La guerra dei poveri: Mercedes, intanto, se ne va…

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
15 Aprile 2019 - 14:29
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La strategia sbagliata, i complotti contro Leclerc, Vettel che doveva ri-lasciare il passo al compagno dopo esser stato favorito dalla squadra. E via così.

Il Gran Premio della Cina, quello numero 1000 per la Formula 1 ma non per tantissimi altri, alla fine non ha regalato tutte queste emozioni. Ma va bene così: voglio dire, a furia di voler accontentare chi si lamentava di gare noiose siamo arrivati proprio a questo punto.

Detto questo, a leggere un po’ i social e quant’altro pare che in realtà l’unico argomento di interesse sia quanto successo in Ferrari tra Sebastian e Charles. Col primo che, uccellato al via dal compagno dopo esser rimasto bloccato da Bottas, crede di poter essere più veloce. Con il team che gli concede una possibilità – poi non sfruttata – chiedendo al giovane di lasciarlo passare e lui che non la prende benissimo dato che, poi, la strategia gli leva quanto meno una quarta posizione. Anche la terza, dicono in molti. Team radio concitati, lamentele, una telenovela che dura diversi giri. 

Al termine di una gara in cui il monegasco giunge quinto, certamente penalizzato da un ritardo nell’essere richiamato per le sue soste, monta la protesta popolare che voleva riconsegnata la posizione dal tedesco nei suoi confronti; un po’ quanto aveva fatto Hamilton con Bottas un anno fa in Ungheria. Avrebbe dovuto, non avrebbe dovuto? Avrebbero dovuto chiederglielo, non avrebbero dovuto? Non lo so, io non sono al muretto della Ferrari. Magari, alla fine, si sarebbe perso anche il terzo posto da Verstappen, chi lo sa. Oppure Charles sarebbe arrivato terzo come voluto da tutti con Sebastian giù dal podio o quinto a sua volta.

Posso dire, però, che mi sembra di assistere ad una lotta tra poveri? Perché ora si andrà avanti per due settimane su una questione che, signori miei, ci porteremo dietro tutto l’anno in quanto logica, prevedibile, chiara; con un Leclerc di queste proporzioni era facile immaginare che ci saremmo trovati con questi nodi da sciogliere, ora tutti in capo a chi decide. La gran parte dei tifosi della Ferrari è ora schierata anima e cuore con Charles dopo esser stata delusa da Vettel (che ha le sue colpe ma non tutte, almeno secondo me) e questo non farà altro che creare ancora più confusione ogni volta in cui si creeranno situazioni come questa, ovvero parecchie. Il monegasco da tantissimi è visto ormai come prima guida dopo il gran lavoro mediatico delle ultime settimane e sotto un certo punto di vista, in un mondo inventato, io accontenterei le richieste relegando il tedesco al ruolo di comprimario e caricando ancora un pochino di pressione sulle spalle del #16 (perché tanto non ne ha già abbastanza) per vedere l’effetto che fa.

Ma il punto vero del mio discorso non è nemmeno questo: davvero vogliamo usare la lotta interna tra il tedesco ed il monegasco per distrarre i tifosi e nascondere quella che è davvero la questione più importante, ovvero la terza doppietta di fila della Mercedes? E perché non citare un Verstappen momentaneamente davanti ai due rossi in classifica con la Red Bull motorizzata Honda? Questo, se ci pensiamo, è ancora più grave.

Un duello interno tra i due ferraristi sarebbe – parere mio – davvero importante e di rilievo mediatico se in testa alla classifica ci fossero proprio loro. Invece, dopo tre appuntamenti, i due bellocci d’argento hanno già una gara di vantaggio e questo non era prevedibile nemmeno tra chi si aspettava una Mercedes in forma da subito. Figuriamoci per chi aveva già tessuto le lodi della Ferrari lanciandola, come nella maggior parte degli inverni, come monoposto da battere dopo un filming day e senza imparare mai, volutamente o meno, nulla dal passato.

Il primo problema che la Ferrari deve risolvere è capire perché questa SF90 non è andata quanto sperato in due gare su tre. Devo pensare che il problema alla PU di Leclerc a Sakhir ed il conseguente rollback di centralina abbia portato a tenersi conservativi per non rischiare ulteriori problemi? Perché, se vediamo, anche Haas ed Alfa (nonostante un ottimo Kimi) hanno sofferto a Shanghai dopo esser tornati a loro volta alla versione precedente. Eppure Vettel dice che il problema non è nella PU ma nel telaio: fosse vero sarebbe ancora più preoccupante.

E poi basta, basta, basta continuare a farsi venire gli occhi lucidi dall’emozione dopo tre turni di prove libere, perché ormai anche i muri sanno che la Mercedes salta fuori in Q3, ovvero quando è davvero necessario spingere. Sembra un copione che si ripete: la rossa fa bene nelle prove e diventa “pronta a lottare per la vittoria” con tanto di esibizione di passi gara che valgono zero, dato che qui nessuno conosce i quantitativi di benzina. Poi arrivano le qualifiche, la gara e ci si guarda intorno straniti se le cose non vanno come previsto.

Vogliamo lamentarci di chi arriva prima tra i due ferraristi? Benissimo: intasiamo i social, facciamo petizioni online e mobilitiamo il web. Magari però facciamolo quando lotteranno per la vittoria, perché del terzo o quarto posto non interessa a nessuno (se non agli integralisti di uno o dell’altro pilota) se davanti vincono sempre gli stessi.

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