Il nuovo Kovalainen? Direi proprio di no

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
15 Aprile 2017 - 20:30

L’avventura in Mercedes per Valtteri Bottas non è iniziata col massimo della fiducia nei suoi confronti, diciamoci la verità. Il finlandese di Nastola di 27 anni è stato catapultato quasi per caso sulla vettura del gigante motoristico tedesco dopo l’incredibile annuncio di Nico Rosberg a fine 2016.

Una mancata fiducia che non veniva tanto dalla squadra o dal proprio manager (un certo Toto Wolff, per dire), ma dai tifosi stessi, che vedevano in lui il nuovo portaborse di Hamilton, l’Heikki Kovalainen ex-novo (e la nazionalità finlandese in questo paragone non ha aiutato).

Una nomea, quella del galoppino di Luigino, che però comincia a essere leggerissimamente abusata, non trovate? Basta andare indietro con la mente anche di solo qualche anno per scoprire come chiunque stia al fianco di Lewis, diventa il “clown” di turno. Gente titolata come Button e, guarda un po’, proprio Rosberg. Gente che poi è riuscita anche a suonargliele, e di santa ragione pure.

Questo discorso assume toni forse anche più ingiusti quando si parla di un giovane da svezzare proprio come Bottas. L’ex-pilota Williams è stato nel team di Sir Frank per quattro stagioni, combattendo prima con una vettura scandalosa (2013) e poi con un’altra vettura che riusciva a stare tra i primi solo grazie alla Power Unit che aveva sotto il cofano, sempre un V6 Ibrido Mercedes.

Il 2014 e il 2015 sono stati gli anni in cui il numero 77 ha impressionato di più, raggiungendo per 8 volte il podio (2 secondi posti e ben 6 terzi posti) e relegando, più o meno costantemente, il suo compagno di squadra, il ben più esperto Felipe Massa. Direi che non è male.

Il 2016 è stato il suo anno più difficile se si esclude quello del debutto, a causa di una Williams ancora più mangia gomme del 2015 e con tanti problemi di assetto. L’unico acuto arriva con un terzo posto a Montreal, dietro al suo attuale compagno di squadra e a Vettel.

Con queste premesse positive allora vado a chiedermi: perché si è subito partiti prevenuti con Bottas? Perché subito metterlo sulla graticola? Perché non si chiama Verstappen? O forse perché Hamilton deve essere sempre costantemente visto come l’imbattibile pilota che non è, seppur straordinariamente veloce? Prima di giudicarlo per il suo approdo nella Casa a Tre Punte sarebbe meglio vederlo all’opera no?

Macché! Cominciamo piuttosto a criticarlo perché scelto dalla Mercedes come miglior sostituto possibile di Nico, dandogli addosso per esser stato preferito a Wehrlein o a Fernando Alonso. Gente che sperava nell’impossibile per quanto riguarda lo spagnolo di nuovo insieme a Hamilton (per il contratto con Honda, per la brutta esperienza già nel 2007,…), e che piuttosto di osservare con più attenzione la realtà ha deciso di togliersi le fette di prosciutto dalle orecchie e mettersele sui bulbi oculari. Robe da matti.

Certo, per smentire tutti questi prevenuti c’era bisogno di una prova decisa da parte di Valtteri, un qualcosa che sbatta in faccia la realtà in maniera diretta a tutti quanti. Fan, addetti ai lavori, giornalisti… tutti!

Una prova che è arrivata in parte in Australia, col podio a 2 secondi dal compagno tre volte campione; una prova che di certo non è arrivata in Cina, con l’errore stile Montoya dietro la Safety Car. Una prova che, ci vogliate credere o meno, è arrivata sul terreno di caccia preferito di Hamilton: in qualifica, sul cronometro, col giro secco.

La Q3 del Bahrain ci conferma ciò che Bottas è: un bel talento che saprà farci divertire in questa stagione, un giovane che forse raggiungerà titoli ben più prestigiosi di un “mera” pole position, e che di certo io attenderò domani per vedere se tutto ciò che ho scritto ora è una grossa mozzarella di bufala o meno.

Ma questa sua prima pole, che interrompe la striscia di Hamilton sul più bello (a solo due pole dal record di partenze in P1 di Senna fatte di fila, e anche dal record totale del Mago) e che lo pone come primo avversario del Bahrain per l’inglese (ancor prima di Ferrari e Red Bull) ci fa capire come lui sia più tranquillo, pronto e freddo di quanto tutti pensino.

E’ un fuoco di paglia? Chissà, ma per relegare piloti come Lewis, Vettel e Ricciardo dietro di sé quel volante bisogna saper farlo girare. Come al solito, la pista darà tutte le risposte, e la pista del Sakhir avrà il merito di farci capire se Valtteri è davvero pronto anche per la battaglia in gara.

Chi vince ha sempre ragione, e credo che lui (e anche Wolff, il quale ha puntato su di lui) voglia dimostrarlo. E spero lo dimostri, così avrò ragione anch’io, modestamente.

Fonte immagine: express.co.uk

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