Kate Walker: una riflessione sulla ricerca dello spettacolo portata all’estremo

F1
Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandra Leoni @herroyalblues
14 Agosto 2014 - 11:58
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Vi riportiamo un commento interessante fatto da Kate Walker su Crash.net, per quanto riguarda la necessità della F1 di “aumentare lo spettacolo”. Con una riflessione su quanto successo recentemente negli Stati Uniti, dove Kevin Ward Jr è stato travolto da Tony Stewart, con cui aveva avuto un incidente il giro prima.

Per tutti quelli che in F1 parlano dello “spettacolo”, dell’orchestrare e gestire “i drammi” in pista, a beneficio degli spettatori, tutto questo discorso può prendere una piega molto sbagliata. Tutti i “grandi capi” della F1, che si stanno dannando per aumentare lo spettacolo e l’appeal della categoria, dovrebbero guardare alla tragedia occorsa al Canandaigua Motorsports Park, lo scorso sabato.

Kevin Ward ha perso la vita quando ha deciso di camminare attraverso la pista, in piena gara, gesticolando a Tony Stewart, dopo che i due sono stati coinvolti in un incidente nel giro precedente, incidente che ha messo fuori gara Ward.

Per un fan di F1, il fatto che un pilota si avvicini alla pista in piena attività, per confrontarsi con uno dei suoi rivali è qualcosa da “scomunica”. Ma nel motorsport americano, un comportamento del genere è assolutamente normale, nonché quasi incoraggiato. Non proprio il camminare attraverso la pista, ma è incoraggiato il confronto per far esaltare la platea presente, che deve scegliere il proprio eroe e il cattivo di turno.

Il motorsport americano ha una lunga storia di confronti tra piloti volti ad animare il pubblico, sin dal 1979, se non prima. Per esempio, Donnie Allison e Cale Yarborough, durante la Daytona 500, sono rimasti coinvolti in un incidente. Dopo l’incidente, i due si sono presi a pugni, entrando così nella “storia”. È stata una delizia per le telecamere e per il pubblico, e i giornali il giorno dopo hanno dato più rilievo alla scazzottata che al vincitore della gara. Ovviamente, non tutti i confronti tra piloti sono stati violenti.

Questo comportamento di certo è meno pericoloso che attraversare la pista – di notte e vestiti tutti di nero – ma tutti questi comportamenti assieme danno vita a una cultura in cui dei comportamenti impulsivi e scellerati sono incoraggiati dagli organizzatori, dai media e anche dai fan stessi.

Tuttavia, la morte di Ward ha dimostrato che, incoraggiare i piloti a comportarsi in maniera impulsiva, subito dopo un incidente, può dare la peggiore delle conseguenze. Nessuno spettacolo vale più di una vita umana. Con tutto quello che sta facendo la F1 in termini di sicurezza dei piloti, è difficile che vedremo momenti del genere accadere in quella categoria.

Ma ogni azione può avere conseguenze imprevedibili. E qualsiasi mossa venga compiuta nel breve termine per dare più spettacolo, deve avere le dovute considerazioni e valutazioni, in modo che rimanga una competizione dentro i propri veicoli. L’unico confronto possibile è tra piloti che lottano per la stessa posizione ad alta velocità



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