La F2008 e Halo: quello che è stato e quello che purtroppo sarà…

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
22 Gennaio 2018 - 17:00
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Navigando su Internet capita spesso di trovare fotografie che al primo impatto scatenano subito un’emozione, una sensazione particolare. Per chi come il sottoscritto è appassionato di motorsport, vedere l’immagine di una vettura di F1 del 2008, soprattutto alla vigilia di una stagione che vedrà l’avvento dello schifosissimo (e sono stato anche delicato) Halo, è un colpo al cuore.

La vettura in questione è la Ferrari F2008, una vera e propria meraviglia. Onestamente, di monoposto brutte in quel campionato non ne ricordo. L’estrema ricerca aerodinamica, unita a colorazioni splendide, aveva fatto di quel periodo storico della F1 una meraviglia per gli occhi. Perché è vero che alla fine conta solamente vedere gare spettacolari e combattute, ma non c’è paragone tra l’estetica del 2008 e quella degli “spazzaneve” introdotti con il nuovo regolamento dell’anno successivo, cioè il 2009.

La F2008 a mio parere era la più bella in griglia, in quel mondiale di 10 anni fa. Un rosso favoloso, che soprattutto sotto le luci di Singapore assumeva una tonalità accattivante, quasi sexy. Progettata da Aldo Costa, rispetto alla F2007 che aveva appena vinto il titolo mondiale piloti (con Kimi Raikkonen) e quello costruttori, la F2008 aveva un passo più corto e il muso “a pesce martello” che la rendevano estremamente compatta e snella. Anche la nuova configurazione del “codice a barre” della Marlboro, unito al numero 1 di campione del mondo sul muso, aumentavano il senso di grazia e bellezza di una delle Ferrari più belle di sempre.

Il mondiale piloti in quella stagione non arrivò. O meglio, Felipe Massa fu campione del mondo per qualche secondo ad Interlagos prima dell’arrivo sul traguardo di Hamilton, che sorpassò all’ultima curva la Toyota di Timo Glock prendendosi quella posizione utile per vincere il suo primo titolo mondiale.

La F2008 è stata comunque l’ultima Ferrari a portare un titolo a Maranello, vincendo il costruttori grazie a 8 successi su 18 gare nonostante qualche problema di affidabilità di troppo e un rendimento di Kimi Raikkonen, soprattutto nella seconda parte di stagione, non all’altezza delle aspettative.

Chi ha avuto la possibilità di vedere dal vivo questa vettura capirà che effettivamente quel tipo di F1, così estrema nelle varie alette e alettine messe con precisione chirurgica sulle scocche delle varie monoposto, era una vera e propria gioia per gli occhi. Quando 9 anni dopo, con il nuovo regolamento in fatto di aerodinamica e gomme entrato in vigore nel 2017, abbiamo finalmente riavuto una Formula 1 aggressiva e bella da vedere, ecco che arriva la mazzata dell’Halo che va definitivamente a chiudere un ciclo che non riguarda solo l’estetica ma anche il concetto di F1.

Inoltre, la possibilità che i vari progettisti debbano progettare le nuove componenti delle monoposto non in base allo sviluppo in termini di competitività ma allo spazio da riservare per gli sponsor è la fine totale di questo sport. È naturale quindi che venga il magone nel pensare a quello che è stato e a quello che, purtroppo, sarà.

10 anni fa, probabilmente, stavamo criticando qualcosa che 10 anni dopo è nulla rispetto a quello che dovremo vedere. Sarà una questione di abitudine ma, forse, una Formula 1 così bella non la vedremo mai più.

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