La cresta dell’Honda

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
17 Marzo 2019 - 23:37
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Le preoccupazioni erano tante, tantissime ed ero molto curioso di vedere il nuovo corso Red Bull motorizzata “sol levante”.

Dopo tre anni disastrosi con Mclaren ed uno di purgatorio con Toro Rosso, Honda si presentava al via del mondiale 2019 con gli occhi puntati addosso e molto scetticismo attorno a sé. Non è un mistero che il rientro del motorista giapponese sia stato minato da tutta una serie di problemi che hanno fatto dubitare a più riprese del progetto in toto.  

Red Bull, come abbiamo scritto a più riprese, ha optato per il passaggio ad Honda anche e soprattutto per mancanza di alternative. Dal canto suo, Honda si è assunta la responsabilità di fornire un nuovo top team dopo l’esperienza traumatica a Woking. L’anno di esperienza con Toro Rosso nel 2018, secondo me totalmente pianificato in prospettiva 2019, è stato determinante nel podio raggiunto da Verstappen all’esordio a Melbourne, che regala un grandissimo sospiro di sollievo a tutto il team. Va ricordato che già un anno fa c’era stato qualche sprazzo di positività, ad esempio con il quarto posto in Bahrain di Gasly, ma il resto della stagione era trascorso in modalità laboratorio con penalità su penalità e motori cambiati continuamente, come se in realtà si procedesse per test privati invece che far parte di un mondiale. 

Già dopo le qualifiche di Melbourne il morale era in salita dopo il giro fantastico con il quale Max si è piazzato tra le due Ferrari di Vettel e Leclerc, ma la gara come sappiamo è sempre un’altra cosa. La consistenza della RB15 e l’assenza di problemi di affidabilità durante il Gran Premio d’Australia, con tanto di sorpasso di forza sulla Ferrari di Vettel, apre quindi un nuovo capitolo sia per la squadra che per il motorista. Ci vorranno almeno tre o quattro gare per stabilire con certezza il livello della nuova Red Bull, ma dalla prima uscita si può dire che i top team sono ancora tre e non solo due. C’era infatti la preoccupazione che con il passaggio ad Honda il team di Horner potesse fare il passo del gambero e trovarsi a lottare con Renault e gli altri. Invece, fortunatamente per il campionato, la RB15 può dire la sua disturbando le contendenti al titolo che, con tutta probabilità, saranno ancora Mercedes e Ferrari.

Con quale costanza è difficile dirlo, ma se doveva arrivare un segnale questo è stato chiarissimo. Dopo quattro anni di lavoro, tanti bocconi amari e dubbi, finalmente Honda torna a dire la sua. Non con i tempi e le intenzioni iniziali, ma questo podio all’esordio del mondiale fa passare tutto in secondo piano. Da qui in poi ci sarà solo da migliorare e chissà che, entro l’anno, non ci scappi anche una vittoria. Sarebbe una rivincita niente male.

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