La pole più schiacciante: Silverstone ’92 o Imola ’88?

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
19 Luglio 2017 - 10:22
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Prendendo spunto dal tweet di Paddy Lowe di sabato scorso, che in occasione dei 40 anni di attività in F1 della Williams ha postato la telemetria originale della pole di Mansell a Silverstone 1992 definendola come probabilmente la pole migliore della storia, mi sono chiesto se davvero fosse così e con quale altra pole position sarebbe possibile confrontarla.

Non sempre una pole è migliore delle altre in relazione al distacco inflitto agli avversari, ma in questo caso e in quello di Senna a Imola 1988 è sicuramente così.

Partiamo appunto da quella di Ayrton Senna ottenuta con la Mclaren-Honda Mp4/4 a Imola nel 1988. Sappiamo tutti che quella vettura con le sue 15 vittorie su 16 GP è stata probabilmente la monoposto migliore realizzata in F1, anche se il regolamento con il passaggio dal motore turbo a quello aspirato l’ha fatta “ballare” per una sola stagione. Progettata da Steve Nichols, con la supervisione di Gordon Murray, era spinta dal fenomenale V6 turbo Honda da 3500cc.

Dopo aver dimostrato nei test invernali di essere al top e dopo avere vinto la prima gara del campionato in Brasile con Alain Prost, sul circuito del Santerno le due vetture bianco-rosse erano ovviamente le favorite. Quello che però successe durante le qualifiche ha dell’incredibile. Senna con una apparente semplicità fermò il cronometro sul tempo di 1’27”148 distanziando l’allora due volte campione del mondo e compagno di squadra Prost di circa 8 decimi.

Al termine delle qualifiche agli inseguitori non restò che rimanere sbigottiti guardando il monitor dei tempi. Piquet, terzo in griglia con la Lotus (che disponeva dello stesso motore della Mclaren) e campione del mondo in carica era staccato di 3”352 secondi. Alboreto, con la Ferrari, era in decima posizione a oltre 4 secondi da Senna. Una superiorità tecnica imbarazzante per gli avversari, totalmente incapaci di avvicinarsi al duo della Mclaren.

Un segreto di questo exploit fu il motore Honda, che rispetto a tutti gli altri motorizzati turbo aveva la capacità di girare vicino alle 2.5 atmosfere concesse dal regolamento di quella stagione. Tra le 65 pole di Ayrton, quella di Imola fu una di quelle con il maggior distacco inflitto agli altri piloti.

Paradossalmente, la pole di Mansell ottenuta quattro anni dopo a Silverstone fu ancora più “dominante” sul compagno di squadra, Riccardo Patrese, e sugli avversari tra cui lo stesso Senna. La FW14B del 1992 era una vettura di almeno due anni avanti rispetto alla concorrenza. Spinta dal potente V10 Renault, aveva soprattutto nelle sospensioni attive il vero vantaggio del proprio successo. Queste permettevano alla vettura di restare ad altezza costante da terra in base al fondo stradale e al carico di carburante.

Mansell e la Williams dominarono la stagione, vincendo entrambi i titoli in estate. Il week-end di Silverstone per il “Leone” inglese fu semplicemente magico. Nigel quando sentiva aria di casa si trasformava in un pilota invincibile e, grazie anche alla FW14B, ottenne una pole position da leggenda. Patrese, già autore di un giro che nel 99,9% dei casi gli avrebbe permesso di partire al palo, vide il compagno fermare il cronometro sul tempo di 1’18″965.

I distacchi nell’ordine furono: Patrese a 1″919, Senna con la Mclaren-Honda a 2″741, Schumacher con la Benetton-Ford a 3″101. La prima delle Ferrari, quella di Alesi in ottava posizione, rimediò quasi 5 secondi di distacco. Van de Poele, ultimo dei non qualificati alla guida della Brabham, si “beccò” circa 10 secondi.

Senna e Mansell, due pole favolose arrivate grazie anche al loro talento naturale nel giro secco. Resta da capire quanto il mezzo abbia aiutato l’uno e l’altro nell’ottenere questa prestazione e quanto siano stati loro a fare la differenza. Voi che ne pensate?

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Un Commento su “La pole più schiacciante: Silverstone ’92 o Imola ’88?”
Stefano M. dice:

Ciao Andrea,

io ci metterei quella di Monaco 1988 dello stesso Ayrton. Ricordo il giro, lo vidi in diretta.
Ricordo lo sbigottimento dei cronisti e dello stesso Ayrton nelle interviste che seguirono le prove.
Ho nella testa il ricordo di quel giro e, forse per questo, lo metto al primo posto.
Fu una gran batosta per Prost che si prese ben più di un secondo.

Ciao

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