che riesce a restare in gara. All’australiano tocca l’ennesima rimonta furiosa dal fondo della classifica. Va là Mark, serve tutto come allenamento per la prossima stagione..! Magra consolazione.

10 – Jules Bianchi: bella la scena della Marussia che va da sola in retromarcia attraversando la pista. Roba che non riesce neanche nei videogiochi. Però, i commissari (i veri colpevoli nel contesto) c’è da capirli. A fianco hanno la Nordschleife, chi se ne frega della pista di F1! E povero Bianchi, pure, che si è preso dai soliti indottrinati la colpa di una pratica normale (lasciare la vettura in folle per permettere ai commissari di rimuoverla. Se poi questi pensano agli affari loro..)

Fuori concorso – Bernd Maylander: anche a questo giro, seppur con meno intensità rispetto a Silverstone, il nostro si dà da fare per risultare protagonista. D’altronde c’è voluto poco. E’ bastato affittare due Ferrari, mandarle sulla Nordschleife ed ecco come ti distraggo i commissari di pista..!

MENZIONI SPECIALI

Buona guarigione Paul Allen! Un augurio, serio, di pronta guarigione a Paul Allen, il cameraman colpito dalla ruota persa dalla Red Bull di Webber. Per grazia divina non siamo di fronte ad una tragedia, ma forse sarebbe caso di regolamentare i tempi delle soste ai box. A questo punto, fatele col pensiero così non si rischia nulla.

Un campionato appassionante: mi chiedo..a cosa serve spendere milioni di euro in sviluppo e aggiornamenti, quando basterebbe dare 24 macchine uguali e cambiare gomme ad ogni GP? Riduzione dei costi, via il DRS, tutti sullo stesso livello e via. Non ci sono ancora arrivati ma forse non manca molto.

Ci si rilegge alle prossime Pillole, quelle post Budapest.

PS: Ciao Roberto..

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Un Commento su “Le 10 Pillole del GP di Germania 2013”
AleMans dice:

La Marussia era molto veloce in retromarcia 😛

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