Kimi, il fascino dell’anticonformista

F1
Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
5 Novembre 2012 - 22:22
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Freddo, glaciale. Non preconfezionato, mai scontato, sempre sincero, fin troppo per l’ambiente che lo circonda.

Questo è Kimi Raikkonen. Talento puro, purissimo. Che, nella sua carriera in F1, vanta un Titolo incredibile, oltre ogni logica immaginazione. Quello del 2007, quello dell’esordio di Hamilton e la lotta fratricida con Alonso in Mclaren. Quello del recupero incredibile, con 17 punti di svantaggio a due gare dal termine. Con il vecchio punteggio. Un Mondiale, per molti, compensazione di ciò che la sfortuna gli aveva negato in passato.

Già, perchè Kimi è sempre stato accostato alla sfortuna. Quella che nel 2005, probabilmente la sua stagione migliore in Formula 1, gli ha regalato una Mclaren tanto veloce quanto inaffidabile. Che, una gara sì e una no, lo costringe a partire da centro griglia e a rimontare furiosamente.
Nel 2003, invece, un punto solo lo divide dalla vittoria del Mondiale, con una vettura vecchia di un anno. Sarà, invece, il sesto Mondiale di Michael Schumacher.

Se ne va nel 2009, dopo un anno difficile con la Ferrari, alla quale regala comunque la prestigiosa vittoria di Spa, l’unica di quella stagione per lui e per la Rossa.

Due anni di Rally, in cui più volte ha dichiarato di non provare nostalgia per la F1. E poi chissà, magari i risultati non brillanti, magari l’aver ricaricato le pile. Ed eccolo ancora qui. Melbourne 2012, con la nera Lotus. Nella stagione del rientro si mantiene ai primi posti della classifica del Mondiale senza aver vinto una gara. Arriva ad Abu Dhabi con 6 podi all’attivo. La pista non è che gli piaccia molto, e la cosa è abbastanza risaputa. In tal senso, credo che altri colleghi siano d’accordo, ma lui lo ammette chiaro e tondo, aggiungendo uno “Shit” qua e là.

Eppure è proprio Abu Dhabi che gli regala la prima vittoria nell’anno del rientro. Certo, senza il guasto di Hamilton sarebbe stato probabilmente l’ennesimo secondo posto della stagione. Ma del concetto di fortuna e di sfortuna, che io personalmente ritengo molto soggettivo, ne ho già parlato in passato.

Kimi, al di là di tutto quello che si è detto di lui negli anni (che alza troppo il gomito, che non parla molto con i tecnici, che insomma si fa un po’ i fatti suoi), in questa stagione si è dimostrato un professionista esemplare. Unico nel suo genere come è sempre stato. Fuori dagli schemi quando non conta fare il tempo, concentratissimo quando c’è da pestare il piede sul gas. Che poi è quello che si chiede ad un pilota. Premere a fondo l’acceleratore. Quello che è il gossip, dovrebbe rimanere a chi di competenza.

Si sprecano i replay dei suoi team radio con gli Ingegneri che incontra sul suo cammino, e anche ieri ne abbiamo sentiti due unici.

ING: “Kimi, il prossimo dietro di te è Alonso. Alonso a 5 secondi. Ti tengo aggiornato sul distacco e sul passo”
KIMI: “Lasciami stare, so cosa devo fare”

ING: “Kimi devi continuare a scaldare tutte e quattro le gomme”
KIMI: “Si si si si si! Lo sto facendo dall’inizio, non devi ricordarmelo ogni secondo”

E così arriva la prima vittoria dell’anno. Sicuramente inaspettata, perchè tra Mclaren e Red Bull una Lotus sul gradino più alto in pochi se la sarebbero immaginata. Sicuramente, però, anche meritata dopo una stagione ad alto livello, dopo i dubbi sul rientro.

E quando, sul podio, gli chiedono cosa prova a tornare sul gradino più alto e lui risponde “Niente di che”, allora puoi dire solo una cosa..

Kimi, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.

Welcome Back, Iceman. E per il finale di stagione..Wait and See, ovviamente.

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13 Commenti su “Kimi, il fascino dell’anticonformista”
manuelf1 dice:

Era dall’Ungheria (6 gare e 4 mesi fa) che una Lotus non andava a podio, e francamente non mi aspettavo che la Lotus potesse essere competitiva al massimo livello nel finale di stagione. Giudicavo troppo elevato il rateo di sviluppo tecnico dei tre top team impegnati nella lotta finale per il titolo, e man mano eroso il vantaggio di inizio anno nello sfruttamento delle Pirelli di cui la Lotus godeva.

Nel corso della stagione avevo avuto l’impressione di avere di fronte il solito Kimi: velocissimo in gara soprattutto nelle ultime fasi (del resto 37 giri veloci in carriera vogliono pur dire qualcosa), ma a volte leggermente “addormentato” in qualifica (finora e’ partito davanti al suo molto piu’ inesperto compagno solo 9 volte su 18, con un distacco medio di 64 millesimi da Grosjean).
Insomma, mettere tutto insieme tra Sabato e Domenica mi sembrava qualcosa che Kimi (ma anche la Lotus di quest’anno) fatica ancora un po’ a fare, e che le occasioni migliori (Barcellona, Valencia, Germania, Ungheria) quest’anno erano ormai sfumate per questa ragione.

E invece ecco l’ironia della sorte: L’inaffidabilita’ della McLaren, che aveva privato il talento di Kimi di tante vittorie meritate nel 2003 e 2005, gli regala la prima vittoria dal suo rientro in F1.

PS. Alessandro, ottimo articolo e in bocca al lupo per la nuova “casa” del tuo blog. Ti leggo sempre con piacere e attenzione.

Alessandro Secchi dice:

Grazie mille!!!! E buona continuazione 🙂

Come personalità, come modo di porsi, ha più di un’affinità con un altro gran anti-conformista delle due ruote, ovvero Casey Stoner. Entrambi poco “socievoli”, poco “filtrati”, poco inclini a riempirsi la bocca di frasi preconfezionate, e se ti dicono che una pista fa cagare, o qualcosa fa cagare, lo dicono senza paura. Forse è per questo che entrambi mi piacciono da morire, perché sono due personaggi e due talenti purissimi e con i piedini pesanti. Come fai a non apprezzarli?

Lupen dice:

La personalità di Kimi la ricordo in maniera esemplare quando in Canada 2008 con una possibile vittoria in pugno, dopo essere stato tamponato all’uscita corsia box da Hamilton fece semplicemente vedere a Lewis il semaforo rosso……..
Ah si il 2008, incredibile che ci sia ancora gente che crede che la Ferrari abbia perso per colpa di Kimi.
Non avete ancora capito che è Kimi che ha perso per colpa della Ferrari (non Ferrari macchina, ma Ferrari manageriale)?
Sono contento che quest’anno abbia fatto vedere il suo valore. Chi avrebbe scommesso ad inizio anno sul terzo posto in classifica mondiale e una vittoria in un GP ? Anzi, la maggior parte a dire che sarebbe stato un fiasco colossale.
Domenica ho capito fin da prima della partenza che avrebbe vinto, quando il meccanico gli ha passato una bottiglia con la cannuccia fin che era seduto in macchina. Ho pensato: ” Finalmente hanno capito di quello che ha bisogno Kimi : un goccio di vodka e via, non ce n’è più per nessuno”. Ahahahah SCHERZO.

Lotus dice:

PS bellissimo sito, un salutone a tutti i partecipanti!

Lotus dice:

Grande Alessandro! Bell’articolo.
Kimi è un pilota “vero”, d’altri tempi: poca costruzione e tantissimo talento; è sicuramente uno dei più sottovalutati campioni di F1 degli ultimi 15 anni, secondo me. Solo per averlo mollato per tenersi Felipe la dirigenza Ferrari andrebbe messa dietro la lavagna , con i ceci sotto le ginocchia, a tempo indeterminato 😀

Osrevinu dice:

Raikkonen è un personaggio proprio per il fatto di essere un antidivo, uno che rifugge la ribalta.
Le qualità del pilota non si discutono assolutamente, sebbene io sia stato e sono ancora molto critico su quel suo 2008, ma del resto gli anni storti sono capitati a tutti.

Yoong dice:

A me è sempre piaciuto il modo di porsi e la sua filosofia di vita, poche parole ma lapidarie, mai una polemica, correttissimo in pista e fuori, dalla sua bocca non si sentono le quantità di fesserie preconfezionate della stragrande maggioranza dei piloti ma espone pensieri con assoluta schiettezza che svettano a volte dal coro. Quando non si limita a bofonchiare per la cronica avversione per gli impegni extra sportivi. Anche se da quando è in Lotus, sarà perchè più a suo agio e meno stressato, pare molto più sorridente e loquace (vero gio?).

Luke36 dice:

Chi mi conosce sa cosa penso di Kimi. Io non ho mai avuto nessun dubbio sulle sue qualità e capacità. Mai dubitato inoltre della sua annata 2008, criticato in modo infamante ! Kimi non ha mai mostrato un cedimento di forma o concentrazione e il fatto di ritrovarlo in F1 e al suo “esordio” fare una stagione coi fiocchi, la dice lunga sulle qualità del pilota. Basta vedere Grosjean dove sta ora in classifica e cosa ha combinato ! Kimi è un pilota ancora molto motivato. Peccato davvero che la Lotus non abbia progredito abbastanza. Inoltre ripenso ancora alla Cina. Punti gettati via dalla finestra. E non certo per colpa sua.

AlessioA dice:

Kimi è sempre stato un pilota eccezionale, e diciamo che è stato sfortunatissimo a nascere e crescere nell’era Schumacher e son convinto che senza Michael sarebbe stato lui a fare sfracelli. è un talento grandissimo e appunto come Hamilton non ha, a mio parere, mai guadagnato tutto quello che si meritava. Il 2005 lo dice, come hai detto tu, ma anche il 2003 etc. Mi ha fatto ben più che piacere ritrovarlo e son contento che sia riuscito a coronare il tutto con una vittoria. Ho visto anche critiche per il suo comportamento, e ne ho lette anche in rapporto al comportamento di Alonso: quello che voglio dire è che il comportamento gelido di Kimi, a mio parere, è più per indole che per altro, e nonostante sembri stronzo, oltre a pestare il piede quando di dovere (ieri mi sono emozionato), si prende le responsabilità dei suoi errori. Anche questa è maturità di un pilota, ed effettivamente l’affetto per Raikkonen anche dai tifosi contrari fa molto pensare. Grande Kimi, speriamo in un nuovo anno da protagonista!

Trince dice:

Grazie per questo bellissimo articolo, hai colto perfettamente lo “spirito” dell’Alcolico Biondo che fa impazzire il mondo!

Decisamente il pilota meno preconfezionato da un bel pezzo a questa parte.
La sua più grande sfortuna è stata nascere troppo tardi.
Enzo Ferrari lo avrebbe goduto come un figlio e negli anni ’70, quando davvero contava solo tenere giù il piede, avrebbe fatto sfracelli. Ma a me va bene così: ho avuto modo di veder correre un talento cristallino come pochi se ne son visti in tanti anni di F1…

IceKimi dice:

In un paddock pieno di piloti “perfettini” Kimi è come un fulmine a ciel sereno, mai banale sempre onesto e sincero nelle interviste , senza guardare in faccia chi gli sta davanti. Gran bell’articolo Alessandro ( se posso permettermi di darti del tu ) , mai parole furono più azzeccate per descrivere il finlandese. Kimi bisognerebbe clonarlo

R.Savoca dice:
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