Intervista a Francesco Dracone

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
15 Luglio 2015 - 13:00
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Vi proponiamo una chiacchierata con Francesco Dracone, pilota con esperienza in AutoGP tra il 2011 e il 2014 e in Indycar in questa stagione (oltre che nel 2010) e commentatore d’eccezione per Sky Sport. Proprio nelle sue partecipazioni al microfono, soprattutto per la 500 miglia di Indianpolis, abbiamo apprezzato le sue cronache precise e ricche di aneddoti sconosciuti ai più, e così gli abbiamo chiesto la sua disponibilità per qualche domanda da pubblicare sul nostro sito.

Ecco a voi le sue risposte!

Abbiamo notato le tue qualità al commento: ma per te che sei dall’altra parte, come ti trovi a commentare colleghi contro cui sei stato in pista?

“All’inizio è stato molto divertente, poi pian piano sono stato preso dal desiderio di tornare a correre al più presto. La 500 miglia mi ha stregato! Ho seguito da tifoso Luca Filippi e Stefano Coletti.”

Hai visto la gara di Milwaukee? Come ti è sembrata?

“La gara mi è’ piaciuta, non avevo la minima idea che l ovale fosse così piatto, si usavano 2 marce una per la curva l altra per il dritto. Davvero unico. Mi sarebbe piaciuto provarlo poiché la guida è’ più simile ad uno stradale. Sicuramente molto molto difficile.”

Sulla gara precedente di Fontana: molti piloti hanno fatto riferimenti a quella tragica di Las Vegas per la sua pericolosità. Sei d’accordo?

“Assolutamente sì, non mi piaceva vedere 5 macchine affiancate, sicuramente divertente per gli spettatori ma il rischio era evidente. È anche vero che sono corse e non vedo soluzioni alternative.”

Hai guidato nelle tue esperienze sia le vecchie Indycar che la DW12. Puoi farci un piccolo confronto?

“A me piaceva le vecchia v8 anche esteticamente. La nuova rappresenta però un grosso passo evolutivo. I freni sono ora in carbonio e la frizione è al volante, si è obbligati a frenare col sinistro, cosa a me naturale mentre per piloti come Castroneves o Franchitti ha richiesto adattamento. La Dw12 è sofisticata per quanto riguarda le sospensioni ed in particolare gli ammortizzatori ora dotati di inerter.”

Sulla DW12, invece, l’hai guidata sia senza che con aerokit. Che differenza hai sentito nel guidarla in configurazioni diverse?

“L’ho guidata nella prima configurazione, durante un test, ed era un auto molto simile ad una gp2, si usava molto il freno per caricare l’anteriore e far girare l’auto verso il punto di corda. Quando ho fatto i test a Barber l’auto non aveva ancora il kit ma il fondo non era più quello vecchio (più performante) poiché oggi con l’aerokit si predilige il carico fatto dalle ali e da guidare…lasciamo stare. Quando è arrivato il kit ho notato che le auto portano decisamente più velocità di percorrenza quindi la parte della frenata è meno determinante.”

Qual è il pilota che ti ha impressionato di più nella serie? Per quali caratteristiche?

“In qualifica mi piaceva molto Will Power, ricordavo come fosse estremo nel giro secco. Quest’anno lo stesso Castroneves ha fatto bene. Sul passo gara oltre a lui mi piace molto Dixon. Devo ammettere che i driver di Penske sono i riferimenti della categoria.”

Se Montoya dovesse vincere il campionato, a 40 anni e dopo tanti anni di assenza, che messaggio darebbe al motorsport secondo te?

“Montoya a questo punto non si discute, Senna a parte è stato l’avversario più temibile di Schumacher. Oggi ti accorgi che ha un controllo dell’auto superiore rispetto anche a piloti di altissimo livello. Sono estasiato da alcuni video postati da amici su Facebook di come riuscisse a controllare la vettura ai pit stop in maniera chirurgica guadagnando centesimi preziosi. Il messaggio è chiaro, con talento e passione la pensione può attendere. Oltre ovviamente ad un buon team!”

Come mai, secondo te, gli ascolti della Indy sono così bassi? Si parla di 0.30/0.40% negli USA, costantemente sotto (e di molto) la NASCAR.

“Questa è una domanda difficile, penso che c’entri molto anche il tipo di promozione del campionato. Oggi servono grandi budget per innescare nei tifosi l’interesse, parlo di show pre gara, produzioni Tv di alta qualità (in F1 è la stessa organizzazione che fa le riprese) ecc ecc. Personalmente non avrei dubbi, la Indy per me è molto meglio.”

Visto il campionato addensato in pochi mesi, saresti incuriosito da una winter season di cui si è parlato in alcune occasioni?

“Per carità! Già così è molto stressante, figurarsi una stagione supplementare! Piuttosto vedrei bene qualche gara in Europa: per lo stile Indy un bel cittadino, mi viene da dire Milano.”

Quali sono le tue prospettive future? Sarà possibile vederti ancora in pista?

“Chi vivrà vedrà…”

Grazie a Francesco per la disponibilità.

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